14 novembre 2012

La Lanterna degli orrori.

Domenica 18 Novembre, lo stadio Marassi rischia di diventare il teatro di un incubo; difatti, quella sera andrà in scena uno dei derby più tragici degli ultimi anni. Genoa e (sopratutto) Samp ci arrivano in condizioni pessime, lacerate da cambi di allenatore ed una serie di sconfitte consecutive. Eppure molti tifosi, sia sampdoriani che genoani, pensavano di aver assistito a spettacoli peggiori; quelli blucerchiati poi, ricordando il gol di Boselli che condannò la squadra alla B, speravano di non arrivarci in questo stato di forma. La settima sconfitta consecutiva a Palermo ha lasciato a terra molti appassionati del Doria e la conferma di Ferrara da parte della società non getta acqua sul fuoco, anzi..

Mauro Boselli, 27 anni, segna la rete del 2-1 al 92' dell'ultimo derby di Genova.

Penso sempre che bisogna guardare in casa propria prima di giudicare gli altri. E allora diamo un'occhiata alla nostra situazione attuale: 11 punti (anche se c'è un -1), 17° posto in Serie A e tanta, tanta paura che l'incubo di due anni fa si ripeta. Si era partiti bene: tre vittorie e due pareggi avevano consegnato un bottino di 11 punti, che faceva ben sperare per il proseguo del campionato. Poi le serie di sette sconfitte consecutive hanno fatto segnare un nuovo record in casa blucerchiata ed un periodo di difficoltà palese. Infortuni, squalifiche ed alcuni episodi arbitrali non hanno aiutato la Samp negli ultimi due mesi, ma farne il caprio espiatorio di questi pessimi risultati appare difficile.
Ci sono diversi problemi che stanno avendo una gestione scriteriata. Innanzitutto, il parco giocatori, che Ferrara sta svalutando grazie a scelte che hanno poco di logico. Se c'è un elogio che si può fare all'ex C.T. dell'Under-21, è quello di aver notevolmente abbassato l'età media del gruppo e degli undici in campo; Berardi, Rossini, Krsticic, Soriano, Obiang sono sempre in campo. L'unico a subire un trattamento diverso è Icardi; peccato che l'argentino servirebbe come il pane in questa Samp così abulica lì davanti. Inoltre, la gestione dei nuovi acquisti non è stata delle migliori: De Silvestri si è visto poco e con prestazioni indegne di nota, grazie ai suoi errori; Estigarribia è stato fatto giocare quasi sempre, non riconoscendo che per molte giornate non ha ingranato; infine, Poulsen è stato messo ai margini. Qui spunta il problema più grande: il terzino danese è arrivato a fine Agosto, con Ferrara già in sella; perciò l'ex Juve non può certo accusare la società di avergli preso un giocatore prima della sua nomina a tecnico della Samp. Perciò la domanda è cosa farne di un giocatore che lo stesso Ferrara non sembra apprezzare; perché l'ha mai preso?
Secondo problema: lo schieramento tattico. Per tutta l'estate non si è parlato che di 4-3-3, con Eder ed Estigarribia ai lati e Maxi Lopez da centravanti. Ma, in realtà, la Samp non si quasi mai disposta in tale maniera; lo ha fatto perlopiù all'inizio del campionato, quando infatti sono arrivati gli 11 punti messi fin ora in cascina. Poi, già nella partita con il Napoli, si è registrato un arretramento del baricentro: Soriano (un centrocampista centrale) messo come terzo attaccante è stato forse l'obrobrio tattico più grande commesso da Ferrara. Si potrebbe continuare con il centravanti di turno lasciato da solo, Munari ala destra o Estigarribia terzino; il punto è che non bisogna snaturare i propri giocatori, bensì farli giocare nel ruolo a loro più congeniale.
Terzo punto: la testa. Molti di questi ragazzi non sanno cos'è la Serie A: guardando i titolari, vi sono 5/11 che hanno una bassa (Berardi, Obiang, Costa) o nulla (Rossini, Romero) esperienza in Serie A. E allargando lo sguardo al resto della rosa, il dato medio non sale di certo. Ecco, riprendersi da una situazione come la nostra senza l'adeguata "gavetta" dentro la squadra sembra difficile. I ragazzi sono giovani, ma qualche guida alla Maresca in più non avrebbe fatto male.
Quarto ed ultimo punto: gli infortuni. Si sono fatti male più o meno tutti in quest'inizio di campionato; la rosa è abbastanza lunga (sopratutto a centrocampo), ma alcuni uomini - prima ancora che giocatori - servono a questo gruppo. Forse anche troppo.
Adesso, nel derby servirebbe un miracolo. Qualcuno recupererà, ma anche in questo caso sarebbe stato utile qualcuno in più che abbia già vissuto la stracittadina: il mancato recupero di Pozzi, ad esempio, sarà un fardello non da poco.

Nicola Pozzi, 26 anni: l'ultimo gol blucerchiato in un derby è suo.

Tuttavia, c'è un famoso detto: "Se Atene piange, Sparta non ride". Difatti, nessuna risata risuona da parte genoana; anzi, i rossoblu arrivano a questi derby con un punto di svantaggio rispetto ai blucerchiati.
Li avevamo lasciati contenti e festanti, senza alcuna effettiva ragione, nel Maggio del 2011; allora avevano Palacio, Floro Flores ed una squadra con una parvenza di decenza, guidata da un allenatore (Ballardini) che sembrava quello giusto per la piazza. Ma il buon Preziosi, da sempre un bambino dispettoso a cui piace rovinare i suoi giocattoli, ha cambiato tutto per l'ennesima volta e si è ritrovato con una situazione tragica tra le mani. Difatti, il suo Genoa soffre durante tutta la stagione, cambia quattro volte il tecnico e si salva solo all'ultima di campionato.
Così, quando la Samp è tornata in Serie A quest'estate, la Gradinata Nord sperava di presentarsi meglio agli appuntamenti del derby. Invece, Preziosi è riuscito a fare anche di peggio, mettendosi nel pollaio non un yes-man, ma Pietro Lo Monaco, un dirigente che - al massimo - si fa comandare da se stesso. E così tra propositi di stella e dichiarazioni infauste, il Genoa si ritrova in condizioni anche peggiori rispetto all'anno scorso, ma senza Rodrigo Palacio, l'uomo che ha tirato la carretta per diversi mesi e che adesso dà una mano a far viaggiare quella dell'Inter. E non sono bastati gli arrivi di Immobile e Borriello per far girare la nave rossoblu: nove punti in 12 partite è il misero bottino messo insieme dalla banda di Delneri, che ha sostituito De Canio un mese fa alla guida del Genoa. Il terz'ultimo posto non credo fosse tre le ambizioni di molti tifosi rossoblu ad inizio campionato.
Adesso c'è il derby e si sa come i genoani siano più concentrati in queste occasioni, sopratutto negli ultimi tempi: difatti, negli ultimi 8 derby disputati, il bilancio è di cinque vittorie rossoblu, un pareggio e due vittorie blucerchiate. L'ultimo confronto si è chiuso con il 2-1 di Boselli a tempo scaduto, che ha praticamente condannato la Samp alla retrocessione e che ha reso felici i supporters del Grifone, sebbene le soddisfazioni sia state poche negli ultimi anni per il Genoa. Ma questo derby, il numero 105 (il numero 59 in Serie A), appare come il più difficile da gestire: chi vince potrebbe risorgere, chi perde potrebbe sprofondare. Anche perché non si uscirebbe solamente sconfitti dalla stracittadina, ma anche dallo scontro diretto contro quella che è una rivale per la salvezza. E forse, questo dato più degli altri sarebbe una pugnalata.
Insomma, alle 20.30 di domenica si prevedono forti turbolenze emotive allo stadio "Marassi": va in onda il derby di Genova. Purtroppo, viste le condizioni delle due squadre, sarà una Lanterna degli orrori.

Marco Rossi, 34 anni, capitano del Genoa e sempre presente nel derby.

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