23 aprile 2018

Dori-exit.

Un'altra comparsata, senza arte né parte. Una domenica assolata, felice solo per i padroni di casa e funesta per gli ospiti. La Sampdoria perde malamente a Roma per 4-0 contro la Lazio, che continua a volare verso la Champions League e conferma di essere il miglior attacco della Serie A. Noi? Quando c'è il gap, sembriamo fermarci al primo ostacolo.

La Lazio rimane una delle migliori squadre di questo campionato, ma...

Una Sampdoria rinfrancata dal successo sul Bologna arriva a Roma per vincere e cercare di spezzare una maledizione: se la Roma ha concesso un paio di vittorie, con la Lazio si fa fatica all'Olimpico. Anche Giampaolo deve battere Inzaghi per continuare la corsa all'Europa; una Lazio difficile da maneggiare, reduce da un incredibile successo per 4-3 a Firenze.
La prima mezz'ora dà l'impressione che la Sampdoria, con l'episodio giusto, possa passare. La Lazio fatica a costruire qualcosa negli ultimi 25 metri e si affida un paio di occasioni casuali: una svirgolata di Torreira, un colpo di testa alto di Leiva. Gli ospiti rispondono con un gran destro di Barreto, respinto lateralmente da Strakosha.
Proprio in quel momento - quando un episodio potrebbe far girare la gara -, la Lazio segna: cross di Radu al 31' e Strinic non segue il taglio di Milinkovic-Savic, lasciandolo solo per l'incornata dell'1-0. Viviano sembra in ritardo e i padroni di casa sono in vantaggio.
Da lì, la Sampdoria sparisce per il resto del primo tempo. Viviano salva in quattro occasioni su Marusic, Felipe Anderson, Immobile e Milinkovic-Savic, mentre ci vuole Ferrari per fermare un tiro di Leiva nei pressi della linea. Poco male, perché al 42' è 2-0: de Vrij è abbandonato a sé stesso e deve solo insaccare di testa il corner di Felipe Anderson.
La Sampdoria da incubo del finale di primo tempo dà dei leggeri segnali di vita. I tanti cambi - tutti nei primi 20': Kownacki, Quagliarella e Linetty per Caprari, Zapata e Ramírez - non cambiano di tanto l'inerzia. Certo, Zapata sfiora il palo con un gran destro e Strakosha deve stoppare un tiro di Kownacki, ma niente di più.
Al contrario, una Lazio a regime ridotto sfiora il 3-0 due volte con Caceres: l'uruguayano in versione offensiva va vicino al gol prima di testa, poi con una deviazione fortunosa. Non fa nulla, però, perché il 3-0 arriva all'84': bell'azione di Milinkovic-Savic, che legge il taglio in area piccola di Immobile e lo serve. Andersen è distratto e lo svantaggio diventa triplo.
Basta poco per far crollare psicologicamente la Sampdoria, che cede anche in concentrazione: tre minuti più tardi, Ferrari passa il pallone con troppa leggerezza, Nani lo intercetta e il portoghese lancia in profondità Immobile. Il 17 di casa, di fronte a Viviano, è letale e segna il gol numero ? in campionato. Finita un'altra giornata di (poca) passione.

Giampaolo dice che il punteggio sia esagerato, ma le ingenuità si pagano.

Viviano 5.5; Bereszynski 5.5, Andersen 6, Ferrari 5, Strinic 4.5; Barreto 6, Torreira 5, Praet 5.5; Ramírez 5 (dal 20' s.t. Linetty 6); Caprari 5 (dal 7' s.t. Kownacki 6), Zapata 5 (dal 14' s.t. Quagliarella 5.5).

Come giudicare questa prestazione? Una passeggiata (non di salute). Una terribile figura, soprattutto considerando l'atteggiamento in campo. Come contro la Juventus a Torino, l'impressione è che se la Sampdoria fosse stata più precisa e volenterosa, avrebbe potuto mettere in difficoltà una squadra più forte, ma con il pilota automatico inserito.
La Lazio è sì una delle migliori realtà di questo campionato, ma nella prima mezz'ora non ha dato l'impressione di voler spingere. Trovati i due gol, la squadra di casa ha sostanzialmente gestito il vantaggio senza correre quasi nessun pericolo. I due gol di Immobile nel finale son serviti più a lui che alle due squadre, con la contesa già decisa.
E c'è un altro dato personale pericolo per Giampaolo: in quattro gare - tra il 2016 e il 2018 - contro la Lazio di Simone Inzaghi, la Sampdoria del tecnico abruzzese ha incassato quattro sconfitte su altrettante partite. 2-1, 7-3, 2-1, 4-0: due sconfitte onorevoli in casa, due disastri in trasferta (in totale, cinque gol fatti e 15 subiti!).
L'unica notizia buona venuta fuori dalla gara di ieri pomeriggio riguarda i giovani: Kownacki è entrato ancora una volta a gara in corso, ma sembra che si stia meritando un maggior minutaggio per l'anno prossimo. Lo stesso vale per il danese Andersen, che si è perso Immobile sul 3-0, ma che per il resto ha giocato un'ottima gara, risultando il migliore.
E ora? Ci si riprova. Tolti gli impegni con Lazio e Juventus, alla Sampdoria l'unica gara difficile che rimane è quella contro il Napoli della 37° giornata (poi Cagliari, Sassuolo e SPAL). Lo stesso Napoli che affronterà la Fiorentina; il Milan ha la finale di Coppa Italia, nonché lo scontro diretto contro l'Atalanta, mentre quest'ultima mi sembra la favorita per il sesto posto.
Crederci? Magari potessi, ma non ne ho voglia. E per primi non sembravano averne la voglia i giocatori. C'è un Mondiale alle porte e l'ipotesi del settimo posto sembra far accapponare la pelle a tutti: un po' perché un'altra Vojvodina la si vorrebbe evitare, un po' perché l'estate è bella e il mare pure. La Dori-exit sembra l'unica soluzione desiderata.

I tifosi blucerchiati sempre presenti, anche allo Stadio Olimpico di Roma.

16 aprile 2018

Sparring partner.

Col senno di poi, è facile chiedersi se sarebbe potuta andare diversamente. Se avremmo potuto evitare una terza sconfitta di fila, per altro pesante nel punteggio: dopo il 5-0 del maggio 2016 e il 4-1 subito nell'ottobre dello stesso anno, la Sampdoria esce nuovamente sconfitta dallo Juventus Stadium, stavolta per 3-0. La corsa per l'Europa rimane ancora aperta.

La Juventus festeggia il 2-0, il gol che ha virtualmente chiuso la gara.

La Sampdoria si presenta allo Stadium nella speranza di un colpaccio dopo il grande successo dell'andata: il 3-2 di Genova è una delle uniche due sconfitte accumulate dalla Juventus in questo campionato (l'unica fuori casa). Per riprovarci, Ramírez gioca dietro al duo Quagliarella-Zapata, mentre dietro i terzini sono da brivido.
Pronti, via e si capisce perché: al 3' cross di Matuidi, con Regini che inspiegabilmente stringe al centro per marcare un già osservato Mandzukic. Cuadrado è solo e calcia male, ma centra Ferrari, che rischia di causare un autogol. La Sampdoria risponde solo al 20', quando un'incornata di Quagliarella su corner costringe Buffon a mettere in corner.
La Juventus pressa poco e non spinge tanto, sembra piuttosto bloccata. Mandzukic costringe Viviano a respingere un tiro-cross in corner, poi il croato non sfrutta una brutta uscita di Viviano sul susseguente angolo. La svolta arriva al 42': Pjanic si fa male e deve uscire, lasciando così spazio a Douglas Costa. Un cambio che segnerà la gara.
Tempo due minuti e il brasiliano mette l'assist dell'1-0, con Ferrari che perde Mandzukic in maniera maldestra. La Sampdoria potrebbe pure pareggiarla: su corner di Torreira, una spizzata porta la palla sul piede di Zapata al centro dell'area, ma il colombiano non ha un riflesso incisivo e Buffon para la sfera senza problemi.
Al ritorno dagli spogliatoi, Quagliarella ha lasciato spazio a Kownacki, che ha subito un guizzo: palla rubata a Chiellini e subito servizio per Ramírez, che però spreca malamente davanti a Buffon, calciando a lato. La Juventus non ci mette molto a punirci e a chiudere la gara.
Douglas Costa si ritrova semi-solo nel vertice alto dell'area piccola: potrebbe tirare, ma in CINQUE (!) lo chiudono. Il peccato è che Cuadrado e Howedes sono soli in area, quindi il brasiliano opta per l'assist e l'ex Schalke 04 realizza il 2-0 che chiude la gara. Seconda presenza in campionato e primo gol per il campione del Mondo 2014.
La gara è chiusa, nonostante Zapata provi a solleticare le mani di Buffon. E anzi, Douglas Costa ha ancora in serbo un numero: servito sulla linea del fallo laterale, corre e salta di netto Ferrari, poi punta Regini e salta anche lui, prima di servire Khedira a centro area. Il 6 bianconero deve solo insaccare il 3-0 per far sì che il resto sia accademia.
Certo, Cuadrado impegna Viviano dalla distanza e lo stesso brasiliano - funambolico ieri - sfiora il 4-0, ma è Zapata nel finale a mangiarsi il gol della bandiera su un'incredibile disattenzione di Howedes. Il tedesco serve di petto Buffon per il retropassaggio, ma Zapata s'infila sulla traiettoria: peccato che il colombiano centri il capitano della Juventus in uscita. Niente da fare.

Dopo aver finalmente sconfitto la Juventus e Allegri nella gara d'andata, Giampaolo non ha potuto nulla.

Viviano 5.5; Sala 5, Silvestre 5.5, Ferrari 5, Regini 5; Barreto 5 (dal 35' s.t. Verre s.v.), Torreira 5.5, Praet 5.5; Ramírez 5 (dal 15' s.t. Caprari 5); Quagliarella 6 (dal 1'. s.t. Kownacki 6), Zapata 5.5

Partiamo da una considerazione sul campionato: se la Juventus è vicina al suo settimo titolo di fila, non è solo perché ha una squadra forte e profonda. Non è solo per il suo straordinario allenatore (un giorno Allegri ci mancherà). Ma è sopratutto perché due dei cinque giocatori più forti della Serie A giocano per i bianconeri. E ieri l'abbiamo visto.
Vogliamo parlare di Douglas Costa? Proviamoci. Che crack ha preso la Juventus? Quanto saranno pochi i 40 milioni di riscatto alla luce di quello che il brasiliano può fare nell'attuale livello del nostro campionato? Un'operazione simile a quella del Liverpool con Salah. Ieri tre assist, ma sopratutto la sensazione che non avremmo mai potuto fermarlo.
Per noi le notizie positive non sono tante: una, di sicuro, è il rientro di Kownacki nella rotazione di Giampaolo. Il polacchino era un po' sparito dalle gerarchie dell'attacco, ma è stato bello vederlo allo Stadium, dove si è fatto notare nonostante una gara tutta in salita. Mi auguro che l'anno prossimo possa avere ancora spazio rispetto alla sua prima annata italiana.
Un discorso diverso, invece, va fatto per la linea difensiva. Fermo restando che spendere 14 milioni di euro per due terzini e ritrovarsi Regini titolare in questo momento del campionato è un FALLIMENTO, vorrei concentrarmi su Ferrari. Sono per il riscatto qualora rimanesse Giampaolo, ma a cifre diverse: non 15 milioni, ma 10.
Infine, il calendario. Cosa ci aspetta ora? Innanzitutto la sfida in casa contro un Bologna salvo e ormai tranquillo. Una gara che però significherà parecchio per la Sampdoria, che teoricamente rimane persino a tiro dal Milan, ma non ha più scontri diretti da sfruttare. Una squadra che deve sperare negli scivoloni altrui e ha un calendario complicato. Una sparring partner, proprio come allo Stadium.

Douglas Costa, 27 anni, tre assist e premio di MVP della gara.

04 aprile 2018

La sorpresa.

Inattesa, dopo il primo tempo quasi immeritata. La ripresa, però, ha certificato una minima reazione, anche di carattere e di qualità nel finale di gara. La Sampdoria viola l'Atleti Azzurri d'Italia e batte per 2-1 l'Atalanta di Gasperini, incassando un successo sorprendente. Se sarà un segnale di ripresa o solo un caso fortuito, ce lo dirà il tempo.

Marco Giampaolo, 50 anni, può sorridere: prima vittoria in trasferta da gennaio.

La Sampdoria si presenta a Bergamo con la consapevolezza che una reazione sia necessaria. Se non altro per i tifosi, arrivati numerosi in Lombardia: Giampaolo sceglie dal 1' Andersen in difesa e Capezzi a centrocampo (complice la squalifica di Torreira). Gasperini cambia poco rispetto al successo di qualche giorno prima contro l'Udinese.
La partita è piuttosto blanda nel primo tempo, con l'Atalanta che è la squadra a controllare il possesso del pallone. Castagne ha una buona occasione di fronte a Viviano al 14', ma sparacchia a lato. Due tiracci di Caprari e Cristante fanno da intermezzo, ma il brivido arriva al 37', quando Petagna centra la traversa su un corner battuto dai padroni di casa.
La prima svolta per gli ospiti è nel cambio Álvarez-Ramírez, arrivato poco prima del vantaggio blucerchiato: palla geniale di Praet per Bereszynski, ma Castagne chiude tutto, deviando la palla verso l'area. C'è Toloi, che però scivola e Caprari ne approfitta, saltando il brasiliano e battendo Berisha in uscita: 1-0 a sorpresa.
Non solo, però, perché la Sampdoria va vicina pure al raddoppio: al 45', una velenosa punizione di Ramírez trova il miracolo di Berisha, che salva volando sotto l'incrocio. Si va all'intervallo sorprendentemente in vantaggio, ma ci si aspetta la reazione dell'Atalanta, che però non sarà così efficace come si pensa.
La girandola di cambi modifica l'assetto dei padroni di casa, che si sbilanciano e probabilmente si assestano su un 4-2-3-1, con il giovane Barrow largo a destra. Al centro non si sfonda, ma non serve, perché al 66' l'Atalanta pareggia in maniera fortunosa: palla in mezzo da punizione, rimpallo e Toloi è il più lesto a calciare, trovando l'1-1.
La Sampdoria, però, non si scompone. Paradossalmente, è l'Atalanta a sparire in maniera graduale, trovando giusto un tiro di Cristante in posizione pericolosa, mandato però alto. Invece la Sampdoria fa girare il pallone e trova nel duo Ramírez-Praet la guida per imporsi.
All'80', la traversa ferma un colpo di testa di Caprari, che svetta su un cross di Ramírez. Poco male, perché tre minuti più tardi gli ospiti si trovano di nuovo in vantaggio: passaggio indietro su Haas, incomprensione con Masiello e Zapata sfila alle sue spalle, beffando Berisha con un vellutato pallonetto sull'uscita del portiere. 2-1 e grande festa.
Nel finale non succede praticamente nulla: l'Atalanta - ormai scomposta e spezzettata - butta in mezzo tutto quello che può, ma la difesa ospite regge bene e permette a Giampaolo di portare via tre punti preziosi in ottica europea.

Dennis Praet, 23 anni, lotta per il pallone con Alejandro Gómez, 30.

Viviano 6; Bereszynski 7, Andersen 6.5, Ferrari 6.5, Murru 5.5 (dal 21' s.t. Regini 6); Praet 7, Capezzi 6.5, Linetty 6.5; Álvarez 5 (dal 39' p.t. Ramírez 6.5); Caprari 6 (dal 39' s.t. Verre 6), Zapata 6.5

La Sampdoria è stata sorprendente, soprattutto in alcuni elementi: se su Praet e Bereszynski non dovremmo più esser stupiti (il belga si sta silenziosamente trasformando in un campione: ieri partita da maestro), Capezzi e Andersen hanno fatto bene. Essenziale e ordinato il primo, senza sbavature eccessive il secondo (che speriamo possa esser utilizzato di più).
L'Atalanta è sembrata più molle del solito, come se fosse stanca dalla vittoria di sabato contro l'Udinese. Ha lasciato sei punti in due gare contro la Sampdoria, che sorprende, perché i blucerchiati ne hanno fatti 12 in quattro partite, se comprendiamo anche l'altra avversaria diretta per un possibile accesso in Europa League, ovvero la Fiorentina.
Tuttavia, non illuda questa vittoria estemporanea a Bergamo: il problema trasferta rimane. La Sampdoria è 4° per rendimento in casa (con le stesse gare, +4 sulla Roma e +5 sulla Lazio), ma è 14° in trasferta. Ha vinto la prima gara fuori dal "Ferraris" da gennaio e non è sembrata la migliore versione dell'Atalanta, per quanto la Sampdoria della ripresa si sia fatta apprezzare.
Qualcuno ha fatto parallelismi tra la gara di ieri pomeriggio a Bergamo e la vittoria in rimonta a Udine nel gennaio 2010, senza Cassano e che di fatto spezzò una brutta striscia negativa. Da lì la squadra volò in Champions League, giocandosi i preliminari. Non ci sono gli stessi traguardi, né la stessa sostanza: volerei più basso.
Intanto c'è il derby sabato sera, con il Genoa che sembra ormai al sicuro da qualunque pericolo retrocessione dopo il 2-1 all'ultimo minuto contro il Cagliari. Con i 34 punti in classifica, i rossoblu possono giocare la stracittadina a mente sgombra, ma Giampaolo ha un'ottima tradizione: se riuscisse a proseguirla, sarebbe un'altra gradita sorpresa.

Andrea Petagna, 22 anni, sbuffa: solo quattro gol in questo campionato.

02 aprile 2018

Pasquetta in anticipo.

Mi è sempre piaciuta la Pasquetta. Un'occasione per stare con i tuoi amici dopo essersi (teoricamente) abbuffati con i parenti il giorno prima. Ma persino io - in qualunque occasione spesa con i miei pari - non mi sono mai impegnato poco quanto la Sampdoria nell'ultima trasferta. A Verona, il Doria perde 2-1 e si fa rimontare da un Chievo comunque nei guai.

I tifosi blucerchiati, sempre presenti in largo numero a Verona.

La Sampdoria si presenta a Verona conscia che c'è bisogno dei tre punti per riprendere la marcia europea. Dopo le pesanti sconfitte contro Crotone e Inter, si spera che la pausa abbia riconsegnato ai tifosi una squadra più reattiva: la difesa scelta è condizionata da turnover, mentre davanti Caprari viene schierato nella posizione di trequartista.
Il Chievo - reduce da una crisi di risultati - parte bene, con Stepinski che tenta il tiro verso la porta di Viviano. Ma è un falso allarme, perché il primo tempo è tutto a marca ospite. Al 5' Torreira trova Caprari in profondità: sul primo tiro - costretto a tirare di controbalzo - Sorrentino è presente, poi il 9 ospite spreca sulla respinta e si fa di nuovo stoppare.
Al 20' ancora Sampdoria: Caprari in profondità per Zapata, che opta per il cucchiaio su Sorrentino in uscita. Quello che sembrava un tiro diventa un assist per Quagliarella, che però in rovesciata non riesce a chiudere a porta sguarnita.
Poco importa, perché al minuto 26 la Sampdoria passa: rigore per contatto tra Zapata e Gobbi. A velocità normale è lampante, ma al replay ho avuto ancora qualche dubbio. Dal dischetto va Quagliarella, che spiazza Sorrentino per il gol numero 18 in campionato.
Il Chievo non reagisce e allora gli ospiti ci provano ancora al 29', quando Praet semina il panico nella difesa di casa e mette in mezzo: Tomovic anticipa Quagliarella, ma quasi rischia l'autogol. Si va al riposo con la consapevolezza che un secondo gol avrebbe chiuso la gara.
Si può sempre trovare nella ripresa, no? No, perché la Sampdoria non torna in campo. Allora persino un Chievo spuntato si può far coraggio e provare a spingere, tanto da trovare il pareggio al primo tiro in porta: al 61' Castro punisce Viviano di testa. Il problema è che sul cross di Giaccherini né Murru, né Linetty stringono sul 19 gialloblu per marcarlo.
La Sampdoria reagisce parzialmente con un destro di Torreira da 25 metri, messo in angolo da Sorrentino. Ma la reazione finisce lì, perché ancora Castro ci prova due volte dalla distanza, prima costringendo Viviano alla parata e poi sfiorando il palo alla sua destra. 
La caporetto è alle porte, perché al 79' il Chievo va in vantaggio: il neo-entrato Hetemaj mette in mezzo, Inglese non la tocca e Viviano non è abbastanza reattivo per modificare la traiettoria della palla. Il VAR revisiona tutto, ma il gol è buono.
Sul 2-1 e con un assetto che francamente fatico a capire - sono usciti Quagliarella e Zapata per due trequartisti, Ramírez e Álvarez, quindi in area non c'è nessuno -, la Sampdoria trova un guizzo finale. Caprari serve in profondità l'argentino, il cui mancino viene però stoppato da Sorrentino. Finisce 2-1 ed è l'ennesima figuraccia di un marzo tremendo.

Perché le disgrazie non vengono mai da sole.

Viviano 5; Sala 5.5, Silvestre 5.5, Regini 5, Murru 5.5; Praet 6.5, Torreira 6, Linetty 5.5; Caprari 5.5; Quagliarella 6.5 (dal 28' s.t. Álvarez 5.5), Zapata 6 (dal 12' s.t. Ramírez 5.5).

Diciamo che è finita qui? Diciamo di sì. Certo, ci sarebbero le gare contro Atalanta e Genoa a poter dimostrare il contrario, ma con un calendario difficile - bisogna anche giocare i ritorni contro Juventus, Napoli e Lazio - e quest'attitudine non si va certo da nessuna parte. La Sampdoria vista in trasferta quest'anno è stata atterrente
E il Chievo? All'andata non meritava di perdere 4-1, ma si è presa la rivincita per la santa Pasqua, visto che la squadra di Maran mi è sembrata allo sbando. A differenza della gara di Genova, quando la Sampdoria soffrì gli scaligeri per mezz'ora abbondante, il Chievo è apparso in difficoltà, smembrato, quasi confuso su come creare qualcosa.
Se volete poi un altro campanello d'allarme, guardate il rendimento in trasferta contro le squadre attualmente impegnate nella lotta per non retrocedere. Sconfitta 3-2 a Benevento, sconfitta 2-1 a Verona contro il Chievo, pareggio 0-0 contro l'Hellas, pesante disfatta per 4-1 a Crotone. Dobbiamo ancora giocare contro Spal e Sassuolo, ma...
La verità è che questa squadra non è pronta per giocare in Europa. Non è pronta per stare nelle prime sei del campionato, perché la sensazione è che il settimo posto - con tanto di stagione anticipata, come successo nel 2015 - non sia ben voluta. E poi le altre disfatte in trasferta - 3-0 a Bologna, 4-0 a Udine - dovrebbero farci mettere una pietra sopra il sogno europeo.
Io personalmente l'ho messa dopo la trasferta di Milano contro il Milan, quando una Sampdoria inerme perse 1-0 e sostanzialmente non creò nulla contro la sua diretta rivale europea. E non mi aspetto nulla di diverso dal recupero di Bergamo, dove l'Atalanta - una squadra con una struttura più profonda - è pronta a prendersi nuovamente l'Europa. Probabilmente.

Fabio Quagliarella, 35 anni, al gol numero 18 in campionato.