01 novembre 2012

Ombre a San Siro.

Non c'è niente da fare, Roberto Vecchioni ci aiuta a fotografare questo pessimo momento. Il cantautore (di fede nerazzurra) una volta narrava: "Luci a San Siro non si accenderanno più." Di certo non si illuminano per questa Samp, che incappa nella quinta sconfitta consecutiva e si avvicina al record di sei, ottenuto nella stagione 2005/2006. Sembrano lontanissimi i tempi in cui il Doria violava Milano, sponda rossonera, per 1-0. Eppure non si parla di anni, ma giusto di un paio di mesi fa, quando i blucerchiati iniziavano il loro campionato con una striscia di tre vittorie e 11 punti nelle prime cinque partite.. gli stessi che la Samp ha ancora adesso. La partita non mente, perciò è meglio rivederla nei suoi dettagli.

Andrea Costa, 26 anni, tenta di contenere Rodrigo Palacio, 30.

La Samp si presenta in casa dei lanciati nerazzurri con poche novità rispetto alla partita con il Cagliari: c'è il rientro di Costa a sinistra ed il conseguente reintegro di Berardi a destra. Inoltre, Ferrara rinuncia a Maxi Lopez per Eder nel ruolo di prima punta, infoltendo il centrocampo con un Munari apparso in forma con il Cagliari. Infine, Romero si riprende i galloni da titolare al rientro dalla squalifica. L'Inter si schiera con un atipico 4-3-3, con Nagatomo a riposo (al suo posto Alvaro Pereira) ed il trio Cassano-Milito-Palacio a condurre le danze in area blucerchiata.
I nerazzurri, sotto la guida di Stramaccioni, sono diventati una compagine dal gioco non entusiasmante, ma molto concreto; la recente striscia di vittorie non è un caso. Così come non lo sono quelli della Samp, reduce da quattro sconfitte consecutive a causa di un gioco troppo conservativo, sfortuna ed errori arbitrali che non hanno aiutato. Tutto sommato, però, la partita scivola senza particolari patemi nei primi 20'. L'Inter si fa vedere dalle parti di Romero con i tentativi di Palacio, Milito e Samuel, ma i tre argentini si rivelano incapaci di centrare la porta in tutti i casi. Gli ospiti, invece, spaventano Handanovic con un cross casuale di Berardi, che impegna più del dovuto il portiere nerazzurro. La partita, tuttavia, non sembra regalare grosse emozioni.
Per questo lo stupore è grande al 19', quando la Samp passa a sorpresa in vantaggio: punizione di Tissone in area interista, Ranocchia rinvia su se stesso e Munari ne approfitta per uccellare Handanovic. 1-0 ed il cinismo della Samp si ripresenta al momento giusto. Per altro, il numero 11 blucerchiato sembra aver un certo istinto sugli errori difensivi altrui, come aveva dimostrato a Roma in occasione del suo gol su errore del portiere romanista Stekelenburg.
Il problema però diventa proprio l'essere in vantaggio. Il Doria, che aveva ben gestito i primi 20' di gara, si ritira nella sua metà campo e lascia Eder solo al suo destino: una mossa da evitare. Anche perché l'Inter comincia a spingere maggiormente, sebbene non collezioni occasioni a raffica. Prima Guarin sfiora il palo alla destra di Romero con un siluro al 33', poi è Cassano a mettere in mezzo al 43' senza che Milito riesca a buttare la palla in porta. Insomma, l'avere Mudingayi e Gargano come play-maker non aiuta la squadra di Stramaccioni e la Samp porta a casa il vantaggio alla fine del primo tempo.
Il cambio Mudingayi-Cambiasso all'inizio della ripresa aiuta l'Inter nel gestire meglio il pallone a centrocampo. Del resto, gli ospiti non si sbottonano e continuano a tenere un baricentro esageratamente basso, finché un altro episodio contestato non cancella quanto di (poco) buono era stato fatto fino ad allora.
Minuto 52: palla persa dalla Samp a centrocampo e Palacio serve bene Milito in profondità; Costa, fuori posizione, rientra frettolosamente e spintona leggermente l'argentino. Per l'arbitro è rigore. E se ci può stare l'assegnazione del tiro dal dischetto, lascia perplessi il cartellino rosso a Costa, che lascia la Samp in 10 uomini. Dal dischetto, l'ex Genoa tira un rigore perfetto e segna l'1-1.
La Samp, già scomparsa dal campo, non può certo migliorare la qualità del suo gioco in inferiorità numerica; anzi, rischia di subire il 2-1 quando De Silvestri (entrato al posto di Berardi infortunato) viene saltato seccamente da Milito. Il numero 22 dell'Inter spara un gran sinistro che incoccia il palo; ma è - purtroppo - solo questione di tempo.
Se Alvaro Pereira lascia il posto a Nagatomo, Ferrara toglie nuovamente Poli per Renan. Il centrocampista non la prende bene ed il brasiliano entra con poca cattiveria, tanto che da un suo errore nasce il 2-1 dei padroni di casa. Su una respinta da calcio d'angolo in favore della Samp, Renan dovrebbe alleggerire all'indietro.. purtroppo, il numero 5 doriano cicca il disimpegno e favorisce il letale contropiede interista: Cassano per Palacio, destro incrociato molto preciso e 2-1 per i nerazzurri. Una mazzata tremenda.
Nonostante Renan venga richiamato in panchina per tentare il tutto per tutto con Maxi Lopez, è ancora l'Inter a sfiorare la rete: prima Palacio calcia fuori di poco, poi Cassano bacia la traversa con una punizione dal limite dell'area.
La terza marcatura è comuque nell'aria e si concretizza all'81': "Fantantonio" fa quel che vuole sulla fascia e serve Guarin ai 16 metri. Il colombiano salta secco un arrendevole Estigarribia e realizza il terzo gol dei padroni di casa. Il finale è una lunga agonia, spezzata solo dal secondo gol della bandiera, stavolta siglato da Eder, dopo una buona combinazione con Maxi Lopez. A posteriori, viene da chiedersi se Ferrara (espulso per proteste dopo il 3-1) si sarebbe potuto giocare la carta dell'argentino prima. 3-2 e quinta sconfitta consecutiva; la zona retrocessione si è ulteriormente avvicinata ed ora dista solamente due punti.

Diego Milito, 33 anni, segna il rigore dell'1-1: Romero immobile.

Romero 5 | Che il pasticciaccio di Verona l'abbia rovinato? Non sembra più molto sicuro. Nel primo tempo rischia con una respinta poco ortodossa, che lascia strada al sinistro di Guarin vicino al gol. Sui tre gol non ha particolari colpe, ma nel finale per poco non ne combina un'altra..
Berardi 6 | Finché è in campo, Cassano si vede poco dalle sue parti, ancor meno Palacio. Poi Alvaro Pereira lo stende brutalmente e lo costringe ad uscire.
Gastaldello&Rossini 6 | Marcare Milito non è facile, qualche disattenzione capita; i due però fanno quello che possono. Tutto sommato, il "Principe" - rigore a parte - non crea troppi problemi se lo marcano i due centrali sampdoriani.
Costa 5 | Fuori posizione, spinge pochissimo nel primo tempo. Nel secondo, è totalmente in ritardo su Milito nell'occasione del rigore: anche se il contrasto è leggero e l'espulsione è eccessiva, lui non deve permettersi questi errori.
Tissone 5,5 | Fa girare tanto il pallone, ma di verticalizzazione neanche una.
Poli 6 | Si fa tanti chilometri, ma non trova quasi mai nessuno a sostenerlo.
Munari 6,5 | Ancora a segno, sempre contro le big in trasferta: dopo l'Olimpico, tocca a San Siro. Peccato che la sua rete non porti punti, anche se il suo impegno è stato encomiabile.
Soriano 5 | Ennesima partita in cui non si capisce quale sia la sua utilità da esterno d'attacco. Per altro la sufficienza con la quale gioca non gli permette d'essere utile neanche nel suo ruolo originale.
Estigarribia 4,5 | E' un esterno d'attacco. No, è un terzino. Sbagliato, è un esterno da 3-5-2. Sapete cosa? Sono tutte affermazioni errate. QUESTO Estigarribia non è niente e l'imbarazzante tenerezza con la quale affronta Guarin nell'azione del 3-1 fa capire quanto il ragazzo debba far strada.
Eder 6,5 | Altra partita, solito mazzo. Il gol alza di mezzo voto la valutazione, ma non può giocare da prima punta: così si sacrifica troppo la sua preziosa progressione.

De Silvestri 5 | In attacco non può spingersi troppo, causa inferiorità numerica; in difesa, causa Milito e Cassano, fa più danni che buone cose.
Renan 4 | La leggerezza con la quale regala il contropiede all'Inter per il 2-1 di Palacio è da multa. Sì, una multa. Perché il ragazzo ha già poche occasioni e non può sprecarle così. Non lo aiuta neanche Ferrara, quando lo toglie a danno fatto e in inferiorità numerica; così si svaluta un ragazzo che è stato pagato tre milioni quest'estate. Gli errori, intanto, rimangono.
Maxi Lopez 6 | Pochi minuti e la Samp mostra qualche barlume di senso quando attacca. Speranze di rimonta non ce ne sono mai state, però la palla rimane in avanti per più di cinque secondi. Molto bravo nell'uno-due che porta Eder al primo gol su azione in stagione.

L'unica cosa positiva che si può trarre da quest'ennesima sconfitta è il cinismo: la Samp ha fatto tre tiri in porta in tutto il match, di cui due in porta. Quelli appunto delle reti segnate a San Siro; se si usasse questo cinismo come ad inizio campionato, magari saremmo più avanti. Domenica arriverà l'Atalanta a Marassi e sarà l'esame decisivo per Ferrara. Se non arrivasse una vittoria o - peggio ancora - maturasse la sesta sconfitta consecutiva, forse diverrebbe l'ora per pensare ad un cambio. Che il buon Paolo ce la mandi buona. Anche perché più che di "luci a San Siro", sarebbe stato meglio parlare di ombre. Quelle che circondano il nostro futuro più prossimo.

Gianni Munari, 29 anni, esulta con Poli dopo il momentaneo vantaggio.

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