14 luglio 2012

Nessun rimpianto?

Il mondo del calcio è strano. Ci sono giocatori che ti chiedi quanto valgano, come possano non esprimersi a determinati livelli e se avrebbero fatto meglio in altri contesti: in poche parole, meteore inespresse o bidoni inguardabili? Il caso di Bruno Fornaroli rimarrà probabilmente sempre appeso a questo filo: i suoi detrattori non faranno che sottolinearne l'inutilità tattica e realizzativa nei pochi rimasugli di tempo spesi sul campo in maglia blucerchiata; coloro che l'hanno sempre visto di buon occhio, invece, affermeranno che ha avuto poco spazio per incidere e per questo sarà difficile bollarlo come bidone. Beh, intanto il dibattito è arrivato alla conclusione, così come la carriera di "El Tuna" con la maglia blucerchiata: l'attaccante uruguaiano ha rescisso consensualmente alla Samp il contratto che lo legava alla società di Genova per almeno un'altra stagione. Finisce così l'epoca dei rimpianti, dei sogni e degli insulti gratuiti ad un ragazzo che ha portato, se non altro, grande rispetto ed impegno per la maglia, seppur l'esperienza blucerchiata non sia andata come il giovane Bruno sperava.

Bruno Fornaroli, 24 anni, accanto a Beppe Marotta, 55: è l'estate del 2008.

Bruno Fornaroli nasce a Salto, città uruguaiana al confine con l'Argentina , il 7 Settembre 1987. L'ironia della sorte è che il ragazzo nasce nella stessa città e nello stesso anno di altri due calciatori uruguaiani "discretamente talentuosi": Edinson Cavani, centravanti del Napoli, e Luis Suarez, seconda punta del Liverpool. All'epoca non si sapeva, ma a saperlo ora.. fatto sta che il buon Bruno muove i primi passi nel Nacional di Montevideo, dove esordisce a soli 18 anni. L'anno dopo è quello che attrae l'attenzione dei club europei: a soli 20 anni, il ragazzo segna 14 gol in 26 partite con la maglia del Nacional. Molti si mettono sulle sue tracce, ma la Sampdoria la spunta e paga tre milioni il cartellino del ragazzo nel Luglio del 2008, battendo la concorrenza del PSV Eindhoven e Palermo.
L'allora amministratore delegato Marotta parla di un'operazione riguardante "un giovane di chiaro interesse che possa rappresentare il presente ed il futuro della società", mentre Fornaroli ammette, anche un po' imbarazzato, di somigliare tecnicamente a Pippo Inzaghi e di prendersi il numero 9 sulle spalle. Del resto, se qualcuno ben ricorda, l'operazione Fornaroli fu fatta per un preciso motivo: alla fine della stagione 2007/2008, nella trasferta di Palermo, Bellucci si rompe per diversi mesi e bisogna cercare un sostituto. Cassano e Bonazzoli non potevano certo bastare da soli, dato che Montella era tornato a Roma per l'ultimo anno di attività. Ecco così spiegato l'ingaggio dell'uruguaiano.
I tifosi doriani cominciano a sognare: si spera che il giovane attaccante possa integrarsi bene con Cassano, appena riscattato dal Real Madrid e deciso a dare tutto per la Samp; il barese prende l'uruguaiano sotto la sua ala. E qualche risultato non tarda ad arrivare: dopo l'esordio all'Olimpico di Roma contro la Lazio a Settembre, Fornaroli segna nel preliminare di Coppa UEFA contro il Kaunas. Il gol è inutile ai fini del risultato (è quello del 5-0), ma rappresenta una grossa prova atletica: cross di Dessena, la palla sembra troppo indietro per un colpo di testa, ma il giovane centravanti salta e colpisce di testa in sospensione (!) con il corpo all'indietro. Palla all'angolino e bocca aperta. Arriva anche l'abbraccio di Cassano: sembra l'inizio di un amore senza fine. Fornaroli segna anche al ritorno e segna anche in Coppa Italia contro l'Empoli.
Il problema è solo uno: Mazzarri. Il tecnico di San Vincenzo, durante la sua carriera, ha sempre dimostrato di non apprezzare i numeri 9 che vivono sul filo del fuorigioco ed aspettano l'occasione; difatti, il buon Walter ha sempre preferito i centravanti grossi, fisicamente possenti, in grado di far salire la squadra e - perché no - crearsi il gol da soli con una giocata individuale. Esempio: se Mazzarri fosse stato l'allenatore di Filippo Inzaghi, il Pippo nazionale non avrebbe probabilmente costruito quei numeri da leggenda che ha creato nella sua carriera. Da Cristiano Lucarelli a Rolando Bianchi, da Giampaolo Pazzini ad Edinson Cavani: il prototipo di centravanti per Mazzarri è chiaro.
E alla Samp conferma la regola: Montella, infortuni a parte, gioca poco anche quando è a disposizione, dato che Mazzarri preferisce Bellucci per coprirsi di più. E, a volte, schiera Delvecchio (un centrocampista) come punta nei momenti d'emergenza. Il destino di Fornaroli, tatticamente, è segnato: Mazzarri non ha la pazienza di aspettarlo, gli fa vedere pochissimo il campo e, se lo fa giocare, lo fa esclusivamente da subentrato. A meno che la partita non conti nulla. E così, per il giovane Bruno, diventa difficile cogliere le occasioni che gli capitano, in un calcio ed in una squadra che deve anche conoscere.
Ma la vera occasione da "sliding doors" capita a Fornaroli nel derby del 7 Dicembre 2008, Samp-Genoa: i blucerchiati sono in svantaggio per 1-0, gol di Milito all'inizio del secondo tempo. La Samp cerca a tutti i costi il pareggio in una partita nervosa, come da sempre risulta essere il derby della Lanterna. All'80' esce un Campagnaro stremato e si prova l'assalto finale con Fornaroli in campo. Due minuti dopo: punizione con lungo lancio in area, sponda di Delvecchio e Fornaroli uccella Rubinho in uscita. E' 1-1, sembra fatta. Invece no, è fuorigioco. Millimetrico, di poco, c'è o non c'è. E' importante, ma il fatto è che questo episodio segna la carriera di Fornaroli in blucerchiato: se fosse stato convalidato il gol, El Tuna avrebbe avuto qualche altra chance per provare a dimostrare qualcosa con la Samp; invece, con l'annullamento del gol nel derby, Mazzarri lo mette in soffitta per non tirarlo più fuori.

Fornaroli esulta dopo il primo gol con la Samp nel 5-0 contro il Kaunas.


A Gennaio del 2009, infatti, arriva il primo di tanti arrivederci di Fornaroli: parte per sei mesi per l'Argentina, andando in prestito al San Lorenzo, dove si aggiunge ad un Bottinelli appena andato via da Genova per questioni burocratiche. Nonostante la possibilità di giocare anche la Copa Libertadores, il suo non è un passaggio da ricordare: appena 2 gol in 15 partite giocate. Così l'uruguaiano torna per la prima volta a Genova, giusto il tempo di sostenere il ritiro e capire che lo vogliono testare. La tappa successiva nel viaggio di "El Tuna" è il Recreativo Huelva, appena retrocesso dalla Liga e desideroso di risalire subito grazie anche ai gol di Fornaroli. Anche qui, i risultati sono tutt'altro che eccelsi: l'uruguaiano gioca parecchio, ma in un ruolo non proprio congeniale alle sue caratteristiche, ovvero quello della seconda punta. Si sbatte, corre, s'impegna, segna anche un gol in Coppa del Re contro l'Atletico Madrid, ma non incide più di tanto: anche qui 2 gol in 17 partite. Un litigio con l'allenatore fa il resto e Bruno non vede più campo fino alla fine del prestito.
Intanto, la Samp ha conquistato i preliminari di Champions, ma per lui non c'è spazio neanche come quinta punta dietro Cassano, Pazzini, Marilungo e Pozzi. Viene relegato in primavera, dove segna 4 gol in 2 partite, dimostrando che non può essere messo in una categoria in cui è troppo superiore. Si spera nel prestito, poi il caso-Cassano cambia gli ultimi due mesi del 2010: Fornaroli viene re-integrato in squadra e scende anche in campo per uno scampolo di partita contro il Catania a Marassi. Un'ovazione lo accoglie, sottolineando come la sua immagine sia sempre rimasta ben accetta da molti tifosi, ansiosi di vedere se l'operazione Fornaroli è ancora possibile.
Non è d'accordo Di Carlo, che non lo schiera neanche quando si accorge che non riavrà Cassano tra i suoi ranghi: così, nel Gennaio 2011, è tempo di fare un salto a casa. La Samp si accorda con il Nacional per un prestito di sei mesi, con eventuale riscatto: Fornaroli, con tanto di fascia di capitano, vince il campionato uruguaiano con il club in cui è cresciuto, segnando 4 gol in 9 partite.
Ma il Nacional non lo riscatta e così Bruno torna a Genova per l'ennesima volta: stavolta rimane. Con la Samp finita in Serie B, potrebbe esserci finalmente l'occasione giusta. Nonostante ciò, si prova a darlo in prestito al Queretaro (club messicano), ma i negoziati non vanno a buon fine e Fornaroli rimane, ma è come se non ci fosse. Il reparto avanzato è sovraffollato, con Bertani, Pozzi, Piovaccari, Maccarone e Foti a contendersi con lui due posti: non ci sono spazi, se non per pochissimi minuti ogni tanto. Ma, come sempre, l'occasione arriva: la Samp attraversa una crisi di risultati verso la fine di Ottobre e Atzori decide di rivoltare la squadra come un calzino per cercare di imboccare la strada giusta. Con l'infortunio di Pozzi e lo scarso rendimento di Piovaccari e Maccarone, Bruno ha la sua chance: contro il Crotone a Marassi, gioca finalmente titolare - per la prima volta (!) - con la maglia della Sampdoria in una gara di campionato. Il ragazzo si sbatte, si mangia un'occasione clamorosa su assist di Foggia, ma mette costantemente in pericolo i difensori del Crotone; a metà del secondo tempo, esce stremato per i crampi sotto la Gradinata Sud, che lo applaude a scena aperta per l'impegno dimostrato. Da lì, ha un'altra chance la partita successiva a Brescia: la squadra, però, gioca malissimo e non ha certo l'opportunità di mostrare granché.
A fine anno, le presenze saranno 11 (4 da titolare, 7 da subentrante), ma i gol saranno zero: difficile dimostrare qualcosa se ti danno cinque minuti a partita.  Il resto è storia, con la rescissione avvenuta ieri consensualmente con la società ed il possibile approdo al Panathinaikos.


Fornaroli nella morsa dei difensori del Catania: è l'unica partita
giocata con la maglia della Samp nel 2010/2011.



Quale è la morale della storia? Diamo una ripassata alle statistiche. Bruno Fornaroli ha giocato 22 partite con la maglia della Samp (spesso partendo dalla panca) e segnato tre gol, tutti al primo anno con la società blucerchiata. L'impressione è che 22 partite in due anni di Samp siano pochissime per dimostrare di valere qualcosa; specialmente se pensiamo che le presenze sono state spesso da subentrante. Chiaro, il ragazzo ha dimostrato di avere qualche mancanza tattica e fisica. Ma sarebbe costato tanto lavorarci, crederci chiaramente? Ricordiamoci che questo ragazzo non è un prodotto del settore giovanile lasciato andare via così: sono stati pagati tre milioni per lui e lo si è gestito malissimo. La mia opinione (opinabilissima) è quella che Fornaroli sia stata una meteora e che, per dichiarare il suo investimento fallito, avrei preferito vederlo con la maglia della Samp. Del resto, non credo che sia stato comprato a 3 milioni di euro per mandarlo in giro per il mondo. E non credo neanche che non fosse adatto a TUTTO il calcio italiano: sono sicuro che, se avesse avuto un'opportunità seria quest'anno in B, l'avrebbe sfruttata.
Ci saranno rimpianti? Non sappiamo. Solo il futuro ce lo dirà. Per ora, grazie Bruno. Il tuo impegno sarà sempre riconosciuto e se qualcuno avesse buttato il tuo sudore in campo, forse avremmo faticato di meno in questi anni.. Adios, El Tuna.


Bruno Fornaroli saluta la Gradinata: tanti rimpianti dopo 4 anni a Genova.

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