29 agosto 2018

Inizio amaro.

Un'ora di pieno sonno e una preoccupante involuzione, dovuta a molteplici motivi: si va da quella che è sembrata una scarsa condizione alla difficoltà di integrare nuove soluzioni in un progetto tattico che è sempre uguale, ma che richiede nuovi eroi. La Sampdoria di Udine è stata tutta nella mezz'ora finale, ma non è bastata ad evitare la sconfitta per 1-0 in Friuli.

Marco Giampaolo, 51 anni, somatizza bene la sconfitta di Udine.

La Sampdoria si presenta a Udine con il solito 4-3-1-2: senza due-tre pezzi fondamentali del passato, Barreto è il regista per questa gara, mentre Colley, Audero, Jankto e Defrel sono alla prima assoluta in A con la Doria. Dall'altra parte, Julio Velázquez è reduce dal 2-2 di Parma e conta su De Paul e Machis per supportare Lasagna.
Il primo tempo è stato un dominio dei friulani. Già al 3' Audero tenta un'uscita avventurosa, ma fortunatamente Lasagna non lo punisce da 45-50 metri. Appena tre minuti più tardi, è Fofana a provare la conclusione dopo una respinta su angolo, ma ancora Audero si rende protagonista, evitando il peggio.
Ma al 9' l'Udinese passa in vantaggio: palla in diagonale da Fofana a De Paul, con l'argentino che finta di servire Samir sul taglio. Bereszynski segue correttamente il taglio dell'avversario ed è allora Andersen che dovrebbe uscire sull'argentino, ma il danese esita. Colley prova a coprire al posto suo, ma è tardi: Audero non può nulla ed è 1-0.
I padroni di casa non si fermano qui: palla in profondità per Lasagna, ma Audero è miracolo in uscita. Altri tre minuti e al 18' il portiere della Samp pone un altro mattoncino per salvare la squadra, stavolta su un colpo di testa di Behrami. E al 25' una sponda di Lasagna serve Machis, che corre alle spalle di Murru: un salvataggio con la faccia dell'estremo difensore doriano evita il 2-0.
Fortunatamente, il secondo tempo è diverso. L'Udinese rallenta e non è più lo tsunami dei primi 45', anzi la Samp sfiora il pareggio con una gran giocata di Defrel: servito da Quagliarella, l'ex Roma punta Nuytinck e lo salta parzialmente, quanto basta per trovare lo spazio affinché parta un tiro mancino. Purtroppo la palla finisce sul palo.
Dopo una girandola di sostituzioni e ammonizioni, la Samp deve aggiustare il tiro in campo per trovare il pareggio. Il merito è del cambio tra uno spento Jankto e il neo-arrivato Ekdal, sistemato nel ruolo di regista al posto di Barreto, con il paraguayano di nuovo mezzala. Subito Bereszynski impegna Scuffet al 70', ma il meglio deve arrivare.
Al 76' Kownacki sfiora il palo con un suo tiro da dentro l'area, mentre Linetty ha due conclusioni che per poco non centrano il pareggio: prima il pallone sfiora il secondo palo, poi il polacco impegna Scuffet in una parata complicata. E nel finale è Ekdal a essere contrato da Behrami a un passo dall'1-1. Purtroppo è l'ultima chance.
Infatti, l'Udinese ha persino un paio di occasioni nel finale per raddoppiare: Teodorczyk al 91' salta sia Murru che Andersen, ma non trova la porta di fronte ad Audero. E due minuti più tardi è Mandragora a impegnare il portiere della Sampdoria, costretto al corner. Finisce 1-0 per l'Udinese: forse meritatamente, ma il pareggio non era lontano.


Audero 6; Bereszynski 5.5, Andersen 5.5, Colley 5.5, Murru 5; Linetty 6, Barreto 4.5 (dal 24' s.t. Ekdal 6.5), Jankto 5; Ramirez 5 (dal 13' s.t. Saponara 6.5); Defrel 6, Quagliarella 5.5 (dal 27' s.t. Kownacki 6).

C'è un primo problema enorme da risolvere ed è quello del regista. Un problema che scorporato su due piani: se sostituire Torreira è semi-impossibile, mettere Barreto in quel ruolo dal 1' è stato un suicidio. Ekdal ha sicuramente rappresentato una soluzione migliore e chissà che persino il giovane Rolando Vieira non possa fin da subito essere un'opzione preferibile al paraguayano.
Il secondo ostacolo è il terzino sinistro: contro Machis, Murru è sembrato inadeguato, proprio come l'anno scorso, nonostante Strinic non ci sia più e lui abbia avuto la certezza di fare il titolare fin dal ritiro. La speranza è che Junior Tavares lo scavalchi nelle gerarchie, ma i 12 milioni messi a bilancio la scorsa estate pesano tutti. Ognuno di loro.
E davanti? Davanti il reparto sembra spoglio, vista l'età di Quagliarella e la poca fiducia in Caprari. Tuttavia, Defrel è sembrato pimpante e reattivo, sfiorando persino il suo primo gol in blucerchiato. Sopratutto il duo di trequartisti sembra nettamente migliorato, visto che Ramirez ha le sue prove incolori, ma Saponara è entrato bene nella ripresa.
Sull'Udinese non ho molto da dire: nel pre-campionato l'ho messa tra le papabili per la retrocessione, nonostante le prime due giornate di campionato e la buona rosa dal centrocampo in su provino altro destino per i friuliani. Julio Velázquez sta lavorando bene, ma ho timore che il reparto difensivo - soprattutto Scuffet - costeranno punti cruciali al club bianconero.
E ora? C'è il Napoli, una squadra che non battiamo da otto anni: l'ultima volta fu il 16 maggio 2010, il giorno dell'approdo in Champions League. Eppure anche la sola strada per tornare in Europa League - con questa squadra, questa condizione e meccanismi da raffinare - sembra lontanissima. Questo è stato un inizio amaro, speriamo che il proseguimento sia migliore.

Julio Velázquez, 36 anni, alla prima vittoria da allenatore in Serie A.

20 agosto 2018

Stagione che viene, eroi che trovi.

L'estate è finita (o quasi). La durata ristretta del calciomercato - grazie a Dio: non solo per ragioni logistiche, ma proprio di sopravvivenza lungo il caldo estivo - ha permesso alle squadre di Serie A di tracciare un bilancio al momento della prima giornata. E sebbene le tremende vicende del crollo di Ponte Morandi abbiano rinviato l'esordio della Sampdoria in campionato, si può tirare le somme prima della fine di agosto.

Marco Giampaolo, 51 anni, e una barba che cresce parallelamente alle difficoltà sul mercato.

A giugno avevo scritto che la Sampdoria difficilmente avrebbe potuto colmare la distanza che l'ha separata dall'Europa, ma c'erano delle cose da sistemare e dei legittimi dubbi. Come se la sarebbe cavata Osti senza la stampella Pecini? Chi sarebbe rimasto e chi sarebbe andato via? Quanto l'arrivo di Sabatini avrebbe condizionato il tutto in salsa sudamericana? E quali giocatori avremmo perseguito per la terza annata targata Giampaolo?

MERCATO IN USCITA - Voto 7-
(voto agosto 2017: 8,5)

Alla fine dello scorso campionato, la necessità era di liberarsi di alcuni pesi morti, in senso economico e tecnico (quindi non funzionali al progetto). Mentre si è fatta un po' di pulizia e si è usata la collaborazione con la Vis Pesaro per dare ad alcuni giovani minuti in Lega Pro, comunque alcuni punti sono clamorosamente mancati.
Vasco Regini e Jacopo Sala sono ancora a Genova, certificando come l'uscita dei due sia ormai virtualmente impossibile: il primo per motivi tecnici, il secondo per motivi economici (l'operazione con l'Hellas Verona del gennaio 2016 è una spada di Damocle sulle spalle della Samp). Rimangono in rosa, a disposizione di un tecnico che non credo conti su di loro.
Qualcun altro, invece, è andato via. Finalmente Ricky Álvarez è partito per il Messico - sfruttando la rescissione e firmando con l'Atlas -, mentre Matias Silvestre ha deciso di giocarsi le sue carte a Empoli, dove potrà fare da chioccia. Dispiace per la partenza di Emiliano Viviano, che ha trovato una chance unica di andare allo Sporting Lisbona per virtualmente chiudere la carriera.
Ci sono invece addii che erano annunciati, a partire da quello più grosso: Lucas Torreira ha salutato Genova dopo un biennio straordinario, accompagnato da un Mondiale da meritato protagonista. E quando finalmente l'Uruguay l'ha lasciato esprimere, l'Arsenal ha pagato 30 milioni di euro per averlo. Peccato per la clausola: per me, Lucas ne valeva 45-50 di milioni.
Allo stesso modo, si è scelto di lasciar andare Gian Marco Ferrari, ritornato al Sassuolo di fronte a una cifra impossibile per il riscatto. Se in fase di costruzione è stato utile, ha mostrato troppe debolezze nella seconda parte della stagione. Peccato anche per Ivan Strinić, ora ai box per un problema al cuore, ma passato al Milan dopo aver giocato la finale del Mondiale: per sei mesi, è stato il miglior terzino visto al Doria nell'ultimo lustro.
Diverse le operazioni di piccola taglia: sono curioso di vedere come si evolveranno le carriere di Michele Rocca e Giacomo Vrioni (rispettivamente in prestito a Livorno e Venezia), mentre ci saluta Andrés Ponce, trasferitosi all'Anzhi dopo tante premesse non rispettate. Allo stesso modo, Federico Bonazzoli ha una chance unica in un ambiente tranquillo come Padova.
Dopo tanta attesa, Valerio Verre è (giustamente) andato in prestito a Perugia, dove potrà giocarsi meglio le sue carte; lo stesso vale per Leonardo Capezzi a Empoli. Andrea Tozzo avrà un avanzamento di carriera in prestito all'Hellas Verona, mentre David Ivan - ve lo ricordate il gol al Palermo? - è finito alla Vis Pesaro. Ouch.
Chiusa finale su due pupilli personali e sulla cessione principale. Lorenzo Šimić e Filip Đuričić non faranno parte della Samp 2018-19: IMHO, due grandi errori. Šimić ha fatto discretamente a Empoli e Ferrara, ma Giampaolo non l'ha giudicato adatto al suo gioco (è rimasto in prestito alla Spal); il serbo ha vissuto quattro mesi straordinari a Benevento e ora dispenserà calcio a Reggio Emilia, sempre sotto De Zerbi.
Il finale è per Duván Zapata. Personalmente la cessione non mi trova in disaccordo: la cifra è consistente (14+12 = 26, ben più di quelli pagati al Napoli nell'agosto 2017), così come la sensazione che Giampaolo non fosse pienamente convinto dal centravanti. E neanche cederlo all'Atalanta è il problema, bensì non avere in mano un vero sostituto alla fine del mercato.

Duván Zapata, 27 anni, partito a sorpresa verso Bergamo.

MERCATO IN ENTRATA - Voto 6+
(voto agosto 2017: 7+)

Se da una parte le partenze sono state limitate (Praet e Bereszynski sono rimasti, invece pensavo sarebbero partiti), dall'altra le entrate sono state diverse, sebbene nessuna faccia urlare al colpo del secolo. Un paio ci si avvicinano - per necessità tecniche -, ma servivano tre colpi: un terzino sinistro, un regista per il post-Torreira e un altro centravanti. Diciamo che non siamo vicini a questo scenario.

Partiamo dai piccoli colpi: Vid Belec è rimasto con l'impressione di fare il secondo, ma sarà il terzo, perché la Sampdoria ha firmato Rafael - svincolato dal Napoli dopo quattro anni con tante ombre - come back-up. Gabriele Rolando è tornato dopo un ottimo anno a Palermo, ma parte da quinto terzino: un peccato. 
Bene invece il ritorno alla base di Maxime Leverbe, che era stato seguito dal Cagliari e che potrebbe essere il quarto o quinto centrale. Dipende come consideriamo Alex Ferrari, che per me è un esterno di fascia destra, quindi in competizione con Sala e Bereszynski: un giocatore volenteroso, che potrebbe essere utile in qualche momento della sstagione.
Per sostituire Viviano, la Sampdoria ha scelto Emil Audero: personalmente avrei evitato un affare di compra y recompra con la società più forte dello scenario italiano, ma il portiere di scuola Juventus ha fatto benissimo a Venezia e chissà che non si confermi a Genova.
Perché il mercato in entrata è stato appena sufficiente? Perché i giocatori sono arrivati, ma non sembrano aver colmato i tre buchi di parlavo a inizio paragrafo. Partiamo da davanti: ho apprezzato molto Grégoire Defrel tra Cesena e Reggio Emilia, ma il giocatore visto l'anno scorso a Roma - 20 presenze, una rete (su rigore) - non può valere 18,5 milioni di riscatto a fine anno.
Una vera e propria rapina a mano armata, inspiegabile per lo stato del francese, che comunque - nel sistema di Giampaolo - credo possa far bene. Serviva un regista per il post-Torreira? Saltato il ritorno di Obiang, si è puntato su un mix: da una parte l'esuberante gioventù di Rolando Vieira (arrivato dal Leeds per 6,5 milioni), dall'altra la solida esperienza di Albin Ekdal (che ho visto piuttosto in forma al Mondiale e non è costato praticamente nulla, quindi bene).
Per rinnovare parzialmente la difesa, due azzardi o scelte esotiche (lo scopriremo a fine campionato): Omar Colley è un difensore molto fisico, arrivato dal Genk e che va idealmente a sostituire Silvestre. Dovrebbe giocarsi il posto con Andersen, così come Júnior Tavares dovrebbe giocarselo con Murru: una scelta sudamericana in pieno stile Sabatini, ma forse sarebbe servito un terzino dal profilo molto più solido.
Ci sono però anche delle note positive. La prima è Jakub Jankto: la Sampdoria ha prelevato un giocatore stanco di rimanere a Udine, ma che può beneficiare dal passaggio tra le mani di Giampaolo. Dopo aver giocato da esterno in Friuli, l'obiettivo è trasformarlo in una mezzala: trucco già riuscito con Praet, perché non con lui?
Ma soprattutto Giampaolo riabbraccerà due pretoriani del suo anno a Empoli (costo complessivo dei riscatti a 16,5 milioni di euro): il primo è Lorenzo Tonelli, che è finalmente arrivato alla Sampdoria dopo 18 mesi di inseguimento a Napoli, dove la sua figura è stata poco valorizzata. Il tutto nonostante la presenza di Sarri: una cosa che non riuscirò mai a spiegarmi.
L'altro arrivo - al fotofinish - è quello di Riccardo Saponara, che ha giocato la miglior stagione della sua carriera sotto Giampaolo. Il 4-3-1-2 è tagliato per la sua presenza e sacrificare Ramírez qualche metro più avanti - piuttosto che passare al 4-3-2-1 - è la maniera giusta per far convivere tutti in pace. E personalmente non vedo l'ora di rivedere il giocatore ammirato a Empoli.

Si comincia domenica prossima, quando la Sampdoria sarà impegnata a Udine contro una squadra dai mille punti di domanda. Noi ne abbiamo di meno, ma la tensione tra Osti e Giampaolo, l'1-0 striminzito contro la Viterbese in Coppa Italia e un tecnico scontento per il mercato non depongono a favore del 2018-19, che rischia di essere una stagione incolore per la Sampdoria.

Lorenzo Tonelli, 28 anni, ha firmato per la Sampdoria dopo un anno e mezzo di inseguimento.