31 dicembre 2012

Ricordi di fine anno.

Siamo ormai alla fine del 2012 ed è stato un anno difficile, seppur intervallato da qualche soddisfazione. Il ritorno in Serie A, la notte di Varese, la vittoria nella stracittadina: tuttavia, si spera che si possa fare di meglio in termini di continuità nel 2013 e, come ha detto capitan Gastaldello, che sia un anno con meno sofferenze e più tranquillità. Parliamo intanto dei dieci momenti che hanno segnato quest'anno che sta per finire, trascorso tra B e A.

La vittoria di Padova. | E' il 14 gennaio 2012: la Samp del nuovo corso di Iachini, arrivato a novembre, fatica ad ingranare. E così la trasferta veneta diventa un crocevia importante, per altro contro una diretta avversaria per la conquista della promozione via play-off. Arriva una vittoria esterna per 2-1, che segnerà l'inizio della rimonta: le reti di Pozzi e Bertani, l'esordio ottimo di Juan Antonio e Krsticic, le parate di Romero. Tutti elementi che aiuteranno il Doria nella conquista dei play-off. Una sorta di ripartenza, come fu Udinese-Samp 2-3 nell'anno della Champions.

Il trionfo di Castellamare. | Siamo ormai in maggio e la Samp ha recuperato molto svantaggio dalla zona play-off, arrivando ad appaiare il Padova di Del Canto. Sotto dopo tre minuti a Castellamare contro la terribile Juve Stabia di Braglia, i blucerchiati sono anche in inferiorità numerica per la doppia ammonizione di Pellé. Ma non basta: gli ospiti prima pareggiano con Munari, poi riescono nell'impresa grazie al gol dell'uomo del destino, Mauro Icardi. Prima presenza e prima rete con la maglia del Doria per l'argentino. La futura sconfitta dei patavini a Nocera Inferiore nella domenica successiva segnerà l'ingresso ufficiale della Samp nei play-off.

Nicola Pozzi, 26 anni, segna l'1-0 a Padova: sarà un gol fondamentale.

La spalla di Rispoli. | Nella semifinale, la Samp affronta il Sassuolo di Pea, squadra arcigna per i blucerchiati. Nell'andata del confronto, Eder e Pozzi battono i neroverdi 2-1, ma nel ritorno si soffre. Nonostante il vantaggio su rigore trasformato dal centravanti della Samp, gli emiliani pareggiano e nel finale rischiano di segnare il vantaggio; sul tiro a botta sicura di Sansone, c'è la spalla di Rispoli a salvarci. Le prestazioni dell'esterno campano durante i play-off verranno ricordati da molti come determinanti per la promozione.

Din-don, din-don. | E' il 9 giugno 2012, ritorno della finale dei play-off: la Samp viene dalla vittoria casalinga dell'andata per 3-2, con la quale è in vantaggio sul Varese. Al "Franco Ossola", si gioca una partita molto equilibrata: i biancorossi non sono brillanti come in altre occasioni ed entrambe le squadre vanno vicine al gol. Finché, al minuto 91, Rispoli non cavalca sulla destra e serve Pozzi in area. Il numero 9 non ha pietà e punisce i lombardi, regalando al Doria il ritorno in Serie A. Il "din-don" diventa d'obbligo per molti tifosi blucerchiati ed il centravanti romagnolo sarà l'eroe di quei giorni.

La ripartenza ed il Camp Nou. | Chiaramente, con il ritorno in Serie A, cambiano molte cose: Iachini viene lasciato (forse troppo di fretta), si cerca Benitez e infine arriva Ferrara. Ciò nonostante, la piazza è fiduciosa: gli acquisti ci sono, i risultati di prestigio pure. Prima si pareggia con lo Schalke 04, poi si va addirittura a vincere al Camp Nou un'amichevole contro il Barcellona. Il gol di Soriano sancisce l'1-0 finale e capitan Gastaldello può alzare il Trofeo Gamper, vinto con merito, seppur contro una formazione blaugrana imbottita di giovani.

Varese, 9 giugno 2012: la Samp torna in Serie A dopo la vittoria a Varese.

San Siro espropriato. | La prima di campionato è da brividi: si ritorna a San Siro, contro il Milan. I rossoneri hanno appena perso Ibra, Thiago Silva e Cassano; la Samp si difende bene e colpisce con Costa su calcio d'angolo. La vittoria è condita anche da fortuna, ma è l'inizio di un buon cammino: 11 punti in cinque match, tre vittorie e due pareggi. Sembra l'inizio dell'idillio tra Ferrara ed i colori blucerchiati..

Dybala ed il settimo orrore. | ..ahimè, non sarà così. La Samp subisce sfortune, infortuni ed episodi arbitrali controversi. A quel punto, arriva una serie di sette sconfitte consecutive contro Napoli, Chievo, Parma, Cagliari, Inter, Atalanta e anche Palermo. In particolare, la sconfitta contro i rosanero assume i tratti del tragico, perché arrivata contro una squadra in crisi quanto la Samp. Un 2-0 secco, che porta la firma del giovane talento argentino Dybala, che realizza i primi due gol in Serie A. Al "Barbera", i blucerchiati se la giocano male, in maniera troppo difensiva. E intanto arriva il derby..

Chi trova Maurito, trova un tesoro. | L'unica cosa positiva è che anche il Genoa sta male quanto la Samp: il cambio di Delneri al posto di De Canio non ha portato i risultati sperati da Preziosi ed il derby è un crocevia fondamentale per entrambe le compagini. Fortunatamente, il Doria trova il vantaggio con una fortunosa conclusione di Poli e raddoppia grazie all'autogol di Bovo, nuova hit negli sfottò blucerchiati nei confronti dei cugini. Immobile accorcia, ma Icardi chiude con il 3-1 finale e realizza il primo gol in Serie A.

Mauro Icardi, 19 anni: la sua rete chiude il derby ed è la prima in Serie A.

L'addio di Ferrara e Sensibile.. | La buona forma della Samp si esaurisce presto: la vittoria con il Bologna ed il pareggio di Firenze vengono cancellati dalle due sconfitte contro Udinese e Catania. Così, Garrone decide per il cambio, approfittando anche dell'ingaggio rimediato da Iachini a Siena. Con un bilancio più leggero, la dirigenza esonera Ferrara, incontrando non poche perplessità. Un tecnico che non viene cacciato dopo sette sconfitte consecutive può essere messo alla porta dopo due? Sorte simile per il d.s. Sensibile, che si dimette: a lui vengono imputate due sessioni di calciomercato estive mal gestite, che costringono la Samp agli straordinari in gennaio.

..e l'arrivo di Rossi ed Osti. | Via i due "colpevoli", arriva una ventata di novità. Osti è il nuovo direttore sportivo, forse fino a giugno, in attesa di convincere Perinetti. Ma la vera sorpresa arriva in panchina: dopo anni di accostamenti e dichiarazioni di stima a distanza, Delio Rossi giunge finalmente a Genova. Il 52enne romagnolo sarà il nuovo allenatore blucerchiato, a sette mesi dalle botte con Llajic in quel maledetto Fiorentina-Novara del maggio 2012. L'esordio con la Lazio ha portato un'altra sconfitta; vediamo se questo dinamico duo riuscirà a girare una barca che non sa più dov'è la strada per tornare grandi.

Adesso ci sarà la Juventus nel giorno della Befana: sarà difficile ottenere punti, ma si spera di vedere almeno dei miglioramenti rispetto all'impostazione tattica lasciata da Ferrara. Siamo nelle mani di Delio e questi ricordi di fine anno dovranno essere decisamente migliori alla fine del 2013. Buon anno blucerchiato a tutti!

Carlo Osti, 54 anni, e Delio Rossi, 52, sono il nuovo d.s. e tecnico della Samp.

23 dicembre 2012

Tempo e rinforzi.

"Roma non è stata costruita in un giorno", dice un antico detto. Allo stesso modo, una rinascita non può essere attuata in poche ore e quindi ci vorrà più tempo per questa Samp. La stessa che ieri, al "Ferraris", ha incassato l'ennesima sconfitta stagionale in casa, stavolta contro la Lazio di Petkovic. Uno 0-1 che dice quanto la mano di Rossi un po' si veda, ma anche quanto ci sia bisogno ancora di lavorare per ottenere risultati migliori, sopratutto a livello di trame offensive. Se i biancocelesti non hanno entusiasmato, essi hanno comunque tenuto a bada una Samp spuntata.

Delio Rossi, 52 anni: ieri era all'esordio sulla panchina blucerchiata.

La prima Samp del nuovo corso di Delio Rossi cambia modulo ed interpreti: si va in campo con il 4-3-1-2, con Eder al fianco di Icardi dal 1', Poli in posizione di trequartista/rompiscatole (il suo obiettivo è quello di limitare Ledesma) e Maresca lasciato fuori per Munari. Obiang è nuovamente in posizione di regia, mentre la difesa è intatta. Per altro, è la prima di Rossi contro la sua ex squadra, quella con cui ha vinto l'unico trofeo della sua carriera. La Lazio, invece, si presenta con il canonico 4-1-4-1, con Klose unica punta.
La partita inizia bene per i blucerchiati, che partono con molta aggressività: prima è Icardi ad impensierire Marchetti con un tiro sporcato, poi è Eder a costringere il portiere laziale ad una parata difficoltosa. Tuttavia, la Lazio - da squadra esperta - comincia a prendere in mano il pallino del gioco ed il controllo della partita.
Lulic prova a centrare la porta dalla distanza, poi viene fermato all'ultimo da Berardi in piena area piccola; ahimé, è solo il prologo al vantaggio laziale. Minuto 25: il bosniaco, scatenato, salta Berardi e mette in mezzo; Romero respinge come può, ma nessuno copre Hernanes. Il "profeta" può prendere la mira ed infilare il vantaggio ospite. Purtroppo, con la Samp d'adesso, la partita si chiude praticamente lì. I padroni di casa hanno giusto il tempo di sfiorare la porta con un colpo di testa di Gastaldello.
Al rientro in campo, Soriano ha preso il posto di un Krsticic infortunato e va a ricoprire il ruolo di trequartista al posto di Poli. Per lunghi tratti della partita, prevale solo il nervosismo in casa blucerchiata, mentre gli ospiti controllano la palla e non la fanno vedere ad una Samp molto imprecisa. L'unico brivido lo regala Pozzi, entrato per un Icardi spuntato: uno-due con Soriano e destro dalla distanza che sfiora il palo della porta difesa da Marchetti. Il Doria finisce in quel momento, mentre la Lazio nel finale ha due possibilità per chiudere la gara con il doppio vantaggio: fortunatamente né Konko, né Cavanda sono precisi davanti a Romero e vengono stoppati in tempo. Un "tiraccio" di Poli chiude la gara e segna la sconfitta numero 10 in campionato. Ora il Palermo e la zona-retrocessione sono a -2. E la prossima è allo "Juventus Stadium"..

Hernanes, 27 anni, in volo dopo il gol che porta in vantaggio gli ospiti.

Romero 6 | Giornata poco impegnativa per lui: gol a parte, non deve respingere nient'altro.
Berardi 5.5 | Partita molto aggressiva la sua. Peccato che si perda Lulic nell'azione della rete di Hernanes.
Gastaldello 6 | Sfiora il gol su calcio d'angolo, ma non soffre particolarmente in difesa.
Rossini 6.5 | Davanti ad uno dei migliori bomber del mondo, egli ritrova la sicurezza perduta. E' strano: Rossini sembra esaltarsi quando ha avversari difficili di fronte, mentre sembra perdersi contro i meno complicati..
Costa 4.5 | Un disastro. Persevero nel dire che non è un terzino, ma Rossi non se la sente di sperimentare dopo quattro giorni da tecnico della Samp e così schiera l'ex Reggina; quest'ultimo riesce nell'impresa di far sembrare Konko un Maicon dei bei tempi.
Obiang 6 | L'unico sufficiente nel centrocampo blucerchiato: recupera, lotta e prova ad impostare.
Munari 5 | Non si capisce cosa abbia dato nei 90' trascorsi in campo.
Krsticic 5.5 | Impreciso sui corner, viene messo k.o. da un pestone e sostituito nell'intervallo.
Poli 5.5 | In posizione di trequartista "alla Di Carlo", ha il compito di rompere le scatole a Ledesma. Ci riesce, ma in fase offensiva è nulla. Inoltre, continuo a consigliarli delle sedute di tiro intensive: non è possibile calciare come fa lui nell'azione finale della partita.
Eder 5.5 | Costringe Marchetti alla parata più difficile dell'intera partita, poi sparisce tra dribbling non riusciti ed iniziative inutili.
Icardi 5.5 | Si fa il solito mazzo davanti, ma non può fare molto di fronte a Dias e Biava.

Soriano 5 | Irritante, si becca il giallo dopo trenta secondi. Salterà la Juventus: non che sia un guaio, eh..
De Silvestri 5 | Riesce a far rimpiangere Berardi e non mette un cross degno di nota.
Pozzi 6 | Entra e si getta bene nella mischia, creando anche qualche problema a Marchetti. Ma non può cambiare da solo l'inerzia della partita.

E' chiaro come Rossi non potesse cambiare molto nei soli quattro giorni da allenatore della Sampdoria; così come era cristallino che fosse difficile battere una delle squadre migliori della Serie A 2012/2013. Dei piccoli segnali, sopratutto nel primo tempo, si sono visti. E, se si vuole essere ottimisti, la Lazio ha gestito e non dominato. Tuttavia, adesso ci saranno due scogli enormi da superare: la trasferta in casa della Juve e la partita in casa contro il Milan. In tre settimane, Rossi dovrà avere il tempo di trovare la quadratura del cerchio e dei rinforzi dal mercato invernale. Perché, senza queste due componenti, io non firmerei su una salvezza sicura della Sampdoria. Speriamo che il Delio faccia il miracolo. Intanto, auguri a tutti.

Daniele Gastaldello, 29 anni, disperato dopo aver fallito un'occasione da gol.

20 dicembre 2012

Spending review.

In un'Italia dilaniata dal governo tecnico e dall'incompetenza della dirigenza politica, si sentono parole nuove per la popolazione: fino all'altro giorno non sapevamo cosa fosse lo spread, tanto per fare un esempio. C'è ne è una, però, che si adatta alla situazione in casa Samp: "spending review". Nel caso blucerchiato, la revisione dei conti è stata la spinta per il terremoto avvenuto in settimana. Dopo la trasferta persa a Catania, Ciro Ferrara è stato esonerato, mentre Pasquale Sensibile si è dimesso. Al loro posto, tuttavia, arrivano due nomi graditi: Delio Rossi è il nuovo tecnico, mentre Carlo Osti prende il posto da d.s.

Carlo Osti, 54 anni, nuovo direttore sportivo della Sampdoria.

I segnali c'erano tutti, ma la svolta è stata più che improvvisa. Con cinque vittorie, tre pareggi e nove sconfitte, il campionato di Ciro Ferrara è stato chiaroscuro: nessuno si aspettava di stare in zona Europa, ma si sperava di essere più lontani dalla zona retrocessione. Invece, con 17 punti, la Samp è appena +3 dal terz'ultimo posto e passerà un Natale difficile, visto il calendario prossimo: Lazio, trasferta allo "Juventus Stadium" e Milan. Qualcuno potrà pensare che la sconfitta di Catania è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno: non è così. Altrimenti perché non esonerare Ferrara dopo le sette sconfitte consecutive tra settembre e novembre? Anzi, lo stupore aumenta pensando alle dichiarazioni dopo la partita interna con l'Udinese di due settimane fa, in cui la dirigenza ribadiva la volontà di tenere l'ex Juventus.
Andreotti diceva: "A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca." La massima può essere applicata anche al caso-Sampdoria: chissà perché la dirigenza si è mossa quando il Siena ha ingaggiato Beppe Iachini, tornato in Serie A con i toscani, che hanno così liberato dal bilancio della Samp uno stipendio. Dovendo ora la società pagare "solo" Gianluca Atzori, Garrone e Sagramola hanno optato per il cambio.
Pur ringraziando la società per aver preso l'uomo che molti sampdoriani desideravano da tempo, la rabbia è un sentimento naturale: 500mila euro risparmiati a libro paga sono un incentivo più grande per cambiare panchina, rispetto ai risultati negativi? E' più importante l'economia che i risultati, nonostante tutto quello che abbia vissuto la Samp in questi ultimi due anni? A quanto pare sì.
Se per Ferrara è stato esonero, per Sensibile si è tratto di dimissioni: l'ex Novara paga due mercati fallimentari su tre (estate 2011 e 2012) e tante dichiarazioni fuori posto, in momenti in cui il silenzio era considerato d'oro. Insomma, non è stata una bella esperienza, sebbene Sensibile abbia avuto dei momenti positivi: è indubbio come abbia delle colpe sulla scelta di alcuni giocatori e/o allenatori (Ferrara, Bertani, Piovaccari), ma è anche vero come si sia preso una grossa responsabilità nello scorso gennaio, affermando come avrebbe visto tutti sul carro dei vincitori a giugno. Visto che la A è arrivata solo ai play-off, è giusto parlare di carrozzone più che di carro.. ma comunque il d.s. aveva ragione. Del resto, il rapporto è stato sempre turbolento: numerosi i tentativi di Sensibile di dimettersi già durante la scorsa annata, più uno a novembre 2012. In tutti i casi, è stato bloccato da Garrone, che gli ha dato tante opportunità.
Infine, non si può negare che Sensibile sia comunque un uomo di talento: tre promozioni in tre stagioni non si ottengono per caso ed il miracolo di Novara è un fenomeno importante. Vedremo se sarà stato un caso oppure il d.s. si riuscirà a confermare nel corso della sua carriera futura.

Pasquale Sensibile, 40 anni, e Ciro Ferrara, 45: la loro avventura alla Samp è finita.

Fuori due, avanti altri. Sopratutto uno: Delio Rossi. Tanti i suoi incroci con il destino blucerchiato: l'applauso ai 20mila che vedevano la sconfitta del Doria in finale di Coppa Italia; la possibilità che arrivasse dopo quel Samp-Palermo del maggio 2011, che sancì la retrocessione del club di Garrone in B. Insomma, era scritto che dovesse transitare da Genova, quindi mi viene da dire che è solo il naturale corso delle cose che sta prendendo corpo. Rossi ha vinto una Coppa Italia con la Lazio ed è stato autore di tante annate memorabili con diverse squadre: la Serie A con la Salernitana, salvezze a Lecce, il quasi-miracolo a Bergamo, la rinascita della Lazio post-Cragnotti, la Champions sfiorata a Palermo. A Firenze non è andata benissimo, ma la squadra era quasi salva finché Llajic non gli ha fatto perdere la testa. Ora è tutto finito e si può ricominciare con la Samp: del resto, anche noi sentiamo il bisogno di ricominciare da qualcuno che sappia il fatto suo. Meglio di così non poteva andare. Un contratto di sei mesi con opzione per il prossimo anno, nella speranza di dare consistenza a quella parola - "progetto" - che per ora sa di vuoto e confusione assoluta.
Diverso il discorso su Carlo Osti, nuovo d.s. blucerchiato: un passato alla Lazio, un buon periodo all'Atalanta, concluso però con la retrocessione del 2010. Ma sopratutto un mercato a costo zero a Lecce, che però non è bastato per salvarsi nella stagione scorsa. Osti ha firmato fino al giugno 2013: si dice che il piano di Garrone preveda l'ingaggio di Giorgio Perinetti, ex d.s. di Bari e Siena, nella prossima estate. Sarebbe il miglior passo per riprendere la corsa iniziata in quella serata di giugno a Varese e che ha subito una brusca frenata in quest'inizio di campionato. Purtroppo "spending review" e "progetto" sono soltanto parole, se poi ad esse non seguono i fatti: a Rossi e ad Osti il compito di cominciare a provvedere in tal senso.

Delio Rossi, 52 anni: è arrivato finalmente a Genova, sponda Samp.

17 dicembre 2012

Cannoli d'annata.

I deja-vù sono fenomeno comune negli ultimi anni; lo so ancor più per il tifoso medio della Sampdoria. A Catania, arriva un'altra sconfitta. La seconda consecutiva, la nona in 17 giornate: insomma, non un grande trend, sopratutto se si pensa che le altre squadre che lottano per la salvezza stanno muovendo la classifica. Il Doria, andato in vantaggio al "Massimino", ha avuto occasioni per chiuderla; poi, la squadra di Maran ha ripreso il pallino del gioco in mano ed è finita lì. Una giornata che era ottima fino al 45' e poi ha finito per trasformarsi nell'ennesimo psicodramma stagionale.

Gaetano Berardi, 24 anni, e Nicola Legrottaglie, 36, lottano per il pallone.

La compagine blucerchiata si presenta a Catania con il rientro di Mustafi e Krsticic, lasciando spazio al solito 4-5-1 in versione ferrariana. I padroni di casa, invece, recuperano Barrientos dopo la vittoria di Siena, confermando Castro nel tridente d'attacco. La fatica dell'impegno di Coppa Italia, disputato in settimana, si fa sentire per i rossoazzurri: all'inizio, il Catania appare poco fluido ed il gioco di Maran sembra esser sparito. Di contro, la Samp non punge e si limita ad assistere ai tentativi imprecisi dei siciliani, prima con Izco, poi con Bergessio. Quando la Samp appare schiacciata al limite dell'impossibile, ecco l'episodio-svolta: dopo essersi mangiato un gol in area avversaria, Icardi salta mezza difesa catanese, fino a che non viene steso da Legrottaglie. Per il sig. Giacomelli è rigore netto e giallo per il difensore; Maresca, capitano odierno, trasforma spiazzando Andujar.
Se l'1-0 appare immeritato, la Samp prova subito a raddoppiare: una grande azione di Icardi semina il panico in area rossoazzurra, ma l'argentino spara fuori davanti ad Andujar. Poi è Eder, appena entrato per l'infortunato Maresca, ad impegnare il portiere avversario. Il Catania tenta un pressing finale e chiede un rigore per un'entrata scomposta di Romero su Bergessio; tuttavia, l'episodio sembra regolare e così la squadra di Maran conclude il primo tempo con un pugno di mosche.
Vista la situazione di vantaggio e la nuova disposizione offensiva (un 4-4-1-1 con Eder a supporto di Icardi), la Samp sembra in grado di controllare un Catania in difficoltà. Tuttavia, il Doria crea l'ultima occasione della sua partita al 53': bel lancio di Eder, Bellusci manca l'intervento e Icardi deve solo centrare la porta. Sfortunatamente, l'argentino spedisce in curva. E così il match si chiude, dato che gli ospiti arretrano il baricentro, mentre i rossoazzurri dominano, seppur non tirino troppo in porta.
Al 54', il pareggio di Paglialunga è solo l'anticipo di un secondo tempo da inferno: sulla sponda di Bergessio, né Rossini né Berardi chiudono il mediano catanese prima che tiri. Dieci minuti dopo, è lo stesso numero 9 rossoazzurro a portare in vantaggio i padroni di casa. Sull'azione del 2-1 succede di tutto: Mustafi, infortunato, si perde Marchese; il terzino mette in mezzo e Costa, dopo aver tenuto tutti in gioco, guarda Bergessio e lo lascia staccare in area per il vantaggio della squadra di Maran. Un'azione così mal gestita da farti passare qualunque speranza.
A questo va aggiunta la totale assenza di reazione della Samp: nonostante l'entrata di Castellini e Pozzi ed il passaggio ad un 4-3-3 atipico, gli ospiti non creano neanche un'occasione. Anzi, è il Catania a sfiorare il 3-1 sempre con Bergessio, che manda di testa a lato una punizione di Lodi. Il resto è una lunga agonia verso il 90', quando Castro sigla il 3-1 su gentile regalo di Rossini, che liscia l'assist di Bergessio. Ferrara si arrabbia con Maran a fine partita ed accusa il Catania di intimidazioni all'arbitro. Non voglio discutere l'ostilità del pubblico del "Massimino", viene però da dire che sarebbe meglio pensare a cosa cambiare in questa squadra. Domenica arriva la Lazio, un'altra figuraccia sarebbe troppo da sopportare.

Enzo Maresca, 32 anni, trasforma il rigore del vantaggio blucerchiato.

Romero 5 | Insomma, il trend ha ricominciato a calare: due uscite mettono a rischio le coronarie di molti tifosi. Speriamo che sia solo una giornata storta.
Mustafi 5.5 | Nel disastro, il tedesco è quello che sfigura di meno; l'infortunio lo mette fuori gioco.
Rossini 4 | Continua il suo momento difficile: la sua sicurezza è sparita, insieme alla palla che regala un facile tap-in per il 3-1 di Castro.
Costa 4.5 | I suoi movimenti sull'azione del 2-1 di Bergessio sono da film horror.
Berardi 5 | Adattato come meglio si può, limita Barrientos. Nel secondo tempo, crolla insieme agli altri, lasciando per altro troppo tempo per la conclusione di Paglialunga.
Maresca 6 | Gol a parte, tenta di illuminare la squadra con un paio di giocate.
Obiang 5.5 | Primo tempo cattivo e pieno di recuperi, ma nel secondo viene travolto.
Tissone 6.5 | Il migliore della Samp: il suo primo tempo ricorda quello dell'anno della Champions. Pressa, imposta, rilancia; poi, nei secondi 45', perde la retta via. Peccato, se no ci sarebbe stato un voto ben più alto.
Poli 5 | L'effetto derby sta cominciando a finire. C'è da sperare che Ferrara se ne accorga.
Krsticic 6.5 | Insieme a Tissone e Maresca, trascina la Samp nel primo tempo. Il serbo mette lo zampino sull'azione del rigore e pressa a tutto campo.
Icardi 6 | La sua valutazione sarebbe stata molto più alta se non si mangiasse tre gol davanti ad Andujar. E' giovane, si farà e ci vuole tempo; certo, il numero sull'azione del rigore è d'alta scuola.

Eder 6 | Entra per sostituire l'inforunato Maresca ed impegna gli avversari. Poi, il brasiliano s'innervosisce e si perde.
Castellini 5.5 | Entra per un Mustafi infortunato: il suo ingresso non cambia l'andazzo negativo.
Pozzi s.v. | Poche speranze di ribaltare il passivo nel nulla finale.

La fine del 2012 è arrivata, ma ci vorrebbero i Maya per questa Samp. Stanca, lenta e prevedibile, la squadra di Ferrara stupisce e convince solamente quando deve giocare coperta. Se si tratta di impostare o giocarsela a viso aperto, la partita diventa un problema. Adesso arrivano tre partite che potrebbero decidere il destino di Ferrara: Lazio, Juventus e Milan sono avversari proibitivi, ma i punti vanno presi da qualche parte. E chissà che la Samp non tiri fuori nuove imprese, come quelle di San Siro o del Franchi. Intanto, godiamoci questi cannoli d'annata, perché forse il Catania (ed il suo pubblico poco sportivo) ci ricordano intanto tutto quello che avremmo voluto essere. E che, per una ragione o un'altra, non saremo quest'anno.

Lucas Castro, 23 anni, al secondo gol in Italia: il suo 3-1 chiude la gara.

10 dicembre 2012

Incertezza a palate.

L'incertezza regna sovrana: forse è questo il destino della Samp di quest'anno. I blucerchiati ripiombano nella negatività dopo il 2-0 subito al "Ferraris" contro l'Udinese. Un risultato magari largo di manica, ma che è giusto, poiché i friulani sono stati concreti di fronte ad un Doria arruffone ed approssimativo. A questo punto, si rimane ancora a 17 punti e ci attendono tre gare di fuoco da qui alla fine del girone d'andata. Ma, prima di fasciarsi la testa, meglio rivedere come è andata la gara odierna.

Enzo Maresca, 32 anni, e Allan, 21: duello a centrocampo nella gara di oggi.

La Samp riparte dal solito 4-1-4-1 per sradicare le resistenze avversarie: torna Romero in porta, mentre in difesa Costa sostituisce lo squalificato Mustafi e Berardi torna a destra. Novità anche a centrocampo, dove Soriano è in campo per Krsticic; davanti, è sempre un "Icardi contro tutti". L'Udinese, in ripresa dopo la vittoria contro il Cagliari, è pronta a continuare la striscia positiva con un accorto 3-5-1-1. Rientrano Pinzi e Basta, mentre Di Natale è supportato da Pereyra.
Su un campo totalmente rizollato, la Samp parte forte e prende il dominio del possesso palla. I centrocampisti blucerchiati tessono una grande trama di passaggi, senza però necessariamente impensierire la difesa avversaria: il massimo creato nei primi 15' è un tiro alto di Soriano dal limite dell'area. A quel punto, l'Udinese si affaccia in avanti e crea subito un pericolo: cross di Basta, Romero respinge male e Di Natale cerca il gol in acrobazia. Fortunatamente, l'argentino è in serata di grazia e così respinge in calcio d'angolo. Purtroppo, è solo il preambolo alla rete del vantaggio friulano: sul conseguente corner battuto dal capitano bianconero, Danilo è dimenticato e può insaccare di testa l'1-0. Bella mazzata per la Samp, che aveva ben tenuto il campo nel primo quarto d'ora.
Il tempo di una punizione appena alta di Maresca e l'Udinese, con un po' di fortuna, raddoppia: Di Natale serve Badu in profondità, ma Berardi lo ferma. Tuttavia, il pallone rimane al limite dell'area di rigore e si trasforma in un assist per il capitano friulano, che salta Romero ed insacca il raddoppio. Decimo gol di Di Natale alla Samp ed altra legnata al morale dei blucerchiati. E sono ancora i bianconeri a sfiorare la terza marcatura, con Herthaux di testa su corner e Pinzi da fuori area. Il primo tiro verso Brkic della Samp è del minuto 39: Poli solletica il portiere avversario con un destro centrale.
Insomma, si va all'intervallo con una brutta sensazione. L'entrata di Pozzi per Maresca spera di mandarla via, così come il cambio di Estigarribia con Gastaldello: la Samp passa al 3-5-2, con Costa e Berardi nei centrali ed il paraguaiano a fare l'esterno destro a tutto campo. Un azzardo, visto che l'altro esterno è Poli; già non abituato a fare il cursore sinistro, adesso il numero 16 blucerchiato deve addirittura farsi tutta la fascia. Purtroppo, è l'Udinese a cercare nuovamente il terzo gol, con Di Natale che approfitta di un pasticcio di Berardi e per poco non chiude il match. Tuttavia, l'entrata di Pozzi porta la Samp più avanti nel baricentro e al 60' c'è l'episodio che potrebbe riaprire la partita: Icardi viene atterrato in area da Allan e Gervasoni non esita nell'assegnare il tiro dal dischetto ai padroni di casa. Pozzi va per calciare il rigore, ma spara debolmente alla sinistra di Brkic ed il portiere serbo respinge: lì si chiude la gara, con i friulani in sereno controllo della contesa. C'è giusto il tempo di poche altre annotazioni: il Doria si vede negato il gol della bandiera (né Icardi, né Obiang riescono a farcela in tal senso), Di Natale costringe Romero alla parata della settimana e la girandola di sostituzioni porta in campo addirittura Castellini. Un 2-0 che porta l'Udinese lontano dalla zona-retrocessione e che costringe la Samp a tirare fuori punti-salvezza dalle prossime gare.

Ciro Ferrara, 45 anni: la sua squadra, oggi, è mancata sotto porta.

Romero 6.5; Berardi 5, Gastaldello 5, Rossini 6, Costa 6; Maresca 5; Tissone 5.5, Obiang 6.5, Poli 5.5, Soriano 6; Icardi 6.5.
Sostituti --> Pozzi 5, Estigarribia 5.5, Castellini s.v.

Adesso arriva il difficile. La Samp è in una situazione di classifica complicata, vista quanto quest'ultima è corta; in questo senso, le ultime partite di questo girone d'andata risulteranno decisive per capire quale sarà il destino di Ferrara. E' vero, la dirigenza lo ha confermato nel momento più difficile: però, visto il calendario (Catania, Lazio in casa, Juventus), nuove sconfitte porterebbero altre nubi. Una cosa è sicura: la Samp andrà incontro a nuove difficoltà, sopratutto se sarà sterile e poco concreta come oggi. Ed un ciclo come quello riportato sopra non può essere affrontato con questo schieramento e con questa timidezza. Perciò, speriamo che vi siano novità in quel di Bogliasco: ne abbiamo dannatamente bisogno.

Minuto 16: Danilo incorna su angolo e batte Romero per l'1-0 friulano al "Ferraris".

06 dicembre 2012

Stop and go(l).

Domenica sera abbiamo tutti provato un piccolo brivido. Già, il gol dell'1-1 contro la Fiorentina non è stato un gol come altri: forse ha rappresentato molto di più. Allo stesso tempo, una fine ed un inizio. E' la storia di Nenad Krsticic, pontificata da molti giornali come miracolosa, ma che molti tifosi sampdoriani già conoscevano. Perché sanno chi è Nenad, cosa ha dovuto passare e quanto meritasse un momento del genere. Del resto, al ragazzo importava anche solo d'esser vivo; se poi comincia a rendersi così importante, sarà più felice anche lui. Questa è la storia di chi poteva non esserci; invece, non solo c'è, ma rischia di diventare dannatamente fondamentale.

Un giovanissimo Nenad Krsticic con la maglia della Sampdoria: è l'estate 2008.

Nenad Krsticic, nato a Belgrado il 3 Settembre del 1990, non è un ragazzo come altri. Certo, molti avranno avuto difficoltà nel vedere la capitale serba degli anni '90, quando la guerra infuriava e non era facile crescere in un posto del genere. Ma Nenad è potuto andare oltre, grazie al pallone: a 16 anni, il giovane entra nell'OFK Belgrado, con il quale esordisce nel campionato serbo ed in Europa. Basta poco perché Marotta e Paratici, allora alla Samp, lo portassero a Genova. Aggregato alla prima squadra di Mazzarri, a Novembre il serbo si rompe il menisco; purtroppo, nonostante il duro lavoro, il ragazzo non si riprende. Allora, il medico sociale Baldari ordina altri esami, capisce che qualcosa non quadra.
Il presentimento è confermato: Krsticic è affetto da un linfoma. Il ragazzo, andato a casa per le vacanze natalizie, è costretto a tornare per curarsi. Le speranze sono poche, c'è chi gli dà appena qualche giorno di vita. Ma Nenad combatte nel reparto di ematologia dell'ospedale "San Martino" di Genova e ne esce fuori con grande tenacia. A Gennaio 2010, può finalmente tornare ad allenarsi, dopo un anno di calvario.
Ripresosi la sua vita, Krsticic torna anche a contribuire in campo: nei quarti del campionato Primavera 2010, il centrocampista segna il 3-2 decisivo per passare il turno ai danni del Milan. Le lacrime sembrano raggiungerlo a fine gara; al di là di quello che dicono molti giornali in questi giorni, quella è la fine dell'incubo che lo ha coinvolto per un anno e mezzo e che lo restituisce al suo mondo, quello del pallone rotondo.
Pian piano, anche la prima squadra diventa familiare per lui: infatti, Krsticic esordisce in Europa League il 16 Dicembre del 2010, quando la Samp perde 2-0 a Debreceni. La partita è ininfluente per i blucerchiati, non per il serbo: infatti, il centrocampista può così cominciare la sua storia con la Samp. Quella vera.
Mentre il Doria retrocede clamorosamente, Krsticic continua la sua crescita con la Primavera, realizzando sette gol in 17 presenze. Quando si tratta di risalire la china della Serie B, Iachini capisce che ha bisogno del serbo, inserendolo pian piano in prima squadra. Intanto, Krsticic si riprende anche la nazionale: l'Under-21 serba ne fa uno dei punti fermi nel percorso di qualificazioni all'Europeo di categoria.

Krsticic nel ritiro della nazionale serba: Mihajlovic lo ha voluto fortemente.

Il 14 Gennaio 2012, Krsticic esordisce da titolare con la Samp nella trasferta vittoriosa di Padova. E' la svolta del campionato blucerchiato e forse anche per quello del serbo, che comincia ad essere coinvolto nella rotazione di Iachini. Il tecnico sa che Krsticic non può dare molto nei 90' pieni, ma può comunque essere utile anche se tenuto in campo per meno tempo. Sulle 13 presenze in Serie B, il serbo gioca solo tre volte per 90' interi. Nonostante ciò, il ragazzo è importante e lo capisce anche Ferrara, nuovo allenatore del Doria dal giugno scorso. Infatti, l'ex C.T. dell'Under 21 azzurra lo ha reso il tuttofare della Samp 2012/2013: regista, mezzala, trequartista ed esterno. Il centrocampista è stato usato sopratutto in quest'ultimo ruolo: un peccato forse, visto che non nasce in quella posizione.
Tuttavia, se nelle prime giornate ha fatto fatica, adesso il serbo sta dando un buon contributo: contro Genoa e Fiorentina ha tirato fuori due grandi partite. Inoltre, a Firenze ha anche segnato il primo gol con la maglia della Samp. Insomma, tante soddisfazioni per un ragazzo che se le merita. E ora alcuni tifosi cullano un sogno: può Nenad Krsticic legarsi a vita con i colori blucerchiati? Può diventarne simbolo, bandiera e magari capitano? Difficile dirlo ora. Sicuramente è uno di quei giocatori di cui si sentirà parlare, perché ha tutto: tecnica, visione di gioco, un buon tiro e sopratutto una determinazione fuori dal comune, derivante anche dalla terribile vicenda che ha vissuto. Se la maturazione del ragazzo continuerà su questa via, sarà complicato lasciarlo fuori dall'undici titolare; così come sarà impossibile ignorarlo per la nazionale, dove l'attuale C.T. Sinisa Mihajlovic l'ha già convocato in Ottobre. Magari Krsticic avrebbe voluto esordire, ma forse era troppo alla prima chiamata con la Serbia.
Personalmente, mi auguro che il cammino sopra ipotizzato si realizzi. Sarebbe una storia da "libro Cuore" e molti giornali ci ricamerebbero sopra, ma un giocatore del genere non ce l'hai sempre a portata di mano. Il talento c'è; l'attaccamento alla maglia anche. Possiamo solo augurarci che Nenad Krsticic continui così. E che lo faccia con questo club, dove è cresciuto, maturato e ha ricominciato anche a vivere.
Ad inizio articolo, parlavo di una fine e di un inizio. Molti pensano alla fine di un incubo: no, io mi riferisco ad altro. Firenze ha rappresentato la fine dell'anonimato per il serbo: quel gol è l'inizio del percorso verso lo status di "top-player". Se finora si è accontentato del ritorno al campo verde, ora può puntare al meglio: è l'inizio di una carriera che spero sia fantastica per lui. Con la Sampdoria, nel cuore e nella mente.

Nenad Krsticic, 22 anni: qui il primo gol con la Samp, a Firenze.

03 dicembre 2012

Pareggio d'autore.

Il vento sembra girato: la conferma arriva quando meno te l'aspetti. La Samp coglie un punto in quel di Firenze, dopo il pirotecnico 2-2 di stasera all'Artemio Franchi. Inutile dirlo, ma meglio ricordarlo: sette punti nelle ultime tre partite, dopo averne ottenuti zero nelle precedenti sette. Le sconfitte, la disperazione, il senso d'impotenza: tutto sparito, di fronte a questa squadra coperta ma gagliarda, fortunata ma meritevole. E, nel rivedere il racconto di stasera, non si può anche avere una certa soddisfazione.

Andrea Poli, 23 anni, contrastato da Romulo durante la gara di oggi.

Ferrara è costretto a due cambi nel pre-partita a causa dell'indisponibilità di Romero (partito seppur fosse stato convocato) e della squalifica di Costa: al loro posto, il rientrante Da Costa ed il recuperato Berardi, spostato sulla sinistra. L'altra sostituzione riguarda Munari: poco in forma, l'ex Lecce viene inizialmente cambiato con Tissone, che affianca Obiang e Maresca a centrocampo. Per il resto, formazione uguale a quella che ha ottenuto sei punti negli ultimi due scontri di campionato. Nella Fiorentina, Montella non può contare su Roncaglia, sostituito da Savic, e su tre attaccanti. Le assenze di Jovetic, Toni e Llajic costringono il tecnico viola a partire davanti con El Hamdaoui e Mati Fernandez.
I primi 20' sono una sofferenza: i padroni di casa mostrano la loro maggiore tecnica e, complice una Samp troppo guardinga, dominano sul piano del possesso. Al 10', Cuadrado tenta d'impensierire Da Costa, ma il brasiliano respinge; al 13', occasione ancora più clamorosa, con El Hamdaoui che mette fuori su cross basso di Pasqual.
Ma il gol è nell'aria ed arriva al 21': corner di Borja Valero, Savic svetta in corsa ed impatta per l'1-0. Da notare come nessuno lo marchi alla battuta del calcio d'angolo; Poli e Mustafi possono far poco. Da lì, però, i viola scompaiono e non creano più pericoli a Da Costa, mentre la Samp tenta di uscirne con il suo schieramento coperto. Due le occasioni clamorose per gli ospiti. Al 24', Tissone tenta il tiro dalla distanza, ma la respinta di Viviano non è perfetta; sul pallone si avventa Krsticic, che però non ne approfitta e calcia fuori. Due minuti dopo, la traversa del portiere di casa trema sul destro di Tissone, che si era smarcato su splendido passaggio a rimorchio di Icardi. Insomma, il Doria pare poter risorgere, sebbene non crei più scompiglio fino alla fine della prima frazione.
Con Icardi in dubbio fino all'inizio della ripresa (per un possibile infortunio muscolare), la Samp riparte alla grande nella ripresa. Il tempo di battere da centrocampo ed ecco il pareggio: lancio lungo per Icardi, spizzata dell'argentino e Krsticic si inserisce nelle maglie della difesa viola. Il serbo salta Gonzalo Rodriguez e batte Viviano con un gran sinistro all'incrocio: primo gol in maglia blucerchiata per il buon Nenad, che si meritava un premio del genere. 1-1 e la Fiorentina si ricorda che non ci si può mai distrarre.
Giusto il tempo di un'altra occasione clamorosa per la Samp, con Icardi che spara addosso a Viviano, e la viola ricomincia a macinare gioco. Si contano almeno quattro occasioni da gol tra il 60' ed il 65', con il gol annullato a Seferovic come pericolo più importante prodotto dai padroni di casa; fortuna vuole che la rete venga annullata.
Nonostante l'entrata anche di Aquilani per Mati Fernandez, la Samp trova la forza per raddoppiare. Minuto 72: lancio per Poli, buon rimorchio per Obiang ed il cross rasoterra dello spagnolo viene messo in rete da Gonzalo Rodriguez: autorete ed incredibile 2-1. Neanche il tempo di godersi il vantaggio e la Fiorentina pareggia subito: punizione di Pasqual, testa di uno smarcatissimo Savic e doppietta del montenegrino. 2-2 e tutto da ricominciare al 75'. Ferrara tenta di tenersi il punto, con l'entrata di Munari, Soriano ed Estigarribia per Maresca, Poli e Krsticic. Nei viola, esce Borja Valero per Migliaccio, ma la Fiorentina non produce più di un tiro centrale di Rodriguez ed un tocco di Aquilani parato da Da Costa. La Samp perde Mustafi nel finale per rosso diretto. Resta il dubbio per un rigore discutibile per fallo di mano di Poli, ma pare più spalla che braccio. Detto questo, un punto a Firenze sa d'impresa.

Stefan Savic, 21 anni: doppietta per lui stasera contro la Samp.

Da Costa 6.5 | Al rientro, è reattivo su molti palloni. Sui due gol di Savic non può nulla.
Mustafi 4.5 | Spiace mettergli questo voto, ma la sua prestazione non è egregia, dato che Savic lo dovrebbe marcare lui. Il rosso nel finale, poi, è tipico di chi ancora deve accumulare esperienza. Non bruciamolo.
Gastaldello 6 | Pochi pericoli per lui.
Rossini 6 | Sempre un po' titubante, ma né El Hamdaoui, né Seferovic gli creano noie.
Berardi 5.5 | Soffre un non entusiasmante Cuadrado, prende un giallo e non spinge praticamente mai: insomma, si arrangia come può in un ruolo non suo.
Maresca 5 | Sottotono, non è il solito direttore d'orchestra.
Obiang 6.5 | Mezzo autogol di Gonzalo Rodriguez è suo.
Tissone 6.5 | Preferito a Munari, non tradisce le attese: la sua è una partita a passo felpato, ma coglie una traversa e geometrizza bene per i compagni.
Poli 6 | Partita non entusiasmante, ma Tomovic è un osso duro. Bello il tacco nell'azione del 2-1.
Krsticic 7 | Si mangia un gol clamoroso nel primo tempo, ma è ovunque, lotta spesso con Pasqual e tiene palla in maniera intelligente. La prima rete in blucerchiato è di classe ed il giusto premio per tutta la sfortuna avuta in questi anni.
Icardi 6.5 | Solo, abbandonato a se stesso, ma bravo. L'ABC del calcio lo si vede nel movimento per lo scarico a Tissone.

Munari 5.5 | Tra lui e Maresca non si nota la differenza.
Soriano s.v. | Semi-invisibile.
Estigarribia s.v. | Entra per l'assalto finale.

17 punti: questo il bilancio del post-crisi, dopo 15 giornate di campionato. Non male, ma bisognerà lavorare ancora. La Samp è sembrata molto cinica sotto rete - come ad inizio stagione - ma poco costante durante tutta la gara. Quando la Fiorentina ha voluto, i viola hanno messo in difficoltà la Samp, con un ottimo possesso palla. Non tutte le squadre giocano così bene, ma i blucerchiati non possono permettersi di giocare ogni gara così coperti. Ora arriverà l'Udinese lunedì prossimo al Ferraris e bisognerà avere qualche asso in più da giocarsi, se si vorrà portare a casa tre punti e raggiungere la quota 20. Giro di boa di un campionato difficile. Intanto, godiamoci questo pareggio d'autore..

Nenad Krsticic, 22 anni: primo gol con la Samp ed il migliore dei blucerchiati.

25 novembre 2012

A Poli invertiti.

Quando ricomincia a girarti bene, c'è poco da fare: devi vincere. E così fa la Samp in quel di "Marassi"  contro un Bologna tosto, nonostante l'inferiorità numerica che i felsinei hanno subito per quasi tutta la partita. Un 1-0 che rispecchia parzialmente i meriti del Doria, visto che la squadra avversaria si è resa pericolosa anche in 10. Sopratutto nella ripresa, quando i padroni di casa hanno rallentato i ritmi dopo il vantaggio e gli ospiti hanno creato diverse occasioni. Tuttavia, per Ciro Ferrara, è la seconda vittoria consecutiva dopo il periodo di crisi ed un ulteriore chiodo sulla sua panchina, ora più salda.

Andrea Poli, 23 anni: secondo gol in una settimana per lui.

Sapete il famoso motto "team che vince non si cambia"; infatti, l'allenatore blucerchiato mantiene lo stesso undici che ha vinto il derby domenica scorsa, con un 4-5-1 infarcito di centrali di centrocampo e la rivelazione Icardi davanti. Per quanto riguarda il Bologna, Pioli deve rinunciare a Taider e Garics, sostituiti da Guarente e Motta; in attacco, confermatissimi Diamanti, Gilardino e Gabbiadini.
Dopo una buona iniziativa di Krsticic, ecco l'episodio che cambia il match: Poli lancia Icardi a campo aperto, Morleo non prende il pallone, ma stende l'argentino. L'arbitro Celi valuta l'occasione come da "ultimo uomo" e perciò il terzino bolognese viene espulso, prendendo anzitempo la via degli spogliatoi.
Con Diamanti e Gabbiadini sacrificati in fase difensiva, la Samp non riesce comunque a creare molto. Apparte i cartellini gialli (in sequenza Costa e Obiang), i padroni di casa fanno fatica a concretizzare la mole di gioco che costruiscono; arrivati ai 25 metri, la massa di centrocampisti presente sul campo non riesce a presentarsi davanti ad Agliardi. Il Bologna, dal canto suo, si copre e tenta di pungere solo se può.
Così, il primo tempo passa senza emozioni particolari: un tiro centrale di Poli dal limite dell'area ed un cross insidioso di Costa sono i massimi pericoli prodotti dal Doria. Nonostante il poco impegno, Agliardi è sempre attento, perciò si va al riposo sullo 0-0.
Ferrara dimostra finalmente acume tattico, capendo che la squadra non riesce a sfondare: fuori allora un centrocampista (Munari) per un attaccante (Eder). Il 4-5-1 diventa un 4-4-1-1, con il brasiliano a fare da raccordo fra il reparto mediano ed Icardi, lasciato a se stesso per tutta la prima frazione. Da subito, la compagine blucerchiata crea un paio d'occasioni: prima Krsticic su punizione, poi Eder di testa sfiorano il gol del vantaggio, ma Agliardi stoppa entrambi.
Quando Koné dovrebbe garantire agli ospiti un maggior copertura, entrando per Gabbiadini, la Samp passa. Minuto 61: Obiang serve Poli, il centrocampista dialoga con Eder attraverso un uno-due e batte Agliardi con un destro rasoterra all'interno dell'area. Secondo gol in maglia blucerchiata e 1-0, nonostante le difficoltà a tirare in porta.
Dopo un altro tentativo pericoloso di Eder, il Bologna comincia a farsi pericoloso dalle parti di Romero: un fuorigioco non segnalato a Gilardino lo lancia in area, ma Romero lo chiude. Poi è Koné a saltare Rossini, salvo sparare sul portiere sampdoriano. I cambi di Tissone per un infortunato Eder, di Pasquato per Guarente e di Pazienza per Perez non cambiano l'andamento della partita: i felsinei continuano a giocarsela.
A dieci minuti dal termine, esce anche Poli per Soriano e la Samp rischia di trovare il 2-0 in due occasioni: prima Maresca mette fuori di poco un cross di Mustafi, poi Tissone - in contropiede - tenta il pallonetto su Agliardi, ma spedisce a lato. In mezzo, Pasquato per poco non pesca il jolly dell'1-1, con un bel destro dal limite che fa la barba al palo della porta difesa da Romero. C'è anche un episodio dubbio in area sampdoriana, con Rossini dal braccio troppo largo su un pallone vagante: Celi non vede.
Finisce 1-0: il Bologna s'è l'è giocata bene, nonostante l'inferiorità numerica. Per la Samp, ci sarà da lavorare sul fronte offensivo: non sempre si gioca contro un avversario in 10 o contro la squadra meno in forma della Serie A.

Quinto minuto: espulso Morleo, sarà l'episodio che cambierà la partita.

Romero 6 | Nessun impegno particolare oggi.
Mustafi 7 | Il migliore per abnegazione. Scende più lui sulla fascia destra che Berardi e De Silvestri nella stagione fin qui trascorsa. La velocità gli fa difetto, non certo la forza e la determinazione.
Gastaldello 6.5 | Gilardino non vede palla.
Rossini 6 | Neanche Gabbiadini crea pericoli, ma si lascia sfuggire Koné. Purtroppo, si lascia sfuggire un rigore per fallo di mano; Celi non se ne avvede ed il pericolo è sventato.
Costa 6 | Motta non spinge e lui cerca di metterlo in difficoltà. Altra ammonizione: non sarà troppo nervoso?
Maresca 5.5 | Malino, impreciso anche sotto porta.
Obiang 5 | Forse il peggiore: nel primo tempo sbaglia quasi tutto e per poco non si fa espellere.
Munari 5.5 | Male anche lui, Ferrara decide di farne a meno nel secondo tempo.
Poli 6.5 | Bel gol, bei movimenti, ma non vede troppo il pallone; nella posizione di ala sinistra sta funzionando.. finora.
Krsticic 6 | Ogni tanto gigioneggia, ma ha dei lampi che accedono la partita.
Icardi 6.5 | Crea quel che può da solo contro il mondo; l'episodio che cambia la partita è merito suo.

Eder 6.5 | L'assist per il gol di Poli ed un'altra occasione costruita: mica male per appena 25 minuti di gioco.
Tissone 6 | Attivo, con il suo solito passo felpato, sfiora il 2-0 nel finale.
Soriano s.v. | Giusto il tempo di un tunnel.

Adesso ci attende un ciclo di inferno a concludere questo tribolato girone d'andata. Prima tappa a Firenze, contro una squadra di gran lunga migliore della nostra e che vola sulle ali dell'entusiasmo. Il pareggio della Fiorentina a Torino ha dimostrato che non c'è solo bel gioco, ma anche tenacia nel raggiungere l'avversario. Insomma, ci vorrà un'altra Samp, più cattiva e cinica, che non si chiuda a riccio all'Artemio Franchi. Insomma, una Samp a "Poli invertiti": meno difesa e più gioco.

Ciro Ferrara, 45 anni: panchina più salda dopo le ultime due vittorie con Genoa e Bologna.

20 novembre 2012

La Masia-Genova, solo andata.

Minuto 87 dell'ultimo derby di Genova: Tissone si fa spazio tra le maglie genoane e serve in profondità un ragazzotto di 19 anni, alla prima da titolare, per giunta nella stracittadina. Il giovane centravanti si fa spazio, supera in velocità Moretti e Granqvist e batte Frey in uscita, segnando il primo gol in Serie A. Mauro Icardi è uno da "prime volte", uno speciale. Uno che, per esultare sotto la Sud, è venuto fin dalla Masia di Barcellona, la casa dei futuri campioni blaugrana. Un posto dove sono cresciuti i vari Messi, Xavi, Iniesta e compagnia bella. Ma come siamo arrivati a quell'esultanza a braccia aperte sotto la Gradinata Sud?

Mauro Icardi, 19 anni, ai tempi del Barca: i blaugrana non hanno creduto in lui.

Mauro Emanuel Icardi Rivero, nato il 19 Febbraio 1993, ha i suoi natali in una città chiamata Rosario. Quando si parla di calcio, diciamo che non parli proprio di una città qualunque: è il posto che visto nascere anche Lionel Messi. Ed il filo che lega Mauro all'attuale miglior giocatore del mondo non finisce qui.
Icardi cresce nel nord-ovest dell'Argentina, ma è costretto a trasferirsi quando incombe la crisi economica nel paese, che mette in ginocchio l'Argentina. Così, nel 2002, la famiglia Icardi decide di andare alle Canarie, in Spagna, dove Mauro continua a giocare a pallone. Il ragazzo viene tesserato dall'Uniòn Deportiva Vecindario, che fa l'affare della vita: l'argentino, infatti, realizza caterve di gol in qualunque categoria giochi. Quando ormai le grandi del calcio spagnolo si sono accorte di lui, Icardi ha segnato 384 gol in sei stagioni con la squadra bianconera. Si scatena un'asta tra Real Madrid e Barcellona, dopo che il Valencia, il Deportivo La Coruna, il Siviglia, l'Arsenal ed il Liverpool avevano richiesto le sue prestazioni; alla fine, sono i blaugrana ad avere la meglio e riescono a portare l'argentino nelle giovanili del Barca, facendogli firmare un contratto fino al 2013. Insomma, firma per la squadra che ospita un altro cittadino di Rosario, che si sta facendo strada verso il suo primo Pallone d'Oro..
Visto l'arrivo di Pep Guardiola, ormai anche nelle formazioni giovanili si pratica il famoso "tiki-taka", il football fatto di veloci passaggi e tagli dei centrocampisti che ha fatto vincere sei trofei al Barcellona durante tutto il 2009. Icardi si fa luce nella categoria "Juvenil B" (U-17 prima, U-19 poi) con la maglia blaugrana, realizzando 38 gol in due anni. Purtroppo per lui, il Barcellona punta su attaccanti più veloci e di taglia minore, perciò Icardi sembra essere fuori dai piani della Masia e del futuro blaugrana.
Intanto, a Genova, Doriano Tosi - allora d.s. della Sampdoria - si accorge di questo ragazzo. Nei tanti disastri compiuti in quel maledetto anno della retrocessione, un'operazione sembra essere sensata: comprare il talento argentino. Così Tosi si mette d'accordo con il Barca ed Icardi arriva alla Samp in prestito con diritto di riscatto fissato a 400mila euro; l'ex Vecindario viene aggregato alla Primavera. Il trasferimento, per altro, è facilitato dal fatto che Icardi possiede un passaporto italiano e perciò non è considerato extra-comunitario.
I sei mesi del prestito si rivelano un successo e così la Samp lo riscatta, aggregandolo al ritiro pre-campionato del 2011, quando i blucerchiati sono reduci dalla fresca retrocessione dalla A alla B e devono risalire immediatamente. Se i primi mesi nella serie cadetta sono nefasti per la squadra maggiore, Icardi continua a segnare con regolarità in Primavera; sebbene i giovani blucerchiati non raggiungano la fase finale, l'argentino è capocannoniere con 19 gol.
A quel punto, Iachini comincia a convocarlo in prima squadra ed il momento della svolta è dietro l'angolo.

Castellamare, 12 Maggio 2012: Icardi batte Colombi e realizza il primo gol blucerchiato.

12 Maggio 2012: la Samp sta pareggiando a Castellamare ed Icardi esordisce in Serie B, entrando al posto di Fornaroli ad un quarto d'ora dalla fine. Il Doria è in 10 e deve resistere agli attacchi avversari per portare almeno un punto a casa. All'improvviso, però, Costa avanza e mette un preciso cross in area: Icardi è lestissimo ed uccella Colombi per il 2-1 finale. E' il primo gol in maglia blucerchiata e - probabilmente - quello decisivo per regalare i play-off alla Samp; da lì, sappiamo poi com'è andata..
In estate, le voci si rincorrono sul ragazzo: c'è chi lo vorrebbe in prestito, mentre il Barca teme di aver fatto un errore e lo rivorrebbe indietro. Ferrara lo coinvolge in ritiro, provandolo come esterno d'attacco nel suo 4-3-3 ed il ragazzo si adatta come può. Poi arriva anche Maxi Lopez e si teme che lo spazio per il prodigio argentino non sia abbastanza; ciò nonostante, l'infortunio di Pozzi crea spazio davanti ed Icardi esordisce in Serie A all'Olimpico di Roma, sfiorando anche il gol in un paio di circostanze. Tutto questo avviene mentre il giocatore di Rosario ha esordito anche con l'U-20 argentina, bagnando le prime cinque partite - che caso.. - non con una rete, ma con tre.
Arrivano momenti duri per la Samp e ci si chiede se il ragazzo non debba essere utilizzato di più, vista anche la poca vena di Maxi Lopez lì davanti; le apparizioni del numero 98 sono sempre incoraggianti. Contro l'Atalanta a Marassi, è il migliore in campo e nel finale sfiora il primo gol in Serie A, mentre a Palermo è rilegato in panca.
Domenica, Icardi si è preso la sua rivincita: giocando isolato e da unica punta, ha messo in apprensione continua i centrali del Genoa. Il ragazzo ha tenuto su la squadra, ha creato occasioni pericolose e ha causato l'autorete di Bovo per il 2-0 sampdoriano. Certo, ha anche sbagliato qualcosa di troppo, come la clamorosa occasione a campo aperto in chiusura di primo tempo.. ma è un ragazzo del '93, gli va dato tempo e minutaggio per farlo crescere.
La rete del 3-1 che ha chiuso il derby è la prima in Serie A: del resto, lui è un predestinato e gli piace vagliare gli esordi con gol. Che sia la prima in B o in una stracittadina, poco importa. Ora, con Maxi Lopez fuori per molto tempo e Pozzi a corrente alternata, l'ex Barca merita una chance seria e spero che Ferrara se ne sia accorto. Lui ed Eder potrebbero rappresentare una buona coppia, ma sopratutto l'argentino potrebbe essere il miglior investimento della Samp negli ultimi anni, se cresciuto adeguatamente.
Lui si chiama Mauro Icardi e viene dalla Masia; domenica ha esultato sotto la Sud per il suo primo gol in Serie A. Noi speriamo che il biglietto sia solo d'andata, perché vorremmo vederlo per molti anni sotto la curva blucerchiata. Sarebbe bello raccontare un giorno alle future generazioni: "Sai, una volta era diverso: palla a Icardi e tutti a festeggiare.."

Genova, 18 Novembre 2012: primo gol in Serie A nel derby per Icardi.

19 novembre 2012

Finalmente si respira.

Finalmente l'incantesimo si è spazzato, se di magia si poteva parlare: dopo sette sconfitte consecutive, la Samp interrompe la striscia negativa nella serata più appropriata, quella del derby di Genova. Un 3-1 inflitto al Genoa che forse premia anche troppo la Samp, ma che sicuramente rispecchia quanto meglio ha fatto la formazione di Ferrara rispetto a quella di Delneri. Una gioia grandissima, che serve a restituire quanto meno un po' di morale ad una squadra che se la passava malissimo; continua invece la striscia di sconfitte per il Genoa, giunta a sei partite. Ma cerchiamo di vedere meglio quanto accaduto al Marassi ieri sera.

Andrea Poli, 23 anni: "Man of the match" senza se e senza ma.

Ferrara si gioca il tutto per tutto e così mette in campo una formazione "fuori dagli schemi" per battere il Genoa: un 4-1-4-1 che non sembra avere molta logica, con Maresca a fare da perno di centrocampo ed Icardi lasciato a se stesso. Credo che sia la prima volta nella mia breve memoria calcistica nella quale mi trovo a che fare con un allenatore che schiera quattro centrali di difesa, cinque centrali di centrocampo ed un centravanti. In un modulo che necessiterebbe di quattro esterni, non c'è n'è neanche uno. Diverso lo schieramento avversario, con Delneri che va avanti con il suo 4-4-2, che recupera Borriello e lo piazza accanto ad Immobile nella coppia d'attacco rossoblu.
Il Genoa parte bene e, seppur non tenendo il pallino del gioco, tenta di creare diversi pericoli dalle parti di Romero. Borriello impensierisce un paio di volte l'argentino, ma è sopratutto Immobile al 7' ad avere una buona occasione, dopo una galoppata di Kucka; purtroppo per i rossoblu, l'ex Pescara tira debolmente di sinistro ed il portiere blucerchiato non ha problemi nel neutralizzare.
Ma, all'improvviso, è proprio la Samp a passare in vantaggio: al 16', Maresca improvvisa un "tiraccio" verso la porta di Frey, ma la palla finisce a Poli, lasciato colpevolmente solo dalla difesa rossoblu. Il controllo del numero 16 è fantastico, il tiro meno, ma la palla finisce dentro: è 1-0, a sorpresa. Da questo momento in poi, il Genoa non riesce più a creare pericoli dalle parti di Romero e crolla psicologicamente sotto i colpi di una Samp troppo coperta, ma cinica e tosta.
Nonostante il nervosismo in campo, la Samp crea molto grazie ai tagli di Icardi nella difesa genoana: uno di questi, grazie ad un ottimo assist di Krsticic, lancia l'argentino, che salta Frey ma tira fuori a porta indifesa.
Ma è il preavviso del raddoppio: Munari conquista palla a centrocampo e serve Icardi, che vola rispetto a Granqvist. Arrivato davanti a Frey, il numero 98 cerca di battere il portiere avversario, che respinge; a quel punto, Bovo arriva scoordinato e si esibisce nel più grottesco degli autogol. 2-0 e risultato che mostra nuovamente il cinismo che la Samp aveva ad inizio campionato.
Nel finale, la Samp potrebbe triplicare il vantaggio: ancora Krsticic recupera il pallone e serve il veloce Icardi in profondità, ma l'ex Barcellona non è preciso. Così come non lo è sulla successiva (e clamorosa) occasione, quando Obiang lo lancia sul filo del fuorigioco; se il movimento è ottimo, il tiro dell'attaccante è flebile e Frey evita il peggio. L'estremo difensore del Genoa si ripete su Munari, che tenta di dribblarlo sull'assist rasoterra di Maresca. Finisce 2-0, ma poteva essere già chiusa; nel calcio, questi errori si pagano.
La Samp lo comprende nella ripresa, quando gli ingressi di Bertolacci e Vargas revitalizzano un Genoa fiacco: Immobile e Borriello continuano a prendere la mira nel tentativo di impensierire Romero, senza però riuscirvi. Anzi è Jankovic a sfiorare il 2-1, con una punizione defilata dai 30 metri che sfiora il palo alla destra del portiere sampdoriano. Neanche l'ingresso di Estigarribia per uno stanco Krsticic revitalizza la Samp, che non riesce ad uscire dalla propria metà campo per una buona mezz'ora.
In questo modo, arriva - inevitabile - il gol del 2-1. Minuto 78: su una respinta da calcio d'angolo, Vargas tenta due volte di centrare la porta avversaria e la palla arriva ad Immobile, che realizza la quarta marcatura del suo campionato. Il Genoa dovrebbe partire all'assalto, ma crea una sola buona occasione: cross di Sampirisi, anticipo di Romero su Borriello e la sfera finisce al limite dell'area, dove Vargas ci prova col destro, concludendo fuori. E' l'ultima emozione targata rossoblu.
Il cambio Maresca-Tissone serve a far respirare l'ex Malaga, ma chiude la partita: all'88', l'argentino parte palla al piede, si fa spazio e serve in profondità Icardi. Stavolta "el puntero" non sbaglia e chiude il derby numero 105 con il 3-1 finale; dopo diversi gol mangiati, arriva la prima rete in Serie A per l'attaccante.
Il finale serve solo a sperimentare l'incredibile sensazione del 4-6-0: Soriano entra per Icardi e fa la punta. Cose dell'altro mondo, ma ci sarà tempo per disperarsi un'altra volta: è vittoria nel derby, dopo due anni.

Cesare Bovo, 29 anni, realizza l'autogol del 2-0: una mazzata per il Grifone.

Romero 6.5 | Puntuale, non sempre preciso, ma c'è. L'argentino conferma i progressi della gara di Palermo e difende bene la porta blucerchiata.
Mustafi 6.5 | Ottima la prova del tedesco. Consigliamo a Ferrara di schierarlo centrale, ovvero nel suo ruolo, sebbene il tedesco si dimostri arcigno quanto basta. Vargas non gli crea poi questi grandi problemi.
Rossini 5.5 | Un passo avanti rispetto alle ultime partite, ma la sicurezza di inizio campionato è andata via: se ha un pallone, non lo imposta più come prima, ma lo butta via. Peccato, perché Rossini ha una buona progressione palla al piede e perderla per la paura di sbagliare è un errore.
Gastaldello 5.5 | Si perde Antonelli nel primo tempo (rischiando poi il rigore) e il tandem Borriello-Immobile riesce a tirare diverse volte. Non esaltante.
Costa 6.5 | Mezzo voto in più solo per il salvataggio ad inizio secondo tempo su Jankovic: vale un gol.
Maresca 6 | Un assist involontario per Poli ed uno bellissimo per Munari, ma il buon Enzo è stanco e si vede. In più, prende un sacco di botte da Kucka.
Obiang 6.5 | Tanti palloni recuperati e la grinta giusta per la stracittadina.
Munari 6 | Ammonito, nervoso, ma dinamico.
Poli 8 | Nettamente il migliore per distacco. Viene fatto giocare da ala quando forse non è neanche una vera mezz'ala, ma un centrocampista centrale; eppure tira fuori una delle sue migliori partite in blucerchiato. Sampirisi era un avversario facile, ma Andrea ci mette del suo, realizzando anche la prima rete con la Samp.
Icardi 7 | Granqvist e Bovo se lo sogneranno la notte. Sotto porta è impreciso e si mangia una rete clamorosa a fine primo tempo, ma i movimenti sono quelli del centravanti di razza. Il gol del 3-1 è il giusto premio ad un'ottima partita.

Estigarribia 5.5 | Apparte una folata che mette in difficoltà Antonelli, la solita partita evanescente.
Tissone 6.5 | Nel finale diventa il perno di centrocampo. La sua lentezza nella gestione del pallone è incredibile, ma trova il tempo di fare l'assist ad Icardi per la rete che chiude il derby.
Soriano s.v. | Entra giusto per confermare che Ferrara è capace a schierare un 4-6-0.

Adesso la classifica si rialza e la Samp esce dal gruppone in cui era entrata nell'ultima settimana. Chiaro che un derby vinto così è esaltante, ma non significa nulla: questo Genoa è un universo parallelo, la squadra peggiore della Serie A e batterlo non vuol dire essere usciti dalla crisi. La partita della prossima settimana con il Bologna, in questo senso, chiarirà meglio quanto si è migliorati. Di certo, il 4-1-4-1 non servirà con gli emiliani, anche loro vittoriosi contro il derelitto Palermo. Godiamoci questa vittoria, però piano con l'entusiasmo; ricordiamoci come nel secondo tempo siamo scomparsi, gol di Icardi a parte. Non vorrei che questa stracittadina diventasse il "colpo di spugna" su tutti gli errori fatti da Ferrara.

Buon esordio nel derby per Mauro Icardi, 19 anni: primo gol in Serie A!

14 novembre 2012

La Lanterna degli orrori.

Domenica 18 Novembre, lo stadio Marassi rischia di diventare il teatro di un incubo; difatti, quella sera andrà in scena uno dei derby più tragici degli ultimi anni. Genoa e (sopratutto) Samp ci arrivano in condizioni pessime, lacerate da cambi di allenatore ed una serie di sconfitte consecutive. Eppure molti tifosi, sia sampdoriani che genoani, pensavano di aver assistito a spettacoli peggiori; quelli blucerchiati poi, ricordando il gol di Boselli che condannò la squadra alla B, speravano di non arrivarci in questo stato di forma. La settima sconfitta consecutiva a Palermo ha lasciato a terra molti appassionati del Doria e la conferma di Ferrara da parte della società non getta acqua sul fuoco, anzi..

Mauro Boselli, 27 anni, segna la rete del 2-1 al 92' dell'ultimo derby di Genova.

Penso sempre che bisogna guardare in casa propria prima di giudicare gli altri. E allora diamo un'occhiata alla nostra situazione attuale: 11 punti (anche se c'è un -1), 17° posto in Serie A e tanta, tanta paura che l'incubo di due anni fa si ripeta. Si era partiti bene: tre vittorie e due pareggi avevano consegnato un bottino di 11 punti, che faceva ben sperare per il proseguo del campionato. Poi le serie di sette sconfitte consecutive hanno fatto segnare un nuovo record in casa blucerchiata ed un periodo di difficoltà palese. Infortuni, squalifiche ed alcuni episodi arbitrali non hanno aiutato la Samp negli ultimi due mesi, ma farne il caprio espiatorio di questi pessimi risultati appare difficile.
Ci sono diversi problemi che stanno avendo una gestione scriteriata. Innanzitutto, il parco giocatori, che Ferrara sta svalutando grazie a scelte che hanno poco di logico. Se c'è un elogio che si può fare all'ex C.T. dell'Under-21, è quello di aver notevolmente abbassato l'età media del gruppo e degli undici in campo; Berardi, Rossini, Krsticic, Soriano, Obiang sono sempre in campo. L'unico a subire un trattamento diverso è Icardi; peccato che l'argentino servirebbe come il pane in questa Samp così abulica lì davanti. Inoltre, la gestione dei nuovi acquisti non è stata delle migliori: De Silvestri si è visto poco e con prestazioni indegne di nota, grazie ai suoi errori; Estigarribia è stato fatto giocare quasi sempre, non riconoscendo che per molte giornate non ha ingranato; infine, Poulsen è stato messo ai margini. Qui spunta il problema più grande: il terzino danese è arrivato a fine Agosto, con Ferrara già in sella; perciò l'ex Juve non può certo accusare la società di avergli preso un giocatore prima della sua nomina a tecnico della Samp. Perciò la domanda è cosa farne di un giocatore che lo stesso Ferrara non sembra apprezzare; perché l'ha mai preso?
Secondo problema: lo schieramento tattico. Per tutta l'estate non si è parlato che di 4-3-3, con Eder ed Estigarribia ai lati e Maxi Lopez da centravanti. Ma, in realtà, la Samp non si quasi mai disposta in tale maniera; lo ha fatto perlopiù all'inizio del campionato, quando infatti sono arrivati gli 11 punti messi fin ora in cascina. Poi, già nella partita con il Napoli, si è registrato un arretramento del baricentro: Soriano (un centrocampista centrale) messo come terzo attaccante è stato forse l'obrobrio tattico più grande commesso da Ferrara. Si potrebbe continuare con il centravanti di turno lasciato da solo, Munari ala destra o Estigarribia terzino; il punto è che non bisogna snaturare i propri giocatori, bensì farli giocare nel ruolo a loro più congeniale.
Terzo punto: la testa. Molti di questi ragazzi non sanno cos'è la Serie A: guardando i titolari, vi sono 5/11 che hanno una bassa (Berardi, Obiang, Costa) o nulla (Rossini, Romero) esperienza in Serie A. E allargando lo sguardo al resto della rosa, il dato medio non sale di certo. Ecco, riprendersi da una situazione come la nostra senza l'adeguata "gavetta" dentro la squadra sembra difficile. I ragazzi sono giovani, ma qualche guida alla Maresca in più non avrebbe fatto male.
Quarto ed ultimo punto: gli infortuni. Si sono fatti male più o meno tutti in quest'inizio di campionato; la rosa è abbastanza lunga (sopratutto a centrocampo), ma alcuni uomini - prima ancora che giocatori - servono a questo gruppo. Forse anche troppo.
Adesso, nel derby servirebbe un miracolo. Qualcuno recupererà, ma anche in questo caso sarebbe stato utile qualcuno in più che abbia già vissuto la stracittadina: il mancato recupero di Pozzi, ad esempio, sarà un fardello non da poco.

Nicola Pozzi, 26 anni: l'ultimo gol blucerchiato in un derby è suo.

Tuttavia, c'è un famoso detto: "Se Atene piange, Sparta non ride". Difatti, nessuna risata risuona da parte genoana; anzi, i rossoblu arrivano a questi derby con un punto di svantaggio rispetto ai blucerchiati.
Li avevamo lasciati contenti e festanti, senza alcuna effettiva ragione, nel Maggio del 2011; allora avevano Palacio, Floro Flores ed una squadra con una parvenza di decenza, guidata da un allenatore (Ballardini) che sembrava quello giusto per la piazza. Ma il buon Preziosi, da sempre un bambino dispettoso a cui piace rovinare i suoi giocattoli, ha cambiato tutto per l'ennesima volta e si è ritrovato con una situazione tragica tra le mani. Difatti, il suo Genoa soffre durante tutta la stagione, cambia quattro volte il tecnico e si salva solo all'ultima di campionato.
Così, quando la Samp è tornata in Serie A quest'estate, la Gradinata Nord sperava di presentarsi meglio agli appuntamenti del derby. Invece, Preziosi è riuscito a fare anche di peggio, mettendosi nel pollaio non un yes-man, ma Pietro Lo Monaco, un dirigente che - al massimo - si fa comandare da se stesso. E così tra propositi di stella e dichiarazioni infauste, il Genoa si ritrova in condizioni anche peggiori rispetto all'anno scorso, ma senza Rodrigo Palacio, l'uomo che ha tirato la carretta per diversi mesi e che adesso dà una mano a far viaggiare quella dell'Inter. E non sono bastati gli arrivi di Immobile e Borriello per far girare la nave rossoblu: nove punti in 12 partite è il misero bottino messo insieme dalla banda di Delneri, che ha sostituito De Canio un mese fa alla guida del Genoa. Il terz'ultimo posto non credo fosse tre le ambizioni di molti tifosi rossoblu ad inizio campionato.
Adesso c'è il derby e si sa come i genoani siano più concentrati in queste occasioni, sopratutto negli ultimi tempi: difatti, negli ultimi 8 derby disputati, il bilancio è di cinque vittorie rossoblu, un pareggio e due vittorie blucerchiate. L'ultimo confronto si è chiuso con il 2-1 di Boselli a tempo scaduto, che ha praticamente condannato la Samp alla retrocessione e che ha reso felici i supporters del Grifone, sebbene le soddisfazioni sia state poche negli ultimi anni per il Genoa. Ma questo derby, il numero 105 (il numero 59 in Serie A), appare come il più difficile da gestire: chi vince potrebbe risorgere, chi perde potrebbe sprofondare. Anche perché non si uscirebbe solamente sconfitti dalla stracittadina, ma anche dallo scontro diretto contro quella che è una rivale per la salvezza. E forse, questo dato più degli altri sarebbe una pugnalata.
Insomma, alle 20.30 di domenica si prevedono forti turbolenze emotive allo stadio "Marassi": va in onda il derby di Genova. Purtroppo, viste le condizioni delle due squadre, sarà una Lanterna degli orrori.

Marco Rossi, 34 anni, capitano del Genoa e sempre presente nel derby.

11 novembre 2012

Presi a pallonate.


Niente da fare: tanti cambiamenti ed una trasferta lontana non sono serviti a rimettere a posto la Samp di Ciro Ferrara. I blucerchiati perdono anche a Palermo ed incamerano la settima sconfitta consecutiva: un dramma. Adesso è difficile anche pensare ad una soluzione, sopratutto pensando al fatto che a decidere la gara di oggi è stato un "ragazzino" del '93, Paulo Dybala, alla sua sesta presenza in Serie A. Il derby è vicino ed il risultato da ottenere a tutti i costi non aiuta a pensare positivo.

Jonathan Rossini, 23 anni, ha avuto una brutta prestazione oggi al Renzo Barbera.

Le novità si sprecano in casa Samp: Ferrara, confermato nonostante la striscia negativa, decide di cambiare. Niente più 4-3-3 mascherato, ma un 4-4-2; peccato che anche quest'ultimo schieramento sia un bluff, con i blucerchiati disposti con cinque centrocampisti ed il solo Eder davanti. I quattro centrali compongono la difesa, con De Silvestri bocciato dopo la gara con l'Atalanta e Mustafi sulla destra. Poulsen viene re-inserito, ma come esterno di centrocampo. Il Palermo è forzato alla sostituzione di Miccoli: il capitano rosanero, infatti, è vittima di uno stiramento ed è costretto a saltare la partita odierna. Al suo posto, dentro Paulo Dybala, giovane pupillo di Zamparini; ad accompagnarlo, Ilicic e Brienza sul fronte offensivo.
Pronti, via e la Samp rischia subito: Rossini prende un'altra giostra da Dybala ed il numero 9 rosanero impegna severamente Romero. Purtroppo, è il preambolo ad un dominio totale da parte dei padroni di casa; difatti, i blucerchiati sono quasi inesistenti a causa di uno schieramento troppo coperto e rinunciatario. Infatti, il massimo creato nel primo tempo dagli ospiti è un tiro poco convincente di Eder a lato della porta di Ujkani; da quel momento, la Samp scompare per un tempo.
Invece, il Palermo non esita ad affondare nella difesa sampdoriana: Brienza salta Mustafi al 14' e mette in mezzo un ottimo pallone, ma Ilicic spara alto da due passi. Da lì, la partita perde vivacità, lasciando la Samp libera di impostare, sebbene non riesca a concretizzare nulla negli ultimi 25 metri. Se i blucerchiati danno un contributo alla partita, è negativo: Eder sfugge alla difesa di casa al 28', salta un paio di difensori, poi simula una brutta caduta e si becca un sacrosanto giallo. A parti invertite, avremmo gridato alla squalifica.
Passato un quarto d'ora di nulla, il Palermo torna a spingere: al 30', Ilicic serve Dybala a porta spalancata, ma l'argentino spara fuori. Un duello che si ripete fino alla fine del primo tempo, quando il talentino palermitano sfida ancora Romero da fuori, costringendolo ad una facile parata. Il registro non cambia nel finale di prima frazione: prima Barreto approfitta di una sgroppata di Dybala e spara addosso al portiere blucerchiato, poi è lo stesso attaccante rosanero a dare una giostra a Gastaldello e Rossini, prima che Romero neutralizzi miracolosamente la sua fantastica azione. Finisce 0-0, ma alla fine del primo tempo il risultato sembra tutto tranne che meritato. E la Samp cambia poco nella ripresa, mettendo Estigarribia per Poulsen, sebbene il danese non fosse apparso tra i peggiori del primo tempo.
Il calcio è enigmatico e lo sappiamo. Il Palermo bombarda la porta sampdoriana per tutti i primi 45' e non segna; al primo tiro della ripresa, i rosanero passano. Al 51' Brienza lavora un buon pallone e serve in area Dybala, dimenticato dalla coppia di centrali blucerchiati; un sinistro all'incrocio firma il suo primo gol in Serie A. Una volta in svantaggio, Ferrara decide che è ora di sbilanciarsi, mettendo Icardi per un pessimo Soriano e passando ad un più comune e spregiudicato 4-4-2. I risultati, seppur su calcio da fermo, non tardano ad arrivare: tra il 62' ed il 65', Maresca ed Eder provano ad impensiere gli avversari. 
Ma quando pare girare molto per il meglio, il Palermo raddoppia: è ancora Brienza a cercare Dybala sulla linea del fuorigioco, grazie a Rossini, che tiene tutti in gioco. Il numero 9 avversario prende la mira e Romero stavolta non può nulla: 2-0 e la partita è praticamente chiusa. Se il finale ha poco da raccontare, Icardi prova a scaldare i guanti ad Ujkani, con una bella conclusione al 76'; peccato che il contributo dell'argentino non basti a ribaltare la gara. Anzi, è Dybala nel finale a sfiorare la tripletta su rinvio di Ujkani (!), che lo serve in contropiede, ma Romero neutralizza per l'ennesima volta il numero 9 avversario.
Il tentativo finale di Juan Antonio dalla distanza (entrato a 10' dalla fine per Rossini) è solo il sipario ad una delle più brutte prestazioni della Samp di Ferrara; azzarderei la più brutta di sempre, ma è passato talmente tanto tempo dall'ultima buona uscita della Samp che faccio fatica a cogliere la differenza. 

Paulo Dybala, 19 anni: oggi ha trovato i suoi primi due gol in Serie A.

Romero 7 | Decisamente il migliore: l' "arquero" della nazionale argentina torna a buoni livelli ed impedisce alla Samp di subire un passivo decisamente più ampio.
Mustafi 6 | Uno dei pochi da sufficienza passabile: il tedesco è un centrale difensivo, eppure - tunnel di Brienza a parte - si disimpegna bene in un ruolo non suo. In attesa del rientro di De Silvestri, è meglio farci un pensierino. Anche per il derby, se lo svizzero non dovesse recuperare.
Gastaldello 5.5 | Malino anche il capitano: sul gol dell'1-0 si perde Dybala in un fazzoletto in collaborazione con Costa.
Rossini 4 | Una giornata così brutta non l'avevamo mai vista da parte del centrale svizzero. Con l'Atalanta mi ero sbilanciato e l'avevo definita la sua peggior partita in maglia blucerchiata: sono costretto a smentirmi una settimana dopo.. tiene tutti in gioco sul 2-0 e Dybala non gli fa vedere palla una volta.
Costa 4.5 | Ecco un altro che, in un momento come questo, farebbe meglio a concedersi qualche turno di riposo. Al di là della prestazione tecnica, con Ilicic che lo mette raramente in difficoltà, l'ex Reggina trova il tempo di accendere anche qualche scintilla con Kurtic e Morganella, rischiando la prova-tv. Come se non fossero già bastate le diverse giornate di squalifica accumulate..
Maresca 5 | Su punizione cerca il gol del pareggio, ma non è la giornata fortunata.
Obiang 5 | Male anche lui, sopratutto nel primo tempo: recupera tanti palloni, ma ne sbaglia altrettanti.
Munari 5 | Messo sulla fascia, il buon Gianni fa ciò che può: quasi nulla. Santiago Garcia non lo deve marcare una volta.
Poulsen 5.5 | Uno dei "meno peggio" nella prima frazione, viene inspiegabilmente sostituito nell'intervallo: non stava brillando, ma senza compiti difensivi stava mostrando una versione migliore di se stesso. Ciò nonostante, Ferrara lo boccia per l'ennesima volta e lo toglie nell'intervallo. A cosa è servito acquistarlo se gioca così poco? E perché il tecnico ha avallato un acquisto del genere?
Soriano 4 | Il cuore direbbe di mettergli un "senza voto", perché il Soriano visto oggi non meriterebbe neanche la pagella: pasticcione, inconcludente e fuori ruolo. Un centrocampista centrale messo da seconda punta ancora mancava alla lista di atrocità calcistiche compiute dall'allenatore della Sampdoria. Certo, il talento ex Bayern ci mette di tutto per farsi voler male.
Eder 5 | Uno dei due tiri in porta della Samp è suo. Poi basta. Essendo fuori ruolo e non appoggiato adeguatamente dal resto della squadra, è lasciato nella morsa di Von Bergen e Donati senza chance. La sua simulazione nel primo tempo è un esempio di come la squadra sia senza testa o bussola.

Estigarribia 5 | Evita l'insufficienza grave, sono passi avanti. Ci si chiede perché in una gara di ripartenze non sia partito titolare.
Icardi 6 | Anche oggi uno dei pochi a salvarsi: scalda i guantoni ad Ujkani, ma vedo poco la palla. Dall'altra parte Dybala gioca e segna, dalla nostra Ferrara lo tiene bello caldo in panchina finché non è in svantaggio.
Juan Antonio s.v. | Dieci minuti sono pochi per giudicarlo, sopratutto a partita finita. Ma forse, con questa pochezza in campo, sarebbe ora di rischiarlo.

Adesso ci sarà il derby, forse il più tragico che la Lanterna ricordi da anni a questa parte: le due squadre vi arrivano in condizioni pessime, ma la Samp non può più raschiare il fondo del barile. Il Genoa, oggi, ha perlomeno dato un segno di vita contro il Napoli, pur perdendo: per trovare due gol su azione della Samp bisogna risalire fino a fine Settembre. Pare un'eternità. Eppure questo derby bisogna vincerlo; perché se una mazzata contro il Palermo penultimo in classifica fa male, non voglio immaginare quale danno sarebbe perdere contro la terz'ultima, per giunta tua rivale cittadina. Insomma, la Samp è tutta nell'immagine della pallonata presa da Ferrara verso la fine del primo tempo: una squadra senza grinta, con idee del tutto incomprensibili e in difficoltà nel cambiare rotta. Non vorrei che esser presi a pallonate diventasse un vizio.

Enzo Maresca, 32 anni, e Daniele Gastaldello, 29: simboli di una Samp in difficoltà.