16 agosto 2012

Big Pack.

Tra i tanti "esodati" che si stanno allenando e che ha ancora non hanno trovato spazio sul mercato, c'è un caso su tutti di cui i sampdoriani non riescono a liberarsi. Nonostante il lavoro del d.s. Sensibile, molti sono ancora ad allenarsi a parte in quel di Bogliasco: tutto normale, vista la crisi e la difficoltà risaputa del mercato in uscita. Accanto a capitan Palombo, Semioli, Padalino e compagnia bella, c'è un giocatore che si aspetta in partenza da diversi mesi: parlo di Massimo Maccarone. Il 32enne attaccante, seppur siamo ormai a metà agosto, non ha ancora trovato una sistemazione soddisfacente. Il suo trasferimento non ha ancora avuto luogo, nonostante le tante voci di presunti interessamenti (ritorno ad Empoli, Bologna, ritorno a Siena, Spezia) ed un passato in Serie A di grande valore. Andiamo a vedere meglio come siamo arrivati a questo punto.

Massimo Maccarone nasce a Gallarate il 6 Settembre 1979 e gioca da prima punta classica, con tanti movimenti nell'area di rigore. Il ragazzo viene ingaggiato dal Milan a 13 anni e gioca per cinque stagioni nelle giovanili della squadra rossonera. La prima esplosione avviene a Prato, dove rimane per due anni e - nel 1999/2000 - confeziona 20 gol in 28 presenze, sfiorando la promozione con la squadra toscana. Il destino del giocatore si lega inevitabilmente a quella regione: l'anno dopo, infatti, l'Empoli lo preleva dal Milan alle buste e così, in coppia con Antonio Di Natale, Maccarone regala la promozione alla squadra toscana in Serie A. Due anni con 30 gol stagionali lo portano in cima alla lista di molti club italiani ed internazionali; come se non bastasse, con l'Under 21 azzurra conferma le sue buone qualità, segnando 11 gol e diventando capocannoniere dell'Europeo di categoria nel 2002.
Infine, la ciliegina sulla torta arriva con l'esordio in nazionale nel Marzo del 2002 sotto la guida di Giovanni Trapattoni, in un Inghilterra-Italia in quel di Leeds che segnerà inevitabilmente la sua carriera. Erano passati più di 70 anni da quando un giocatore esordiva in nazionale non avendo mai giocato nella massima serie. Maccarone riesce in quest'impresa e si procura il rigore decisivo per il 2-1 finale in favore dell'Italia.
Alla fine, il Middelsbrough se lo aggiudica per ben 13 milioni di euro. Steve McLaren, allenatore del Boro, lo esalta,  affermando: "E' il giocatore che più assomiglia a Del Piero". Assomiglierà pure all'Alex bianconero, ma intanto gioca lontano dalla porta o sta in panchina. E così Maccarone, complici anche gli infortuni, ha poca gloria in Inghilterra, seppur partecipi alla conquista della Carling Cup nel 2004. 15 gol in due stagioni e la difficoltà nei rapporti con McLaren sono le condizioni che portano Maccarone alla scelta del ritorno in Italia, seppur temporaneamente.

Maccarone ai tempi dell'Under-21 azzurra: una stella in ascesa.

Maccarone disputa la stagione 2004/2005 in Serie A per la prima volta. Se, fino a Gennaio, le cose vanno male in quel di Parma (solo due gol in Coppa UEFA), Big Mac si riprende la scena a Siena, dove segna sette gol e dimostra che non è propriamente finito. Purtroppo per lui, i toscani non lo riscattano e così torna a Middlesbrough, dove tutto sembra destinato a relegarlo nuovamente in panchina. La stagione di Maccarone, invece, diventerà trionfale: se in campionato non vede campo e segna poco (due gol), in Europa è un trascinatore. Il Middlesbrough, l'anno precedente, si è qualificato per la Coppa UEFA e la disputa alla grande, ribaltando tutti i pronostici. Il merito è anche di Big Mac, come sarà soprannominato d'ora in poi da quelle parti: segna cinque gol in tutta la competizione, ma diventa un eroe nei momenti decisivi. Ai quarti contro il Basilea, la squadra di McLaren è quasi fuori, ma un gol di Maccarone al 90' fa esplodere il Riverside Stadium e consegna la qualificazione agli inglesi. Lo scenario si ripete in semifinale contro lo Steaua di Bucarest: sconfitti 1-0 all'andata e sotto 2-0 al ritorno in casa, al Middlesbrough servono quattro gol. Maccarone, entrando dalla panchina, realizza la doppietta realizza il primo ed il quarto gol: i tifosi sono in visibilio e lui diventa Big Mac. La finale sarà persa per 4-0 contro il Siviglia, ma intanto Maccarone è un eroe da quelle parti. Purtroppo l'italiano continua a passare tempo in panchina anche nella stagione successiva, nonostante l'arrivo di Gareth Southgate al posto di McLaren. Stanco di marcire in panca, l'ormai 27enne decide di tornare in Italia durante il mercato invernale del 2007. La meta è Siena.

Maccarone a segno nella semifiinale contro la Steaua: suo il 4-2 finale.

Nella città del Palio, Big Mac trova quella gratificazione che ancora nessuno gli aveva mai dato pienamente. Dopo aver rivelato che McLaren gli ha reso la vita impossibile durante la sua esperienza inglese, Maccarone diventa fondamentale nel sistema di gioco senese e porta la salvezza alla squadra toscana già nel 2007. Nelle due stagioni successive, egli continua ad essere il terminale offensivo del Siena. Inoltre, arrivato ormai a 30 anni, è in grado di riciclarsi: ormai non è più la prima punta che giocava nell'Under 21. Si è re-inventato seconda punta, con larga libertà di svariare su tutto il fronte di attacco, permettendogli di cercare il gol anche da lontano. A Siena, le marcature firmate da Maccarone saranno 42 quando - nel 2010 - decide di lasciare la squadra toscana, retrocessa malamente. E' tempo di cambiare casacca ed ambiente, di cercare una nuova sfida a trent'anni: la meta diventa Palermo, città con un presidente fumantino ed una squadra ambiziosa, che ha appena sfiorato la Champions.
I siciliani lo pagano quattro milioni e mezzo di euro, ma lo schierano come una seconda linea, preferendo Miccoli e Hernandez davanti. Con Pastore ed Ilicic sbocciati, lo spazio si riduce ulteriormente per l'attaccante, che trova spazio in Europa, dove segna ben tre reti. Nonostante il poco minutaggio in campionato, Maccarone vuole restare a Palermo; purtroppo per lui, la società non è dello stesso parere e decide di metterlo sul mercato. A raccogliere l'invito è la nostra beneamata, che compra l'attaccante lombardo per tre milioni di euro.

La rinascita di Maccarone avviene a Siena: qui a segno contro il Livorno.

Se le prime partite sembrano di buon auspicio (assist a Guberti in Samp-Milan di Coppa Italia), nel giro di un paio di settimane Maccarone conferma di essere un giocatore involuto. Si scoprirà poi che ci sono stati problemi familiari a contribuire a tale condizione; ciò nonostante, il ragazzo mostra di non essere di alcuna utilità. Lento, svogliato, a volte fastidioso per un tifoso - come quello sampdoriano - che vorrebbe vedere il sangue agli occhi in un momento delicato come la fine della stagione 2010/2011. La Samp vola inesorabilmente verso la Serie B ed il giocatore di maggior talento ed esperienza (almeno sulla carta) non fa vedere un briciolo di speranza alla Gradinata Sud. La ciliegina sulla torta è il rigore decisivo sbagliato nella partita in casa con il Parma. Maccarone segna tre gol contro Bologna, Cesena e Lecce, ma sono tutti gol inutili, a risultato già ipotecato da parte della squadra avversaria.
La capacità di decidere le partite, che aveva a Siena, non si vede in quel di Genova. A retrocessione avvenuta, tutti sperano nella sua partenza; poi viene fuori la verità sui problemi familiari e, allora, la società si fa carico di quella che provo a definire una "operazione simpatia". Recuperare l'uomo ed il giocatore diventa la priorità ed anche i tifosi più critici diventano docili come cagnolini, con tanto di striscioni di incoraggiamento.
L'esito di questo recupero lo conosciamo tutti: Maccarone segna all'Alessandria nella prima partita ufficiale della stagione, in Coppa Italia, per poi scomparire, sommerso dall'inizio folgorante di Bertani e dalla forma di Pozzi. Quando gli infortuni fanno fuori il numero 9 e l'ex Novara diventa un peso per la manovra offensiva, c'è Piovaccari; quando anche l'ex Cittadella si dimostra inaffidabile, tocca a Big Mac. Peccato che lui non ci sia: le sue presenze in campo sono un misto di paura dei fischi del pubblico e di "vorrei, ma non posso". Arrivano anche tre gol: uno su rigore all'Albinoleffe. E peccato che gli altri due siano il corollario di un Nocerina-Sampdoria 4-2, perso, in cui Maccarone segna quando è già troppo tardi. Insomma, il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Il prestito di Gennaio all'Empoli è servito a rigenerarlo parzialmente, nonostante la squadra toscana abbia rischiato la Lega Pro per tutta la stagione. Sette gol e la salvezza consegnata alla sua ex squadra sono perlomeno un segnale di vita. Ora, tornato a Genova, è finito sul mercato. Doveva essere così. Ma, per ora, parla solo il suo procuratore, che prima ha cercato di mantenere il suo assistito nella rosa sampdoriana, poi si è reso conto che era impossibile e sta attualmente lavorando per cercargli una sistemazione.
Guardando alla sua avventura genovese, impossibile non rinominarlo "Big Pack". Purtroppo, è andata male. Magari sarà in grado di rinascere altrove.

Maccarone in ginocchio: una sintesi visiva della sua avventura in blucerchiato.


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