29 ottobre 2012

Adesso basta.

Certi spettri non vanno mai via. Non è bastata una promozione in rimonta e l'inizio di campionato a razzo per tranquillizzare l'ambiente. La Samp incassa la quarta sconfitta consecutiva, la seconda casalinga, perdendo contro il Cagliari per 1-0. A questo va aggiunto il dettaglio - non irrilevante - che la rete decisiva è dell'ex Daniele Dessena. Insomma, se ti può andar male, andrà sicuramente così. Inoltre, mercoledì si va a trovare un Inter cinica, ma in forma.. le prospettive non sono buone. Se c'è una cosa positiva, perlomeno la squadra ha dato qualche piccolo segnale di risveglio rispetto alle prestazioni di Verona e di Parma. Vediamo come è andata.

Daniele Dessena, 26 anni, esulta per il gol dell'ex che deciderà la partita.

La Samp riparte dopo la sconfitta al "Tardini" schierando il solito 4-3-3: Estigarribia è riportato nella sua posizione d'attacco, mentre Poli torna ad occupare il ruolo di mezz'ala sinistra a centrocampo. Dentro anche Soriano e Tissone per sostituire Obiang e Maresca, entrambi assenti per infortunio. Con Romero squalificato, è Berni a sostituirlo; il rebus vero è per il terzino sinistro. Costa squalificato, Poulsen ritenuto non idoneo da Ferrara, così come Castellini. E allora è Berardi a giocare a sinistra, con l'esordio dal 1' di De Silvestri come terzino destro. Il Cagliari, non avendo Cossu e Pinilla, davanti s'affida a Nené e Thiago Ribeiro con Nainggolan in appoggio alle due punte.
Il Doria parte bene nella prima frazione, esercitando subito una certa supremazia territoriale; il Cagliari, squadra solida ed accorta, aspetta e cerca di colpire in contropiede. Al 4', Estigarribia cerca di sorprendere Agazzi da fuori area, ma il portiere avversario blocca in due tempi; subito dopo, la Samp sfiora il vantaggio con un colpo di testa di Gastaldello. Sul corner battuto da Tissone, il capitano spedisce il pallone di poco a lato.
Al 9', l'unico squillo di tromba degli ospiti: il destro di Thiago Ribeiro è però centrale e Berni respinge senza problemi. Da lì in poi, la Samp tiene il pallino del gioco, ma non tira praticamente mai; l'impressione è che manchi la giocata negli ultimi 25 metri, dove i padroni di casa fanno girare il pallone senza mai centrare lo specchio della porta. Se escludiamo due tiri dal limite dell'area di Estigarribia ed Eder a lato, il primo tempo scivola verso la fine senza regalare emozioni, seppur la Samp sembri in controllo della gara.
Manco a farlo apposta, bastano 90 secondi a cambiare tutto. Al rientro degli spogliatoi, Gastaldello rinvia male di testa un lancio lungo della difesa del Cagliari e Thiago Ribeiro raccoglie il pallone; l'attaccante brasiliano arriva fino in area, dove serve Dessena, che di testa batte Berni per l'1-0 ospite. Stadio ammutolito e tifosi increduli, mentre Dessena inscena danze di gioia per il classico gol dell'ex.
La Samp ha subito l'occasione del pareggio al 50': punizione dalla distanza di Eder, Agazzi respinge in bager e Gastaldello è lì per metterla dentro di testa. Peccato che il capitano blucerchiato sprechi clamorosamente l'occasione, spedendo a lato. Sarà la più ghiotta occasione della partita ed il Doria comincia a pasticciare, a faticare nella costruzione del gioco. Il cambio Munari per Poli serve a far rifiatare il centrocampista in vista della trasferta di Milano; peccato, dato che era il migliore in campo per distacco. Eppure, l'ex Lecce trova subito il modo di farsi amare: punizione di Tissone e Munari mette dentro di testa per l'1-1. Grande esultanza, ma il gol viene inspiegabilmente annullato per fuorigioco di Maxi Lopez, che eppure non tocca la palla e quindi non contribuisce all'azione. Il numero 11 della Samp è in gioco, ma poco importa: diventano così tre gli episodi dubbi in quattro partite. Viene difficile parlare di sfortuna..
Da lì, la Samp scompare nella sua pochezza e crea solamente altri due tiri verso la porta avversaria: un altro colpo di testa di Munari ed un tiro-cross di Eder che Agazzi mette in angolo. Il Cagliari, invece, grazie all'inserimento di Ibarbo, trova modo di tenere palla in maniera più intelligente e difendere il risultato senza troppi affanni. Gli ingressi di Icardi e Juan Antonio per Tissone e Berardi alzano teoricamente il baricentro della squadra, ma in realtà non producono occasioni da gol. Addirittura sono gli ospiti a sfiorare il raddoppio, prima con un bel destro di Dessena dal limite dell'area, poi con Nené. In entrambe le circostanze, Berni è più che attento nel neutralizzare gli attacchi avversari. Finisce 1-0 e così diventano sono 15 anni che non si batte il Cagliari a Marassi: anche questi, del resto, sono record.

Munari, 29 anni, realizza il gol dell'1-1. Peccato che venga ingiustamente annullato..

Berni 6 | Onestamente, un lato positivo di questa partita è capire che il tuo terzo portiere può giocare qualche partita in Serie A. Sul gol qualcosina in più poteva fare, ma tutto sommato è sempre attento e sventa anche il 2-0 cagliaritano nel finale.
De Silvestri 5,5 | Se le sue sgroppate offensive sono una rinfrescante novità rispetto a Berardi, la sua poca tecnica e la sua scarsa capacità difensiva sono il contraltare delle sue caratteristiche tecniche. E (forse) una spiegazione al perché era la sua prima da titolare in campionato..
Rossini 5,5 | Partita senza infamia né lode, se non fosse che si lascia sfuggire Dessena nell'occasione del gol.
Gastaldello 5 | Sul capitano vanno due colpe più ampie rispetto al suo compagno di reparto. Il gol nasce da un suo errato disimpegno difensivo e si mangia il più facile dei gol per il possibile 1-1. Peccato, nel primo tempo era stato uno dei migliori.
Berardi 5,5 | Il contrario di De Silvestri. Sembrano "Pinco Panco" e "Panco Pinco". Se l'ex Fiorentina è veloce, atletico, offensivo, ma poco attento in difesa, Berardi è l'esatto opposto: granitico quando si deve difendere, povero quando si deve attaccare. Metterlo sulla sinistra, poi, non aiuta i suoi cross, che finiscono puntualmente in gradinata.
Tissone 5 | Ci si attendeva di più dall'argentino. Sappiamo tutti del fatto che sia compassato sul campo, ma ci si aspettava che le sue verticalizzazioni improvvise potessero accendere la Samp; non ce ne sono state. Qualcuno rimpiange addirittura Palombo..
Soriano 5,5 | Molto attivo, nel primo tempo il suo dinamismo aiuta il Doria a mantenere il pallino del gioco; nel secondo, però, scompare dal campo e sbaglia anche le cose più semplici.
Poli 7 | Decisamente il migliore. Nei primi 45', annulla Nainggolan e riparte con intelligenza, è ovunque. Poi Ferrara lo toglie, probabilmente per preservarlo in vista di Milano. Peccato.
Estigarribia 5 | Altra gara senza spunti per il paraguaiano; avrebbe le doti atletiche per impensierire Avelar ed ogni tanto ci prova, ma mai con continuità. L'ex Juve si sta rivelando una delusione, non sembra mai la giornata in cui possa cambiare la partita.
Eder 6 | Solita generosità, mette un paio di volte in difficoltà Agazzi con tiri da lontano, ma vede poco la porta da vicino.. figuriamoci da 25-30 metri.
Maxi Lopez 6 | Anche lui si sbatte, duella con tutti, artiglia palloni, ma poi tutti lo seguono a 20 metri di distanza ed è difficile far ripartire l'azione così.

Munari 6,5 | Entra e mi chiedo quale contributo possa dare al posto del migliore in campo fino a quel momento. Poi mi smentisce segnando il gol dell'1-1, inspiegabilmente annullato. Sfiora ancora la rete da angolo, ma è troppo tardi.
Icardi s.v. | Messo al posto di Tissone, non si capisce bene perché un ragazzo del '93 debba salvare la faccia ad una squadra che ha fatto due tiri in porta in 80 minuti. Si crea qualche spazio, ma non c'è occasione seria di ribaltare il risultato.
Juan Antonio s.v. | L'unica cosa che posso dirgli è: bentornato. Sarà utile nella rotazione delle punte.


E adesso? Si va a Milano, contro un'Inter che non gioca benissimo, un po' fortunata, ma molto cinica ed in grado di punirti quando meno te l'aspetti. A Bologna, i nerazzurri hanno tirato fuori una bella prestazione e Cassano non vede l'ora di timbrare da ex. Insomma, le previsioni non sono rosee, se ci aggiungiamo anche il fatto che mancheranno Munari e Krsticic, mentre Maresca ed Obiang paiono difficilmente recuperabili. Una cosa è certa: bisogna dire "basta". Basta a questa sfortuna che ci perseguita tra infortuni e decisioni arbitrali discutibili tra Napoli, Parma e Cagliari. Basta a questa pochezza offensiva, che sta letteralmente uccidendo questa squadra, nonostante Eder sia alla sua migliore stagione di sempre e Maxi Lopez si stia facendo in quattro per aiutare la Samp. Ma sopratutto basta a questa striscia di sconfitte, che ci sta trascinando verso la zona retrocessione. Tra l'Inter e l'Atalanta, potremmo dire basta anche a Ferrara come allenatore della Sampdoria; ma questo è un altro paio di maniche. Chi vivrà, vedrà: così si dice.

Andrea Poli, 23 anni: probabilmente il migliore dei blucerchiati in campo ieri.

23 ottobre 2012

Finalmente.

Nonostante le sue buone doti tecniche, si diceva sempre di lui: "In Serie A non ce la fa. In B è un valore aggiunto, ma nella massima categoria non riesce ad esplodere". Le esperienze con il Brescia ed il Cesena avevano fomentato questo luogo comune su Eder Citadin Martins, attaccante brasiliano ora alla Samp. E se in B ha confermato di essere un grande, finalmente con la maglia blucerchiata Eder sta esplodendo anche in Serie A. Diciamola tutta: era ora. Era ora che un giocatore con queste doti riuscisse a mettersi in luce, anche perché l'età è quella giusta e la stagione è lunga, il suo rendimento potrà solo migliorare ancora.

Eder, 26 anni, qui con la maglia dell'Empoli, la squadra con la quale è esploso in Italia.

Eder Citadin Martins, originario di Lauro Muller, nasce il 19 Novembre 1986 e muove i primi passi calcistici nel Cricuma, squadra allora militante nella Serie B brasiliana. Grazie al fatto di essere in possesso anche del passaporto italiano, l'Empoli - da sempre attenta ai talenti meno conosciuti - lo tessera per appena 500mila euro nel 2005, quando la squadra ha appena completato la risalita verso la massima serie italiana. Esordisce all'Olimpico di Roma contro la Lazio nel 2007, ma in due anni e mezzo in Toscana vede poco il campo, accumulando appena 5 presenze.
Così, il club del presidente Corsi decide di mandarlo a giocare: la meta è Frosinone, dove la squadra ha conquistato la B da poco e ha intenzione di mantenere la categoria. Eder vi arriva con la formula della compartecipazione nel Gennaio del 2008, nell'ambito dell'operazione che permette a Lodi il percorso inverso. Il brasiliano rimane un anno e mezzo nella città laziale, dove fornisce il suo contributo per il mantenimento della categoria: 20 gol in 53 partite permettono ai ciociari di mantenere la categoria.
Eder comincia quindi a farsi conoscere nel panorama del calcio italiano; l'Empoli fiuta l'affare e decide di riprenderselo, riscattando la metà del Frosinone per 2,3 mln. di euro. Sono soldi ben spesi: l'attaccante torna in Toscana e dimostra di valere qualcosa in più della Serie B, diventandone capocannoniere con 27 gol realizzati nel 2009/2010. L'Empoli conclude il campionato solo al decimo posto, ma Eder è ormai pronto per affrontare la sfida della Serie A.
La prima tappa nella massima serie è Brescia. I lombardi, neo-promossi in A, decidono di fare affidamento sul brasiliano, prendendolo con la formula del prestito con obbligo di riscatto; un obbligo che sarà esercitato dalle "rondinelle" solo a salvezza raggiunta. Purtroppo il Brescia, le cose non vanno come previsto ed un campionato tribolato terminerà con la retrocessione; per Eder, sei gol in 35 presenze sembrano poca cosa rispetto a quanto fatto vedere in B. Così, l'attaccante ci riprova la stagione successiva, stavolta a Cesena; i romagnoli hanno allestito una buona squadra e sembrano potersi salvare serenamente. Invece, il film è lo stesso, con la retrocessione ad attendere i romagnoli a fine anno. Eder fa peggio che a Brescia (due reti in 19 partite), ma stavolta non rimane fino ai titoli di coda. Una società ha messo gli occhi su di lui: è la Samp.

Se a Brescia non è andata bene, ancor meno fortunata è stata l'esperienza cesenate.

I blucerchiati, disperati per la sterilità offensiva in Serie B, hanno bisogno del famoso "giocatore di categoria" per tentare l'aggancio ai play-off, lontani 11 punti. Ben altri obiettivi rispetto all'inizio del campionato, ma Eder è l'uomo giusto. Il brasiliano parte piano e ha un primo mese d'adattamento, ma poi esplode in tutta la sua potenza: negli ultimi tre mesi del campionato, quando gioca, è lui a trascinare la squadra alla vittoria. Iachini, che lo ha già allenato a Brescia, lo conosce e sa come utilizzarlo al meglio. Nel momento decisivo per la ricorsa ai play-off, Eder ci mette la firma: assist contro il Brescia, gol a Vicenza, doppietta contro il Bari e rete sblocca-risultato a Modena. Su quei 10 punti che significano l'aggancio al sesto posto, c'è la firma dell'attaccante. Inoltre, l'ex Empoli non ha finito di stupire: nei play-off, il suo contributo è ancora una volta decisivo, sopratutto nella gara d'andata contro il Sassuolo (un gol ed un assist).
Una volta ottenuta la promozione e riscattato il ragazzo dal Cesena, molti si sono chiesti se Eder avrebbe nuovamente sofferto il palcoscenico della Serie A. Le due esperienze precedenti sembravano indicare che il giocatore sentisse la pressione ad alti livelli e che, per questo, avrebbe potuto incontrare le stesse difficoltà di sempre. Sono bastati i primi due mesi di campionato a cancellare tali incertezze: nel 4-3-3 di Ferrara, il brasiliano è probabilmente "l'insostituibile" per eccellenza. Senza di lui, la squadra fatica a carburare e lui è stato molto importante in questo primo scorcio di campionato.
Basta buttare un occhio su un'ipotetica media-voto di queste prime otto partite. Dal mio punto di vista (personalissimo, ma tant'è), dando un'occhiata ai voti assegnati nei primi due mesi di campionato, ci sono solo sufficienze. La media-voto che ho personalmente dato a Eder è di 6,64, la migliora della compagnia blucerchiata di quest'anno.
C'è da considerare poi un dato inconfutabile. La Sampdoria non aveva un giocatore così importante nel proprio sistema di gioco dai tempi di Cassano. Attenzione: ci tengo a frenare la rabbia di chi avesse mal interpretato questa dichiarazione al pc. Eder non è Cassano e probabilmente non lo sarà mai; ma c'è qualcuno che può negare la sua essenzialità in questa squadra? Non credo proprio. Ecco, Eder è fondamentale per questa Samp quanto lo era "Fantantonio" quando ancora gironzolava per Bogliasco. Nessuno di quelli provati fra questi due giocatori - i vari Macheda, Maccarone, Biabiany e Bertani - erano riusciti a fornire una tale continuità nemmeno quando si volava a livelli più bassi, se non addirittura in B. Infine, evidenzio un altro dato: la malleabilità di Eder. Mi spiego meglio: è un ragazzo, anzi un giocatore, che sa adattarsi a qualunque compagno d'attacco e nessuno sembra trovarsi male con lui. Ha fatto segnare Pellé, ha composto la coppia della promozione con Pozzi e adesso sta giocando bene al fianco di Maxi Lopez. Non solo: il brasiliano ha imparato anche a disporsi come prima punta, sacrificando la "cavalcata da lontano", che è un po' il suo cavallo di battaglia.
Cosa manca a questo ragazzo? Poco o nulla. E' già un idolo, forse anche per il suo continuo "cinguettare" su Twitter, ma questo non fa che renderlo più vicino a noi tifosi. Adesso deve solo migliorare sotto porta; speriamo che il gol realizzato contro il Parma sia solo l'inizio di tanti.


21 ottobre 2012

Di pochezza e d'arbitraggio.

Si spera sempre che la notte porti consiglio. Anche quando la notte è in realtà una pausa di due settimane, che dovrebbe consentire di studiare meglio il da farsi quando si è in difficoltà. A quanto pare, la Samp riparte da dove aveva lasciato 15 giorni fa, con una sconfitta. Stavolta non c'è solo la sterilità offensiva del Doria a giustificare questo 2-1 subito al "Tardini" di Parma, ma anche l'arbitro ci ha messo del suo. Non ho intenzione di nascondermi dietro le decisioni sbagliate del signor Peruzzo di Vicenza, ma se anche la società trova il tempo di lamentarsi sul profilo ufficiale di Facebook, allora è il segnale che l'era della pazienza è giunta al suo termine. Ma rivediamo quanto accaduto nella trasferta di Parma.

Maxi Lopez, 28 anni: per lui solo una mezz'ora prima di essere sostituito.

Con Gastaldello squalificato ed Obiang assente, Ferrara può consolarsi almeno per il recupero di Eder, che viene messo in campo nonostante non sia in condizioni ottimali. Ciò che sorprende, invece, è l'arretramento di Estigarribia, riproposto terzino sinistro dopo aver ben impressionato nell'ultima partita a Verona; evidentemente, Poulsen non è ancora pronto. A sostituire il giovane spagnolo in mediana, ci pensa Renan, finalmente alla prima chance in campionato. Davanti, è ancora Krsticic ad essere riproposto come esterno d'attacco. Anche il Parma è pieno di sorprese: a causa delle assenze di Benalouane e Lucarelli per squalifica, Donadoni passa ad un 4-4-2 puro, con Biabiany molto vicini al tandem d'attacco Amauri-Belfodil.
Se la partita con il Chievo fu un'agonia, il copione del match di Parma non sfugge a questo canovaccio: squadre poco grintose, Maresca e Valdes ad impostare nel nulla e neanche un tiro in porta. Solo la Samp prova qualcosa di convincente nei primi 25', con un destro al volo di Maresca dal limite dell'area che sfiora il palo alla destra di Mirante. Ma quando l'encefalogramma piatto della partita sembra essere una sentenza, il Parma trova il grimaldello per aprire la difesa avversaria. Minuto 34: Valdes lancia benissimo in profondità Biabiany, partito in posizione regolare grazie ad una disattenzione difensiva di Estigarribia. Il francese, in campo aperto, viene steso da Romero in maniera ingenua: è rigore, senza se e senza ma. Ciò che stupisce è il rosso che l'arbitro sventola in faccia al portiere blucerchiato, che gli costerà anche due giornate di squalifica; rosso ancor più strano, visto che Costa e Rossini erano ormai rientrati su Biabiany e quindi è difficile parlare dell'argentino come "ultimo uomo". Eppure, il signor Peruzzo non ha esitazioni e così Amauri si presenta sul dischetto, spiazzando il neo-entrato Berni; 1-0 e Samp in 10 uomini per il resto della partita. Inoltre, Ferrara ha tolto Maxi Lopez, lasciando il povero Eder solo contro la difesa dei padroni di casa; una mossa che si rivelerà avventata. Tolti i punti di riferimento davanti, la Samp non punge più ed il Parma sfiora il raddoppio su punizione, con Valdes che coglie solo il palo grazie alla deviazione di Berni.
Il riposo consiglia a Ferrara un altro cambio prima dell'inizio della ripresa: fuori Renan, dentro Soriano ad accompagnare l'azione dell'isolato Eder. Purtroppo, neanche il tempo di ambientarsi ed il Parma raddoppia: cross di Belfodil ed Amauri sfrutta il "mismatch" con Berardi per insaccare di testa il 2-0. Con la sterilità offensiva che c'è e l'uomo in meno, per la Samp il risultato è una montagna troppo grande da scalare. Ancor più quando Costa ha una buona occasione a pochi metri dalla porta, ma non la sfrutta. Insomma, la Samp ci mette più grinta, ma la vittoria sembra aver preso la strada di Parma. A confermarlo ci sono diverse occasioni per i ducali, che sfruttano l'uomo in più e sfiorano il 3-0, con Pabon ed Amauri ancora pericolosi dalle parti di Berni. Il Doria mette dentro De Silvestri per un deludente Berardi, ma cambia poco.
La svolta negativa della partita arriva al minuto 83: Soriano serve in profondità Eder, il brasiliano salta Mirante e sta per calciare, quando viene atterrato dal portiere di casa. Rigore sacrosanto, tutti si aspettano un rosso.. che però non arriva. E così l'ingiustizia è compiuta: la Samp, già responsabile di buona parte di questa sconfitta, viene punita con una decisione sconclusionata, visto il metro di giudizio dell'arbitro Peruzzo. Mirante si becca il giallo e tenta di parare il rigore di Eder, senza riuscirci: 2-1 e primo gol stagionale per il numero 23 blucerchiato.
Il finale è solo un'ulteriore sfoggio di bravura dei padroni di casa, che sfiorano ancora il gol con Biabiany ed Amauri. Il triplice fischio mette fine a quella che rappresenta la terza sconfitta consecutiva per gli uomini di Ferrara.

Amauri, 32 anni, festeggia dopo aver realizzato il rigore dell'1-0.

Romero 5 | Spiace dirlo, ma siamo a due errori in due partite. Stavolta le colpe sono meno gravi di quelle di Verona, ma certi eccessi andrebbero lasciati da parte. Possiamo perlomeno dire che la colpa non è unicamente sua..
Berardi 5 | A sinistra non c'è nessuno a tormentarlo, ma trova comunque il tempo di farsi male facendo un cross e di lasciare strada libera ad Amauri per il 2-0.
Costa&Rossini 5.5 | Entrambi non sembrano sicurissimi, ma Amauri non vede palla se non nell'occasione dei due gol. Quando, appunto, non lo marcano loro.
Estigarribia 5 | Poca spinta rispetto al finale di Verona e tanti metri lasciati a Biabiany. Tra il francese e Rosi, è una domenica da incubo per l'ex Juventus. Forse è il caso di riportarlo al ruolo originale.
Maresca 5.5 | La benzina finisce presto, questo è un problema grave.
Renan 5.5 | Evanescente anche lui, ma 45' forse sono pochi per scartarlo per il futuro.
Munari 5 | Inconcludente e nervoso.
Kristicic 5 | Anche stavolta lo incolpiamo per demeriti non suoi: il ruolo di esterno non è adatto a lui. Quando però c'è da combattere, è sempre in prima linea.
Eder 6.5 | Non è solo una questione di gol: lotta con Zaccardo ed approfitta della scarsa marcatura di Rosi per mettere in difficoltà gli emiliani. Continua ad essere un punto di riferimento importante per il tecnico.
Maxi Lopez 5.5 | La tentazione del "senza voto" c'è, dato che vede due palloni in mezz'ora.

Berni 6 | Non malaccio. Sui due gol non può nulla, sul resto fa il suo.
Soriano 6 | Uno dei pochi che strappa la sufficienza: il suo dinamismo aiuta la squadra in un momento di difficoltà.
De Silvestri 5 | Anche lui senza capo, né coda. Molti cross alla cieca vengono respinti dalla difesa di casa.

Adesso affronteremo un Cagliari rinato la prossima domenica in quel di Marassi. Sarà dura, i sardi hanno ritrovato la quadratura del cerchio dopo un periodo molto difficile, ma la vittoria ci serve. E' possibile raggiungerla, anche grazie ai probabili rientri di Juan Antonio e Poli e ai recuperi certi di Gastaldello ed Obiang. Serve sopratutto per non trasformare quella che deve (e sembrava essere) una stagione per una tranquilla salvezza in un sogno all'incontrario. E speriamo che la pochezza vista in queste partite non si ripeta, così come degli arbitraggi per lo meno discutibili.

Eder, 26 anni, solo contro tutti: una scena che si ripete troppo spesso ultimamente.

15 ottobre 2012

Nel ricordo del passato.

Una settimana senza il Doria in campo non è facile da digerire, sopratutto per chi ama la Samp e chi vorrebbe sempre vederla combattere sul prato verde. Fortunatamente Ferrara ha optato per un cambio di gestione di queste pause in questa stagione; infatti, dopo l'amichevole con il Parma di inizio Settembre, i blucerchiati hanno affrontato due giorni fa il Monaco a Marassi. Lo stadio non era certo gremito (l'orario ed il fatto che fosse un'amichevole non ha aiutato), ma vedere alcune "afecionados" è stato bello.
Il tecnico sampdoriano ha usato il test contro i monegaschi, secondi in Ligue 2, per verificare la condizione e la resa di alcuni ragazzi che hanno avuto poco minutaggio. Oltre a questo, la partita è servita anche a ragazzi come Poulsen e De Silvestri, per cercare di assorbire meglio i movimenti nello scacchiere dell'allenatore blucerchiato.
Volendo fare un breve riassunto, è chiaro come quelli con meno minuti nelle gambe volessero sfondare la difesa avversaria; il migliore è stato - come a Parma - il centrocampista brasiliano, sempre sul pezzo e voglioso di guadagnare posizioni nelle gerarchie in mezzo al campo. Buone anche le prove di De Silvestri, Tissone e Soriano; il terzino destro è stato una spina nel fianco dei monegaschi, l'argentino ha anche colto una traversa su punizione, mentre l'U-21 si è tolto la soddisfazione di un gran gol di tacco.
Prestazioni meno positive per Mustafi, Poulsen e Icardi. Il centrale tedesco ha avuto qualche piccola svista, ma tutto sommato è giovane e può capitare, mentre l'ex Barcellona sembra essere poco cattivo sotto porta, visto le occasioni capitategli e non sfruttate. Discorso diverso per il terzino danese: appena richiamato in nazionale per la sfida di Milano contro l'Italia, Poulsen è sembrato in miglioramento, ma il test non era probante. Bisognerà attendere.
Il risultato finale è giusto, dato che la Samp ha giocato con meno timidezza, sopratutto nel secondo tempo, quando si sono aperti molti spazi; insomma, un 2-0 che rimanda allo stesso risultato che consentì - 22 anni fa - di arrivare in finale di Coppa delle Coppe, poi vinta dalla Samp a Goteborg contro l'Anderlecht. Un tuffo nella storia.

Roberto Soriano, 21 anni, ringrazia Maxi Lopez, 28, per l'assist del 2-0.

A proposito di storia, allo stadio si è potuto ammirare anche una serie di striscioni a ricordare il più grande presidente nella storia sampdoriana, Paolo Mantovani. Ieri sono stati ricordati i 19 anni dalla sua scomparsa, in quel
14 Ottobre 1993; con la sua morte, un'epoca d'oro ha cominciato a chiudersi, nonostante l'arrivo della Coppa Italia nel Maggio dell'anno successivo.
Paolo Mantovani era di Roma, nato nel 1930, e proprio in occasione della trasferta nella capitale contro i giallorossi, il Comune di Roma ha compiuto un grande gesto: infatti, è stata intitolata una strada all'ex presidente sampdoriano.
E' stato bello vedere come anche una città che ha vissuto meno le imprese calcistiche del grande Presidente ha saputo dargli il giusto riconoscimento; folta la presenza di tifosi blucerchiati, nonostante la distanza notevole che separa Genova dalla capitale. Per la realizzazione della via, va dato il merito all'assessore (sampdoriano) del XI Municipio, Roberto Martinelli, in grado di spingere per tanto tempo affinché la via potesse essere intitolata a colui che ha reso così tanto felici i tifosi della Sampdoria.
Importante anche la presenza di alcuni esponenti dei quadri dirigenziali della società, con il d.s. Sensibile e l'a.d. Sagramola presenti sul posto, così come il presidente della FIGC Giancarlo Abete. E' stato un bel momento, così come è stato toccante il ricordo allo stadio durante l'amichevole con il Monaco, condito da striscioni per Mantovani. Insomma, un grande omaggio nel ricordo del passato.

L'immagine della via intitolata a Paolo Mantovani il 26 Settembre 2012, nel XI Municipio di Roma.

10 ottobre 2012

Di difensivismo si muore.

Dieci punti in sette partite. Va bene, in realtà dovremmo dire "undici", se non fosse per il punto di penalizzazione con il quale è partito questo campionato della Sampdoria. Il bilancio della squadra di Ferrara si può dire buono, un eccellente passo per cercare la salvezza in anticipo. Ma analizzando le singole partite, c'è qualche rimpianto? E quanto effettivamente abbiamo avuto fortuna? Forse si sarebbe potuto fare meglio o forse siamo stati fortunati in qualche frangente. Rivisitiamo questo prime sette giornate, cercando di fare un equilibrato resoconto di quanto si è ottenuto lungo il nostro cammino.

Ciro Ferrara, 45 anni,: la sua Samp ha avuto un buon inizio, ma sta rallentando.

Milan-Sampdoria 0-1 - 68' Costa
Inutile dire che la gara d'esordio è solitamente quella più difficile. Non ha fatto eccezioni l'inizio a San Siro, dove la Samp affrontò un Milan in grosse difficoltà, tuttora irrisolte. La squadra si presentò con un 4-3-3 mascherato da 4-5-1, con Kristicic ed Estigarribia ali dietro l'unica punta Eder. Il gol di Costa fu uno dei pochi tiri in porta di tutta la partita; entrambe le squadre dimostrarono di essere in rodaggio; forse, anche alla luce del palo di Boateng e del salvataggio finale di Gastaldello su Flamini, il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Ma in un esordio di campionato ti prendi ciò che ottieni e la vittoria è stata adeguatamente festeggiata.

Sampdoria-Siena 2-1 - 45' Maxi Lopez (Sam), 62' Vergassola (Sie), 68' Gastaldello (Sam)
Qui il risultato è stato uno dei pochi giusti di tutto il campionato: l'esito finale viene perfettamente rispecchiato dal 2-1 ottenuto dai blucerchiati. Anzi, volendo essere sinceri, il solo gol di vantaggio stette stretto a quella Samp, che giocò molto bene, grazie all'apporto di un vero 4-3-3, con Maxi Lopez al posto di Kristicic dall'inizio. Poli a centrocampo mostrò una buona grinta e la difesa non ebbe quasi nessuna sbavatura.

Pescara-Sampdoria 2-3 - 31', 76' Maxi Lopez (S), 63' Estigarribia (S), 75' Celik (P), 90' Caprari (P)
Nella città abruzzese, la Samp ebbe la fortuna di avere un cinismo sotto rete degno della grande squadra. In difficoltà per buona parte del primo tempo, il Doria riuscì a sbloccare il risultato con un gol del solito Maxi Lopez; nella ripresa, dopo il raddoppio di Estigarribia, il Pescara accorciò subito le distanze con Celik, appena entrato e servito da Quintero. Tempo di rimettere palla a centrocampo ed ancora il numero 10 blucerchiato mise dentro il 3-1. Nel finale, il gol di Caprari servì solamente per il tabellino finale. Va detto che il Pescara colpì due traverse ed ebbe delle buone occasioni. La vittoria fu un buon risultato, ma venne cementificata solo nella ripresa, avendo numerose occasioni di fronte ad un Pescara scoperto.

Festa a San Siro: Andrea Costa, 26 anni, ha appena segnato il gol-vittoria.

Sampdoria-Torino 1-1 - 69' rig. Bianchi (T), 84' rig. Pozzi (S)
I maggiori rimpianti derivano probabilmente da questa partita. Nonostante venti minuti iniziali molto difficili, con il Torino a tenere costantemente la palla, la Samp fu in grado di creare tante palle-gol solo nella prima frazione; su tutte, la traversa di Maresca su punizione. Il Torino, scomparso gradualmente nella ripresa, ebbe il merito di conquistarsi un rigore, grazie ad un'ingenuità di Soriano. Trasformato in gol da Bianchi, la Samp conquistò il pareggio grazie all'ingresso di Eder, in grado di mettere in difficoltà la difesa avversaria e guadagnarsi un altro calcio di rigore. La rete di Pozzi portò il pareggio in cascina; i punti sarebbero potuti essere tre, se Gillet non si fosse inventato un altro miracolo - negli ultimi istanti della gara - su un tiro all'incrocio di Eder.

Roma-Sampdoria 1-1 - 34' Totti (R), 62' Munari (S)
Senza Maxi Lopez, squalificato per due turni, la Samp si presenta a Roma con lo stesso assetto (difensivista) di Milano, quando forse sarebbe meglio aggredire la Roma offensiva di Zeman. Andati in svantaggio per un gol del solito Totti, i blucerchiati riescono a reagire, pareggiando su un regalo di Stekelenburg, prontamente sfruttato da Munari. Dopo un buon primo tempo, i padroni di casa si spengono e per poco la Samp non ne approfitta, sfiorando il successo su un contropiede di Icardi. Tutto sommato, contro i giallorossi spentisi al 60' o giù di lì, il risultato si può considerare adeguato.

Sampdoria-Napoli 0-1 - 67' rig. Cavani
A Marassi va in scena uno scontro fra prime delle classe: il Napoli, primo in classifica con la Juve, arriva per sfidare la terza forza del campionato. Nel primo tempo, la Samp riesce a soffocare il gioco dei partenopei, grazie ad un 4-5-1 asfissiante, che taglia le fonti del gioco napoletane. Nella ripresa, i padroni di casa non si scoprono e non producono nessun tiro nello specchio della porta avversario; gli ospiti giocano male, ma riescono a sfruttrare l'unica occasione che gli si propone. Contropiede magistralmente guidato da Hamsik, fallo di Gastaldello e rigore; oltretutto, rosso diretto al capitano sampdoriano per fallo da ultimo uomo. Se l'espulsione sarebbe arrivata comunque (Gasta era già ammonito), il rigore in realtà non c'è, poiché il fallo è stato commesso appena fuori dall'area. Cavani va dal dischetto e non perdona. 1-0 immeritato, perché la Samp - con quell'assetto tattico - non avrebbe segnato neanche giocando tutto il giorno; il Napoli, invece, ha fatto poco per meritarsi il successo.

Chievo-Sampdoria 2-1 - 45' Thereau (CV), 61' Maresca (S), 88' Di Michele (CV)
E veniamo all'ultima partita, quella disputata al "Bentegodi" di Verona. La Samp si presenta senza Eder e Pozzi, con il solito 4-3-3 mascherato ed un baricentro di squadra molto basso. Nel primo tempo, gli undici in campo non ne azzeccano una; non fanno meglio quelli del Chievo, che però trovano il vantaggio sul finire del primo tempo, grazie ad uno svarione della difesa blucerchiata. Nella ripresa, la punizione di Maresca illumina un arcobaleno che vale il pareggio; nonostante questo, il Doria non combina molto neanche nella seconda frazione. Quando la partita sembra indirizzata verso un mesto pareggio, Di Michele tenta il tiro della disperazione e l'eccessiva sicurezza di Romero gli dà una mano. 2-1 per i clivensi ed un'occasione sprecata per cercare di allontanarsi ulteriormente dalla zona salvezza.

Gastaldello, 29 anni, aggancia Hamsik, 25, appena fuori dall'area: l'episodio più discusso.

Quindi, facendo un conto veloce, mancano un paio di punti. Insomma, è un bilancio fantasioso, ma che non sembra essere molto diverso da quello reale. Ciò nonostante, non si può fare un appunto a Ciro Ferrara: a lui va dato il merito di aver portato avanti un'ottima gestione della linea verde e di aver ringiovanito la squadra, già rinnovata dopo l'anno di B. Tuttavia, non si può chiudere un occhio sul suo eccessivo "difensivismo", che potrebbe crearci più problemi di quanti effettivamente ne abbiamo.
Infatti, capisco benissimo come Ferrara debba ovviare all'unico errore fatto nel calciomercato estivo dalla società: la mancanza di un vice-Estigarribia. Sebbene questo sia un fardello pesante in una rosa con nove centrocampisti ed un esterno di ruolo, non si capisce perché si debba "castrare" tecnicamente questa squadra. Non si comprende perché non sia stata una chance seria ad Icardi, nemmeno a Verona, dove mancava mezzo attacco e forse il giovane ex Barcellona avrebbe potuto essere d'aiuto. Speriamo che in Gennaio la società venga incontro all'allenatore, provvedendo nel reperire un esterno d'attacco, magari sacrificando qualche mediano di troppo.
Tuttavia, Ferrara farà meglio a prestare attenzione. Nessuno pretende di arrivare nelle posizioni più alte quest'anno, con una squadra che deve accumulare esperienza: l'obiettivo è salvarsi con qualche giornata d'anticipo. Ma impostare formazioni super-difensive non ci consentirà di centrare l'obiettivo agevolmente. Sapete come si dice: di difensivismo si muore.

Nenad Kristicic, 22 anni, è uno di quelli che sta soffrendo l'assetto di Ferrara.

07 ottobre 2012

L'alba dei morti calcianti.

Non sembra possibile crederci, ma ieri la Samp sembrava aver agguantato un punto giocando una delle più brutte partite negli ultimi due anni. Eppure, quando tutto appariva fatto, ecco la papera di Romero ed il Chievo si porta a casa tre punti insperati, che li rilancia dopo cinque sconfitte consecutive. La squadra di Corini respira, mentre quella di Ferrara annaspa. Attenzione però: chi non ha visto la partita ci cascherà e darà la colpa al portiere argentino, fino a qui autore di un ottimo campionato. Invece, guardando il quadro generale, si potrà osservare come c'è un colpevole per questa sconfitta. Solo che il suo nome non corrisponde a quello del portiere della nazionale albiceleste.

La Samp arriva a Verona con diverse defezioni a condizionare la conta dei presenti. Fuori Eder, Pozzi, Poli e Juan Antonio per infortunio e Gastaldello per squalifica, il Doria si presenta in casa del Chievo con un 4-3-3 mascherato, che in realtà è un 4-5-1. Kristicic ed Estigarribia sugli esterni, a confermare un'eccessiva attenzione alla fase difensiva; dentro di nuovo Maxi Lopez in avanti ed esordio di Poulsen sull'esterno sinistro, con Costa spostato al centro. Il Chievo, oltre ad essere reduce da un cammino terribile, schiera in campo una formazione dal baricentro estremamente arretrato: un trequartista esterno, Stoian, e due punte, con Di Michele che parte largo in appoggio a Thereau. Aggiungiamoci un centrocampo fatto di tanta quantità e pochissima qualità (M. Rigoni, Guana, Hetemaj) ed il cerchio sembra concluso. La Samp può e deve vincere, per allontanare ulteriormente una rivale nella corsa-salvezza.
Passano pochi secondi e Romero è subito impegnato dai padroni di casa, dopo aver sbagliato un rinvio, ma l'ostacolo di Hetemaj viene considerato fallo. Se queste sono le occasioni della partita, vi lascio immaginare quanto poco le squadre combinino nei primi 45'. La Samp produce - nel suo sforzo massimo - un tiro da 30 metri di Estigarribia, che accarezza la traversa, ed un destro di Maxi Lopez dal limite dell'area, parato senza sforzi da Sorrentino. Il Chievo, invece, tiene maggiormente il pallino del gioco, affrontando una Samp timida e senza spunti eccezionali. Prima Costa non si capisce bene con Romero e rischia il patatrac, con Thereau contrato dal portiee argentino; poi è Di Michele ad intimorire la difesa avversaria su calcio di punizione. Quando il primo tempo sembra avviato verso la fine, il Doria subisce il gol del vantaggio clivense. Maresca batte due calci d'angoli consecutivi molto bassi, respinti dalla difesa del Chievo; parte un contropiede simile a quello subito nell'occasione del rigore del Napoli la scorsa settimana. Fortunatamente, il passaggio finale è sbagliato e Romero prova a sbrigliare la situazione con un rinvio, che si rivela però basso. Poulsen non ha il più felice dei controlli e lascia la palla a Rigoni, che serve Thereau in area: dribbling al danese e a Rossini e il numero 77 gialloblu porta in vantaggio i padroni di casa.
1-0 e tutti negli spogliatoi. Bella botta, ma si vede che la Samp ha il baricentro troppo basso e ci si aspetta qualche cambio da Ferrara.
Non succede niente, invece; la Samp continua a giocare in maniera arretrata, seppur crei qualche pericolo dalle parti di Sorrentino. Nonostante ciò, il Chievo continua a farsi vedere sporadicamente nei pressi di Romero, costretto alla super-parata su Di Michele. Quando tutto pare fermo, un altro episodio cambia l'inerzia della partita. Estigarribia si guadagna una bella punizione dai 20 metri; Maresca, memore delle due traverse contro Siena e Torino, stavolta non sbaglia, nonostante un uomo sulla linea. 1-1 e primo gol dell'ex Malaga con la maglia blucerchiata.
Adesso, con un po' di coraggio, la partita si potrebbe anche vincere. Ma qui subentra la pessima gestione tattica di Ferrara, che decide di non scorprirsi per tentare la strada del trionfo. Invece, la Samp continua a creare problemi da fuori, con due tiri di Kristicic e Rossini, che però non centrano lo specchio della porta.
Ad ulteriore conferma di quest'orientamento, il tecnico del Doria inserisce addirittura Soriano e Tissone per Poulsen e Kristicic, spostando Estigarribia come terzino sinistro e giocando con un 4-5-1 molto staccato. Con 10 giocatori dietro la linea della palla e Maxi Lopez lasciato a se stesso, ci vorrebbe un altro episodio per sbancare Verona.
Invece, è il Chievo a trovare il jolly. All'88', Frey ruba palla con fallo discutibile su Obiang, che avrebbe causato il secondo giallo del veronese e la conseguente espulsione. L'azione prosegue e Di Michele cerca il tiro della disperazione dal limite dell'area e Romero sembra in grado di agguantare il pallone. Sfortunatamente, l'argentino cerca una presa e non la respinta, perdendosi così il pallone e regalando il 2-1 ai padroni di casa. Il finale, con Icardi dentro al posto di Obiang, è solo un tentativo (neanche troppo convinto) di cercare il pareggio. Ma i blucerchiati non ci riescono e perdono anche l'imbattibilità in trasferta.

Romero 4.5 | Sarebbe sbagliato dare la colpa a lui della sconfitta. Sono errori, capitano. Sopratutto non possono condizionarlo, visto che è stato un fattore decisivo in quest'inizio di campionato. Due errori condizionano entrambe le azioni che portano ai gol clivensi.
Berardi 6.5 | Uno dei pochi da salvare. In una partita molto difensiva, Berardi sguazza agevolmente nelle marcature e non sbaglia un colpo. Davanti non si vede mai.
Rossini 6 | Thereau non vede palla grazie a lui.
Costa 5 | Se Thereau crea qualche pericolo, è grazie all'ex Reggina. Che sembra in grosse difficoltà ultimamente; speravo si riprendesse in versione centrale difensivo, così non è stato.
Poulsen 5 | Per lui vale il discorso fatto su Romero: non penalizziamo subito. Certo, è sembrato in grado di sbagliare anche il più semplice degli stop, ma dobbiamo dargli tempo. La pausa potrebbe fargli bene.
Maresca 6 | La sufficienza deriva dal gol, altrimenti "Enzino" fa fatica a districarsi nel centrocampo tutto botte del Chievo. Tiene bene nel primo tempo, ma nel secondo scompare: la sua tenuta atletica preoccupa. E sopratutto: queste punizioni, corner, calci d'angolo.. non bassi, per favore.
Obiang 6 | Fa vedere qualcosina sopratutto nella ripresa, quando la Samp alza leggermente il ritmo, evitando di far vedere l'encefalogramma piatto.
Munari 5.5 | Corre a vuoto, sopratutto nella prima frazione. La sua fascia di capitano non gli fornisce motivazioni particolari.
Kristicic 6 | Prova a fare quel che può, ogni tanto effettua aperture interessanti, ma nulla che cambi il corso della gara. Insomma, il compitino; quello che può fornire facendo un ruolo non suo.
Estigarribia 5.5 | Primo tempo inguardabile, peggio che con il Napoli; tutto ciò nonostante la bomba da 30 metri che accarezza la traversa della porta avversaria. Migliora visibilmente quando viene schierato terzino.
Maxi Lopez 5 | Tante botte e zero spunti. Lasciato solo alle cure di Cesar e Dainelli, l'argentino rimedia parecchi scontri, che però non lo mettono davanti alla porta di Sorrentino.

Soriano 5.5 | Schierato ancora una volta da esterno d'attacco, in realtà aiuta ad abbassare ulteriormente il baricentro della Samp, in un momento in cui bisognerebbe schiacciare gli avversari.
Tissone s.v. | Non fa molto nei 10 minuti in cui è in campo.
Icardi s.v. | A.A.A. cercasi ragazzino di 19 anni che salvi la partita all'improvviso. Non può essere Icardi, per questo va fatto giocare.

Inutile dirlo, ma meglio ricordarlo: la partita l'ha persa Ferrara. Un atteggiamento iperdifensivistico, unito alla poca personalità dei giocatori (sopratuto nella prima frazione), ha causato quella che era una sconfitta evitabile. Tutto sommato, il Chievo - nonostante QUESTA Samp - non ha meritato la vittoria; il risultato più giusto sarebbe stato uno 0-0, che comunque non avrebbe espresso la pochezza disarmante mostrata dalle due squadre. I gol derivano da prodezze o errori dei singoli. Ed il bello è che qualcuno crederà che la colpa di questa sconfitta è di Romero o che Corini ha magicamente revitalizzato il Chievo. Siamo sinceri: non è così. La Samp ora affronta la pausa, con la consapevolezza che bisognerà cambiare rotta in quanto a "atteggiamento di gioco". Ci si salva con un po' più di coraggio, non con queste barricate inutili. Ci aspetta il Parma al Tardini: speriamo di non mettere in scena un altro revival de "L'Alba dei morti viventi". O di quelli calcianti, se preferite.

Sergio Romero, 25 anni: ieri sera (forse) al suo primo errore marchiano in maglia blucerchiata.