15 febbraio 2016

Due feriti e tanti morti (di sonno).

Una volta Gigi Buffon - noto maestro di etica sportiva - ha detto: «Meglio due feriti che un morto». Lo disse a proposito del caso calcio-scommesse, alla vigilia dell'Europeo 2012. Al di là della valutazione sul personaggio, l'impressione è che la paura abbia spinto a questa massima ieri al Ferraris: lo 0-0 tra Samp e Atalanta è stata una gara di paura e noia.

I tifosi della Samp a sostenere la squadra con i cartoncini "Vinci per noi".

La Samp si presenta alla sfida contro la pericolante Atalanta in condizioni migliori rispetto ai bergamaschi, ma comunque difficili: la vittoria manca dal derby del 5 gennaio scorso. Montella conferma il 3-4-2-1 degli ultimi minuti di Roma, mentre Reja punta sul solito 4-3-3 con Pinilla centravanti dal primo minuto.
Il primo tempo è molto blando: un anticipo di quanto offrirà la gara nei 45 minuti seguenti. Tuttavia, nella prima frazione è l'Atalanta a rendersi più pericolosa: prima Gomez tenta di sorprendere Viviano con il sinistro (che però respinge in corner), poi si trova solo su un cross di Diamanti. Fortuna che l'argentino perde il tempo e non stoppa il pallone.
La Samp è tutta in uno squillo di Cassano, un destro da 25 metri respinto da Sportiello. Ci sarà anche un colpo di testa di Correa da buona posizione, ma finirà alto. Gli ospiti andrebbero anche in vantaggio, ma il gol di Pinilla - scattata in posizione irregolare e sfuggito a Ranocchia - viene ingiustamente annullato dal guardalinee.
La ripresa offre un copione ugualmente piatto, ma con la Samp al comando. Grazie alle accelerazioni di Dodô, i padroni di casa creano qualche pericolo. Lo stesso brasiliano costringe Sportiello in corner con un colpo di testa. Il Doria spinge, ma è un'avanzata flebile, mentre Reja decide di coprirsi e aspettare gli avversari.
L'Atalanta della seconda frazione è tutta nel tiro di De Roon al 70', centrale per Viviano. La girandola di cambi permette agli ospiti di abbassare il baricentro, ma non di rendersi pericolosi. I padroni di casa tengono il pallone, ma di occasioni non se ne vedono tante. Qualche mischia con protagonista Ranocchia, ma poco altro.
Al 93' la Samp potrebbe segnare il gol-vittoria con il subentrato Álvarez, ma il colpo di testa dell'argentino su perfetto cross di Dodô è alto, nonostante la porta distasse cinque metri e l'ex Inter avesse preso bene il tempo al suo marcatore. Finisce con l'ennesima gara senza vittoria. Col Frosinone a -2 e con tanta, tantissima noia.

Massimo Ferrero, 64 anni, e i suoi soliti gesti scaramantici.

Viviano 6; Cassani 6, Ranocchia 6, Silvestre 5.5; Ivan 5.5, Fernando 5.5, Soriano 5.5 (dal 40' s.t. Barreto s.v.), Dodò 6.5; Correa 5 (dal 29' s.t. Muriel 5.5), Cassano 5.5 (dal 15' s.t. Alvarez 5.5); Quagliarella 6.

Non so voi, ma guardando la gara di ieri, persino l'Atalanta di Reja mi è sembrata in condizioni peggiori rispetto alla Samp. I bergamaschi non vincono dal 6 dicembre 2015, quando occupavano la parte sinistra della classifica e sembravano avere altre ambizioni. Tutto sembra cambiato adesso, specie dopo le cessioni di Grassi e Denis nel mercato invernale.
Nonostante il Doria abbia incontrato la peggior squadra del campionato per forma e condizione, la partita dei blucerchiati è stata rinunciataria: i tiri in porta sono stati pochi, la pressione quasi inesistente nel primo tempo. Non so quanti (pochi) palloni si sono recuperati, più per imprecisione avversarie che per meriti propri.
Certo è che dopo dodici gare al comando di questa squadra, il quadro di Montella è deludente. Grande tattico (le ha provate tutte), non sembra uno psicologo adatto a far spingere questa Samp. La squadra di ieri - come altre volte - è apparsa poco grintosa, blanda: non una compagine che si sta giocando la categoria, ecco.
E intanto la classifica piange, perché la Samp ha perso quattro punti rispetto al Frosinone terzultimo nelle ultime tre giornate. Mentre i ciociari allenati da Stellone vincevano col Bologna e strappavano il primo successo in trasferta a Empoli (con molta fortuna, ma tant'è...), la Samp continua a non vincere. E soprattutto a non convincere, visto che neanche il 3-4-2-1 ha creato grandi occasioni.
Ora ci sarà la sfida in trasferta contro l'Inter e un Mancini sull'orlo di nervi, specie dopo il recente periodo di vacche magre e il derby perso in malo modo. Tuttavia, la testa dei tifosi (e la mia) va al doppio impegno decisivo per la stagione della Samp: Frosinone in casa, Hellas fuori. Speriamo di evitare qualche sbadiglio e di gioire un pochino di più.

Dodô, 23 anni, a contrasto con Alessandro Diamanti, 32.

08 febbraio 2016

Rimpianti romani.

Un cross, una girata stilisticamente difficile e quella traversa: sul legno della porta difesa da Szczesny s'infrangono le speranze della Samp di agguantare il pareggio a Roma. Il 2-1 subito dai giallorossi non dice tutto: se il primo tempo è stato un pianto, la ripresa ha mostrato che la Samp può (e deve) fare meglio delle ultime giornate.

Alessandro Florenzi, 24 anni, a segno ieri per la Roma.

La Samp si presenta all'Olimpico con l'intenzione di schierare il 3-4-2-1, ma Moisander si fa male nel riscaldamento: Montella mette dentro Barreto e passaggio alla difesa a quattro dal primo minuto. Dal canto suo, Spalletti dispone un universale come Perotti alle spalle dell'unica punta Salah, con El Shaarawy e Florenzi a supporto.
Il primo tempo della Samp fa male a guardarlo. L'unico tiro dei blucerchiati è al 39', quando Correa prova un timido destro. Gli ospiti hanno un'altra grande occasione in contropiede al quarto d'ora, ma Muriel - che dovrebbe detronizzare in velocità il vecchio Maicon - si lancia la palla troppo in là e poi spara alto davanti a Szczesny.
Ben diverso il primo tempo della Roma, incisiva nei primi 20' di fronte alla Samp con il 4-3-2-1. Pjanic ha due occasioni di testa, ma nella prima spedisce a lato e poi centra Viviano. Ci provano Rudiger ed El Shaarawy, ma in generale l'estremo difensore blucerchiato non fa un intervento difficile. La svolta arriva poco dopo.
Dopo un quarto d'ora, Montella sacrifica Ivan da cursore destro, rimette Cassani al centro e torna al 3-4-2-1: all'improvviso, la Roma non trova più spazi. Tutto sembra indirizzato verso lo 0-0, ma l'ingenuità è dietro l'angolo: su una punizione battuta male, la Samp viene presa in contropiede. Sul tiro rimpallato di El Shaarawy arriva Florenzi, che insacca l'1-0 di testa. Da solo.
Non c'è momento peggiore per incassare il gol dello svantaggio. E la Samp rientra male in campo nella ripresa, visto che il 2-0 arriva al 49': El Shaarawy approfitta della mollezza della coppia Fernando-Soriano in disimpegno su un pallone vagante e serve Perotti. Silvestre ha mollato l'argentino e Ivan fa la diagonale tardi: l'ex Genoa batte Viviano per il 2-0.
Sembra finita, ma cinque minuti più tardi la gara si riapre inaspettatamente. Dopo che Pjanic ha sfiorato il 3-0, è lo stesso bosniaco a toccare una conclusione senza pretese di Fernando dal limite dell'area. Quanto basta per spiazzare Szczesny e accorciare le distanze. Con l'entrata di Quagliarella per Muriel, l'inerzia della gara cambia.
La Roma sfiora il terzo gol solo al 72', quando El Shaarawy spedisce fuori il pallone toccato da Ranocchia nel tentativo di fermare di Dzeko. Nel frattempo Montella si gioca anche le carte Álvarez e Cassano, dando alla Samp la possibilità di pareggiarla. All'87' gli scambi tra i neo-entrati portano Cassano in porta, con Szczesny però che chiude lo specchio.
Al 91' è Dodô a provarci, ma il suo destro è troppo centrale. La beffa però arriva al minuto 93: su corner battuto da Álvarez, Cassano amministra il pallone e passa a Dodô, che mette in mezzo: Cassani trova una girata stilisticamente difficile che meriterebbe il 2-2, ma la traversa nega il pari alla Samp e Szczesny - come tutta la Roma - può tirare un sospiro di sollievo.

Wojciech Szczesny, 25 anni, decisivo per la vittoria giallorossa.

Viviano 6; - Cassani 6, Silvestre 6, Ranocchia 5.5, Dodô 7; Ivan 5.5, Fernando 5, Barreto 5.5 (dal 25' s.t. Álvarez 6); Soriano 5, Correa 6.5 (dal 31' s.t. Cassano 6.5); Muriel 5 (dal 10' s.t. Quagliarella 6.5) - già pubblicate su SampNews24

A fine gara, cosa si può dire della Roma? Tre vittorie in una settimana e la gestione Spalletti sembra per ora fare il suo. Tant'è vero che il terzo posto è vicinissimo quando sembrava finita. Certo, la Roma rimane una squadra confusa, insicura, ma almeno ha deciso di giocarsela. Forse stavolta la vittoria è sembrata di troppo, come ha confermato anche Spalletti nel post-partita.
Le fasce del 3-4-2-1 hanno avuto esiti alterni. Se Dodô ha giocato un'ottima partita (aiutato dalla pochezza di Maicon e dalla poca brillantezza di Florenzi), Ivan si è disimpegnato bene dal punto di vista tattico, ma non è un cursore. Non è possibile chiedere a un ragazzo classe '95 con dieci gare di A alle spalle di fare quel ruolo quando ci sono quattro interpreti in rosa.
I cambi nella ripresa invece sono stati incoraggianti: Álvarez sta prendendo sempre più confidenza con il campo, migliorando a ogni ingresso in corso. Quagliarella in mezz'ora ha fatto vedere a Muriel come si gioca da prima punta, contrastando Rudiger e Manolas. E Cassano... beh, con la sua classe il suo quarto d'ora è stato illuminante.
Una cosa si è capita: il 3-4-2-1 (o 3-4-1-2 in caso di rimonta forzata) è la via. Con Quagliarella da prima punta, con Correa sempre in campo, con Soriano da sacrificare nel caso non fosse in forma, com'è successo ieri a Roma. Magari rischiando quel Pedro Pereira che sta marcendo in panchina dopo esser quasi passato al Leicester per nove milioni di euro.
Ora domenica prossima ci sarà la gara contro l'Atalanta: importante, ma non fondamentale. In fondo, Carpi e Frosinone non hanno guadagnato punti, mentre l'Hellas è stato fortunatamente ripreso dall'Inter. Domenica gli emiliani ospitano la Roma, i ciociari saranno a Empoli e l'Hellas affronterà la Lazio. Una vittoria cancellerebbe i rimpianti di ieri sera.

Antonio Cassano, 33 anni, brillante nel quarto d'ora giocato.

04 febbraio 2016

L'ennesima beffa.

Ancora. Altri errori difensivi, altri punti persi. Stavolta fa ancora più male, perché mancava un secondo (e non sto scherzando: 93 minuti e 59 secondi) alla fine della gara. Perché quando si va due volte in vantaggio, bisognerebbe saper gestire tale bottino. Invece la Samp si lecca ancora una volta le ferite e chiude per 2-2 la partita contro il Torino.

Vincenzo Montella, 41 anni, non riesce a vincere con la Samp.

Visto il secondo tempo di Bologna, la Samp si presenta all'importante sfida contro il Torino con il 3-4-2-1: Sala e Dodô sulle fasce, Soriano e Correa dietro l'unica punta Muriel. A centrocampo, è Palombo a sostituire lo squalificato Fernando. Dal canto suo, il Torino si presenta con il solito 3-5-2 con Martinez e Belotti davanti.
Il primo tempo è un festival dello sbadiglio: le due squadre tengono molto il pallone (soprattutto gli ospiti), ma non riescono a creare granché. Il Torino si vede in due occasioni: la prima è di Martinez, la seconda di Acquah in contropiede, ma in entrambi i casi Viviano è pronto e respinge entrambe le conclusioni.
E la Samp? Inerme. Molto possesso come al solito, ma senza Fernando la manovra fatica a costruirsi. L'unico tiro dei primi 45' è una punizione di Correa dai 25 metri, facile per Padelli. In compenso, la sfiga ci vede comunque bene: Sala deve uscire per infortunio e il suo cambio Diakité gioca appena venti minuti, perché si fa male anche lui.
Si rientra dall'intervallo con Christodoulopoulos (strano il suo bernoccolo sulla tempia destra) al posto dell'ex Lazio e Cassani spostato nuovamente nei tre di difesa. I primi venti minuti vedono il Toro amministrare il pallone, con la Samp che continua a non tirare in porta, mentre Zappacosta comincia a prendere le misure a Dodô.
Al 66', però, è proprio il brasiliano a propiziare il vantaggio blucerchiato: su respinta da corner, Dodô rimette il pallone in mezzo, dove Muriel anticipa di testa Gaston Silva e porta in vantaggio il Doria. Sesto gol in campionato per il colombiano, la cui gioia però è destinata a durare appena cinque minuti.
Con l'ingresso di Immobile per Martinez, i granata diventano improvvisamente più pericolosi. Proprio l'ex Siviglia punta Cassani e mette in mezzo, dove Ranocchia liscia il pallone: bucando l'intervento, la palla finisce a Belotti, che uccella tutti e segna l'1-1. Grande beffa, ma la partita si accende quando meno te l'aspetti.
Se Correa salta tutti e poi spara alto davanti a Padelli, Immobile frega Ranocchia un'altra volta: per fortuna, Viviano in uscita arpiona il pallone dai piedi dell'attaccante avversario. All'83', la Samp riesce ad andare nuovamente in vantaggio. Ancora Dodô protagonista, che recupera il pallone: Muriel serve Soriano, che batte Padelli con un destro da fuori area.
Sul 2-1, la priorità sarebbe gestire la palla, ma la Samp (impaurita) non fa altro che buttarlo in avanti. All'88' Soriano ha un'altra chance per chiuderla, ma il suo sinistro è largo. Viviano, visibilmente dolorante, gestisce male il pallone: il rinvio finisce al Toro, con Immobile che mette in mezzo. Moisander si dimentica Belotti e il Gallo incorna di testa il definitivo 2-2. Che beffa...

Fabio Quagliarella, 32 anni, alla prima da blucerchiato per la seconda volta.

Viviano 5; Cassani 6, Ranocchia 5, Moisander 5; Sala 6 (dal 24' p.t. Diakité 5 | dal 1' s.t. Christodoulopoulos 5), Palombo 6, Ivan 6.5, Dodô 6.5; Soriano 6.5, Correa 6 (dal 33' s.t. Quagliarella s.v.); Muriel 6 - già pubblicate su SampNews24

Eh, niente: siamo da capo. Le ingenuità difensive continuano: anche i due gol di oggi sono un regalo. Se facessimo una retrospettiva sui 41 gol subiti dalla Samp (e la farò a fine anno, ma i gol saranno di più...), almeno il 75% sono regalati in maniera gratuita. E qui arriviamo a quella che è stata la discussione principale del post-partita.
La colpa è veramente tutta di Viviano? La gente si è scagliata contro di lui per una gestione ingenua del pallone. Ed è vero: avrebbe potuto fare ben altro. Ma tra il suo rinvio, lo stop di Gaston Silva, il passaggio per Immobile e il cross per Belotti passano 15 secondi. Poteva succedere di tutto. Tipo Moisander che marca il suo avversario, per dire...
Il Torino, invece, è forse LA delusione di questo campionato. Visto il mercato estivo, mi sarei aspettato di vederlo a ridosso delle prime sei. Ha almeno 6-7 punti in meno di quanti me ne aspettassi. E Ventura non sembra trovare la soluzione a un'apatia che la squadra granata ha mostrato anche in questa gara.
La classifica recita che la Samp può comunque sorridere: il Frosinone ha vinto contro il Bologna, issandosi a quota 19, ma il Carpi - stessi punti - ha mancato di poco il pareggio a Firenze, con Mauro Zarate che ha deciso la gara. Vedere lo stadio esultare al gol subito dal Carpi, però, rende la paura che circola nella Genova blucerchiata.
La paura della B, perché i prossimi impegni saranno decisivi. Tralasciando la partita contro la Roma all'Olimpico di domenica sera, in seguito la Samp se la giocherà con Atalanta, Inter, Frosinone e Hellas. Quattro partite da cui passerà la salvezza dei blucerchiati, specie contro ciociari e scaligeri. A meno che l'ennesima beffa non sia dietro l'angolo.

Luis Muriel, 24 anni, al suo sesto gol in campionato.

03 febbraio 2016

Il grande silenzio.

Doveva esserci una sorta di rivoluzione per accontentare l'allenatore e invece di mosse rilevanti ce ne sono state poche. Anzi, una c'è stata: quella meno adatta, anche se forse un po' forzata. Il calciomercato invernale del 2016 si chiude male per la Samp, che si ritrova con gli stessi problemi di prima e gli acquisti non appaiono incoraggianti.

Dodô, 23 anni, è il nuovo terzino della Samp.

Cosa serviva alla Samp in entrata? Un terzino sinistro, un centrale forte e un paio di centrocampisti dai piedi buoni. Tutto questo indipendentemente dal fatto che la squadra verrà schierata a quattro o a tre da Montella: il secondo tempo di Bologna sembra aver dato un'indicazione in questo secondo senso, ma vediamo le operazioni nel dettaglio.
Alla voce arrivi, la casella è rimasta mestamente vuota fino al 17-18 gennaio, quando il transfer di Ricky Alvarez è stato finalmente reso valido e l'argentino è stato a disposizione dell'allenatore. Dopo i tanti infortuni con Inter e Sunderland, il suo acquisto a costo zero è il classico azzardo: speriamo che vada invece di spaccarsi un'altra volta.
L'esterno è stato trovato in Dodô, brasiliano che in due anni e mezzo non ha ancora giustificato l'azzardo che Sabatini fece nell'estate 2012. L'ex Corinthians ha girato tra la Capitale e Milano, senza mai trovare continuità: se difende come domenica, non credo che la troverà neanche da noi. Mi tengo i miei dubbi.
Al centro due gli acquisti. Se Mobido Diakitè è un arrivo dell'ultimo minuto che serve solo per completare il quartetto di centrali, l'operazione Andrea Ranocchia - in prestito dall'Inter - è fumo negli occhi. Il ragazzo quest'anno non ha mai giocato e negli ultimi due anni è stato insufficiente. Come si può pensare che possa risolvere i problemi difensivi della Samp?
Anche in questo caso, la partita di Bologna dà qualche indicazione (vedi l'errore nel secondo gol rossoblu). Lui pensa a Euro 2016, io rimpiango Giulio Falcone. Così come non ho capito l'arrivo di Jacopo Sala a Genova in prestito con obbligo di riscatto fissato a cinque milioni di euro: di terzini destri siamo pieni.
Tra Cassani, Pereira (saltato il prestito all'Hellas) e De Silvestri, ne avevamo bisogno? Oppure il buon Lollo ha di nuovo problemi fisici? Quasi la metà dei soldi di una cessione importante sono volati via anche con il ritorno di Fabio Quagliarella, arrivato dal Torino con la stessa formula di Sala e un riscatto fissato a 2,7 milioni di euro alla fine del 2015-16.
Personalmente sono combattuto. Il cuore mi dice di esser felice: è tornato un giocatore che ha lasciato un ricordo importante pur rimanendo al Doria una sola stagione. Il cervello mi dice che è l'acquisto sbagliato: solo con un attacco a due punte avrebbe senso il suo arrivo. Se sarà ancora 3-4-2-1 o 4-2-3-1, Quagliarella non è collocabile dal punto tattico.
Vedremo quale delle due opzioni sarà buona. Intanto la Samp si è cautelata anche per il futuro, prelevando il difensore slovacco Milan Škriniar, classe '95 arrivato dallo Zilina. Possiamo solo sperare in un nuovo Mustafi.
Riassumendo... ci serviva un terzino ed è arrivato un (ex) giovane senza speranze; ci serviva un centrale ed è arrivato Ranocchia; ci servivano due centrocampisti dai piedi buoni e non è arrivato nessuno. Il tutto spendendo un milione di euro in tutto il mercato invernale.
OPERAZIONI IN ENTRATA: voto 5

#BentornatoQuaglia, ma speriamo in bene.

Anche per le operazioni in uscita c'è contrasto. Due gli obiettivi: evitare partenze importanti e far giocare i giovani finora poco utilizzati. E non è che sia andata benissimo. Una lancia ogni tanto bisogna spezzarla anche in favore del deludente Osti: qualcuno effettivamente è andato a giocare. Prendiamo gli esempi di Rocca e Bonazzoli, in prestito alla Virtus Lanciano.
Pedro Pereira era stato promesso all'Hellas, dove avrebbe preso il posto lasciato da Sala come terzino destro. Invece è saltato tutto all'ultimo. Ripeto: non vorrei che De Silvestri stesse avendo nuove difficoltà fisiche. Forse anche Krsticic sarebbe dovuto partire per giocare (c'era il Club Brugge), ma rimarrà a disposizione di Montella (stavolta integro).
Impossibile liberarsi invece di Djamel Mesbah, che ha rifiutato qualunque destinazione per giocarsi le sue chance alla Samp. Peccato che proprio ieri notte sia stato pizzicato dai carabinieri con un tasso alcolico alto e la Samp sia pronta a chiedere la rescissione. Per l'algerino - mussulmano - non c'è metafora migliore di «Se Maometto non va alla montagna...».
Fallita la svendita di Muriel e lo scambio con l'Udinese riguardante Barreto e Bruno Fernandes, non sono comunque mancate le partenze. Coda è andato a Pescara, con la speranza di tornare in A con gli abruzzesi. Regini era in scadenza, ma ha allungato il contratto e si è poi trasferito al Napoli in prestito con diritto di riscatto: speriamo che i partenopei ci caschino.
A sorpresa, anche Ervin Zukanović ha lasciato la Genova blucerchiata. Forse in maniera indolore: a parte i tre gol realizzati in campionato, il bosniaco non ha mai trovato la collocazione adatta in campo. Troppo lento per fare il terzino, troppo poco abituato a fare il centrale. E la Samp ci ha pure guadagnato: pagato tre milioni in estate, la Roma lo pagherà a quattro.
La vera delusione è la partenza di Éder. Attenzione: non che il ragazzo abbia spinto per rimanere a tutti i costi fino a giugno, nonostante un contratto rinnovato a settembre scorso fino al giugno 2020. Dopo un campionato straordinario, l'italo-brasiliano ha deciso (giustamente) di cogliere l'occasione della vita e passare all'Inter, rifiutando la migliore offerta del Leicester.
Un'altra cosa ha rattristato però i tifosi, ovvero la poca resistenza della società. Con quel contratto in mano, la Samp doveva dire di no. O al massimo cedere Soriano, giocatore creativo, ma troppo discontinuo per rimanere. Invece la Samp ha scelto di monetizzare Éder e probabilmente cederà comunque Soriano a giugno. Cosa sta succedendo? Ai posteri l'ardua sentenza.
OPERAZIONI IN USCITA: voto 5

L'addio di Éder fa male, economicamente e tecnicamente. La sua prima non è andata benissimo.

01 febbraio 2016

Quant'è dura la salita?

Una volta Gianni Morandi cantava: «Uno su mille ce la fa, ma quant'è dura la salita...». E a Bologna, squadra tifata dal cantante di Monghidoro, la salita appare ancora una volta dura, stavolta anche ingiusta. Il 3-2 in favore del Bologna sa di amarezza ed è l'ennesima constatazione che non sarà un 2016 facile per la Samp.

Marios Oikonomou, 23 anni, sfida Luis Muriel, 24: meglio il greco.

La Samp si presenta a Bologna con la speranza di tornare a vincere dopo tre sconfitte consecutive. Montella punta sul 4-2-3-1 con Ivan a destra dietro le punte e Muriel nuovamente titolare. La linea difensiva è per tre-quarti nuova, con Dodò, Ranocchia e Sala dall'inizio. Il Bologna si schiera con il consueto 4-3-3 visto sotto la gestione Donadoni.
La Samp del primo tempo non esiste: tre svirgolate - una di Correa e due di Muriel - non dicono abbastanza sulla pochezza della prima frazione da parte degli ospiti. E se c'è un'assenza di pericolosità offensiva, anche in difesa non va meglio: al 6' Destro coglie il palo di testa, lasciato solo da Dodò su corner.
Al 12', il Bologna è già in vantaggio: Diawara punta Dodò, che praticamente si sposta dalla traiettoria della corsa dell'avversario. Il guineano mette in mezzo un tiro-cross sul quale Mounier anticipa un dormiente Moisander e batte Viviano. Diawara ci riprova qualche minuto più tardi, ma stavolta il suo tiro è centrale e Viviano riesce a parare in due tempi.
Se davanti non succede nulla, dietro è il finimondo: Ranocchia sbaglia in fase d'impostazione al 22' e serve Donsah al limite dell'area. Il ghanese controlla bene e scaglia un bel destro all'angolo: Viviano è impallato da Fernando e Moisander e il 2-0 è servito. Un disastro la difesa doriana, che rischia di regalare il 3-0 appena qualche minuto più tardi.
Su schema da punizione, Destro scatta in punizione regolare e coglie di sorpresa i centrali doriani: per fortuna, il numero 10 rossoblu tocca di mano e il gol viene invalidato, ma è l'ennesima dimostrazione di come stanno andando le cose in casa Samp. Al riposo, c'è uno scoramento generale mitigato solo dal fatto che dietro vanno più lenti di noi.
L'uscita di Barreto per Silvestre nell'intervallo consente il passaggio al 3-4-2-1 o 3-5-1-1, con Dodò e Sala esterni a tutto campo. Il Bologna sfiora il 3-0 subito, con Destro che impegna Viviano alla respinta. Ma è solo uno dei due tiri scagliati dai rossoblu nell'intera ripresa, con Donadoni che sembra più puntare alla gestione del risultato (lo conferma il cambio Mounier-Brighi al 65').
La Samp ha una sfuriata di dieci minuti che produce tre occasioni. Prima Soriano viene bloccato sul più bello da Masina, ma al 53' Muriel accorcia le distanze: il colombiano in area sbilancia Gastaldello e batte Mirante con un bel destro. Al 56' c'è un altro contropiede favorevole (gestito male), ma il destro di Muriel viene respinto da Mirante.
Da lì, la partita si stabilizza in un grosso nulla. Tra l'ultima occasione blucerchiata e quella successiva, ci sono 25' di sostituzioni gialli e due conclusioni di Fernando da rivedere. Fortuna che all'80' arriva il pari di Correa: su cross rasoterra di Dodò, l'argentino anticipa Masina ma trova Mirante. La respinta è su suoi piedi e l'ex Estudiantes segna il terzo gol consecutivo in A.
Peccato che la beffa è dietro l'angolo: su corner, il colpo di testa di Destro viene contrastato in maniera scomposta da Alvarez. Fabbri indica il dischetto per un rigore francamente eccessivo. Dagli undici metri Destro trasforma ed è 3-2. Fernando ha una punizione favorevole nel finale, ma non la sfrutta a dovere.

Mattia Destro, 24 anni, esulta dopo il gol del definitivo 3-2.

Viviano 5.5; Sala 5, Moisander 4.5, Ranocchia 4, Dodò 5 (dal 39' s.t. Coda s.v.); Barreto 4 (dal 1' s.t. Silvestre 6), Fernando 4.5; Ivan 5.5, Soriano 5.5 (dal 30' s.t. Alvarez 4.5), Correa 6; Muriel 5.5 - già pubblicate su SampNews24

La partita racconta i soliti problemi della Samp: un tempo buttato, tante disattenzioni difensive (due sono costate il doppio vantaggio rossoblu) e una generale mollezza che sta trascinando i blucerchiati a giocarsi la permanenza nella massima serie. Problemi ormai di lunga data, che non si stanno risolvendo neanche con il cambio d'allenatore.
La zona retrocessione per ora è distante quattro punti, con il Carpi che ha portato a casa il pari contro il Palermo nella partita di sabato pomeriggio. Il Frosinone continua a non vincere, mentre l'Hellas colleziona pareggi, ma è lontanissimo. Solo Genoa e Udinese al momento sembrano al palo, mentre la Samp è alla settima sconfitta nelle ultime dieci gare.
Dei tanti errori commessi, le disattenzioni difensive sono quelle che fanno più male. E fanno male perché sono sistematiche e continuano ad arrivare da settembre. Se potessi (e probabilmente lo farò a fine anno) fare un articolo sulle leggerezze della retroguardia blucerchiata in quest'anno, verrebbe fuori un elenco interminabile.
Ciò non toglie che questa gara avrebbe portato un punto guadagnato con tenacia se non fosse stato per la fiscalità dell'arbitro Fabbri. Conosciuto per l'esser un sergente con il pugno di ferro, il direttore di gara ha fischiato un rigore eccessivo, sebbene Alvarez compia la leggerezza di saltare scomposto in area: mai fare così.
Ora la Samp si trova a un bivio. Febbraio sarà un mese DECISIVO per capire quale sarà l'obiettivo dei blucerchiati: mercoledì c'è il Torino, che appare in difficoltà, ma le vere gare-verità arriveranno dopo. Il 13 contro l'Atalanta, il 28 contro il Frosinone e poi l'Hellas in trasferta. A inizio marzo, avremo finalmente capito quant'è dura la salita.

Vincenzo Montella, 41 anni, alla settima sconfitta sulla panchina della Samp.