05 luglio 2012

Via al progetto.

Un romanzo: così si potrebbe definire la ricerca dell'allenatore della Sampdoria per la stagione 2012/2013, quella del ritorno in Serie A. Le scelte sono state molteplici, così come i rifiuti, nonostante la Sampdoria avesse - in linea teorica - un tecnico per la stagione che verrà ce l'aveva: Beppe Iachini, l'artefice della miracolosa promozione dalla B alla A. Nonostante questo risultato, per il tecnico di Ascoli Piceno non c'è stata mai l'aria della riconferma: fin dai primi giorni del post-Varese, si è cominciato a parlare di altri candidati alla panchina della Sampdoria. Prima Pochettino (rimasto all'Espanyol), poi Benitez (inseguito a lungo senza risultati), infine Deschamps (finito sulla panchina della Francia).
E così la scelta è ricaduta su Ciro Ferrara, ormai ex C.T. dell'Under 21 azzurra. Una decisione che sa di ripiego, nonostante tutte le smentite di rito che saranno sicuramente fatte nella conferenza stampa di oggi, l'occasione per presentare il nuovo allenatore dei blucerchiati. Mi sembra giusto andare a rivedere qualche tratto della carriera di Ciro Ferrara, sia come giocatore che come allenatore.

Ciro Ferrara, 45 anni: nella foto, ai tempi del Napoli vincente di Maradona.


Ciro Ferrara nasce a Napoli l'11 Febbraio 1967: azzurro doc, cresce nella squadra della sua città ed esordisce con la maglia del Napoli nella stagione 1984/1985 in una partita contro la Juventus. Passerà 10 anni all'ombra del Vesuvio, indossando la maglia azzurra per 278 volte, vincendo due scudetti, una Supercoppa Italiana, una Coppa Italia ed una Coppa UEFA; la ciliegina sulla torta saranno il gol in finale di Coppa UEFA contro lo Stoccarda e la fascia di capitano ereditata da quell'idolo di Napoli che è Diego Armando Maradona.
Dopo un decennio, segue Marcello Lippi e si trasferisce da Napoli a Torino, sponda Juventus: con i bianconeri, in altri 11 anni di onorata carriera, vincerà tutto. Ferrara, con il numero 2 sulle spalle, porta a casa cinque scudetti, una Coppa Italia, quattro Supercoppe Italiane, una Champions League, una Supercoppa Europea ed una Coppa Intercontinentale. Il tutto condito da 358 presenze con la maglia bianconera, di cui l'ultima in un Juventus-Parma del 15 Maggio 2005, nel quale chiude con il calcio e raggiunge le 500 presenze in Serie A.
Chiuso il rapporto con il calcio giocato, Ferrara viene chiamato a ricoprire il ruolo di collaboratore tecnico nello staff che Lippi porterà, da C.T., al Mondiale 2006: un'avventura che si coronerà con la conquista del Mondiale da parte dell'Italia. L'immagine di Ferrara che corre al gol del pareggio di Materazzi in finale è impressa nelle menti di molti italiani festanti. Successivamente, ricopre la carica di allenatore del settore giovanile juventino, per poi tornare da Lippi per il secondo mandato da allenatore della nazionale italiana.
Ma quando l'occasione chiama, bisogna sfruttarla: Ferrara, infatti, viene scelto dalla Juventus per condurre la squadra nelle ultime due partite di campionato della stagione 2008/2009, dopo che la società ha vissuto un forte periodo di contrasti con l'allenatore precedente, Claudio Ranieri. Ferrara prova a sfruttare quest'occasione: vince le restanti due partite (in trasferta a Siena ed in casa con la Lazio) e riesce ad ottenere la riconferma per l'anno successivo.
Una stagione - quella 2009/2010 - che parte in modo folgorante: quattro vittorie consecutive ed appena un gol subito. La Juventus sembra tornata quella di un tempo, ma è solo un'illusione: Ferrara si dimostra ancora inesperto e non riesce a tirare la squadra bianconera fuori da una situazione difficile. Il cedimento è netto e la crisi si inasprisce durante i mesi invernali: tra Dicembre 2009 e Gennaio 2010, la squadra non riesce a riprendersi, anzi continua a subire sconfitte, con appena tre punti conquistati sui 18 disponibili da parte della Juventus nelle ultime sei partite con Ferrara allenatore. La sconfitta in Coppa Italia contro l'Inter suggella il suo esonero e la fine del rapporto professionale con i bianconeri.

Ferrara ai tempi della Juventus: non è stata un'avventura felice per il tecnico.


Ma per Ferrara c'è ancora una chance: il tranquillo ambiente dell'Under 21. Forse definirlo "tranquillo" è sbagliato, dato che l'Italia Under-21, quando lo assume nell'Ottobre del 2010, vive una situazione complicata: la gestione Casiraghi risulta essere una delle più disastrose nella storia degli azzurrini e ha appena portato all'eliminazione nei play-off per la qualificazione agli Europei del 2011, nonostante il grandissimo potenziale di giocatori che ha potuto gestire negli anni. Ferrara rimette l'Under-21 sulla sua carreggiata preferita, quella di squadra potenzialmente straordinaria: il girone di qualificazione è stato ottimo, la qualificazione ai play-off per gli Europei del 2013 è cosa fatta. Poi è arrivata la chiamata della Sampdoria.
Interessante la conferenza stampa con la quale si è presentato oggi il nuovo allenatore della Sampdoria: ad essa, presenziavano il nuovo amministratore delegato Sagramola, il vice-presidente vicario Edoardo Garrone, il diesse Sensibile, lo stesso Ferrara ed il suo vice Angelo Peruzzi. Molti i temi toccati: per farne un sunto, Ferrara ha dichiarato che l'accordo con la Samp è stato facile da trovare. L'allenatore ha voluto ringraziare la FIGC per un'esperienza - quella dell'Under 21 - definita da lui come "felicissima"; ha voluto puntualizzare come i giovani saranno risorsa importante, ma la squadra non girerà solo su di essi; egli vedrebbe un eventuale ritorno di Pazzini (a precisa domanda), mentre ha trovato l'ipotesi Del Piero "fantacalcio". Ferrara, inoltre, ha parlato già di modulo: lo schema dovrebbe prevedere quattro difensori e tre centrocampisti, mentre davanti ci si adatterà a seconda delle esigenze, facendo però capire che si partirà dal 4-3-3. Ribadita la preferenza per i giocatori italiani, Ferrara ha concluso affermando che ci vorrà molto per accogliere i giocatori, dato che sarà un mercato lungo e difficile, e che quattro Allievi nazionali, scelti tra i campioni d'Italia uscenti, saranno portati in ritiro.
Chiusura importante anche per Sensibile: a domande dei giornalisti, ha risposto che Romero è un top-player e non si muoverà, mentre il rapporto con l'ex capitano Angelo Palombo sarà probabilmente chiuso. Emblematica una frase di Edoardo Garrone a chiusura della questione Palombo e dell'intera conferenza stampa: "I giocatori passano, la Sampdoria resta".

A Sensibile non piace il termine "progetto". A me non dispiace, se c'è una precisa idea dietro: perciò, benvenuto Ciro Ferrara. Se farai ciò che di buono hai fatto nella tua carriera di giocatore, ci sarà da divertirsi.

Garrone, Ferrara e Sensibile durante la conferenza stampa di presentazione del tecnico.


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