30 ottobre 2017

Bonus.

E siamo a cinque. Cinque vittorie casalinghe, 20 punti in 10 giornate, un passo da Europa semi-sicura. C'è quasi da non crederci, visto che le avversarie non sono state delle più facili, eppure la Sampdoria si gode un altro successo, un 4-1 al Chievo Verona un po' bugiardo nel suo risultato finale. Però i numeri sono quelli che contano e... ci sono.

Duvan Zapata, 26 anni, ancora a segno per la Sampdoria.

Dopo le difficoltà di San Siro, Giampaolo decide di ripartire dalla gestione del gruppo: fuori Bereszynski, Barreto e Ramírez, dentro Sala, Linetty e Caprari, con l'obiettivo di mettere in difficoltà il Chievo. I veronesi - reduci dalla vittoria nel derby, ma anche dalla batosta interna con il Milan - sono un osso duro da affrontare.
Lo dimostra subito Inglese, che testa i riflessi del rientrante Viviano (bentornato: ci serviva). Dopo un fuorigioco inesistente fischiato a Quagliarella (comunque fermato da Sorrentino), il Chievo sfiora due volte il vantaggio: prima Meggiorini, poi Bastien sprecano delle ottime occasioni per gli ospiti, non centrando neanche la porta.
Lì viene fuori l'elemento-bonus: la fortuna. Al 19' Linetty serve Quagliarella in area, che tenta il tiro: conclusione rimpallata e il polacco mette in rete su rimpallo. Siamo alla sua terza rete in stagione, ma è una momentanea illusione. Il Chievo reagisce subito: Birsa sfiora il gol di testa, poi è Cacciatore a pareggiare al 23' di testa su corner (facile il mismatch con Torreira).
Proprio in quel momento, l'uruguayano tira fuori il jolly di questa giornata: la solita punizione dai 30 metri, quella che solitamente il 34 mette in mezzo. Invece Torreira sorprende tutti e si coordina, trovando una traiettoria a uscire che beffa Sorrentino: 2-1 e "Ferraris" in delirio per il 1° gol del ragazzo con la Sampdoria.
Il Chievo ha almeno altre due occasioni buone: prima Meggiorini salta mezza difesa e trova la parata da hockey di Viviano, poi è Inglese a stuzzicare il numero 2 blucerchiato con una girata, costringendolo in corner. Tuttavia, è il preambolo al trionfo: il 3-1 arriva con l'ABC del calcio.
A centrocampo, Caprari aiuta Praet nel pressing di Birsa, togliendo il pallone allo sloveno. Palla di Caprari immediatamente in profondità per Quagliarella, che vede Zapata in mezzo: il colombiano finta di andare sul primo palo e sta largo, il cross del capitano è perfetto e il centravanti segna un 3-1 bugiardo, ma bellissimo.
Il Chievo non merita quel passivo, anzi... ma il calcio è così. E la stanchezza prevale. Dopo una bella azione di Inglese (conclusione parata da Viviano), gli ospiti si sgonfiano. Anzi, Caprari, Quagliarella e Zapata sfiorano il 4-1, mentre Doveri si dimentica due volte il secondo giallo a Castro (mano e fallo).
La girandola di sostituzioni non cambia niente: quando la partita è congelata, è anzi Torreira a trovare la doppietta. Il 34 raccoglie la respinta da corner e calcia al volo: Ferrari fa velo sulla traiettoria, per cui il Var controlla la posizione del difensore. Tutto regolare e gara finita con l'ennesimo trionfo: sorprendente, ma trionfo è.

Ci sono voluti 4000' per trovare il primo gol in blucerchiato.

Viviano 6; Sala 6, Silvestre 6,5, Ferrari 6, Strinic 6; Linetty 7.5 (dal 42' s.t. Verre s.v.), Torreira 7.5, Praet 6.5 (dal 21' s.t. Barreto 6); Caprari 6.5 (dal 15' s.t. Ramírez 6); Quagliarella 7, Zapata 7.

Prima cosa: complimenti al Chievo Verona. Qualunque analista saprebbe ammettere e dimostrare che i clivensi meritavano di più in questa gara. Anzi, a fine primo tempo - mentre la Samp si godeva il 3-1 -, il Chievo avrebbe probabilmente dovuto godere del vantaggio. Purtroppo per loro, è andata diversamente e nel calcio succede.
Non solo questo, però, perché la Sampdoria colleziona cinque vittorie di fila in casa dall'inizio del campionato per la prima volta. Non era mai successo, neanche nell'anno dello scudetto. E diventano sei contando anche il successo sul Foggia: come negli anni più belli, il "Ferraris" sembra un catino che porta fortuna.
Io ho finito le parole per Lucas Torreira. Gli mancava solo una cosa, la rete. E nessuno se le aspetta da lui, perché il suo compito è un altro. Ma proprio in una delle giornate meno brillanti della sua stagione - meno brillanti vuol dire comunque sufficienti (!) -, l'uruguayano ha trovato una gemma e un altro destro per il 4-1.
Mentre mi auguro che all'Atlético Madrid stiano preparando una valigetta gonfia e che Óscar Tabárez abbia buttato un occhio sul ragazzo (sarebbe l'ora), la Sampdoria si concentra sul prossimo impegno: ci sarà il derby di Genova. Il Genoa è nei guai e in queste ore la conferma di Juric è all'esame della dirigenza rossoblu. 
Personalmente spero in una permanenza: non tanto per il tecnico (travolto dall'assoluto disastro che è stata la gestione del Genoa negli ultimi 18 mesi), ma perché i rossoblu sono 19°, reduci da una sconfitta a Ferrara e in chiara difficoltà psicologica. Questa situazione va tenuta per il derby: sarebbe un altro bonus, oltre il +14 in classifica.


26 ottobre 2017

Chiaroscuro d'epoca.

Per una sera, mi è sembrato di rivedere la Sampdoria della passata stagione, ancora più accentuata nei suoi pregi e difetti. La squadra di Giampaolo esce con una sconfitta per 3-2 sul campo dell'Inter, ma il punteggio non racconta tutta la verità. Se da una parte c'è la soddisfazione per la reazione, dall'altra si spera che la prima ora di nulla sia stato solo un brutto episodio.

Marco Giampaolo, 50 anni, e Luciano Spalletti, 58, negli abbracci pre-partita.

La Sampdoria è reduce dal 5-0 al Crotone e contro l'Inter si gioca la solida candidatura di outsider del campionato. Pensate all'Atalanta 2016-17: solo dopo le vittorie casalinghe contro Napoli e Roma si cominciò a pensare ai nerazzurri come la vera rivelazione della stagione. Allo stesso modo, le chance blucerchiate passano da San Siro.
Spalletti propone il solito undici, ormai consolidato nelle ultime settimane; diverso l'atteggiamento di Giampaolo, che ripone sia Linetty che Caprari, preferendo il rientro tra i titolari di Barreto e Ramírez per la partita a San Siro. Cambio anche sui terzini, dove Bereszynski e Murru sono i titolari per la gara meneghina.
Il primo tempo è un'illusione: i primi 10' degli ospiti sono incoraggianti, con il pressing alto e il un paio di tiri. Poi l'uragano Inter: prima Candreva sfiora il vantaggio, poi è D'Ambrosio a riprovarci con poca fortuna. L'ennesimo tiro di Candreva finito in corner - deviato da Puggioni - è il preludio al vantaggio nerazzurro.
Sul corner, infatti, la spizzata in area porta Skriniar solo davanti a Puggioni: lo slovacco - ex della gara - viene perso e batte Puggioni in scivolata. Non bastano 10' di pausa a calmare l'Inter: prima Puggioni rinvia male e regala un tiro a porta vuota a Perisic (il palo lo salva), poi Icardi impegna il portiere blucerchiato di testa.
Anche qui, è il preludio a un'altra rete nerazzurra: su cross di Candreva, Silvestre respinge e Bereszynski stringe senza motivo su Perisic. Alle spalle, Icardi raccoglie la respinta e calcia al volo: 2-0 e partita in salita. Prima dell'intervallo, è ancora Icardi a cogliere il palo da corner con un bel colpo di testa. Un massacro.
Giampaolo si gioca la carta Caprari al posto dell'invisibile Ramírez: funziona, ma non subito. Il 9 ospite sfiora subito il gol su punizione, ma l'Inter trova il 3-0: bell'azione in profondità e Perisic serve Icardi, non tagliato fuori da Bereszynski. Sembra il game over, con Perisic che coglie la traversa al 62'. Eppure, qualcosa succede.
Scampato il pericolo del 4-0, la Samp trova subito il 3-1 con Kownacki, ben servito da Quagliarella: è il secondo gol consecutivo per il polacco. Da quel momento, l'Inter - forse anche stanca per lo sforzo profuso tra Napoli e l'ottima ora di calcio appena proposta - cala e trova solo un paio di tiri, su cui Puggioni fa gli straordinari (specie su Icardi all'86').
Di contro, la Samp prende in mano il gioco, con Quagliarella che spreca un'importante chance e poi trova il 3-2 su assist pennellato di Praet. L'ultima occasione per un clamoroso pari in rimonta è sui piedi di Caprari, ma il cross di Murru è difficile da mandare in porta. Finisce con la vittoria dell'Inter e in fondo è giusto così.

Un 3-2 con (poche) note positive e molto su cui lavorare con le grandi.

Puggioni 5; Bereszynski 5, Silvestre 5, Ferrari 6, Murru; Barreto 4.5 (dal 20' s.t. Linetty 6), Torreira 6.5, Praet 6.5; Ramírez 5 (dal 1' s.t. Caprari 6.5); Quagliarella 6.5, Zapata 5.5 (dal 12' s.t. Kownacki 6.5)

Prima nota: complimenti a Luciano Spalletti. Tecnicamente, l'Inter gioca con la stessa coppia di terzini e l'attacco dell'anno scorso, eppure le aggiunte di Skriniar, Vecino e Borja Valero - unite al suo sapiente gioco - hanno fatto la differenza. Il lavoro del tecnico di Certaldo è già da MVP e dimostra come certi uomini della panchina sappiano fare la differenza.
Che dire invece della Sampdoria? Qualche nota positiva c'è: l'opzione Caprari trequartista ha funzionato anche contro una delle due squadre imbattute nel campionato. Una volta data la palla al 9 alle spalle di Vecino e Gagliardini, si è visto molto. Ferrari continua a integrarsi, anche se per lui non è stata comunque una serata facile.
Le notizie cattive, però, sono molteplici. Era dall'ultima gara dello scorso campionato - quella casalinga contro il Napoli - che non vedevo la Samp così schiacciata e dominata. Non era successo nemmeno a Udine, neanche con l'uomo in meno e sotto 3-0. Evidentemente la differenza tecnica tra i due avversari ha pesato.
Malissimo Barreto e Murru, male Puggioni e anche Bereszynski. Saranno serate, ma ci sono un paio di questioni tecniche che andranno risolte. 1) Vista la necessità di arrivare a Strinic il 30 di agosto, i 12 milioni per Murru sono un investimento fallito? 2) Forse serve Viviano per manovrare meglio il pallone? 3) Linetty merita un posto da titolare senza se e ma?
Ci pensa il calendario a darci occasioni per rispondere a tali domande: domenica la Samp ospiterà il Chievo Verona, che - nonostante la brutta batosta con il Milan - rimane un bel test. Battere il "Pandoro meccanico" non sarà facile e forse definirà le prospettive della Samp per il prossimo futuro. Lo farà più chiaramente che a Milano.

Mauro Icardi, 24 anni, ancora a segno (due volte) contro la sua ex squadra.

22 ottobre 2017

Volare.

Si sapeva che sarebbe stato importante vincere, ma forse nessuno si aspettava un'affermazione così facile: la Sampdoria travolge il Crotone per 5-0 sul terreno del "Ferraris" e vola a 17 punti in classifica. Una vittoria netta, senza storia, segnata da cinque reti provenienti da altrettanti marcatori: sono 12 punti in quattro gare giocate in casa.

Fabio Quagliarella, 34 anni, ha appena realizzato il 2-0 dal dischetto.

Il Crotone si presenta a Genova dopo aver preso quattro punti alla Sampdoria nella sua prima annata in A (pareggio in casa, vittoria al "Ferraris" in rimonta), mentre i ragazzi in blucerchiato devono dare continuità al risultato ottenuto contro l'Atalanta. Riposa Ramírez, mentre Caprari è di nuovo scelto nella posizione di trequartista.
Gli ospiti sono orfani di due giocatori importanti come Simy e Rohdén, che potranno sembrare portatori d'acqua, ma sono fondamentali per salvarsi. E lo si vede nei primi 10', quando la Samp indirizza la partita: al 3', su punizione di Torreira, è l'ex Ferrari a staccare in area per battere Cordaz. 1-0 dopo 180 secondi, nessuna esultanza per il difensore.
Sette minuti e Zapata sfugge in velocità ad Ajeti: l'albanese atterra nettamente il colombiano e l'arbitr non ha alcun dubbio. Per lui è rigore, a me è sembrata punizione dal vertice alto dell'area; Quagliarella si presenta dal dischetto e la mette all'angolino per il 2-0. Il Crotone prova un paio di tiri con Mandragora e Ajeti, ma non spaventa Puggioni.
Il Crotone rischia di farsi il 3-0 da solo, con Budimir che coglie la propria attraversa per allontanare la punizione di Strinic. Al 37', il triplo vantaggio è realtà: su un pallone sporco, Zapata resiste al duro intervento in area di Ceccherini e tira una mina in mezzo: a un metro dalla porta, Caprari deposita in posizione regolare. Partita finita.
C'è ancora il tempo perché Budimir colga la traversa nel minuto di recupero della prima frazione: Puggioni battuto, ma la palla rimbalza fuori e non entra. al ritorno in campo, il ritmo è blando e ci sono molte sostituzioni (Giampaolo dà spazio a Murru e Ramírez, con Quagliarella leggermente infortunato). Tuttavia, i padroni di casa non hanno chiuso il conto.
Una splendida combinazione Caprari-Praet porta il belga all'assist per l'accorrente Linetty: secondo gol consecutivo per il centrocampista, che non sarà però l'unico polacco a realizzare una rete. Nel giro di 30 secondi, Kownacki entra in campo al posto di Caprari e sfrutta un rinvio malandato di Cordaz: di fronte al portiere, lo giustizia per il 5-0.
Il finale è molto tranquillo: la Sampdoria ha avuto ciò che voleva, il Crotone prova a cercare il gol con il solito Budimir, che in questa gara ha dimostrato perché non solo non sia adatto al gioco di Giampaolo, ma perché la A gli stia larga. Altri due tentativi del croato più uno di Trotta non portano nemmeno il gol della bandiera: è la prima vittoria in A contro i calabresi.

«Abbiamo giocato bene rispetto ai nostri avversari. A fine anno vedremo dove siamo arrivati»: testo e musiche di Dawid Kownacki.

Puggioni 6; Sala 6, Silvestre 6, Ferrari 7, Strinic 6.5 (dal 22' s.t. Murru 6); Linetty 6.5, Torreira 7, Praet 7.5; Caprari 7.5 (dal 29' s.t. Kownacki 6.5); Quagliarella 6.5 (dal 10' s.t. Ramírez 6), Zapata 7.

Nessuno l'avrebbe mai detto dopo le cessioni estive, ma è bastato poco per dare a questa squadra la stessa consapevolezza della scorsa stagione. Se la squadra del 2016-17 sembrava più dotata tecnicamente e piena di hype, questa sembra più matura, nonostante le tante partenze e gli arrivi ancora da scoprire.
Gli arrivi di Strinic e Zapata, per esempio, hanno riempito due buchi importanti. In attacco la Sampdoria aveva perso tanto, adesso ha trovato un colombiano che è un attaccante a metà strada tra gli ex e Quagliarella: una prima punta a tutti gli effetti, ma dotata di forza fisica e accelerazione poderosa. Il croato, invece, è un terzino sinistro vero.
Fermo restando che c'è da chiedersi perché si sono spesi 12 milioni per Murru (a bilancio sono quelli... 7 + il cartellino di Cigarini), c'è da fermarsi un attimo anche sulla crescita di alcuni ragazzi: Linetty e Praet avevano fatto vedere qualche cosa l'anno scorso, ma questa stagione stanno strabordando, di fatto dominando queste gare.
Soprattutto il belga sembra incamminato verso il Mondiale se continuerà a giocare così. La Sampdoria ha vinto tutte e quattro le gare casalinghe, in attesa di recuperare quella contro la Roma. E non c'è nulla da dire: sono state tutte vittorie meritate. Anzi, quella più sofferta è stata la prima contro il fanalino Benevento.
E ora? Ora c'è l'Inter. A Milano si andrà per un infrasettimanale di piacere. La Sampdoria non deve porsi obiettivi più grandi della sua realtà, ma solo giocare con la testa sgombra. Se farà così - nonostante la stanchezza: Zapata e Praet hanno fatto 90' ieri -, la squadra di Marco Giampaolo potrà dire la sua. Volare è possibile.

I giocatori festeggiano a fine gara: una prova maiuscola contro il Crotone.

16 ottobre 2017

Riscoprirsi grandi (e fortunati).

Una domenica europea: la Sampdoria batte in rimonta 3-1 l'Atalanta e all'improvviso si trova sesta, in piena zona Europa League. E per giunta con una partita da recuperare, quella con la Roma, che ora dista un solo punto. Sembra quasi uno scherzo a scriverlo, ma Marco Giampaolo ci potrebbe aver fatto un altro scherzo, nonostante la squadra indebolita.

La Sampdoria esulta per il 3-1 con Ilicic sullo sfondo: lo sloveno ha rifiutato il Doria per passare all'Atalanta nell'ultima sessione di mercato. Miglior fotogramma non potrebbe esistere.

Non ci sono enormi novità in casa Sampdoria: la sostituzione obbligata è quella di Barreto, ma a sorpresa viene scelto Valerio Verre e non Linetty. Giusto così comunque, perché l'ex Pescara ha bisogno di minuti nelle gambe. Torna (ahimè) anche Regini in difesa, che panchina Ferrari; Gasperini, a sorpresa, lascia riposare Gomez.
Il primo tempo è tutto di marca atalantina, ma l'unico rischio è corso all'inizio: un retropassaggio distratto costringe Berisha a un controllo difficoltoso. Quagliarella si avventa e ruba palla al portiere albanese, ma il tiro è respinto in corner. Da lì, è un assolo degli ospiti, consci di saper coprire benissimo il campo e poter aggirare gli ostacoli.
Ilicic è il primo a tentare dalla distanza, poi ancora Freuler a impegnare Puggioni. Il terzo al tiro è Cristante, che spreca un buon assist dello sloveno con un tiraccio a lato. Al 21', il vantaggio ospite: Spinazzola mette un bel pallone in mezzo, Regini lascia tutti in linea e Cristante svetta di testa, con Puggioni che esce male. 1-0 meritato.
Solo l'imprecisione atalantina non permette loro di concludere il tempo in doppio vantaggio: Puggioni è costretto a diversi interventi almeno fino alla mezz'ora, quando la Sampdoria si sveglia e trova una piccola reazione prima dell'intervallo con Zapata, due volte al tiro. Al ritorno in campo, Giampaolo opta per il doppio cambio: fuori Verre Ramírez, dentro Caprari e Linetty.
Saranno decisivi: dopo 10' di studio, la Sampdoria pareggio con Zapata. Bell'inserimento in profondità di Quagliarella, che aggira Berisha lateralmente e prova il tiro; con il pallone respinto, il 27 rimette in mezzo e trova il colombiano, che realizza il terzo gol in cinque partite. Sembra un episodio, ma è solo l'inizio.
Quattro minuti più tardi, è Caprari a portare in vantaggio la Sampdoria: bel recupero palla di Strinic, uno-due del croato con Zapata e scatto in profondità. Il cross dell'ex Napoli è perfetto per l'incornata bassa di Caprari, che si sblocca anche al "Ferraris". L'Atalanta dà una prima risposta con l'entrata di Gomez, che subito va due volte al tiro.
Ma è al 68' che arriva il colpo del k.o.: bel recupero palla di Praet e filtrante per Linetty. La palla è interessante, ma la finta del polacco - che fa finta di andare incontro al pallone per poi lasciarlo scorrere - di fatto è un ankle-breaker stile NBA su Masiello. Solo e in area, Linetty mira all'angolo opposto e trova il 3-1 che chiude la gara.
Da lì inizia una girandola di sostituzioni e ammonizioni, con le occasioni a intervallare il tutto: ci provano Praet, Quagliarella e Gomez, ma nessuno di loro trova il gol. Clamorosa l'ultima occasione per Cornelius, solo davanti a Puggioni: non bastano tre tiri a botta sicura per trovare la rete del 3-2. Quando la fortuna ti arride...

La conta degli xG non spiega il risultato. Ogni tanto capita.

Puggioni 5.5; Bereszynski 7, Silvestre 6, Regini 6.5, Strinic 7; Verre 5 (dal 1' s.t. Linetty 7.5), Torreira 6.5, Praet 7; Ramírez 5 (dal 1' s.t. Caprari 6.5); Quagliarella 6, Zapata 7.5 (dal 41' s.t. Kownacki s.v.)

Beh, che dire: è stata una domenica fortunata. Soprattutto nei primi 45', la Sampdoria è sembrata totalmente fuori dal gioco, con giusto 2-3 giocatori a salvarsi da una debacle totale. Ha spaventato l'identità degli ospiti, che sono - assieme al Napoli capolista - la squadra che più ha una sua organizzazione di gioco riconoscibile.
D'altro canto, al primo affondo, gli ospiti sono crollati. Probabilmente l'Europa League è per l'Atalanta il vero obiettivo stagionale. In fondo, anche senza El Papu Gomez, Gasperini e i suoi ragazzi sono stati in vantaggio per 55' e hanno giocato un primo tempo di ottima fattura. Poi però ci sono i gap d'esperienza da colmare.
In quei gap si è infilata la Sampdoria, capace di segnare tre reti in 13' e chiudere la gara. Anzi, la Sampdoria avrebbe potuto persino realizzare la quarta rete con maggior precisione: la pressione del secondo tempo è stata folle e dimostra come a volte un po' un cambio di rotta - anche leggero - modifichi l'inerzia di un'intera gara.
Due le cose impressionanti: a) l'impatto di Caprari, che deve avere più spazio accanto a Zapata. Per quanto Quagliarella sia fondamentale, va pur sempre verso i 35 anni; b) Bartosz Bereszynski. Del ragazzo si è detto di tutto, ma i sei mesi d'ambientamento sembrano conclusi e la differenza con Sala - ovvero con uno che non fa il terzino - sembra ormai lampante.
Potenzialmente, la Samp potrebbe avere cinque titolari su 11 al prossimo Mondiale: Linetty e Bereszynski con la Polonia, Zapata con la Colombia e (si spera) Praet con il Belgio, più la possibilità che Viviano venga ricompensato con un posto in Russia. Ora però si deve pensare al futuro prossimo: un'altra vittoria con il Crotone ci farebbe volare altissimo.

Bryan Cristante, 22 anni, festeggia il momentaneo 1-0. Non durerà.

03 ottobre 2017

Giovani e rimandati.

Si può lasciarsi andare sul campo di una squadra che non ha ancora dimostrato nulla in questo campionato, vincendo appena una partita su sei? Sì, si può. Soprattutto se sei un club dall'età-media piuttosto giovane e non impari dagli errori della passata stagione. In un risultato bugiardo (almeno per la mole del risultato), l'Udinese travolge la Sampdoria per 4-0.

Numerosi i tifosi blucerchiati alla Dacia Arena, ma il supporto non è bastato.

Tanti i supporter blucerchiati a Udine, che spingono la squadra a mantenere la propria imbattibilità (la Sampdoria è l'unica rimasta in questo esclusivo club assieme alle tre di testa). Giampaolo propone la coppia di ex Zapata-Quagliarella in avanti, confermando Ferrari e Bereszynski in difesa. Strana invece la parziale bocciatura di Scuffet in casa friulana, con Bizzarri tra i pali.
Il primo tempo - in realtà l'intera partita, ma ci arriveremo dopo - è stato un enorme sbadiglio. 25' di nulla assoluto, con un tiro di Barak facilmente parato da Puggioni e un giallo inesistente a Barreto per fallo su Samir. Al 27', però, ecco l'ingenuità che sblocca la gara: il portiere blucerchiato spinge Maxi Lopez in area e gli offre l'assist per un rigore facile da guadagnare.
L'argentino non esita a dimostrare di aver sentito la spinta e Fabbri non può che fischiare il rigore per un'ingenuità simile: dal dischetto si presenta De Paul, che spiazza Puggioni per l'1-0. Non succede praticamente nulla fino al 39', quando Barreto si dimentica di esser ammonito e stende Lasagna in contropiede a 60 metri dalla porta: secondo giallo, gara finita.
Nonostante ciò, è stato incredibile testimoniare come per mezz'ora - a cavallo tra primo e secondo tempo - la Samp sia rimasta in partita. Al 43' Ramírez costringe Bizzarri a deviare un suo colpo di testa in corner, mentre Barak impegna Puggioni un minuto più tardi. Al rientro dal riposo, però, il canovaccio non è cambiato.
L'Udinese cerca di chiudere la gara sfruttando le ripartenze con un uomo in più, ma sono gli ospiti a giocare la palla a terra, a produrre effettive trame di gioco. Un miracolo di Puggioni salva la Samp dalla capitolazione su Lasagna e Quagliarella produce un paio di tiri, uno dei quali impensierisce Bizzarri dalla distanza.
Tuttavia, al 65' la gara è al capolinea: Fofana entra in area e Torreira tocca il centrocampista avversario, che cade. Il contatto c'è, ma sembra forzato per fischiarlo in area; eppure per Fabbri non ci sono dubbi. Dal dischetto, Maxi Lopez realizza il raddoppio e di fatto chiude la partita. Non del tutto, perché la Samp gioca comunque meglio dell'Udinese.
In doppio vantaggio e con un uomo in più, i friulani rischiano comunque di incassare il gol: Caprari e Kownacki creano un po' di panico, senza però centrare effettivamente la porta avversaria, schermati dalle respinte avversarie. Al minuto 84, game over: bel lancio di De Paul per Maxi Lopez, in linea e lasciato solo da Silvestre: cucchiaio d'esterno e Puggioni battuto.
Nel finale, però, l'arbitro Fabbri ci tiene a prendersi un po' di ribalta. A contesa ampiamente finita nel punteggio e con il cronometro al minuto 94 (mancano 30" alla fine), Fofana entra in area e Strinic lo scherma con il corpo. Non sarebbe calcio di punizione, eppure il direttore di gara vede in quel contatto il terzo rigore della serata: Fofana realizza e di fatto il match si chiude.

Un disastro solo nel punteggio.

Puggioni 4.5; Bereszynski 5.5, Silvestre 5, Ferrari 5.5, Strinic 5; Barreto 4.5, Torreira 5.5, Praet 5.5; Ramírez 5 (dal 9' s.t. Linetty 5); Quagliarella 6 (dal 27' s.t. Kownacki 5.5), Zapata 5 (dal 25' s.t. Caprari 5.5).

Ribadisco quanto già detto nell'intro: mai visto un risultato così bugiardo. La conta degli xg è nettamente in favore dell'Udinese, ma rimane il fatto che i friulani non abbiano chiuso la gara in superiorità numerica per un'ora se non con i rigori. Fossi in loro, sarei preoccupato per il resto della stagione in vista della lotta per la salvezza.
Già, Fabbri e i rigori. Il primo è una bestialità di Puggioni, che - se proprio deve uscire così alto per coprire Maxi Lopez - non deve lanciarsi in spinte che possano giustificare la caduta dell'attaccante. Il secondo è sembrato forzato, perché NON tutti i contatti in area sono passibili della massima punizione. Il terzo è uno show personale dell'arbitro, quindi passiamo oltre.
Forse è un peccato perdere l'imbattibilità così, su un campo dove la Sampdoria era attesa dal salto di qualità, per capire se veramente parlare di Europa fosse così impossibile. L'impressione ricavata dal pomeriggio friulano - al netto dell'espulsione di Barreto (il primo giallo è un'altra invenzione) e delle ingenuità commesse - è che no, ancora non ci siamo.
Ora si attende la ripresa dopo la pausa per le nazionali, che bloccherà la Serie A per le prossime due settimane. Al ritorno da questo break, la Sampdoria è attesa dal ritorno al "Ferraris", dove sfiderà un'Atalanta in stato di grazia. I bergamaschi penseranno anche all'Europa League (sfideranno l'Apollon Limassol il giovedì successivo), ma sarà una sfida ben diversa dalla vittoria per 2-1 della passata stagione.

Seko Fofana, 22 anni, esulta dopo aver realizzato il rigore del 4-0.