28 aprile 2012

Largo che arriviamo noi.

Non l'avrei mai detto, ma sono contento: la Samp batte il Bari per 2-0 nella giornata odierna e lo fa con il piglio di chi ha capito come funziona la Serie B. Soffre parecchio nel primo tempo, regalando moli di gioco impressionanti al Bari e mangiandosi anche un rigore; nella ripresa, segna Eder e la partita si chiude sostanzialmente lì, legittimandola con la doppietta del brasiliano. 

E pensare che è passato un intero girone d'andata: proprio 21 giornate fa, Beppe Iachini esordiva a Bari come allenatore della Samp. Lo fece in maniera proprio non decorosa, pareggiando una partita che stava gestendo in 11 vs. 10, con l'aggravante del vantaggio per 1-0; tutt'altra storia oggi. "Water under the bridge", direbbero gli inglesi. Anche perché di tempo ne è passato talmente tanto che la Samp sembra convincente adesso, anche se il mercato di Gennaio ha dato una grossa mano.

La Samp parte all'assalto dei gemellati baresi con un 11 che vede due cambi principali: Da Costa per l'infortunato Romero (che mancherà anche a Modena) e Soriano per Munari squalificato. L'assenza del numero 11 doriano si noterà parecchio nel primo tempo. Per il Bari, solita squadra accorta, che è riuscita a fare una marea di punti fuori casa, segno della capacità di difendersi ordinatamente e poi ripartire da parte della compagine pugliese.
Pronti, via e la Samp, pur soffrendo il giro palla barese, ha la prima enorme occasione del primo tempo: Foggia affronta un difensore in uno contro uno, spara addosso a quest'ultimo, ma la palla arriva a Eder, che non vede Pellé e "serve" Lamanna, che para agevolmente a terra. Con il passare dei minuti, il Bari prende il possesso del gioco e la Samp risente della mancanza di Munari, uno che in Serie B fa girare molto bene la squadra; Obiang sembra perso, Renan è immobile e Soriano si muove molto, ma senza un senso definito alle sue iniziative. Dietro si comincia a scricchiolare, dato che Defendi ha per due volte una buona occasione, senza approfittarne.
La svolta al minuto 30': Obiang azzecca l'unico spunto del primo tempo e serve Eder in uno spazio libero. Ma la corsa del brasiliano viene bruscamente fermata da Borghese, che spinge il numero 23 doriano e si becca anche l'ammonizione. Aggiungo una nota a margine: viste le sue dichiarazioni dell'andata, ero abbastanza soddisfatto.
Ma sul dischetto va Foggia ed il suo rigore, benché decente, serve solo a far esaltare un miracoloso Lamanna, che lo respinge e lascia la partita sullo 0-0. Il finale di tempo è da brividi, perché prima Bogliacino, poi ancora Defendi sfiorano l'1-0 per i pugliesi: all'intervallo, qualche mugugno è anche giustificato, vista la momentanea fuga di Padova e Varese. 
Meno male che all'inizio del 2° tempo cambia tutto: prima Renan spara, Lamanna respinge ed Eder insacca a porta vuota il suo secondo gol in quest'avventura blucerchiata; poi giunge la notizia del pareggio del Grosseto contro il Padova, che riporta la Samp a -2 dai patavini. Ed il risultato rimarrà questo. Anche perché il Bari non sembra in grado di apportare la stessa pressione esercitata nel primo tempo e quindi il massimo creato dagli uomini di Torrente è un destro ciccato di Castillo. A pochi minuti dalla fine, è ancora uno straordinario Eder a prendersi il pallone, saltare Cepellini e battere Lamanna per la seconda volta, chiudendo definitivamente la partita.
Grandi applausi a Marassi: ancora ci possiamo credere.

Alcune considerazioni vanno fatte: la prima è che il Bari ha giocato molto bene, forse è la squadra che più mi ha impressionato a Marassi e per questo faccio i miei complimenti ai pugliesi. Si sono chiusi, ma non arroccati; quando ripartivano, erano anche pungenti. La seconda è che la mancanza di Munari, almeno nella prima frazione, si è sentita pesantemente: spero che non ci sia un calo del genere nelle partite future da parte del centrocampo. La terza ed ultima è che Da Costa non ha fatto rimpiangere Romero: speriamo di non doverci rimangiare queste dichiarazioni.


Da Costa 6.5 | Attento e preciso. Magari un po' attendista sui rinvii, ma fa il suo. 
Rispoli 6.5 | Oggi molto bene: certo, i piedi sono quel che sono. Ma nel secondo tempo salta anche l'uomo e non me l'aspettavo.
Gastaldello 6.5 | Il capitano non ha qualcuno di preciso da marcare, dato che il Bari gioca senza punti di riferimento davanti: quando entra Castillo, lo chiude come si deve.
Rossini 6 | Leggermente in ombra rispetto al capitano.
Laczko 6 | Nel primo tempo, rischia su Defendi; nel secondo, invece, ci mette una pezza.
Obiang 7 | Anche lui soffre nei primi 45', si vede poco. Ciò nonostante suggerisce Eder nell'azione che porta al rigore. Poi giganteggia ed offre una delle prestazioni più belle di quest'anno.
Renan & Soriano 6.5 | Voto in coppia perché hanno giocato in maniera praticamente uguale: meno scarto per la prestazione del brasiliano tra 1°T e 2°T, ma entrambi sono partiti pianissimo per poi esplodere nella ripresa.
Foggia 4.5 | Il voto non è solo per il rigore: De Gregori diceva che i giocatori non si giudicano da quello. Per carità, ma anche oggi non ha distribuito un passaggio buono alle punte.
Eder 8 | Devastante. Nel primo tempo tiene la baracca a galla, nel secondo domina i difensori baresi senza se e senza ma.
Pellé 5 | Finché è stato in campo, non ce ne siamo accorti. Il massimo dell'appariscenza è quando si dispera perché Eder non gliela passa a porta spalancata.

Bertani 5.5 | Non lo vedevamo da un po': neanche il riposo c'ha restituito quel giocatore che avevamo ammirato i primi due mesi di campionato.
Juan Antonio 5 | Un pesce fuor d'acqua: continuo a non vedere nulla del trequartista, al massimo qualcosina della seconda punta. Ma, giocando così, non sapremo mai quant'è valido il ragazzo.
Volta s.v. | Entra per il tipico cambio "iachiniano".

Adesso viene il difficile. Il Padova è in netto calo: nonostante i punti restituitogli per la partita con il Torino, non ne azzeccano più molte. Il Varese, tutto sommato, continua a viaggiare ad un ritmo buono. Sta a noi: martedì si avrà una prova di fuoco, il Modena è probabilmente la squadra che sta meglio in quest'ultimo mese. Anche oggi, tre gol alla Juve Stabia, che fino a adesso aveva messo paura a tutti: sarà un mezzogiorno (e mezza) di fuoco.




Eder, 26 anni, realizza il secondo gol contro il Bari, terzo nel campionato di quest'anno.

25 aprile 2012

La differenza tra noi e voi.

Ho aspettato a scrivere, non volevo farlo sull'onda dell'emotività, sull'onda del fatto che sono un tifoso sampdoriano, sull'onda di un orrore che ti sale pensando che questo è il paese in cui vivi. Ciò a cui abbiamo assistito in quel di Genova domenica scorsa è qualcosa di paradossale (e non nuovo): basta un manipolo di tifosi a fermare tutto. Nel bel mezzo di una sconfitta che ha del clamoroso (4-0 con il Siena), i capi della tifoseria genoana hanno pensato bene di fermare tutto e pretendere che il gioco del calcio s'inchinasse ai loro piedi. O almeno lo facessero i giocatori genoani, fermando lo svolgimento della partita attraverso il lancio di fumogeni e lacrimogeni prima, poi con l'intervento diretto degli esponenti più importanti della Gradinata Nord.
Da lì in poi, il caos ha dominato: la richiesta (esaudita inizialmente) ai giocatori rossoblu di togliersi la maglia, perché non meritavano d'indossarla, visto l'ultimo rendimento del Genoa in campionato; il capitano rossoblu, Marco Rossi, ripreso dalle telecamere con le maglie raccolte stile "lavandaia", pronto a consegnarle ai tifosi e a cedere a quello che è sostanzialmente un ricatto; le lacrime di Mesto, anche se ci sarebbe da piangere su altre cose; ma sopratutto l'incredibile siparietto finale, con Sculli a fare da pacere tra la tifoseria e la squadra, e la ripresa della partita in un clima surreale, che ha visto giocare i 40' finali con un mordente simile a quello di una partita tra scapoli ed ammogliati.
Sembrano esserci tanti errori in questa storia. Tantissimi. Non saprei neanche da dove cominciare.
Innanzitutto, la debolezza dei giocatori: cedere ad un ricatto del genere significa essere schiavi di questo calcio malato, che pretende rispetto sì per i tifosi, ma non attraverso queste manifestazioni. Per altro, questo mette ancora più in evidenza come ci sia un beneplacito di società e/o giocatori verso un certo tipo di tifo, quando invece dovrebbe accadere l'esatto contrario.
C'è da considerare anche il nervosismo dei tifosi, che sta sfociando - a mio modo di vedere - in modo sbagliato: l'anno scorso, in casa Samp, si era tesi verso coloro che erano effettivamente più in luce nelle colpe o negli atteggiamenti; domenica, invece, ho visto gente prendersela con Jankovic, probabilmente uno dei pochi giocatori rinati o salvabili in quest'annata maledetta. Ma è normale: quando subentra il nervosismo, perdi la razionalità.
Un "plauso" anche alle forze dell'ordine: c'è da chiedersi quale ordine stessero osservando. Come sono entrati tutti quei tifosi in tribune piene di famiglie? Perché gli è stato permesso di tutto, tra cui arrampicarsi sul tunnel che porta all'entrata in campo? C'è un detto che fa: "A pensar male, a volte ci si azzecca". E allora mi lancio in questa riflessione: fossero stati studenti disarmati, gente pacifica, manifestatori disarmati, si sarebbe vista tutta quest'ossequio? Probabilmente no e questo fa male allo Stato italiano, ancor prima che al suo calcio.
Infine, il più grosso "applauso" va ai tifosi genoani: è questo il modo di interpretare il calcio? Se uno avesse avuto il telecomando in mano (come lo avevo io l'altro giorno), avrebbe girato un paio di canali su SKY ed avrebbe visto i tifosi del Wolverhampton applaudire la retrocessione dei loro giocatori: non è inneggiare alla sconfitta, ma essere solidali con i propri beniamini fino al 90', se non anche dopo. Invece, in Italia, forse non ce la si fa ad aspettare la fine della partita: meglio fischiare prima, non si sa mai..
Eppure, una cosa - che ha notato solo Preziosi e che invece non ho visto tra le tante manfrine televisive - è che l'esempio Samp non è stato citato da nessuno. Noi siamo una buona tifoseria: non mi lancio nell'ottimo perché ci sono episodi passati che fanno comunque riflettere, come le arance ed i rubinetti a Pagliuca in un Sampdoria-Bologna del 1999. Però l'anno scorso, con tutto quello che ci è successo durante la stagione, si sono viste ben poche cose rispetto allo scenario di domenica scorsa: anzi, nel giorno della retrocessione, fischi a Garrone, ma applausi appena finito il 90'. Non proprio un tifo stra-inglese, ma siamo lì. Almeno c'è stato il rispetto invece della forza, la razionalità prima dell'incazzatura. E sopratutto: non mi risulta che il Genoa fosse in CL o anche in Europa ad inizio stagione; non mi risulta che gli abbiano venduto Palacio a Gennaio; non mi risulta che abbiano perso un derby al 92' che li mandava in Serie B. Perciò, calmatevi. Questo non è più calcio. Speriamo che almeno si sia capita la differenza con voi. E quando dico "voi", non mi riferisco necessariamente al Genoa; bensì ad uno spettro più ampio, al calcio italiano, dove la Samp - almeno per ora - rappresenta un'isola semi-felice. Con tutto quello che c'è stato, siamo stati un mini-esempio. Al modello inglese, manca ancora un po' di strada; ai tifosi genoani, a quanto pare, un continente.


Tifosi del Wolverhampton sostengono la squadra anche dopo la retrocessione di domenica.



21 aprile 2012

Incompleti e mazziati (ciao, Moro).

Se la Samp che cerca di arrivare ai playoff è quella vista oggi, forse è meglio fare un passo indietro e rivedere i propri sogni. Di fronte alla sconfitta clamorosa del Padova di ieri e ad un Vicenza in pessima salute, ci si aspettava ben altro: invece, i blucerchiati perdono l'ennesimo treno stagionale, dimostrando di essere incapaci di sfruttare le grandi occasioni che si pongono loro. Anche l'arbitro c'ha messo del suo, ma è stato decisivo più sul piano dei nervi che del risultato. Ora Padova e Varese sono a -1, ma i lombardi giocheranno lunedì sera contro un derelitto Grosseto. Andiamo con ordine.

La Samp si presenta al Menti nel commosso ricordo di Piermario Morosini: ho saputo in settimana che era un tifoso blucerchiato e che il suo sogno era quello di giocare con la nostra beneamata. Non nego che ciò ha attirato molto di più l'attenzione da parte mia (e non solo, credo) sul dramma che questo povero ragazzo ha dovuto subire nell'atto finale della sua vita. Senza fare troppe sviolinate, speravo che oggi i ragazzi riuscissero a regalarci un successo anche per commemorare un tifoso sfortunato. Non andrà così, purtroppo.
I doriani si presentano a Vicenza con una grossa novità: Foggia dentro dal 1' dopo la buona prestazione con il Brescia, fuori Juan Antonio, che non va neanche in panchina. Anche Berardi non è tra coloro che siedono ai lati del campo, sorprendendo un po' tutti e confermando così Rispoli, che non è apparso brillante contro le rondinelle. Per il resto, tutti confermati. Il Vicenza, che ha un ruolino pessimo nell'ultimo periodo, si presenta stranamente con Abbruscato in panchina ed in campo l'apatico Baclet, che ci permetterà di tirare più di un sospiro di sollievo.

I blucerchiati iniziano la gara con un certo piglio, senza però concretizzare l'ampio possesso palla in nessuna occasione; al contrario, il Vicenza prova a creare qualcosa, ma nei primi minuti risulta essere molto bloccato e non riesce in una buona circolazione della palla. Con il passare dei minuti, la Samp non produce nulla e tende ad innervosirsi, con uno screzio abbastanza acceso tra Bianco e Eder. A questo punto, i biancorossi tentano il tutto per tutto: prima è un bel sinistro dell'ex-genoano Botta ad impegnare Romero, poi Paolucci manca l'impatto decisivo sul cross di Mustacchio ed infine Tonucci non mette paura al portiere della Samp su cross di Bianco. Quando la Samp sta soffrendo di più, arriva inaspettato il gol del vantaggio: grande giocata di Munari, cross mancino ed Eder trova - un po' a sorpresa - la prima rete con la maglia blucerchiata, con tanto di ammonizione per la maglietta tolta.
Ma quando ti sembra che la gara stia svoltando, ecco un episodio che farà ampiamente discutere: rimessa di Bianco, Baclet prova una girata impossibile e Gastaldello lo controlla appoggiandogli un braccio sulla spalla. Per il signor Cervellera, è calcio di rigore: sembra incredibile a dirsi, ma è vero. Grosse lamentele, ma ormai il danno è fatto.
Sul dischetto va lo stesso Baclet, fortunatamente, che conferma uno stato di disgrazia assoluto e permette a Romero la parata; sarà lo stesso francese, pochi minuti dopo, a sparacchiare fuori un'altra occasione clamorosa. Con il minimo sforzo, la Samp sembra riuscire a portare il massimo risultato a casa.
Nel secondo tempo, la squadra arretra il baricentro paurosamente e, apparte un bel tiro di Pozzi respinto da Frison, la Samp non creerà altre occasioni durante tutto il secondo tempo. Con l'entrata del numero 10 vicentino, la squadra veneta riesce ad alzare il baricentro e continua ad attaccare una Samp in totale confusione, in difficoltà a costruire, visto la totale assenza di Foggia. Abbruscato sfiora il gol due volte: prima è Gastaldello a salvare dopo un enorme svarione di Rossini, poi Romero respinge un tiro del bomber vicentino. 
Una pressione che la Samp non può sopportare all'infinito: infatti, arriva il gol di Gavazzi, lasciato colpevolmente solo da un Rispoli in versione horror e sul quale Romero - già infortunato - può far ben poco. 
Con Gastaldello e Romero costretti ad alzare bandiera bianca (al loro posto Volta e Da Costa), la Samp lascia campo al Vicenza e tenta più di tenere l'1-1; l'entrata di Pellé al posto di un Pozzi decente serve solo a tenere la squadra alta. La partita scorre lentamente verso la fine, con il Vicenza che ha altre due occasioni buone con Abbruscato e Gavazzi, sventate entrambe da Da Costa.

Finisce 1-1: i rimpianti sono enormi. Innanzitutto, i complimenti vanno anche al signor Cervellara, l'arbitro odierno: il rigore è di una fantasia degna di un sceneggiato thriller e, per il metro di giudizio settato attraverso quel rigore, mancano moltissimi falli alla Samp. Inoltre, c'è una svista enorme dell'assistente Cini su uno scontro di gioco tra Bianco ed Eder, che forse poteva costare il rosso ad entrambi. Rinnovo i complimenti anche a Iachini, che forse pretende di andare ai playoff giocando solo 45' a partita: se non si tiene il vantaggio, difficilmente la Samp lo riconquista, tanto che quest'eventualità si è verificata solo in Cittadella-Sampdoria durante la gestione Iachini.

Romero 7.5 | Mezzo voto in meno per il gol preso, ma capisco anche che era già infortunato e la colpa va prettamente alla gestione tecnica per averlo lasciato in campo.
Rispoli 4 | Di gran lunga il peggiore: il ragazzo dimostra ancora una volta di non avere ciò che serve, né sotto il punto di vista tecnico, né sotto il punto di vista tattico. Lo spazio che lascia a Gavazzi nell'occasione del gol è ridicolo, non si vedono neanche nei Dilettanti certi errori. Con tutto il rispetto per i dilettanti.
Gastaldello 6 | Il rigore è inventato, ma visto l'aria che tirava forse certi interventi è meglio evitarli per non lasciare spazio ad alibi arbitrali. Nel secondo tempo salva un gol già fatto; nel primo aveva rischiato su Paolucci.
Rossini 5.5 | Bene finché non s'inventa un rinvio che rischia di regalare il gol del pareggio al Vicenza.
Laczko 4.5 | Malissimo, forse la peggiore stagionale insieme a quella di Brescia all'andata: non sale mai, nonostante il suo avversario non sia trascendentale, e fa fatica a tenere Mustacchio (tutta corsa e zero tecnica).
Obiang 5.5 | Non bene neanche lui: nel primo tempo è un incubo, non azzecca un passaggio. Nel secondo tempo, aggiusta il tiro e riesce a rimettersi in carreggiata.
Renan 5 | Nervoso, impreciso e le magie su punizione sono solo un mito di multimediale memoria.
Munari 6.5 | L'unico che a centrocampo ha una qualche idea di cosa stia facendo.
Foggia 4.5 | Incredibile come Iachini non riesca a capire che, come trequartista, non abbia nessuna efficacia: 6 tunnel nel primo tempo, passaggi alle punte zero.
Eder 5.5 | Voto per il gol, altrimenti tra prestazione e sceneggiata con Bianco era da 4.
Pozzi 6 | Si sbatte, prova a creare l'unica occasione possibile, ma non è aiutato molto.

Da Costa 6.5 | Entra bene, non trasmette la sicurezza di Romero ma fa il suo.
Volta 5.5 | Entra un po' dormiente, per poco non regala un gol a Gavazzi.
Pellé 6 | La sua funzione è tenere la squadra alta: ci prova.

Adesso? Poco da fare. Si è buttata l'ennesima occasione dell'anno, è un girone che si è fuori dalla zona play-off e tocca cercare di rientrarci a tutti i costi. La prossima sarà in casa contro il Bari, una squadra discontinua e travolta dagli eventi del calcio-scommesse e da un ridimensionamento delle ambizioni. Sarà fondamentale vincere: guardando la classifica, si evince che anche la Juve Stabia (senza penalizzazione) sarebbe al livello dei play-off e la Reggina è comunque lì dopo il 4-0 esterno a Nocera. Ora bisogna dare tutto, anche senza Gastaldello e Romero (se mancassero): "now or never", direbbe oltre la Manica. 


I giocatori di Sampdoria e Vicenza si preparano al calcio d'inizio con le maglie dedicate a Morosini.

15 aprile 2012

Die hard.

Si potrebbe dire che siamo un po' duri a morire. Potremmo essere in grado di ammazzare il campionato (quando siamo in giornata), ma meglio rischiarsela. Un po' come nei film di Bruce Willis, in cui l'attore rischia di tutto, affronta il fato e le fatiche dell'eroe, ma alla fine - per un'inspiegabile legge cinematografica - la spunta sempre sul cattivo di turno. Ecco, la Samp non è proprio così, ma poco ci manca: a 7 turni dal termine, vince e sfrutta gli ennesimi scivoloni di Padova e Varese, portandosi così a -2 da entrambe e superando il Brescia in classifica, oggi battuto 2-0 senza troppi patemi.

La Samp che si presenta a Marassi per battere il lanciatissimo Brescia di Calori è la solita: 4-3-1-2, Laczko ancora dentro in assenza di Costa, Romero rientra dopo l'infortunio di Crotone e l'unico cambio vero e proprio è Rispoli per Berardi, dato che uno degli ex della partita è stato espulso nella trasferta calabra del venerdì pasquale. Anche il Brescia cambia poco: manca l'ex Accardi (anch'egli per squalifica), Fausto Rossi è a sorpresa in panchina, mentre gli altri sono tutti confermati. Piovaccari, nome infausto nei primi sei mesi della Samp 2011/2012, siede in panca.
Nel primo tempo, si vede ben poco spettacolo. La Samp ha la solita bravura iachiniana di sbloccare la partita presto: Renan va via sulla fascia dopo un suggerimento di Juan Antonio e mette in mezzo, un difensore del Brescia buca e Pozzi non perdona. E' il 12° gol in 24 partite stagionali per il bomber, una media eccezionale. Il Doria, da lì in poi, non mette certo in ghiaccio la partita, ma si limita a controllarla, creando qualche occasione ogni tanto: il Brescia non fa molto per impensierire Romero, se si pensa che l'occasione più pericolosa è un colpo di testa di Jonathas alto sopra la porta blucerchiata. D'altra parte, la Samp spreca un'occasione in contropiede con Eder, va sempre vicina al gol con una bordata di Pozzi e vede un colpo di testa di Gastaldello finire sopra la traversa della porta difesa da Arcari.
Nel secondo tempo, il Brescia esce con ben altro spirito dagli spogliatoi e domina la gara per un buon quarto d'ora: prima è El Kaddouri a seminare tutti ma a sparare abbondantemente a lato, poi è Mandorlini a colpire di testa su calcio d'angolo e a costringere Romero ad un ottimo riflesso. Inoltre, viene annullato (giustamente) un gol a Jonathas per posizione irregolare su un cross di Daprelà. Fortunatamente, da lì in poi il Brescia diminuisce la pressione ed arriva il fatidico cambio Juan Antonio-Foggia.
A quel punto, la Samp decide di chiudere la partita. Il gol arriva grazie ad un fantastico suggerimento di Eder: Foggia neanche guarda la porta e batte Arcari per la seconda volta. Molto bella l'esultanza, con i componenti della panchina che vanno sotto la Sud.. non c'è dubbio che sia un bel segnale d'intento per il proseguo della stagione. Il Brescia prova a reagire, ma non è convincente e sembra aver subito il colpo: tante mischie nel finale e sopratutto un'occasione per il fischiatissimo Piovaccari, sventata da un convincente Obiang. Si può così concludere la 35° di campionato, mettendo a referto tre punti e la riduzione del distacco dai play-off.

Romero 6.5 | Altra buona prestazione, senza sbavature ed un miracolo su Mandorlini. Il fatto che giochi da libero aggiunto impedisce poi a Jonathas di svariare come fa di solito.
Rispoli 5.5 | Come al solito, poche percussioni e sopratutto: Daprelà chi lo marcava prima che passasse a Jonathas solo? Fortunatamente, il fuorigioco ci ha salvato. Stesso errore sul cross che crea l'occasione per Piovaccari.
Gastaldello 7.5 | Il migliore senza se e senza ma: mette la banderuola a Jonathas e giganteggia.
Rossini 6.5 | Bene, piccola sbavatura nel primo tempo quando rischia di far partire un contropiede avversario, ma per il resto è ordinato.
Laczko 6 | Partita normale, non soffre per nulla Zambelli ma neanche spinge come solito.
Obiang 7 | Gigante: a centrocampo si rigira Mandorlini e Vass come vuole, mentre salva anche su Piovaccari al termine della gara.
Munari 6 | Ha ripreso un po' di forma: a Crotone era sembrato spento.
Renan 6 | Bell'assist e buon primo tempo in generale: peccato che nel secondo torni quello di sempre.
Juan Antonio 5.5 | Malino anche oggi: parte a tutta birra nei primi 15', poi scompare alla distanza. Di assist alle punte, neanche uno..
Pozzi 6.5 | Gol e tanto sacrificio: non entusiasma come solito, ma il gol c'è.
Eder 6 | Anche per lui prestazione non esaltante, l'ho visto meglio in altri match: l'assist gli fa guadagnare la sufficienza.

Foggia 7 | Entra e gestisce bene il pallone. In più, fa anche il pallino che condanna il Brescia alla sconfitta: sempre detto che è un giocatore da 30' finali.
Pellé 6 | Fa il solito lavoro di sponda.
Volta s.v. | Cambio finale inutile per rimpolpare la difesa.

E ora? Adesso ci aspetta una corsa finale lunga, possibilmente senza ulteriori disattenzioni. Il calendario non è benevolissimo nel finale, ma ora abbiamo due partite da sfruttare, con il match contro un Vicenza disperato e la partita dell'amicizia a Marassi contro il Bari. Sicuramente, i biancorossi veneti avranno da che disperarsi, visto la situazione della loro squadra: tocca fare quello che la Samp non è mai riuscita a fare quest'anno.. approfittare della forma peggiore dell'avversario. Raramente si è visto. Speriamo di essere duri a morire e di festeggiare l'approdo a qualcosa a fine anno.

Il pensiero finale lo rivolgo ancora a Piermario Morosini: che possa riposare in pace, senza eccessivi eroismi.

Eder Citadin Martins, 26 anni, al tiro contro il Brescia: niente gol neanche oggi, ma assist per il 2-0.

14 aprile 2012

R.I.P.

Speravo proprio di non dover scrivere niente a riguardo e, invece, pochi minuti fa mi sono dovuto ricredere. Che tu possa riposare in pace, Piermario, e che questa morte non sia l'ennesima inutile per fare i controlli dovuti nel calcio. Per oggi, non mi va di parlare di calcio.

- R.I.P. Piermario Morosini -


12 aprile 2012

Amici di (calcio)mercato.

Strani incroci quelli tra i blucerchiati e le rondinelle. Negli ultimi anni, Samp e Brescia non si sono incrociate troppe vole sul campo: l'anno scorso era la prima stagione di coabitazione nella stessa categoria dopo ben 6 anni. Nel 2004-2005, il Brescia retrocedette con Cavasin in panchina (altro scherzo del destino) e la Samp sfiorava la Champions, con i rimpianti sul campo di Bologna e la festa dell'Udinese contro il Milan al Friuli. 
Quell'anno, i blucerchiati si spartirono il bottino con i bresciani: a Marassi, le rondinelle passarono 1-0 con un rigore contestatissimo di Di Biagio; al ritorno, la Samp restituì il favore al Rigamonti con un fendente sinistro di Tonetto. Da lì in poi, il Brescia piombò nella B per ben 6 anni, tanto da sfiorare ogni anno la promozione e perderla regolarmente.
Poi l'anno scorso riuscirono a tornare nella massima categoria, sfilandoci 4 punti su 6. Punti che probabilmente hanno pesato tantissimo nella nostra retrocessione: nell'andata del Rigamonti, Curci commise la prima papera stagionale, regalando la vittoria al Brescia con una punizione di Cordova; al ritorno a Marassi, si consumò lo psicodramma doriano, con il 3-3 finale, confezionato dalle marcature blucerchiate di Pozzi, Tissone e Mannini e le reti bresciane di Eder e Caracciolo (2).

Già, Eder e Caracciolo. Due (ma non i soli) ad aver condiviso le maglie di Brescia e Samp a breve distanza. In realtà, Eder non è un caso che considereremo in quest'articolo, dato che tra il capoluogo lombardo e la città genovese ha fatto un salto a Cesena, ma è un esempio di come queste due squadre abbiano condiviso molti affari negli ultimi anni di calciomercato.
Non ho potuto spulciare tutte le contrattazioni nella storia delle due società, ma - soffermandoci agli ultimi 10 anni - si trovano parecchie trattative. Alcune saranno una delusione per una squadra, ma acqua fresca per l'altra. Del resto, cambiano le pressioni che si possono trovare in quel di Genova da quelle di una città come Brescia, che - storicamente - ha fatto l'ascensore tra Serie A e Serie B, sopratutto negli ultimi anni.
Diversi sono gli affari di mercato che hanno coinvolto le due società nei recenti anni: per andare a ritroso, i più recenti sono ancora fattori decisivi nel campionato di B ancora in corso. La Samp, a Gennaio, ha acquistato per 5 milioni i talentuosi Gaetano Berardi, difensore, e Juan Antonio, trequartista creativo: sia il difensore svizzero che il talentuoso argentino per ora non hanno convinto e faticano a trovare una certa continuità di prestazioni. Il viaggio inverso, sempre in periodo invernale, l'hanno fatto Salvatore Foti, Pietro Accardi e Federico Piovaccari: se per il difensore è un viaggio di sola andata dopo 5 anni di blucerchiato, per i due attaccanti si tratta di prestito secco. Anche se bisogna cogliere la differenza: Foti, talentuoso prodotto della primavera blucerchiata, cerca ancora la sua collocazione nel mondo del calcio dopo anni di prestiti (Messina, Treviso, Empoli, Piacenza); Piovaccari, dopo i soli due gol segnati e le numerose prestazioni negative con la maglia blucerchiata, è andato a Brescia per ritrovare la vena perduta, senza per altro fin ora riuscirci (un gol contro il Pescara).. non sia mai che la ritrovi proprio sabato!
Senza contare che lo stesso Iachini ha fatto un viaggio da Brescia a Genova, seppur sia stato fermo per 6 mesi tra la retrocessione delle rondinelle e la sostituzione di Atzori avvenuta in blucerchiato.

Andando più lontano con la memoria, i casi diventano molti di più. A Gennaio 2011, sempre Accardi va in prestito al Brescia, segnando un gol e convincendo la dirigenza, tanto che l'anno dopo viene acquistato definitivamente; il tragitto inverso lo fa "El Tuma" Martinez, nazionale costaricano, che alla Samp convince a metà, alternando una forte personalità a momenti di amnesia difensiva.
Arrivando all'estate 2008, si può ricordare l'arrivo di Marius Stankevicius, ragazzo a modo, ma giocatore che non ha lasciato grossi ricordi nelle menti doriane: dopo tanti anni a Brescia, arrivò per essere il sostituto di Maggio, fallendo in ruolo che - peraltro - non era ritagliato sulle sue caratteristiche. Due prestiti a Siviglia e Valencia lo rivaluteranno, tanto da farlo passare alla Lazio sul finire dell'ultimo mercato estivo.
Sempre nel 2008, a Genova, ricordano con giubilo l'addio di Andrea Caracciolo alla maglia blucerchiata: un gol in tutte le sue presenze in quei sei mesi di Samp e tanti saluti. Solo un Brescia determinato a riaverlo salverà una delle poche operazioni-follia di Marotta, tanto da far ritrovare la vena perduta all'ex-numero 29 blucerchiato. Un altro cannoniere che farà il viaggio inverso è Fabio Bazzani: dopo cinque anni e 33 gol con la maglia doriana, passa - a scadenza di contratto - al Brescia, dove avrà poca fortuna, segnando un solo gol in 25 partite.
Sui passaggi dalla Samp al Brescia, c'è solo da ricordare un paio di operazioni di poco conto, come il prestito di Domizzi nel 2004 e la comproprietà di Corrado Colombo, che va alle rondinelle nel 2006. Nell'altro senso, ci saranno invece due parametri zero che faranno le fortune della Samp: Marco Pisano fa una grande stagione e viene venduto a peso d'oro nel 2006; Luca Castellazzi sarà invece una delle colonne portanti della Samp per i 5 anni a seguire.
Anche a livello giovanile ci sono degli scambi: Mustacchio sarà decisivo per la conquista dello scudetto primavera, realizzando il gol del 3-2 nella finale del 2008 contro l'Inter; meno appariscente il periodo bresciano di Bardelloni, non certo rimasto nella memoria, ma solo negli archivi della Lega Calcio.

Detto questo, si può dire senz'alcun errore che c'è un gemellaggio di mercato tra rondinelle e blucerchiati. E quanti affari non sono andati in porto quest'estate (Icardi in prestito) o quest'inverno (si parlava addirittura di Jonathas o Salomon alla Samp): ora il campo. Sabato c'è lo showdown: se non vinciamo, siamo probabilmente fuori dalla corsa play-off. Ma almeno sapremo che c'è un alleato estivo per il calcio mercato..



Luca Castellazzi, 36 anni: in questa foto, difendeva i pali della Samp nella stagione 2009/2010.

07 aprile 2012

Sognare o programmare?

E pensare che, fino al 93', forse il tifoso sampdoriano medio si sarebbe accontentato del punto strappato fin lì, vista la pochezza del match disputato ieri all'Ezio Scida. Ed invece la Samp continua con la tradizione delle sconfitte all'ultimo secondo (vedi Varese e Torino al ritorno), perdendo quel che era un treno imperdibile per i play-off.

La Samp va a Crotone conscia della difficoltà a cui va incontro: i rossoblu vengono da un buon periodo, hanno appena vinto a Padova e l'Ezio Scida - almeno come fattore ambientale - è sicuramente ad appannaggio dei calabresi. I blucerchiati provano a continuare la striscia che li vede reduci da due vittorie consecutive, cambiando poco: rientra Berardi dopo la squalifica e, purtroppo, nel riscaldamento Romero si lussa un dito, essendo così costretto ad accomodarsi in tribuna. Al suo posto, Da Costa a difendere i pali blucerchiati.
Nel primo tempo, il Crotone parte a tutta birra nei primi 10' costringendo la Samp a temere da subito per l'equilibrio della partita: Berardi con Sansone e Laczko con Gabionetta devono prendere le misure e così si soffre all'inizio. Una volta neutralizzati i due esterni crotonesi, la Samp alza leggermente il baricentro e comincia a farsi vedere dalle parti di Belec: prima Eder tenta un pallonetto quasi impossibile su buon lancio di Renan, poi è Obiang a trovare in area Pellé che - aiutandosi un po' con le mani - tira a botta sicura. Ma Belec va in calcio d'angolo. La prima frazione si chiude sostanzialmente con un tiro di Calil respinto in calcio d'angolo da Da Costa e la preoccupazione in casa Samp.
Sì, perché quando si è ormai al 60', si può notare come 3/4 della difesa sampdoriana abbia già un cartellino giallo. Preoccupazioni che si confermano fondate nel secondo tempo, quando Berardi tira giù Correia e si becca il secondo giallo (ahimé, meritato), anticipando il rientro negli spogliatoi: resistere con il Crotone all'Ezio Scida in 10 pare veramente impresa ardua. Ma nonostante tutto, la Samp sembra riuscirci: entrano Soriano, Rispoli e Pozzi, il canovaccio della gara sembra essere però sempre improntato sullo 0-0: il Crotone ha due buone occasioni con il nuovo entrato De Giorgio (il migliore dei calabresi) che prima impegna Da Costa, poi sfiora il gol dell'anno e l'incrocio sul secondo palo da fuori area; dal canto suo, la Samp prima spreca con Eder a Belec ormai battuto, poi Pozzi fa prudere le mani al portiere calabrese con un destro da fuori area.
Sembra fatta. Ed invece, ecco l'ennesima beffa stagionale nel recupero: cross in mezzo di Mazzotta, Eramo spicca in area e realizza un gol dell'ex mai così festeggiato. Capiamo il ragazzo, in fondo alla Samp probabilmente non sarebbe comunque tornato, ma una gioia così non l'avevo mai vista: esultanza alla Matri e fischio finale a condannarci alle prossime otto settimane di sofferenza. Peccato.

Il primo commento che viene è proprio peccato: purtroppo, ne avevo l'impressione. Non che avremmo preso l'ennesimo gol al 90' o giù di lì, ma che sarebbe andata male. Notate una cosa: la Samp fa una gran fatica a segnare nei secondi tempi. Se guardiamo solo il girone di ritorno, gli unici gol nella seconda frazione di gara sono il gol di Bertani a Padova, quello di Juan Antonio a Torino e quello di Foggia a Grosseto. Stop. E' come se la Samp - anche in gare come queste, al piccolo trotto - finisse la benzina: è un segnale preoccupante per una squadra che dovrebbe correre 90 e più minuti per cercare di recuperare l'ultima posizione play-off. Per carità, fosse stato questo il trend da settembre, saremmo probabilmente con Pescara, Sassuolo e Verona.. ma la realtà dei fatti è questa.

Da Costa 6+ | Fa il suo come solito. Però, cerchiamo di non addossargli colpe che non sono sue: il gol di Eramo, probabilmente, non lo para neanche Romero.
Berardi 4.5 | Decisamente il peggiore, non solo per l'espulsione, ma per la poca propensione offensiva e per la scarsa tecnica che dimostra in questa partita: da brividi un retropassaggio a Da Costa nel primo tempo.
Gastaldello 6.5 | Il migliore: non soffre mai Calil.
Rossini 6 | Sufficienza anche per lui, ma peccato per il finale.
Laczko 5+ | Visto tutto quello che si diceva di Gabionetta e le sue note difficoltà difensive (sulle quali bisognerà lavorare per renderlo più forte), se l'è cavata anche troppo bene.
Obiang 5.5 | Malino anche lui, non s'impone contro Galardo e compagnia.
Renan 5.5 | Mette l'unico assist decente della partita.
Munari 5 | Malino anche oggi, onestamente lo vedo un po' stanco: sarà il caso di fargli tirare il fiato? E' alla decima partita consecutiva da titolare. Facciamo Bertani la vendetta?
Juan Antonio 5 | Mah. Un grosso mah, mi fermo lì.
Eder 5.5 | Si sbatte, come al solito, ma anche oggi niente gol. Giustificato perlomeno dal nulla che lo circonda sul campo di Crotone.
Pellé 5.5 | Niente esultanza per l'Elvis Presley de noi altri.

Soriano 5 | Bruttina la sua partita, neanche uno spunto.
Rispoli 5 | De Giorgio fa quello che gli pare sulla sua fascia.
Pozzi 6 | Entra e prova a sgomitare, lottare, creare qualche pericolo.. inutilmente.

E ora? La verità è che adesso la prossima settimana è un "dentro o fuori": la partita con il Brescia non diventa importante, ma fondamentale. La prossima settimana il Padova andrà a Castellamare dalla Juve Stabia, il Varese andrà a Modena contro i canarini gialloblu e noi riceveremo il Brescia: senza una vittoria, sarebbe lecito pensare che il treno play-off possa andare via. Peggio ancora se a vincere fosse proprio il Brescia.
Insomma, la prossima settimana è la chiusura del cerchio: la vittoria come unico risultato possibile. Altrimenti, sarà meglio salutarsi e pensare già a Giugno.



Pedro Obiang, 19 anni, insegue il capitano del Crotone, Galardo. Prova non eccezionale per il numero 14.