26 novembre 2017

Normalizzarsi.

Dovevamo normalizzarci? Eccola qui, la batosta. Un 3-0 senza storie né recriminazioni in quel di Bologna, un 3-0 che fa male anche per il semplice motivo di esser stati per un tempo con un uomo in più. La Sampdoria torna rapidamente sulla terra, ricordandoci come questa squadra è pur sempre giovane e bisognosa di apprendere sempre di più.


La Samp si presenta a Bologna forte della vittoria sulla Juventus e desiderosa di spezzare il tabù Bologna, dove non vince da più di un decennio. Per farlo, Giampaolo deve rinunciare agli infortunati Linetty e Praet, proponendo così Verre dal 1'. Il Bologna si regge sul nuovo 4-3-1-2, lo stesso che ha permesso di ribaltare la gara di Verona contro l'Hellas.
Pronti, via e la Samp è subito in svantaggio: la manovra bolognese porta la palla in area, con Destro che calcia. Viviano è bravo a respingere, ma Strinic si addormenta del tutto, di fatto spalancando lo specchio della porta a Verdi, che non ha bisogno di incoraggiamenti per metter dentro l'1-0. Sono passati solo tre minuti e il Doria è già sotto.
Mentre Donsah cerca una timide conclusione, il peggio si materializza al 7': si fa male Strinic, dentro Murru al suo posto. Torreira pesca bene al 10' Zapata, con un lancio millimetrico sul quale però il colombiano non trova né lo stop, né la conclusione. Ci prova Pulgar al 15', ma Viviano para in due tempi il destro su schema da corner.
La Samp capitola al 22': su corner di Verdi, Mbaye stacca con un terzo tempo cestistico e sovrasta Zapata, infilando il 2-0 senza pietà. Nell'occasione, la colpa sembra ricadere su Verre, che segue malamente il terzino avversario e lo lascia poi saltare da solo. La Samp non riesce a creare più nulla, ma c'è una fiammella di speranza.
Già ammonito pochi secondi prima, Torosidis si becca un secondo giallo (forse discutibile: Zapata sembra inciampare oltre a esser trattenuto) e lascia il Bologna in 10. La ripresa sembra l'occasione giusta per ribaltare la gara, inserendo Caprari al posto dell'evanescente Ramírez. Anche Donadoni si copre, togliendo Destro e inserendo Masina in difesa.
Il secondo tempo, in realtà, è una grossa delusione: nonostante la superiorità numerica, la Samp non riesce a creare grosse occasioni. Torreira testa Mirante dalla distanza, ma il tiro è centrale; lo stesso accade con il neo-entrato Álvarez, fino al salvataggio del portiere rossoblu sul colpo di testa di Silvestre. La chiusura del match, però, è dietro l'angolo.
Su corner battuto corto, Álvarez gestisce malissimo il pallone: la Samp è scoperta e perde palla, lasciando metri su metri a un corridore come Donsah. Il ghanese ha grande passo e la fortuna di vincere un contrasto. A quest'errore, si aggiunge quello di Murru, che fa male il fuorigioco e lascia in linea Okwonkwo, servito per un facile 3-0 (e per il terzo gol in sei presenze in campionato: grandi numeri).
Da lì, la Samp ha un vagito immediato, con il palo colto da Verre su tiro dai 20 metri e la conseguente sfortuna di Caprari, che incoccia una buona conclusione sulla respinta, ma trova la respinta di Mirante in corner. Il Bologna si chiude saggiamente nella propria metà campo e conquista la seconda vittoria consecutiva; per il Doria, invece, c'è da riflettere.

«Dobbiamo fare tesoro degli errori». Sì, anche perché due delle tre sconfitte in campionato sono arrivate a Bologna e Udine.

Viviano 5.5; Bereszynski 5.5 (dal 20' s.t. Álvarez 5), Silvestre 6, Ferrari 5.5, Strinic 5 (dal 7' p.t. Murru 5); Verre 5.5, Torreira 6, Barreto 5; Ramírez 5 (dal 1' s.t. Caprari 6); Quagliarella 5, Zapata 5.5.

La fatal Bologna rimane tale: l'ultima vittoria della Sampdoria al "Dall'Ara" risale al novembre 2003, ai tempi del primo anno in A con Novellino. Insomma, malissimo: una di quelle trasferte maledette per il Doria, come Napoli o fino a qualche anno fa Bergamo. Bisognerà ripartire subito dalla prossima gara, ma prima o poi a Bologna bisognerà vincere...
Già, l'Emilia. Due delle tre sconfitte della Samp in questo campionato sono arrivate su campi inaspettati e in maniera pesante: al 3-0 subito a Bologna, bisogna aggiungere il 4-0 incassato sul campo dell'Udinese. Un peccato, perché a queste si deve aggiungere solamente lo stop contro l'Inter a "San Siro" e sono sconfitte inusuali per l'attuale rendimento blucerchiato.
Una riflessione va fatta anche su due-tre elementi. Sembra chiaro ormai come Barreto non sia più tagliato per fare il titolare, specie in gare - come quella di ieri - in cui bisogna imporre il proprio gioco con il palleggio. Verre è stato contrastante nella sua prestazione, mentre Murru ha fatto capire perché siede in panchina invece di esser in campo (lo scambio per Cigarini e soldi sta gridando vendetta).
E ora? C'è la Lazio, con un calendario che sarà contrastante. Bisognerà sfidare Lazio, Napoli e recuperare la gara contro la Roma, ma il resto delle gare da qui alla sosta del 6 gennaio proporranno anche le trasferte contro Cagliari, Spal e Benevento, oltre alla sfida interna contro il Sassuolo. C'è lo spazio per chiudere a quota 30 prima della sosta, con la speranza che queste batoste non incidano troppo.


22 novembre 2017

Sognare è possibile?

Ci è voluto un po' per digerire il tutto, perché ero allo stadio - per la prima volta dopo cinque anni e mezzo - e passare dal battere la Reggina in una rincorsa ai play-off di Serie B allo sconfiggere i campioni d'Italia nel tuo stadio è un bel salto. La Juventus cade al "Ferraris" con un 3-2 per mano della Sampdoria: un risultato che dice tanto sui bianconeri e anche sui blucerchiati.

Gian Marco Ferrari, 25 anni, ha giocato forse la miglior gara della sua carriera.

La Sampdoria si presenta quasi con gli stessi undici che hanno vinto il derby: l'unica novità è Barreto, messo al posto di Linetty per garantire una maggior copertura in zona difensiva. La Juventus, invece, lascia a riposo i nazionali Barzagli e Buffon, con il solito 4-2-3-1 degli ultimi tempi, riproposto però senza Dybala.
Tempo 60 secondi e la Juventus rischia di andare immediatamente in vantaggio: bella palla di Bernardeschi in profondità per Higuaín, con l'argentino che però strozza troppo l'angolo di tiro e manca lo specchio della porta. Il primo tempo è piuttosto bloccato, con la Juventus che riesce a creare le poche occasioni dei primi 45'.
Se al tiro di Mandzukic facilmente parato da Viviano risponde una girata larga di Quagliarella, la vera occasione principe della prima frazione arriva sui piedi di Cuadrado: palla principesca di Higuaín, con Strinic un po' distratto nel coprire l'esterno colombiano. Giunto davanti a Viviano, però, Cuadrado mira male e colpisce la natica del portiere avversario.
Al riposo si va con il dubbio di un rigore per la Juventus: c'è la mano di Strinic, ma è comunque attaccata al corpo e la distanza tra la palla crossata da Cuadrado e l'arto del croato sembra minima. Neanche le proteste dei giocatori bianconeri cambiano le cose, ma quello che cambia è il canovaccio della gara nella ripresa.
Dopo un colpo di testa alto di Chiellini, è la Samp a sbloccare la partita: al 51' un cross di Quagliarella viene malamente rinviato da Bernardeschi. La palla schizza in alto, ma rimane in area: troppo facile per Zapata sovrastare Lichsteiner e battere Szczęsny per l'1-0. Da lì, la Juventus - sembra alla ricerca del lato debole in maniera blanda - deve cambiare passo.
Dopo che Zapata sfiora il 2-0 (bell'assist di Quagliarella in profondità, ma Szczęsny in uscita salva tutto), la Juventus trova l'occasione per pareggiare. Sfortunatamente per gli ospiti né Mandzukic né i due tiri successivi trovano la porta della Samp, che si difende con le unghie e i denti. Allo stesso modo, Viviano è fondamentale in uscita sulla zampata di Khedira.
E così i padroni di casa trovano l'episodio giusto per raddoppiarla: al 70', un Ramírez in netta crescita nella ripresa serve Torreira, che era salito da dietro. Il destro secco dell'uruguayano trova l'angolo basso alla destra di Szczęsny: è 2-0, il colpo che forse ammazza la Juventus. 
Nella girandola di sostituzioni, i blucerchiati trovano anche il 3-0: punizione di Torreira, controllo e assist di Quagliarella e zampata di Ferrari, mentre Khedira si perde malamente la marcatura per protestare. Sembra finita, anche perché Viviano trova il modo di fermare pure il neo-entrato Douglas Costa, che aveva saltato mezza difesa doriana.
Invece la Juventus ha un doppio sussulto finale: prima Strinic tira giù Douglas Costa in maniera incauta e Higuaín trasforma dal dischetto, poi è Dybala a partire palla al piede prima di fulminare Viviano con un mancino. Si rischia la rimonta-beffa, ma la partita si chiude: sei su sei in casa, mai successo prima.

Contina l'over-performing del nostro campionato. Se fosse finita 3-0, sarebbe stata praticamente una rapina a mano armata.

Viviano 7; Bereszynski 6, Silvestre 7.5, Ferrari 8, Strinic 6; Barreto 6 (dal 28' s.t. Verre 6.5), Torreira 7.5, Praet 6 (dal 26' p.t. Linetty 7); Ramírez 7; Quagliarella 6.5 (dal 38' s.t. Caprari s.v.), Zapata 7.

Questa vittoria è un enorme passo avanti per la squadra, ma soprattutto per Marco Giampaolo: già, perché il tecnico della Sampdoria non aveva mai sconfitto Allegri nei precedenti tra i due tecnici. Il mister ha dimostrato di esser il vero valore aggiunto della Sampdoria: con la nazionale in bilico, la paura che lasci a giugno 2018 c'è sempre (hashtag #Giampaolo2020 già pronto).
E la Juventus? Come evidenziano anche i dati, non avrebbe meritato di chiudere sotto 3-0 e persino il 3-2 - per alcuni aspetti - è un risultato stretto. Tuttavia, il calcio è fatto anche di un elemento di caso, che può presentarsi sotto forma dell'incornata di Duvan Zapata. Sono convinto che lotteranno per il titolo fino alla fine, nonostante le difficoltà che sta attraversando.
Questa partita ci rivela anche che i tre marcatori sono al momento i migliori giocatori della squadra (ci perdonerà Strinic, in chiaro-scuro contro la Juve): Ferrari ha giocato una gara sontuosa in copertura e nell'impostazione, al di là della rete segnata; Torreira è una sorpresa solo per chi non lo conosce; infine Zapata, che ha dominato la ripresa oltre il gol dell'1-0.
E ora? C'è un calendario contrastante. La Sampdoria deve ancora sfidare Lazio, Roma e Napoli (le prime due al "Ferraris", l'altra in trasferta), ma immediatamente ci sarà la trasferta di Bologna, su un campo che è notoriamente maledetto per la squadra blucerchiata. Tuttavia, se c'è un'annata nella quale tutto sembra possibile, è proprio questa: si va in Emilia per vincere.

Gonzalo Higuaín, 29 anni, a segno, ma forse deludente nella trasferta di Genova.

05 novembre 2017

-17.

Per molti in quel di Genova saranno i punti di differenza tra le due squadre di Genova o il freddo che fa nella zona pericolante della classifica. Per me sono i punti che mancano alla salvezza più che sicura, fermo restando che questa stagione per ora non ha nulla della salvezza. Intanto, però, la Samp trionfa nella stracittadina per 2-0 e vola a quota 23 punti.

Gaston Ramírez, 27 anni, ha segnato l'1-0 sotto la Gradinata Nord.

La Sampdoria si presenta al derby in ottima forma, reduce dalla reazione di San Siro contro l'Inter e dalla vittoria roboante (più nel risultato che nel gioco) contro il Chievo a Genova. Dall'altra parte, per il Genoa e soprattutto Juric è un dentro o fuori, vista la sconfitta a Ferrara contro la Spal e la posizione occupata in classifica.
Il tecnico rossoblu si affida al solito 3-4-3, mantenendo Omeonga in mediana accanto a Veloso e scegliendo Lapadula da punta centrale, affiancata da Rigoni e Taarabt. Giampaolo, di contro, non cambia l'alchimia magica: dentro quasi tutti i soliti noti, con l'unica eccezione della chance per Ramírez al posto dell'entusiasmante Caprari.
Pronti, via e ci sono subito due tentativi a rete: prima Lapadula si libera bene, ma calcia alto in mezza rovesciata; poi è Praet a testare centralmente Perin. Ancora Lapdula e nuovamente in acrobazia ha un'occasione gigantesca, ma la spreca davanti a Viviano. Alla Samp manca un rigore (mano di Laxalt in area al 21': where is Var?), ma l'inerzia cambia rapidamente.
Rinvio di Viviano, spizzata di Zapata e Ramírez si inserisce davanti al titubante Zukanovic: l'ex non sa se buttar giù l'uruguayano, ma non riesce totalmente a sbilanciarlo. Il numero 90 del Doria resiste e beffa Perin in uscita con lo scavetto: 1-0 sotto la Nord e Samp in visibilio. Il primo tempo si chiude con la traversa di Rosi, colpita dopo un tremendo controllo di palla.
La ripresa vede lo stesso canovaccio: la Samp aspetta un Genoa confusionario con l'uscita del pallone al piede, mentre i rossoblu si lanciano in avanti in maniera confusionaria alla caccia del pareggio. Quagliarella ha un'occasione gigantesca per chiuderla, ma mette fuori dopo aver intercettato il retropassaggio di Rossettini.
Risponde al 58' Rigoni di testa, che sfiora la traversa della porta di Viviano. Anche Barreto - neo-entrato al posto di Ramírez - tenta la conclusione, ma è centrale per Perin. Da lì, il Genoa andrà al tiro diverse volte con Lapadula, senza però centrare la porta. Dopo un errore clamoroso di Álvarez davanti alla porta, la Samp chiude la faccenda.
Minuto 83: recupero palla di Torreira, che sale e di fatto serve Zapata in profondità. Qui sbaglia Perin, che non s'intende con Izzo ed esce, nonostante il difensore stia già arrivando sul colombiano. Zapata anticipa entrambi e serve Quagliarella solo in area, che può così depositare il 2-0 e la settima rete personale in campionato.
Il finale è del Genoa, che prova almeno a trovare il gol della bandiera senza riuscirci: un gran mancino di Veloso viene respinto da Viviano e Zukanovic si vede negare la rete dell'ex su colpo di testa. La Samp vince meritatamente, dimostrando che in questo momento storico c'è un gap tecnico notevole tra le due squadre.

La soddisfazione è palpabile.

Viviano 6.5; Bereszynski 7, Silvestre 7.5, Ferrari 7, Strinic 6.5; Praet 7 (dal 31' s.t. Álvarez 5.5), Torreira 6.5, Linetty 6.5; Ramirez 6.5 (dal 14' s.t. Barreto 6.5); Quagliarella 7, Zapata 7 (dal 41' s.t. Caprari s.v.).

Siamo alla terza vittoria di fila nel derby di Genova, dopo la doppietta della passata stagione. Uno strano dominio, che 12 mesi fa era inimmaginabile: la Sampdoria aveva preso Giampaolo dopo l'addio di Montella, mentre il Genoa si cullava sulla (solida) illusione che Juric potesse essere l'erede ideale di Gasperini.
Tuttavia, mentre Gasperson ha trasformato l'Atalanta in una macchina da guerra, il Genoa è affondato. I rossoblu hanno perso oltre il 2-0, che forse è un po' largo: alla fine il Genoa ha avuto le sue occasioni, ma non le ha sfruttate. Ed è la differenza dei particolari che ha portato al secondo esonero di Juric.
Mentre ci si chiede chi possa salvare una squadra in queste condizioni (Ballardini? Ma siamo sicuri?), una cosa va rimarcata. Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: Marco Giampaolo è diventato uno dei migliori allenatori del nostro campionato. Gestione del gruppo, identità tattica e spettacolo: tutto condensato nel tecnico abruzzese.
E non solo quello, perché quando gli hanno ricordato che al ritorno della pausa di Serie A ci sarà la Juventus al "Ferraris", Giampaolo ha mostrato una sincera eccitazione: «Una vittoria nel derby prima della pausa è un risultato straordinario, ti mette l'autostima giusta. Sono contento che ci sarà la Juventus al ritorno dalla pausa». Anche noi non vediamo l'ora.

Fabio Quagliarella, 34 anni, non si ferma più: primo gol nel derby di Genova.