21 dicembre 2015

Meno venti.

Dopo sette turni, finalmente una gioia. La striscia negativa della Samp giunge a conclusione, per fortuna: un 2-0 al Palermo in una fredda serata invernale permette ai blucerchiati di muovere in maniera più sostanziosa la propria classifica, salendo a quota 20. Ai siciliani - infuriati con l'arbitro Fabbri - non resta che un Natale di paura.

Antonio Cassano, 33 anni, autore di un'ottima partita ieri.

La Samp si presenta alla sfida contro il Palermo dopo l'amara uscita dagli ottavi della Coppa Italia contro il Milan. Si continua sulla strada di questo particolare 4-3-3 voluto da Montella, che diventa 4-5-1 in fase difensiva: Cassano è l'unica punta. Schieramento diverso per Ballardini, che punta su un 4-3-1-2 e la coppia d'attacco Trajkowski-Gilardino.
La partita si presenta come combattuta fin dall'inizio, seppur siano soprattutto i padroni di casa a gestire il flusso del gioco. Soriano ha due buone occasioni dal limite, ma le spreca entrambe difettando in precisione del tiro. Il Palermo risponde con tre tentativi dalla distanza, con la coppia d'attacco rosanero che impegna Viviano ad alcuni interventi.
Gli ospiti lamentano la mancanza di un calcio di rigore per un'evidente trattenuta di Cassani su Gilardino, ma il Palermo sparisce per il resto del primo tempo. Da lì la Samp domina, con Cassano che si ritrova a giostrare la manovra d'attacco. Fernando che ha l'occasione più importante su calcio piazzato: solo un miracolo di Sorrentino evita il vantaggio blucerchiato.
Si chiude il primo tempo sullo 0-0, ma lo scenario non cambia la ripresa. Gilardino prova a chiedere un altro rigore, ma stavolta è lui a mollare una gomitata a Moisander al limite dell'area. La Samp spinge meno della ripresa, ma ha un grande merito: quello di chiudere la partita con le due azioni-chiave della ripresa.
La prima è al 52': Cassano viene cercato in profondità, dove scherza Gonzalez e alla fine mette in mezzo. La palla attraversa tutta l'area, prima che Soriano si ritrovi solo e concluda di mancino a pochi metri dalla porta. Sorrentino è battuto e la Gradinata Sud può esultare: quarto centro in campionato per il capitano blucerchiato.
La seconda è al minuto 75: la Samp sta gestendo il risultato, mentre il Palermo fatica a creare qualche occasione. Così Muriel - entrato al posto di Cassano - serve largo Ivan, che non lascia rimbalzare il pallone al limite dell'area e scavalca Sorrentino in uscita con un perfetto lob. Il raddoppio consegna la vittoria alla Samp e il primo gol in A allo slovacco.
La festa è grande, ma la Samp ha almeno altre tre occasioni per triplicare il divario: Carbonero e soprattutto De Silvestri si vedono negare la gioia del gol dal portiere siciliano, migliore in campo dei suoi. Dall'altra parte, Viviano si disimpegna con un bel salvataggio su Trajkowski e un volo plastico su Lazaar: è finita. Finalmente c'è la vittoria per Montella, la prima della sua gestione.

Franco Vázquez, 26 anni, disteso e deluso per il suo Palermo.

Viviano 6.5; De Silvestri 6, Moisander 6.5, Regini 6, Cassani 6.5; Barreto 6.5 (dal 32' s.t. Lazaros s.v.), Fernando 7, Ivan 7.5; Soriano 7 (dal 41' s.t. Coda s.v.), Carbonero 6.5; Cassano 7.5 (dal 25' s.t. Muriel 6.5).

L'arbitraggio è stato oggetto del contendere nel post-gara: sia Ballardini che il patron Zamparini hanno avuto modo di lamentarsi dell'operato del sig. Fabbri. Per quanto il soggetto in questione mi sembri troppo duro con i giocatori, il Palermo ha ragione a metà. C'è un rigore mancante per un fallo di Cassani su Gilardino, ma i siciliani hanno mostrato diverse lacune.
A Genova è arrivata una squadra che non può prescindere dal talento di Franco Vázquez, giocatore tanto elegante quanto in difficoltà in questo momento. Vi parla uno che adora la classe dell'italo-argentino (due tunnel anche ieri), ma che vede il Palermo troppo aggrappato alle sue magie (e a quelle di Dybala, che però se n'è andato a Torino). Servirà altro per salvarsi con tranquillità.
E la Samp? Finalmente si vede la mano di Montella. E non solo a livello di gioco, dove i privi vagiti del tiki-taka montelliano si intravedono. Anche i singoli sembrano in parte rigenerati: Moisander non è continuo, ma sta offrendo prestazioni migliori, Fernando è tornato in formato XL, Viviano sembra non aver problemi con Montella.
Due gli uomini in luce ieri. Il primo è David Ivan, proclamato eroe della Gradinata Sud dopo il bellissimo e primo gol in A. Lui ha la testa sulle spalle, speriamo che il ragazzo si faccia. Antonio Cassano di apparizioni ne ha fatte di più, ma ieri è stata la prima prova debordante di FantAntonio: era ovunque e il derby si avvicina.
Già, il derby. Per ora il futuro, almeno per le prossime due settimane, ma l'attualità parla di una Samp che sta pian piano trovando la sua nuova strada. Il mercato dovrà assecondare questa nuova identità, con rinforzi adeguati. E il Genoa? Beh, soffre, viene contestato ed è quart'ultimo con l'allenatore migliore della sua storia. A noi mancano venti lunghezze alla salvezza, a loro forse qualcosa in più, non solo in termini di punti.

Samp in festa: è la prima vittoria dopo un digiuno di sette gare.

18 dicembre 2015

Arrivederci a giugno.

Quant'è difficile esser sampdoriani in quest'ultimo lustro. Molto, molto difficile. Sembra quasi che storicamente la Samp si stia trasformando in una di quelle piazze a cui piace complicarsi la vita. Lo si è visto ancora ieri, quando il Milan è passato per 2-0 al Ferraris negli ottavi di Coppa Italia. Un'occasione clamorosa che non tornerà più.

Vincenzo Montella, 41 anni, aspetta ancora la prima vittoria con la Samp.

Partita decisiva per le sorti di Mihajlovic, il Milan si presenta a Genova con molti titolari: 4-4-2 con Cerci e Bonaventura larghi, mentre Bacca-Niang è la coppia d'attacco. Dal canto suo, Montella opta per un 4-5-1, con Bonazzoli titolare dal primo minuto largo sulla fascia destra e Muriel di nuovo dal primo minuto nel ruolo di unico centravanti.
I primi venti minuti vedono la Samp padrona del campo, ma senza spunti che portino a conclusioni verso lo specchio avversario. Il Milan rimedia diversi ammoniti (ben tre nel primo tempo), ma anche alcune occasioni: Bonaventura impegna Viviano, Niang sfiora due volte il vantaggio. Solo dopo 10' di paura la Samp si riprende il campo.
I blucerchiati chiudono in crescendo la prima frazione: Fernando ci prova dalla distanza, Muriel e Carbonero costringono Abbiati a mettere due volte la palla in corner. Sembrano esserci dei buoni segnali. Si va al riposo convinti che la storia della Samp stia per girare. In realtà, il secondo tempo racconterà un'altra storia.
Al 50', il Milan va in vantaggio: ingenuità di Regini, che si spinge in avanti ma perde la palla con un dribbling di troppo. A quel punto ripartono gli ospiti, con Bacca che trova Niang in profondità: Viviano esce, ma non può impedire l'1-0 dei rossoneri. Per il francese è il terzo gol in qualche settimana contro la Samp.
I padroni di casa vorrebbero rimetterla in piedi, ma Muriel spreca un'ottima chance davanti ad Abbiati. In più ci si mette Zukanovic, espulso al 63' per proteste reiterate contro l'arbitro Celi: è vero che il fallo su Kucka è di dubbia sanzione, ma il bosniaco si avventa contro il direttore di gara e, non contento del giallo, lo insulta ancora. Rosso inevitabile.
La partita finisce sostanzialmente lì. Tanti i cambi, ma è il Milan a sfiorare il raddoppio in un'occasione con Bacca. Cassano ha l'ultima (e seconda) chance al 90', con un destro che sfiora il palo alla destra di Abbiati. Purtroppo non va dentro: anzi, qualche minuto più tardi è Bacca a raddoppiare servito da Honda. Finisce qui la Coppa Italia della Samp, durata appena una partita.

Emiliano Viviano, 30 anni, incassa l'1-0 di M'Baye Niang, 21.

Viviano 5.5; Cassani 5, Zukanovic 4.5, Moisander 6, Regini 5.5; Ivan 5.5, Fernando 6.5, Soriano 6; Bonazzoli 5 (dal 15' s.t. Christodoulopoulos 5), Carbonero 5 (dal 23' s.t. Mesbah 5.5), Muriel 6 (dal 31' s.t. Cassano 6) - già pubblicate su SampNews24

E siamo qui a piangere un'altra occasione persa, stavolta in Coppa Italia. Già, perché il Milan affronterà il Carpi (vincente nella sfida contro la Fiorentina): una di queste due squadre attenderà poi in semifinale la vincente di Spezia-Alessandria (che hanno rispettivamente eliminato Roma e Genoa). Una fetta di finale anticipata.
La Samp perde l'ennesima occasione storica: una caratteristica che sembra ormai contraddistinguerci sin dall'estate del 2010, quando la società buttò la chance di entrare in Champions affidandosi alla sorte nel preliminare contro una squadra più esperta come il Werder di allora. Per gli esempi più recenti, basta vedere la serata di Torino contro il Vojvodina.
Personalmente, invece, non capisco cosa si chieda di più a Mihajlovic. Il Milan è brutto da guardare, non stellare, ma ha gli stessi punti dell'anno scorso. Capisco che pesino i soldi spesi, ma una squadra così strutturata faticherà ad arrivare sesta in campionato. Una finale di Coppa Italia sembra un miracolo rispetto alle gestioni Seedorf e Inzaghi.
E la Samp? Ora c'è il Palermo, l'ultimo avversario di questo 2015 iniziato da terzi in classifica e finito da sedicesimi. Il futuro parla del mercato, di un anno di transizione, della speranza di concludere a cavallo tra la parte sinistra e quella destra della classifica. Una speranza che coltivavo anche a inizio anno, quando qualcuno sognava l'Europa (dove?).
Ho solo un desiderio. Lo rivolgo alla squadra e alla dirigenza (non a Montella, che deve avere il tempo di lavorare). Fate come volete: arrivate a 40 punti (la famosa quota salvezza) e poi smettete di illuderci, che è brutto. Arrivederci a giugno 2016.

Sinisa Mihajlovic, 46 anni, alla prima da ex al Ferraris.

15 dicembre 2015

Un minuto di sollievo.

Fino al minuto 92 della gara di Roma contro la Lazio, per la Samp stava l'ennesima sconfitta, l'ennesima prestazione brutta, seppur di fronte a un avversario ridotto quasi nelle stesse condizioni. Eppure il gol di Ervin Zukanovic - con fortunosa deviazione di Felipe Anderson - è sembrato un colpo di spugna: è finita 1-1, siamo tutti più felici. O forse no?

Vincenzo Montella, 41 anni, al suo primo punto da tecnico blucerchiato.

La Samp si presenta a Roma dopo quattro sconfitte consecutive, mentre la vittoria in Serie A manca da sei gare: per isolarsi dal pesante clima di Bogliasco (Soriano schiaffeggiato da un tifoso dopo la gara contro il Sassuolo), si è ricorsi persino al trasferimento a Torre del Grifo, dove c'è il centro sportivo del Catania, allenato da Montella nel 2011-12.
Il tecnico blucerchiato opta ancora per il 4-3-3, ma deve rinunciare all'ultimo momento sia a Éder che Silvestre nel riscaldamento, con i due che finiscono in tribuna per guai muscolari. Davanti lo strano tridente con Carbonero e Christodoulopoulos ai lati di Cassano. La Lazio non se la passa meglio: sei giornate senza vittorie, si opta per il 4-3-2-1 atipico.
La partita è stata - e lo dico senza timore di smentite - un inno allo sbadiglio. Già dal primo quarto d'ora si è capito quanto le squadre siano in crisi: poche idee, iniziative soprattutto individuali e spunti di squadra contabili sulle dita di una mano per entrambe le compagini. Il primo lo regala la Lazio all'8', con un colpo di testa di Klose che finisce alto sopra la traversa.
Nella prima mezz'ora, la Lazio tenta un paio di soluzioni da lontano con Candreva, il più attivo e al tempo stesso confusionario dei suoi. La Samp ha un'unica occasione, ma è super: al minuto 28 una buona ripartenza porta De Silvestri in area, che scarica per Christodoulopoulos. Il tiro del greco dal limite viene respinto, ma Barreto sulla ribattuta mette fuori da due passi.
Il riposo conferma quanto si pensava alla vigilia: le due squadre sono in crisi nera. E non è un caso che anche il secondo tempo sia un festival della noia: tanti gialli, diverse sostituzioni e molto nervosismo, specie in casa blucerchiata. Basti pensare ai cartellini rimediati da Cassano per proteste e da Soriano per uno scontro ravvicinato con l'arbitro Calvarese.
Nel frattempo, però, i blucerchiati si fanno vedere con Muriel, entrato nella ripresa al posto di un Cassano provato. Una sua accelerazione spacca la difesa avversaria, ma il destro è a lato. Il disastro, però, è dietro l'angolo: al minuto 78 la Lazio va in vantaggio. Su un rinvio di Moisander, Radu è più lesto di Carbonero e mette in mezzo, dove Matri spicca il volo e batte di testa Viviano. Nella circostanza malissimo Zukanovic, fermo come una statua di sale.
Da lì, la Samp si getta disperatamente in avanti, mentre la Lazio si spaventa e arretra il baricentro dopo una partita passata nella metà campo avversaria, seppur sterilmente. Ci provano Soriano e Ivan, ma i tentativi dalla distanza sono di facile risoluzione per Berisha, entrato al posto di Marchetti, infortunatosi comicamente nell'esultare per l'1-0.
Ma la sorpresa è dietro l'angolo. Su rilancio dalle retrovie blucerchiate, Bonazzoli e Muriel sono pronti ad andare in porta, ma Berisha esce follemente fuori dall'area. Giallo per il portiere, punizione per gli ospiti. Siamo al 93', ma Zukanovic trova una parabola deviata dall'indolente Felipe Anderson (lo stesso che nel gennaio 2015 aveva detronizzato la Samp all'Olimpico) e la Samp pareggia. Un miracolo, vero e proprio.

Federico Marchetti, 32 anni, non ha dovuto fare neanche una parata.

Viviano 6; De Silvestri 5, Moisander 5.5, Zukanovic 5.5, Regini 6; Soriano 5, Fernando 6, Barreto 5 (dal 20' s.t. Ivan 5); Carbonero 4.5, Cassano 6 (dal 25' s.t. Muriel 6.5), Christodoulopoulos 6 (dal 38' s.t. Bonazzoli s.v.) - già pubblicate su SampNews24

Intendiamoci: il pareggio era il risultato giusto, ma uno 0-0, perché la gara è stata bruttissima da guardare. Ci sono due note positive: la prima è il gruppo. Nonostante i problemi e le difficoltà, l'esultanza dopo il pareggio di Zukanovic è stata quella di una squadra unita, vogliosa di abbandonare le proprie paure.
L'altra è il punto dell'Olimpico, che spezza la serie tremenda di quattro sconfitte consecutive. Non si vince comunque da sette gare, ma evitare la quinta caduta di fila è già qualcosa. Certo, da qui a dimenticare i precedenti 92 minuti ce ne passa: la Samp di ieri è stata inguardabile e condizionata dagli infortuni.
Piuttosto, vedendo la Lazio di Pioli, mi chiedo esattamente quale sia il problema. Forse è lo stesso nostro, perché ieri in campo dall'inizio c'erano undici giocatori con cui i biancocelesti l'anno scorso sono arrivati terzi. Ora il tecnico rischia: un suo esonero non credo però che risolverebbe il problema, che sembra psicologico.
E la Samp? Il futuro - più della squadra che del tecnico - si giocherà in due partite. Giovedì ci sarà l'ottavo di finale di Coppa Italia contro il Milan di Mihajlovic al Ferraris, domenica si ospiterà il Palermo di Ballardini alle 18. Due partite fondamentali, in attesa del mercato, che dovrà risolvere diversi problemi, anche di inutile abbondanza. Godiamoci quel minuto di sollievo, che dopodomani si ricomincia.

Ervin Zukanovic, 28 anni, festeggia il terzo gol in campionato.

07 dicembre 2015

Navigare a vista (almeno fino a gennaio).

Doveva essere la notte della rinascita, dei segnali positivi. Invece, è stata una Caporetto senza esclusione di colpi, con la partita già finita dopo appena 27 minuti. Samp-Sassuolo si conclude 3-1 per gli ospiti, con i neroverdi che si confermano una delle rivelazioni di questo campionato. Per i blucerchiati, invece, sembra notte fonda.

Eusebio Di Francesco, 46 anni, tecnico di un Sassuolo in ascesa.

La Samp scende in campo con la novità del modulo: 3-4-2-1, con Cassano di punta e la coppia Soriano-Éder a sostenere il 99 blucerchiato. Dietro c'è la difesa a tre con Silvestre, Moisander e Cassani, mentre i cursori esterni sono Regini e Christodoulopoulos. Dal canto suo, il Sassuolo si presenta con qualche novità di formazione, ma il modulo è il solito 4-3-3.
Senza Berardi, Magnanelli, Duncan e Biondini, gli emiliani giocano un primo tempo di dominio assoluto. Già al 6' Laribi stacca di testa su un inerme Regini e coglie il palo, ma in pochi attimi arriva il vantaggio ospite: sul susseguente corner, Politano mette in mezzo e trova la zampata di Acerbi, che anticipa Silvestre e mette dentro l'1-0. Al settimo minuto. Settimo!
I padroni di casa non ci sono proprio, tanto che gli emiliani vanno al tiro diverse volte. Nessuna delle soluzioni dalla distanza di Sansone, Politano, Peluso o Pellegrini è impegnativa per Viviano, ma fa riflettere come i neroverdi vadano al tiro facilmente. E allora il 2-0 è dietro l'angolo: sull'ennesima discesa di Vrsaljko, Silvestre sbaglia ancora e Floccari timbra il raddoppio.
Il bello è che qualche minuto più tardi il numero 99 degli emiliani va vicino al 3-0: solo un miracolo di Viviano rimanda l'inevitabile, che ha luogo al minuto 38. Uno-due tra Pellegrini e Laribi, con Silvestre che ancora una volta si perde l'uomo. Il centrocampista ex Roma arriva davanti a Viviano da solo: la prima volta trova la respinta, la seconda segna.
Sul 3-0 per gli ospiti, la Samp ha l'unica grande occasione della gara: Cassano lancia in profondità Éder, che però davanti a Consigli manda a lato. Finisce un primo tempo pessimo, ma il canovaccio della gara non cambia nella ripresa. Il Sassuolo entra nella difesa della Samp come una forchetta nel burro: Sansone sfiora il 4-0, poi gli emiliani cominciano a fermarsi.
Nella girandola di cambi, c'è spazio per Carbonero e Palombo, ma il pallino della partita è sempre in mano agli ospiti. Ci prova ancora Missiroli, poi al 90' arriva il gol casuale di Zukanovic, subentrato a Regini: il suo colpo di testa è ben calibrato e batte Consigli. È solo l'epilogo di una serata da dimenticare.

Paolo Cannavaro, 34 anni, ferma Antonio Cassano, 33.

Viviano 6; Cassani 5, Silvestre 4, Moisander 4.5; Christodoulopoulos 5 (dal 14' s.t. Carbonero 4.5), Fernando 4.5 (dal 10' s.t. Palombo 5), Barreto 4.5, Regini 4.5 (dal 35' s.t. Zukanovic 6); Soriano 5, Éder 4.5; Cassano 5.5 - già pubblicate su SampNews24

Ormai dubbioso su quanto sta vedendo, Montella ha tentato l'esperimento della difesa a tre, ottenendo risultati pessimi per tre motivi. Primo: i tre centrali sono sembrati fuori posizione, Moisander soprattutto. E Silvestre ha vissuto la sua peggior serata con la Samp. Secondo: i centrocampisti hanno perso totalmente il confronto con quelli del Sassuolo. Terzo: faccio fatica a pensare a un esterno difensivo adatto a quel modulo in questa Samp (forse De Silvestri).
Ah, ce ne sarebbe anche un quarto: la testa. Scrivo che la partita è finita dopo 27 minuti perché il 2-0 sarebbe bastato per abbattere una Samp apatica come questa. Lo si è visto anche pochi minuti dopo la marcatura di Floccari, perché il 3-0 è stato sfiorato dal Sassuolo in più occasioni e solo Viviano ha rimandato l'umiliazione.
Siamo alla quarta sconfitta consecutiva, la terza nella gestione Montella. Che ovviamente non ha colpe, anche se schierare Regini da unico cursore mancino sarebbe una mossa da discutere... ciò nonostante, la squadra sembra sulle gambe e sopratutto senza mordente. Appena va in svantaggio, il Doria molla.
E ora c'è la Lazio, altra squadra che attraversa un momento difficilissimo: addirittura potrebbe non esserci Pioli in panchina contro la Samp se la trasferta (ininfluente) di St. Etienne dovesse andar male. Si parla di Simone Inzaghi. Qui il problema è un altro: storicamente noi siamo bravissimi a resuscitare i morti. Toccherà navigare a vista, almeno fino al mercato di gennaio.

Vincenzo Montella, 41 anni, deve recuperare una Samp in difficoltà.

23 novembre 2015

Magre consolazioni.

Come prima si poteva fare di meglio, ma ci vuole tempo. La prima di Vincenzo Montella alla sua terza esperienza in blucerchiato - la prima in panchina - non passerà alla storia per esser stata indimenticabile: la sconfitta per 1-0 sul campo dell'Udinese fa male, sopratutto perché il Doria non è stato inferiore ai padroni di casa in una partita comunque molto brutta.

Oggi ha risuonato l'inno francese in tutti gli stadi di Serie A.

La Samp di Montella si presenta più o meno con lo stesso modulo visto nel finale dell'avventura di Zenga: 4-3-3 con Carbonero, Éder e Muriel davanti. Nessuna novità di spicco, se non il rientro di Moisander dal primo minuto. Colantuono prosegue imperterrito con il 3-5-2, sebbene non sia il suo marchio di fabbrica: davanti Aguirre e Thereau.
Il primo tempo è la più divertente delle due frazioni in quanto a occasioni: solo al 17' però c'è la prima occasione della gara, con Éder che brucia tutti sul passaggio filtrante di Carbonero. Purtroppo, il tiro dell'italo-brasiliano è a lato. Poco dopo è Soriano a tentare la fortuna con un tiro dai 20 metri, senza però inquadrare lo specchio della porta.
Al 25' è l'Udinese che si fa finalmente vedere: Silvestre incescpica su Moisander e lascia molto spazio a Thereau, che tenta il destro. Gran parata di Viviano, che poi vede scorrere a lato il tiro di Iturra sulla ribattuta. Due minuti e la Samp ha la più grande occasione di tutta la gara: pallonetto di Éder per De Silvestri, che solo davanti a Karnezis spedisce in curva.
E allora i friulani sfruttano la miglior occasione del loro primo tempo al 34': cross di Aguirre, sponda di Thereau e Badu s'inserisce. Il ghanese non sbaglia davanti a Viviano ed è 1-0. Malissimo Carbonero nell'occasione, che segue Badu fino al limite dell'area e poi improvvisamente lo molla. Non ci sono altre emozioni da segnalare nella prima frazione.
La ripresa sarà molto più brutta, anche perché nessuna delle due squadre riesce a spostare il risultato: l'Udinese sembra mantenere il vantaggio, mentre la Samp crea a malapena un'occasione. Al 57', su lancio di Fernando, Muriel salta Danilo per l'unica volta di tutta la gara. Davanti a Karnezis, però, il colombiano spedisce il pallone addirittura in fallo laterale.
Un'altra conclusione di Fernando è l'ultima emozione regalata dalla Samp al "Friuli". Dal canto loro, i padroni di casa non fanno che gestire il vantaggio senza creare nessuna occasione. Due tiri dalla distanza di Ali Adnan e Badu sono il massimo di pericolosità raggiunta dall'Udinese nella ripresa. Finisce 1-0 e l'unica da segnalare nei minuti finali è l'espulsione di Zukanovic (decisione troppo severa).

L'Udinese respira in classifica con questa vittoria.

Viviano 6; De Silvestri 5.5, Silvestre 5.5, Moisander 6, Zukanovic 5.5; Soriano 5.5 (dal 36' s.t. Bonazzoli s.v.), Fernando 6, Barreto 5; Carbonero 5.5 (dal 19' s.t. Christodoulopoulos 5.5), Muriel 5.5 (dal 19' s.t. Cassano 5.5), Éder 5 - già pubblicate su SampNews24

Alla prima da allenatore della Samp, Montella non ricorderà volentieri questa partita. Le sue dichiarazioni post-gara sono comunque incoraggianti, visto che l'Aeroplanino sembra aver già individuato i problemi. E sopratutto ha dimostrato di averne ancora tecnicamente: al minuto 85 ha fatto uno stop di petto che ho raramente visto negli ultimi due-tre anni da un giocatore blucerchiato...
La verità è che ci vorrà tempo: al di là dell'aver perso contro una squadra inguardabile dal punto di vista del gioco (forse la peggiore in Italia dopo l'Hellas), la Samp ha mostrato un pochino di fraseggio in più e meno lanci. Solo la coppia Silvestre-Moisander è stata costretta al rinvio: si sta quanto meno lavorando sulla mentalità offensiva.
La classifica parla chiaro: la giornata di ieri ha consentito a molte squadre di superare la Samp. Non credo si rischi la zona retrocessione: il Frosinone è a -5 e la Samp prima o poi ingranerà. Certo, oggi si paga il non aver sfruttato gli impegni contro Empoli e Chievo per mettere qualche punto in cascina. Ma allora ci sarebbe ancora Walter Zenga sulla nostra panchina...
I prossimi impegni parlano chiaro: fino a Natale, la Samp è attesa dalla trasferta di Milano contro i rossoneri, poi Sassuolo in casa, Lazio fuori e Palermo di nuovo al "Ferraris". Tranne l'ultimo impegno con i siciliani, sono tutti impegni abbastanza complicati. L'importante sarebbe girare a Natale a quota 20: una magra consolazione.

Vincenzo Montella, 41 anni, alla prima in panchina con la Samp.

04 novembre 2015

Solo ai punti.

Un altro pareggio, un altro 1-1, stavolta rimontati invece che in rimonta. Dai sette punti che erano (quasi) obbligatori nel trittico di una settimana, la Samp chiude con cinque punti dopo aver impattato in casa del Chievo Verona. Alla fine di questi sette giorni, la squadra blucerchiata è comunque nella parte sinistra della classifica. Forse contro ogni pronostico.

Éder, 28 anni, nuovo capo-cannoniere del campionato.

La Samp si presenta a Verona dopo quattro punti conquistati nelle ultime due gare: Zenga sceglie Ivan per la contesa del "Bentegodi" e uno schieramento particolarmente attento in fase di non-possesso, dove gli ospiti si schierano con un 4-1-4-1. Il Chievo di Maran lancia Inglese in attacco, per la prima volta titolare in Serie A.
I primi 15' fanno pensare che la Samp possa dominare la gara del lunedì sera. Muriel illumina la contesa con una progressione delle sue, che però viene neutralizzata da Bizzarri. Sul proseguimento dell'azione, Éder trova il vantaggio: gran filtrante di Carbonero e il capitano del Doria insacca l'1-0 spiazzando il portiere avversario.
Il possesso palla della Samp è avvolgente, fluido, la squadra sale bene anche con gli esterni. Dura poco, come al solito. Dal 15' del primo tempo, gli ospiti scompaiono e l'unico altro squillo dei primi 45' sarà una punizione di Fernando fuori di poco. Il Chievo, invitato a giocare, non attende altro e comincia ad avere un netto predominio.
Diversi i tentativi dalla distanza, visto che i clivensi non riescono ad arrivare in area di rigore. Prima Meggiorini, poi due volte Inglese, che sembra ispiratissimo. Proprio lui segna il gol del pareggio al minuto 34: su contropiede da corner dei blucerchiati, Meggiorini mette in mezzo per l'ex Carpi, che da solo può comodamente battere Viviano.
Da notare come sul gol ci sia una responsabilità non solo dell'intera squadra (lenta a tornare sul contropiede), ma sopratutto di Ivan. Che è un classe '95 e quindi può commettere certe ingenuità. Sul contropiede, lo slovacco ferma l'azione in fallo laterale, ma forse un rinvio lontano sarebbe stato consigliato. Invece il raccattapalle offre subito il pallone ai padroni di casa e così la ripartenza si concretizza nel gol di Inglese.
Al riposo sull'1-1, la ripresa non offre un canovaccio diverso. La Samp non gioca e anzi arretra il suo baricentro di una decina di metri. I cambi sembrano tardivi, con Cassano che entra solo al minuto numero 81 da centravanti, senza Éder e Muriel, già usciti. Nonostante questo, gli ospiti hanno un paio d'occasioni interessanti.
La prima se la crea da solo Muriel, capace di saltare tre difensori prima di arrivare in area, dove il suo tiro viene stoppato da Bizzarri. La seconda è sul piede di Barreto, dopo un buon recupero di Carbonero e la spizzata di testa del neo-entrato Soriano. Peccato che il destro del paraguayano sia a lato e non centri la porta avversaria.
Anche il Chievo ha un paio di chance per passare in vantaggio, tutte sui piedi di Paloschi, che ha sostituito proprio Inglese. Prima un colpo di testa del 43 gialloblu finisce di poco a lato, poi Zukanovic se lo perde di nuovo e ci vuole un buon riflesso di Viviano per evitare il peggio. Finisce 1-1, ma la sensazione è che si sia persa un'occasione.

Roberto Inglese, 23 anni, al primo gol in Serie A.

Viviano 6; Cassani 5, Silvestre 6, Zukanovic 5, Mesbah 5.5; Ivan 5 (dal 1' s.t. Palombo 5.5), Carbonero 6, Fernando 5.5, Barreto 5.5, Éder 6.5 (dal 36' s.t. Cassano s.v.); Muriel 5.5 (dal 30' s.t. Soriano s.v.) - già pubblicate su SampNews24

Il finale della gara di Verona dev'esser sembrato incomprensibile a molti tifosi. La Samp ha chiuso senza Éder, senza Muriel, con Cassano centravanti decentrato. Praticamente una gara senza punti di riferimento in avanti o in area di rigore si è conclusa con un baricentro ancora più arretrato per i cambi e la timidezza. Boh.
Si può dire che è stata la peggior partita dell'anno? A guardare il punticino conquistato al "Bentegodi" e le 3-4 occasioni create, si direbbe di no. Peggio di Bergamo o Torino? Beh, sì. Se ci pensiamo, in fondo, Atalanta e Torino sono a pari punti o più in alto della Sampdoria. Non si può dire altrettanto del Chievo, che con questo punto respira dopo tre sconfitte consecutive.
La mossa sbagliata di Walter Zenga è stata sopratutto quella di Ivan, schierato a sorpresa, ma come esterno d'attacco. Un po' per limitare le sgroppate di Gobbi, centro creativo del Chievo visto che i gialloblu non hanno un vero regista. Ma lo slovacco è apparso fuori ruolo e deve ancora crescere molto. E si è visto.
Ora ci sarà la sfida contro la Fiorentina del forse rimpianto Paulo Sousa, sul quale Ferrero cambia opinione ogni giorno. Peccato che la classifica veda i viola in testa con l'Inter. Poi ci sarà la pausa per le nazionali, dove si spera che ci si possa schiarire l'idea sull'identità di questa squadra. Perché per ora ci sono solo i punti in classifica: il gioco è ancora lontano.

La Samp saluta i tifosi accorsi al "Bentegodi" di Verona.

30 ottobre 2015

Tutti contenti (o no?)

Un pari un po' incolore, la solita prestazione a metà e un eurogol a punirci. Questo è il racconto in sintesi di Sampdoria-Empoli, conclusasi ieri sera con il punteggio di 1-1. Un pareggio che prolunga l'imbattibilità casalinga dei blucerchiati e consente ai toscani di allontanarsi ulteriormente dalla zona retrocessione. Tutti contenti. O quasi.

Walter Zenga, 55 anni, all'entrata in campo prima della gara.

Zenga si rigioca il 4-3-3 già visto nella convincente vittoria contro l'Hellas Verona, confermando Carbonero nel tridente d'attacco e proponendo invece Cassano dall'inizio. Simile l'atteggiamento di Giampaolo, che conferma il canonico 4-3-1-2 ma cambia di nuovo gli interpreti di centrocampo. Tanti gli ex che si sono visti in campo ieri sera.
La Samp si può raccogliere nei primi 20' della prima frazione: fin dal 1' - gol annullato a Éder - al 16', i padroni di casa creano alcune occasioni. C'è una seconda rete non convalidata all'italo-brasiliano, il destro a breve distanza di Carbonero che manca la porta. Senza dimenticare il tentativo dalla distanza di Soriano: facile per Skorupski.
Dopo aver tenuto in questa fase, l'Empoli esce pian piano alla distanza. Saponara è il centro delle creazioni avversarie, con Maccarone e Zielinski alla conclusione. Tuttavia, entrambi i tentativi sono facile preda di Viviano. In generale, la prima frazione regala molti sbadigli e uno sterile possesso-palla ben ripartito tra le due parti.
All'inizio del secondo tempo, il copione cambia poco. La Samp continua a latitare, mentre l'Empoli attende l'occasione giusta, che arriva al minuto 59. Palla dentro di Saponara per Pucciarelli, che spalle alla porta approfitta di un Zukanovic leggero e si gira: il suo mancino finisce all'incrocio e gli ospiti passano clamorosamente in vantaggio.
Zenga corre subito ai ripari, togliendo gli apatici Cassano e Soriano per Muriel e Correa. La squadra si sistema con un 4-2-3-1 molto offensivo e gli effetti si vedono al 67': Fernando recupera l'ennesimo pallone e serve in profondità Éder, che trova il diagonale giusto per il pareggio. Gol numero 100 tra i professionisti per l'attaccante blucerchiato.
Da lì, l'Empoli non tira più verso la porta blucerchiata e anzi arretra il suo baricentro. Manovre che non servono di fronte all'ingenuità di Dioussé, giovane talento entrato nella ripresa. Due gialli lo costrigono all'espulsione e per gli ospiti la sofferenza diventa un mantra da gestire negli ultimi minuti di una gara che a un certo punto sembrava poter regalare persino la vittoria.
La prima clamorosa occasione ce l'ha Correa: su cross di Éder, l'argentino è solo ma spedisce alto di testa, nonostante sia totalmente smarcato. La seconda ce l'ha Muriel, che su sponda del Tucu gira di sinistro, ma la sua conclusione è larga di pochissimo. Finisce così 1-1, sebbene questa fosse una partita da cui tirar fuori tre punti per star tranquilli.

Riccardo Saponara, 23 anni, braccato dai centrocampisti blucerchiati.

Viviano 6; Cassani 6, Silvestre 6.5, Zukanovic 5, Mesbah 5.5; Soriano 5 (dal 20' s.t. Correa 5), Fernando 7, Barreto 6.5; Carbonero 6 (dal 42' s.t. A. Rodriguez s.v.), Cassano 5.5 (dal 16' s.t. Muriel 6), Éder 6.5 - già pubblicate su SampNews24

Buone notizie vengono dal 100° gol tra i professionisti di Éder, sempre più capocannoniere del campionato con il devastante Higuain di quest'inizio di stagione. C'è anche da dire che a me preoccupa l'incompatibilità tecnico-tattica di Cassano con l'italo-brasiliano: già vista a Frosinone, anche ieri i due mi sono sembrati non prendersi contro l'Empoli.
Intanto continuano i problemi sull'out mancino, dove la Samp ha provato tre giocatori (Mesbah, Regini e Zukanovic) senza che nessuno di questi convincesse effettivamente in quella posizione. Si spera che la società liberi un po' centrocampo e attacco per comprare qualcuno in quel ruolo, dove la Samp vive una sorta di maledizione da diversi anni.
Il reparto che sta vivendo il miglior periodo di forma è invece il centrocampo, con Fernando e Barreto anche ieri sugli scudi. Dopo la prova monstre contro l'Hellas, i due hanno spiccato per continuità e cattiveria. Se le doti del paraguayano sono ben chiare, il brasiliano cresce ogni giorno. E tra un paio d'anni lo daremo via per tanti, tantissimi soldi.
Il trittico è quasi finito: tre punti contro l'Hellas, uno contro l'Empoli. E ora ci vuole una vittoria contro il Chievo, prossimo avversario lunedì sera, quando i blucerchiati saranno di scena a Verona. La squadra di Maran affronta un brutto momento: tre sconfitte consecutive, gialloblu fermi a 12 punti. Per la Samp l'occasione per esser tutti contenti. Stavolta sul serio.

Éder, 28 anni, festeggiato da Barreto dopo il suo ottavo gol in A.

26 ottobre 2015

Travolgenti.

Tornati al "Ferraris", tutto è di nuovo luccicato. Le reti, le giocate, il risultato largo contro l'unica squadra che non ha ancora vinto in campionato. Il 4-1 della Samp al malcapitato Hellas Verona è la risultante di tante condizioni. Indubbiamente in casa il passo dei blucerchiati si sta rivelando trionfante: imbattuti e (quasi) sempre vittoriosi.

La squadra blucerchiata esultante a fine gara: un altro successo in casa.

Particolare lo schieramento di Zenga, che lancia Carbonero di nuovo dall'inizio, ma stavolta accanto a Éder e Muriel, formando così un particolare tridente d'attacco. Finalmente recuperati Cassani, Silvestre e Barreto, la Samp si presenta a ranghi quasi completi. Agli ospiti guidati da Mandorlini manca invece Toni, sostituito da Pazzini, ex eccellente e capitano degli scaligeri.
Il 3-5-2 dell'Hellas dura appena 10' e poi sbanda immediatamente. Dopo alcuni minuti di studio, Carbonero recupera un bel pallone e lancia Muriel, il cui tiro viene contrastato. È sempre Carbonero a raccogliere la respinta, ma Halfredsson per salvare serve invece Muriel. Il numero 24 blucerchiato ringrazia e batte Rafael da distanza ravvicinata per l'1-0.
In realtà la gara è molto brutta da guardare: la Samp va avanti per un episodio e lascia l'iniziativa agli ospiti, incapaci di creare molto. L'unica (grande) occasione capita a Pazzini al 26': Juanito Gomez mette in mezzo e trova il capitano gialloblu. Silvestre tenta l'intervento disperato, ma il tiro del Pazzo passa di pochi centimetri largo al palo alla destra di Viviano.
Pochi minuti e la Samp chiude la gara con un uno-due tremendo: al 28' Soriano mette in mezzo dopo un cross non toccato di Carbonero. Sullo spiovente Zukanovic batte Pisano ed è 2-0, nonché primo gol del bosniaco in blucerchiato. Meglio ancora va al 45': palla deliziosa - praticamente un cioccolatino - di Éder per Soriano, che s'infila nelle maglie della difesa avversaria e sentenzia Rafael per il 3-0. Primo tempo chiuso e tutti tranquilli.
La ripresa inizia a marca decisamente gialloblu, con un bel mancino fuori di poco da parte di Souprayen. Eppure al 54' arriva il 4-0 sull'ennesimo svarione degli ospiti in difesa: Éder salta mezza difesa, ma trova Rafael. La palla sarebbe ormai sua, ma gli sfugge e allora Muriel serve nuovamente l'italo-brasiliano per il colpo di testa del poker. Gol facile facile, il numero 7 in campionato.
Da lì, la Samp tira in remi in barca. Solo al 66' una gran palla di Carbonero trova Éder, che tenta qualcosa a metà tra un tiro e un assist. Rafael è superato, ma Sala riesce a far carambolare il pallone addosso a Fernando e da lì in fallo di fondo. La pressione della Samp non ha motivo di esistere e ci sono persino i primi minuti in campionato di Bonazzoli.
Dal canto suo, l'Hellas ci prova. I padroni di casa riescono a concludere anche stavolta con la porta battuta: al 74', un corner trova pronto Ionita, entrato nella ripresa, che batte di testa Viviano. Pazzini tenta anche la strada del 4-2 nel finale, ma la sua conclusione è abbondantemente a lato. Samp sempre magica in casa, l'Hellas ancora senza vittorie dopo otto giornate.

Andrea Mandorlini, 55 anni, ancora senza vittorie in campionato.

Viviano 6; Cassani 5.5, Silvestre 6.5, Zukanovic 7, Regini 6; Barreto 7 (dal 29' s.t. Ivan 6), Fernando 7, Soriano 7; Carbonero 7.5, Éder 7 (dal 25' s.t. Correa 6), Muriel 7 (dal 15' s.t. Bonazzoli 6) - già pubblicate su SampNews24

In casa è incredibile il passo blucerchiato: su cinque partite, quattro vittorie e un pareggio contro l'Inter. Ben 13 i punti raccolti: in una speciale classifica casalinga, la Samp sarebbe seconda. Certo, va anche considerato un altro fatto: nelle prime otto giornate di campionato hai giocato cinque volte in casa e in tre giornate hai incontrato le peggiori squadre della A (Hellas, Carpi e Bologna).
Nonostante la buona prestazione (un gol e un assist), mi tengo i miei dubbi su Muriel prima punta. Più si va avanti, più mi sembra un azzardo che la Samp non si possa permettere. Se proprio si vuole tenere la coppia Éder-Muriel, allora tanto vale mettere l'italo-brasiliano da prima punta (ruolo già svolto in emergenza con Mihajlovic). Il colombiano deve poter sfogare la sua velocità a campo aperto, non aspettare i rinvii da porta a porta di Viviano.
Ieri la prova del centrocampo è stata molto incoraggiante: bene tutti, sopratutto Barreto e Fernando. Se il paraguayano ha fatto capire perché la sua assenza a Frosinone è stata pesante, il brasiliano continua il suo percorso di crescita. Quando frenerà anche alcuni eccessi e i costanti cartellini gialli (siamo al quinto su otto giornate...), diventerà un fenomeno.
Non ha giocato proprio a metà campo, ma Carbonero ha tirato fuori un'ottima prova. Si spera che il giocatore in prestito dalla Roma possa essere un jolly importante nel proseguo del campionato. Magari già a partire dalla prossima gara, quando la Samp attenderà l'Empoli per continuare a esser travolgente tra le mura del "Ferraris".

Éder Citadin Martins, 28 anni, alla settima rete in A.

19 ottobre 2015

Colpiti e affondati.

Un altro viaggio lontano da Genova, altra sconfitta. Anzi, a giudicare da com'era iniziata la gara, una vera e propria Caporetto, arrivata per giunta sul campo di una delle formazioni più in difficoltà dall'inizio del campionato. Al "Matusa" di Frosinone, la Samp perde 2-0 e dà l'ennesimo segnale di preoccupazione ai suoi tifosi.

Éder, 28 anni, malissimo alla prima da ex a Frosinone con la Samp.

La Samp riparte dopo la sosta con undici punti conquistati in sette gare: a causa di qualche assenza, Zenga decide di schierare dal primo minuto Cassano e Carbonero, con Ivan playmaker e il ritorno di Regini. Ospiti super-offensivi, mentre Stellone non cambia nulla: il tecnico del Frosinone rimane fedele al suo 4-4-2, l'unico a giocare così in Serie A.
I primi 20' della Samp sono da spettacolo: tanti scambi, palla spesso tra i piedi e l'impressione di poter sbloccare il risultato da subito. Come quando Soriano s'inserisce tra le maglie avversarie, senza però assistere al tiro di Carbonero, che non centra la porta. Ancora meglio Muriel beccato da Cassano due minuti più tardi con un cioccolatino, ma il colombiano centra il palo.
La Samp sembra in pieno controllo della gara: ancora una combinazione Soriano-Cassano porta il capitano al tiro, ma Leali devia lateralmente la palla ed evita il peggio. Dal 20' in poi, però, la Samp sparisce dal campo e lascia spazio al flebile attacco del Frosinone, molto disordinato e che si fa vedere solo con qualche tentativo dalla distanza di Soddimo, l'ex di turno.
Al riposo sullo 0-0, gli ospiti rientrano con lo stesso atteggiamento indolente del finale di primo tempo. Una pessima idea, perché il Frosinone trova l'episodio giusto per passare. Su corner di Soddimo, è Paganini a incornare l'1-0 al 53'. Grande festa per l'esterno classe '93, al suo primo gol in A. Male Soriano nell'occasione, che lascia l'avversario solo sullo stacco.
Ci si aspetta la reazione blucerchiata e invece il 2-0 è dietro l'angolo. Un minuto dopo, Chibsah lancia in profondità Dionisi, colpevolmente lasciato in gioco da Moisander, il numero 18 gialloblu s'invola verso la porta e approfitta dell'errore di Viviano, rimasto nella terra di nessuno. Lob e raddoppio frusinate, con la squadra ciociara in pieno controllo della gara.
La rete di Dionisi è l'inizio della fine. Anzi, è persino il Frosinone a sfiorare il 3-0: prima Soddimo cicca la conclusione su cross di Paganini e manda a lato, poi è Ciofani a farsi fermare da un monumentale intervento di Pedro Pereira. La girandola di sostituzioni - Correa, Cassani e Rodriguez per Ivan, Zukanovic e Muriel - non cambia il risultato finale.
Incredibile come la Samp giunga fino al limite dell'area, ma non trovi il bandolo della matassa. E deve provarci il giovane Pereira dalla distanza, altrimenti gli altri si guardano dal tentare questa soluzione. Regini ha un mezza girata deviata in angolo, Éder è l'ombra di sé stesso. La partita si è chiusa in realtà al minuto 55. Purtroppo.

Federico Dionisi, 28 anni, chiude la gara con il pallonetto del 2-0.

Viviano 5; Pedro Pereira 6, Moisander 5, Regini 5.5, Zukanovic 5 (dal 37' s.t. Cassani s.v.); Carbonero 5.5, Ivan 5 (dal 20' s.t. Correa 5.5), Soriano 5; Muriel 5 (dal 37' s.t. A. Rodriguez s.v.), Cassano 6, Éder 5 - già pubblicate su SampNews24

La gara di ieri ha confermato un mio pensiero sugli avversari. Dite quello che volete, ma il Frosinone lotterà per salvarsi fino alla fine e potrebbe persino riuscirci. Dopo aver sofferto l'impatto del salto dalla B alla A, la squadra di Stellone ha fatto sette punti nelle ultime quattro gare. Ha un allenatore molto preparato e non ha cambiato tanto come il Carpi: le possibilità ci sono.
La Samp, invece, ne ha di cose da piangere. A partire dalla difesa, dove le lacune sono ormai più che evidenti. Solo contro il Bologna la Samp non ha preso gol in campionato. E non è un caso che i rossoblu siano ultimi in solitaria. La difesa balla, Regini sembra un giocatore impresentabile e Moisander non sta dimostrando di valere il suo esoso ingaggio.
Con Pereira e forse Carbonero, l'unico salvabile di ieri è stata Antonio Cassano: tante belle giocate, diversi assist per le poche chance create dal Doria al "Matusa". Certo, atleticamente rimane un giocatore penalizzante. Ecco perché sarebbe bello rivederlo sacrificando magari uno tra Éder e Muriel, schierandolo da prima punta. Ve lo immaginate un 4-3-1-2 con uno dei due sopracitati, Correa e Soriano in campo con lui? Ecco, sarebbe una bella cosa.
Ora ci sarà una settimana di verifica per Walter Zenga, che per quanto mi riguarda continua a esser un osservato speciale. Nei prossimi sette giorni si giocherà l'infrasettimanale e ci sarà un trittico importante per il tecnico: Hellas ed Empoli in casa, trasferta a Verona contro il Chievo. La logica direbbe di raccogliere sette punti e mettersi al sicuro. Con qualche entrata in meno, l'Uomo Ragno sarà a rischio? Intanto siamo stati colpiti e affondati.

Antonio Cassano, 33 anni, decisamente il migliore tra gli ospiti.

05 ottobre 2015

All'ultimo ostacolo.

Quanti rimpianti. La sensazione è di aver perso due punti invece che di averne guadagnato uno. Saranno in molti ad aver condiviso questo vecchio adagio dopo Samp-Inter di ieri pomeriggio: un 1-1 che ti lascia l'amaro in bocca, perché i blucerchiati avrebbero forse meritato di più dalla contesa del "Ferraris", dove i nerazzurri sono apparsi poco ficcanti (checché ne dica Mancini).

Éder Citadin Martins, 28 anni, a contrasto con Davide Santon, 24.

Zenga ripropone il solito 4-3-1-2 con gli stessi effettivi della gara di Bergamo, con Correa titolare per la terza gara di fila. Mancini, dal canto suo, rimedia all'assenza per squalifica di Miranda riproponendo Medel centrale accanto al recuperato Murillo: bocciatura quindi per Ranocchia. Davanti, il trio Perisic-Icardi-Palacio ha il compito di scardinare la difesa blucerchiata.
Pronti, via e la Samp ha subito due occasioni da corner. Sulla prima Soriano viene contrastato da Handanovic, sulla seconda Zukanovic stacca bene di testa, ma non centra la porta. La Samp è arrembante, con Éder e Correa che chiamano ancora all'intervento lo sloveno. I blucerchiati tirano in porta più nei primi 10' di questa gara che nei 90' di Bergamo.
Gli ospiti si fanno vedere dal 20' in poi, con Guarin prima e Palacio poi che chiamano in causa Viviano. Ma è al 29' che l'Inter potrebbe andare in vantaggio: palla dentro di Palacio, Mesbah tiene in gioco Kondogbia e il francese serve Guarin. Solo a centro area, il colombiano stoppa e poi spara la palla in Gradinata Sud.
E allora la Samp riprende l'assalto. Éder si vede contrastato da Telles a cinque metri dalla porta, ma l'occasione più clamorosa ce l'ha Correa: giunto solo in sovrapposizione davanti a Handanovic, l'argentino trova la respinta del portiere, ma è sempre El Tucu il primo a giungere sulla ribattuta. La porta sarebbe spalancata, ma lui manda fuori: errore clamoroso, direi ingiustificabile.
Il primo tempo si conclude già con i tratti del rimpianto, che aumenteranno nella ripresa. La Samp continua a spingere e Muriel prende le misure con un colpo di testa fuori di poco. È solo il preludio al vantaggio al minuto 51: cross straordinario di Pereira, Muriel si stacca sul secondo palo e la coppia Handanovic-Medel può solo guardare. Vantaggio stra-meritato.
Da lì, la Samp sparisce. C'è l'occasione per il raddoppio con Muriel al minuto 63, quando il colombiano scappa ancora ai centrali dell'Inter e il suo mancino lambisce il palo alla sinistra di Handanovic. Con l'uscita di Correa e l'entrata di Palombo, però, il baricentro della Samp si abbassa. L'Inter, forse, non aspettava altro.
Comincia un lungo possesso palla, spesso sterile, a marca ospite, dove le conclusioni arrivano spesso da lontano. Ma alla prima occasione decente in area, i nerazzurri pareggiano: Icardi riesce a liberarsi dall'ottima marcatura di Zukanovic e serve al centro Perisic, lasciato solo dal bosniaco. L'1-1 è amarissimo, ma le distrazioni a questo livello vengono punite.
La Samp rischia persino lo svantaggio tra un intervento al limite di Zukanovic su Manaj (rigore?) e il colpo di testa di Biabiany, perso da Mesbah. In generale, però, l'impressione è che la Samp si sia lasciata sfuggire tre punti facili contro un avversario che è sembrato tutto, tranne che la capolista del nostro campionato.

Mauro Icardi, 22 anni, sempre fischiato al "Ferraris".

Viviano 6; Pereira 7.5, Moisander 6, Zukanovic 6.5, Mesbah 6; Soriano 6.5, Fernando 6.5 (dal 41' s.t. Ivan s.v.), Barreto 6; Correa 5.5 (dal 10' s.t. Palombo 5.5); Éder 6.5, Muriel 6.5 (dal 31' s.t. Cassano 5.5) - già pubblicate su SampNews24

In fase di non-possesso, è stato strano vedere la Samp schierarsi con il 4-1-4-1: un artificio già usato ai tempi di Sinisa Mihajlovic, ma con ben altra formazione. Se in quel caso era Okaka il centravanti e Gabbiadini l'esterno ad arretrare, in questo caso questi ruoli sono stati assegnati rispettivamente Muriel e Correa. Con risultati, per altro, altalenanti.
Già, Correa. El Tucu ha giocato una buona gara. Anzi, azzarderei la migliore tra quelle disputate da titolare, perché contro Roma e Atalanta non aveva brillato. Meglio lasciarlo tranquillo dopo il clamoroso errore sotto porta: non avrebbe dovuto sbagliare, ma è un classe '94 su cui si sono spesi quasi dieci milioni di euro. Proviamo a non bruciarlo, di soldi ne abbiamo già buttati negli anni.
Qualche domanda andrebbe rivolta invece a Walter Zenga, capace di imbrigliare l'Inter in fase di difesa e pungerla in ripartenza. Tuttavia, c'è un cambio che ha fatto capire il poco coraggio del tecnico doriano: Palombo per Correa. Io mi sarei aspettato Carbonero in campo, invece l'ingresso del 17 ha solo schiacciato il baricentro blucerchiato verso la propria porta.
Fortunatamente c'è la sosta, dove si spera ci sarà il recupero di alcuni giocatori e l'aggiustamento di ciò che non va. Mai mi sarei aspettato di commentare un ruolo di marcia immacolato in casa e 11 punti in sette gare. Le cose per ora vanno discretamente, ma le giocate dei singoli nascondono le mancanze di squadra. Peccato per quel gol nerazzurro: per una volta che si meritava senza "se" e senza "ma", siamo caduti all'ultimo ostacolo.

Luis Muriel, 24 anni, e Joaquin Correa, 21: chi ha segnato e chi avrebbe potuto...

29 settembre 2015

Mal di trasferta.

Un'altra mazzata. Una sconfitta secca, ancora una volta lontano da Genova. La Samp rimedia il secondo "zero" del suo campionato a Bergamo, dove l'Atalanta batte gli ospiti per 2-1. Una gara dominata dai nerazzurri, che hanno sempre avuto il controllo della partita e hanno accelerato quando dovevano. E la Samp? In trasferta, i blucerchiati latitano più che mai.

Fernando Lucas Martins, 23 anni, non una delle sue migliori prove.

Zenga riparte dopo il successo di mercoledì contro la Roma: pochi cambi, per altro forzati. Dentro Zukanovic dall'inizio al posto dell'infortunato Silvestre, per il resto tutti confermati. Altra chance per Correa dal primo minuto. Reduce dal successo a Empoli, Reja punta ancora sul 4-3-3, modulo che ha svoltato la storia recente dell'Atalanta e l'ha resa squadra temibile.
Il primo tempo è in mano alla squadra di casa, con i blucerchiati che sporadicamente si presentano di fronte alla porta avversaria. Ma gli ospiti si fanno male da soli. Al 6', Atalanta in vantaggio: dopo aver tentato già una svirgolata, Moisander ci riprova e centra la porta di Viviano su cross innocuo di Dramé. Incredibile, ma i nerazzurri sono già in vantaggio.
La Samp ha recuperato lo svantaggio solo a Napoli e stavolta san Éder non può nulla. L'attaccante prova a rispondere subito con un gran destro, ma è centrale per Sportiello. Anche Correa si fa vedere con una bella discesa, ma il tiro è da dimenticare. Di contro, l'Atalanta spinge sopratutto sulla sinistra, dove la catena Dramé-Kurtic-Gomez fa quel che vuole.
El Papu sfiora il raddoppio al 26': l'ex Catania salta Pereira e Barreto e si fa ben 70 metri palla ali piede. Ci fosse qualcuno che lo metta giù: niente. E allora l'argentino calcia, ma il suo pallone sfiora il secondo palo. Tre minuti e la Samp ha la miglior occasione dell'intero match: su cross di Barreto, Éder taglia bene e anticipa Paletta, ma il suo appoggio di destro è impreciso e finisce alto.
Da lì, è solo Atalanta: Moralez è meno pericoloso sulla fascia opposta, ma fa il suo. Ancora Gomez ci prova dalla distanza, quasi invitato a tirare dalla poca pressione blucerchiata, ma Viviano respinge. Poi è Kurtic a colpire di testa, ma l'incornata è centrale. Finisce la prima frazione con la sensazione che la Samp non abbia abbastanza voglia di ribaltare la gara.
Una sensazione ribadita nella ripresa: la Samp non ha una vera trama di gioco, bensì si affida semplicemente a spunti individuali. Ben diverso l'approccio dei nerazzurri, squadra vera e dall'identità finalmente chiara. Il 4-3-3 dà spazio agli spunti degli esterni e agli inserimenti dei centrocampisti. L'Atalanta domina anche senza coinvolgere il suo centravanti di turno.
Moralez spreca l'occasione del 2-0 da buona posizione, spedendo alto. A turno De Roon e Kurtic provano a inquadrare la porta di Viviano, ma senza successo. Denis avrebbe una buona occasione da ottima posizione, ma viene contenuto all'ultimo. La Samp è in uno squillo di Soriano dalla distanza: il tiro è stupendo, ma Sportiello la toglie dal sette.
I minuti finali sono una girandola di sostituzioni e ammonizioni, con i padroni di casa in pieno controllo della gara. Fino a che non arriva il raddoppio al 91': Denis prova l'uno-due, Zukanovic si perde l'argentino e il numero 19 nerazzurro realizza il 2-0. A nulla serve il gol di Soriano nell'ultima azione della gara: è solo un'amara consolazione.

Germán Denis, 34 anni, match-winner della gara.

Viviano 5.5; Pedro Pereira 5 (dal 32' s.t. Carbonero 6), Moisander 5, Zukanovic 5, Mesbah 5.5; Barreto 5, Fernando 5.5, Soriano 6; Correa 5.5 (dal 16' s.t. Rocca 5.5); Éder 5.5, Muriel 4.5 (dal 24' s.t. Cassano 5) - già pubblicate su SampNews24

La Samp esce nuovamente con le ossa rotte da Bergamo, come successo a Torino (seppur lì andò peggio di ieri sera). In una settimana, la Samp ha racimolato tre fortunosi punti con la Roma e perso seccamente nelle due gare in trasferta. Giocare con la stessa formazione - complici gli infortuni, sopratutto per quanto riguarda la retroguardia - ha pesato molto nell'economia di questi risultati.
A sorprendere in negativo ieri è stata la difesa: tenace e raramente colta in fallo contro la Roma, è stata una serata pessima per quasi tutti. Viviano ha sbagliato quasi tutti i rinvii fatti con il suo ottimo mancino, Zukanovic e Moisander hanno regalato un gol a testa. Se Pereira ha avuto la sua prima serata negativa, l'unico a salvarsi parzialmente è stato Mesbah.
L'algerino ha avuto giusto un momento di difficoltà quando le sue discese si sono incrociate con la staticità di Cassano. Già, Fantantonio: Zenga gli ha dato spazio per la terza gara in campionato. Sempre da subentrato, perché la condizione è quella che è. L'idea è che debba giocare da prima punta: forse gli inserimenti dei centrocampisti ne beneficerebbero. Sembra esser l'unico ad avere la prestanza fisica per farcela. Anche lui faticherebbe di meno.
Ora ci sarà l'Inter, reduce dal terribile k.o. interno contro la Fiorentina dello "sconosciuto" (almeno per Ferrero) Paulo Sousa. La squadra di Mancini mi è sembrata brutta da guardare, ma - a differenza di Zenga - il tecnico nerazzurro ha dato un'identità all'Inter. Quella che manca alla Samp: non è un caso se le due sconfitte siano arrivate contro squadre dall'identità ben definita.
La Samp soffre inolte di mal di trasferta: una sola vittoria nelle ultime otto gare giocate lontano dal "Ferraris" a cavallo tra la stagione attuale e quella passata. Un problema da risolvere dopo la sosta, ma prima c'è l'Inter capolista. Una gara che probabilmente sarà brutta e decisa da episodi. Un po' come quella giocata contro la Roma, no?

Antonio Cassano, 33 anni, entrato nella ripresa: terza presenza.

24 settembre 2015

Illusione.

Immeritata, fortunata, probabilmente eccessiva. Il risultato finale di Samp-Roma non riflette affatto l'andamento della partita, ma il calcio non è mai stato uno sport giusto. Quindi ci prendiamo i tre punti e le riflessioni che ne devono derivare. Perché se non è oro tutto quello che luccica, allora è giusto pensare come la Samp possa (e debba) migliorare ancora molto.

Éder Citadin Martins, 28 anni, ancora a segno in campionato.

La Samp si presenta alla gara contro i vice-campioni d'Italia in forma discreta. La sconfitta di Torino è stata brutta, ma sette punti in quattro gare sono un buon bilancio. L'infrasettimanale è l'occasione per la prima da titolari per Correa e Zukanovic, mentre Mesbah è improvvisamente in campo. Garcia, dal canto suo, rimette dentro i titolari per cercare di nuovo i tre punti.
I padroni di casa decidono - come hanno fatto spesso in quest'inizio di campionato - di buttare buona parte della gara. Partono forti le accelerazioni di Muriel e Correa, tanto che l'argentino è il primo a impensierire De Sanctis con un tiro centrale al 9'. Ma è l'unico vagito di un primo tempo nel quale i blucerchiati non giocheranno quasi mai palla a terra.
La Roma ha subito la chance per il vantaggio: brutta respinta su corner di Silvestre e Nainggolan ha tanto spazio per calciare, ma il suo tiro all'11' è più di potenza e finisce fuori da ottima posizione. Poi sono Pjanic e Dzeko a impegnare Viviano a metà primo tempo, ma il portiere blucerchiato risponde presente. L'ultimo brivido prova a regalarlo sempre per Pjanic, ma il suo tiro dalla distanza è troppo facile per l'estremo difensore doriano.
La Roma sembra in controllo, ma non spinge con convinzione. E allora la Samp sfrutta la prima situazione buona in 50' e segna l'1-0 a sorpresa. Su punizione dai 25 metri, Éder sfrutta il buco creato nella barriera giallorossa dai suoi compagni e batte con un gran destro un De Sanctis immobile. Vantaggio inaspettato, ma per l'italo-brasiliano è il sesto gol in campionato.
Da lì, gli ospiti provano a spingere, ma sembrano spuntati e nervosi. Pjanic impegna ancora Viviano con una punizione deviata, ma il portiere blucerchiato è in serata di grazia e respinge ancora. Una forma confermata su Dzeko, ma poi bisogna arrendersi al 68': errore (grave) di Moisander in disimpegno difensivo e Pjanic serve Salah, solo e libero di insaccare il pareggio.
La Samp sembra accontentarsi. Zenga cambia Correa e Muriel per Ivan e Cassano. Su questo, Coach Z non sbaglia mai: i cambi sono sempre azzeccati. La Roma non tira più in porta e allora la Samp sfrutta un contropiede per andare ancora in vantaggio. Uno-due Cassano-Soriano e il numero 21 serve Éder: sul suo cross, Manolas spazza nella sua porta. Finisce con il 2-1 blucerchiato, immeritato ma vitale per migliorare ancora la classifica. E Garcia sprofonda nei suoi fantasmi.

Rudi Garcia, 51 anni, un uomo sempre più solo nelle scelte a Roma.

Viviano 7; Pedro Pereira 7.5, Silvestre 6 (dal 28' p.t. Moisander 6), Zukanovic 7.5, Mesbah 6.5; Soriano 6.5, Fernando 6, Soriano 6.5; Correa 5.5 (dal 14' s.t. Ivan 6.5); Éder 6.5, Muriel 5 (dal 32' s.t. Cassano 6.5) - già pubblicate su SampNews24

Al di là di tutto, va fatta una considerazione. Se è vero che la Roma ieri non avrebbe meritato di perdere, va anche detto come i giallorossi non vinceranno mai lo scudetto giocando così. Non si capisce neanche quale sia esattamente il problema, visto che la compagine capitolina ha fatto un ottimo mercato e ha risolto i problemi dell'anno scorso. Vedremo a fine stagione.
Quanto alla Samp, continuo a vedere una mancanza di gioco preoccupante. L'ha scritto bene Mario Petillo su SampNews24: ok, abbiamo vinto, ma senza il 2-1 saremmo così soddisfatti? Già il pareggio avrebbe fatto riflettere sui primi 50', assolutamente deficitari e giocati semplicemente rinviando la palla il più lontano possibile. Manca ancora qualcosa.
In questo catenaccio, c'è chi ne beneficia e chi ne soffre. Alla prima categoria appartiene Pedro Pereira, un classe '98 che non è umano se gioca con questa personalità alla terza gara da pro in carriera: è stato perfetto. Diverso il discorso per l'attacco. Se Éder ha comunque segnato un gol e ha causato un'autorete, c'è da riflettere sulla situazione di Muriel: da prima punta non rende. C'è poco da fare.
La prima da titolare di Correa e Zukanovic è stata a corrente alternata. L'argentino, quando ha avuto palla tra i piedi, è stato importante. Ha tirato una volta in porta, ha causato un giallo e ha propiziato la punizione dell'1-0: deve solo esser più continuo. Impressionante invece la prova del bosniaco, a suo agio da difensore spazza-palloni e recuperato dalla pubalgia che lo affliggeva.
Ora ci sarà l'Atalanta lunedì sera. Una sfida tosta, se pensiamo che la Samp ha vinto solo due delle ultime otto trasferte a Bergamo. Fortunatamente i nerazzurri non sembrano passarsela benissimo e giocano in maniera deficitaria, nonostante i cinque punti fatti in tre gare. Che sia l'occasione per svegliarsi da quest'illusione e giocare finalmente in maniera decente? Ricordiamoci che i tre punti non sono tutto.

Massimo Ferrero, 64 anni, in festa dopo la vittoria di ieri.

21 settembre 2015

Altarini in arrivo.

Prima o poi doveva arrivare questo momento: non è un caso se sia arrivato contro una delle squadre che più sorprenderà l'Italia in questo 2015-16. Il Torino sconfigge la Samp per 2-0: è il primo stop dei blucerchiati in Serie A. I sette punti conquistati finora rimangono un bottino incoraggiante, ma la giornata è stata da dimenticare per la compagine doriana.

Walter Zenga, 55 anni: prima sconfitta in campionato per la sua Samp.

Zenga riparte dal solito 4-3-1-2, con un'unica novità: Cassani è infortunato, Pedro Pereira parte per la prima volta da titolare in Serie A. A soli 17 anni! Ventura, invece, conta sul suo solito gruppo: 3-5-2 con Acquah e Baselli in gran forma. Davanti continua la fiducia verso la strana coppia Quagliarella-Belotti.
Il primo tempo è un monologo granata: confermata quindi una preoccupante tendenza in casa Samp. In tutte e sei le partite ufficiali viste finora, il Doria di Zenga ha regalato almeno una mezz'ora di gioco agli avversari sul piano dell'intensità. E non può far eccezione questa gara, in cui la Samp non carbura.
Dopo un quarto d'ora di studio, il Torino va in vantaggio al 17': bel cross di Bruno Peres e Silvestre si perde Quagliarella che insacca di testa. L'argentino lamenta una spinta, ma non si vede molto per cui recriminare. Anche Viviano forse sarebbe potuto essere più esplosivo. Quagliarella sfiora il 2-0 due minuti dopo, poi al 23' non perdona l'ennesima dormita della difesa ospite.
In questo caso, a sbagliare è l'altro centrale: Moisander marca Quagliarella, poi lo molla senza un vero motivo e il 27 granata può insaccare da solo il 2-0 su una bordata di Belotti. Da lì, il Torino gestisce la gara per i restanti 65' e punge ogni tanto. Lo fa ancora nel primo tempo con Acquah (strepitoso: quanti rimpianti) e Bruno Peres (con la Samp si scatena sempre).
Da parte doriana, solo Éder e Soriano tentano uno squillo, trovando la risposta della difesa granata. Zenga fa subito un cambio nella ripresa: fuori Regini, dentro Christodoulopoulos, provato per tutta la settimana come terzino destro. Sarebbe dovuto scendere in campo per Pereira, ma l'emergenza porta il tecnico blucerchiato a metter dentro Lazaros e spostare il giovane portoghese sulla sinistra per limitare Bruno Peres.
Al 47', episodio dubbio in area torinista: Éder serve Muriel in profondità e il colombiano salta Padelli. Finito lo spazio per il tiro, mette in mezzo, dove Éder viene chiuso in maniera (forse) irregolare da Moretti. L'arbitro non fischia e allora la Samp mette in campo anche Correa, l'unico a solleticare le mani di Padelli nella ripresa. Il Torino a malapena tira nel secondo tempo, ma la vittoria è ormai cosa fatta.

Il Torino sarà la rivelazione di questo campionato: per ora è secondo.

Viviano 5.5; Pereira 6, Silvestre 5.5, Moisander 5.5, Regini 4.5 (dal 1' s.t. Christodoulopoulos 5.5); Ivan 5.5 (dal 16' s.t. Correa 6), Fernando 5.5, Barreto 5; Soriano 5 (dal 36' s.t. A. Rodriguez s.v.); Éder 6, Muriel 5.

Sul Torino c'è poco da dire: l'ho indicata a inizio campionato - insieme al Sassuolo - come la squadra che più sorprenderà tutti in questa Serie A 2015-16. Ottimo mercato e gruppo mantenuto intatto, i granata hanno fatto una sola cessione indispensabile. Molti dei soldi sono stati reinvestiti su giovani di prospettiva. Complimenti a Cairo, Ventura e alla loro squadra.
Sulla Samp, invece, eccome se c'è da parlare. Alla prima prova contro una squadra che sa giocare a pallone è arrivata la prima mazzata. Stavolta non c'è nessun carneade miracolato, ma una compagine che sa il fatto suo. E la Samp del primo tempo ha dimostrato che i problemi ci sono. E se non intervengono i fuoriclasse a nasconderli, emergono.
Ci sono veramente pochi elementi da salvare in questa brutta prova: l'entrata di Correa (speriamo parta dall'inizio contro la Roma), il solito Éder, ma sopratutto Pedro Pereira. Ha fatto discretamente bene a destra, ancor meglio a sinistra, dove ha limitato le sgroppate di Bruno Peres. Chissà che non si meriti ancora più fiducia dopo la prima da titolare in A.
Male in tanti. Su Regini ho già detto la mia altrove, mentre stupiscono le disattenzioni dei centrali. Barreto non ha neanche aiutato molto il povero Regini: il duo Acquah-Peres ha fatto quello che voleva. Anche davanti Muriel ha confermato un tratto: se non ci sono le difese aperte, le sue pecche vengono fuori.
Adesso si vedrà di che pasta è fatta questa Samp targata Zenga: gli altarini stan venendo fuori e i problemi di gioco non si possono nascondere sempre con le giocate dei più forti. Roma e Atalanta saranno due test interessanti per capire che ne sarà dell'Uomo Ragno e del suo progetto (se mai ce ne sia uno).

Joaquin Correa, 21 anni, uno dei pochi a salvarsi a Torino.