19 settembre 2012

La spina dorsale.

C'è una famosa massima sul calcio che va sempre tenuta in considerazione: "Per avere un'ottima squadra, non bisogna sbagliare gli uomini che ne compongono la spina dorsale. Un portiere, un libero, un centrocampista ed un attaccante". Questa celebre frase venne pronunciata dal "Professore" Fulvio Bernardini, giocatore negli anni '40 e poi allenatore che suscita molti ricordi nei vecchi appassionati di calcio. In particolare, Bernardini fu anche tecnico della Sampdoria dal 1966 al 1971, nonché direttore generale dello stesso club blucerchiato dal 1977 al 1979. Bene, questa massima non potrebbe essere più utile in un momento come questo. La Samp ha conquistato la terza vittoria consecutiva del suo campionato e vive un momento felice dal punto sportivo, proprio grazie alla spina dorsale citata da Bernardini.

Il portiere è forse, a lungo andare, l'elemento più importante. Sergio Romero è alla sua seconda stagione alla Samp e sta dimostrando che tutto quello che si diceva di buono su di lui non è affatto sbagliato. Se il livello medio della Serie B non ne ha testato abbastanza il talento, quello della Serie A lo sta mettendo a dura prova. E se contro il Siena non è stato particolarmente impegnato, la vittoria di Milano è al 50% sua, con parate che hanno fatto disperare i tifosi milanisti e "fomentare" quelli blucerchiati. L'argentino è titolare della sua nazionale, nonché star di questa squadra. Dopo un'estate a sentire la parola "top-player", il tifoso medio sampdoriano si rende conto che la stella ce l'aveva già dalla scorsa estate. Un giocatore di poche parole, ma molto caldo quando si è sul campo da gioco. E speriamo che la Samp lo tenga il più a lungo possibile.

Sergio Romero, 25 anni, il portiere saracinesca: alla Samp dal 2011.

Il libero è una figura che non esiste più nel calcio di oggi. Da Picchi a Beckenbauer, da Baresi all'ultimo esempio Hierro, il libero è una razza in via di estinzione. E già oggi non se ne vedono più per i campi d'Europa. Ma un buon difensore centrale fa sempre comodo. E chi meglio di capitan Daniele Gastaldello può esserne testimone? Sesta annata sampdoriana, il numero 28 ha dimostrato di essere attaccato alla causa ed all'intero ambiente blucerchiato. Probabilmente anche per la tranquillità che trasmette e che gli ricorda la familiarità di Camposampiero, piccolo paesino veneto in provincia di Padova. Le sue prestazioni sono state esemplari nello scorso campionato di B e, per ora, si è ripetuto a tali livelli anche nelle prime partite. Il gol al Siena conferma anche il suo vizio, quello di proiettarsi in attacco e trovare la rete. Sopratutto quando ce ne è bisogno, come nella finale dei play-off contro il Varese nel Giugno di quest'anno.

Un altro eroe della promozione è stato Pedro Obiang. Secondo Bernardini, il mediano doveva essere un altro pezzo importante della spina dorsale della squadra. E "Pedrito" lo era. Lo scorso anno si era conquistato gli onori della cronaca sportiva con grandi prestazioni da regista. Un mediano in grado di costruire gioco quanto di rompere quello avversario. Ma quest'anno, con Ferrara, c'è stata la svolta: Obiang ha chiesto di essere spostato. Lo spagnolo avrebbe preferito giocare da interno o mezz'ala. Avrebbe potuto così mantenere certe mansioni nella costruzione del gioco ma, al tempo stesso, avere più possibilità d'inserimento in zona gol. Ferrara lo ha seguito e l'esperimento sta funzionando: a Pescara, Obiang ha lanciato l'azione dell'1-0 con un bellissimo passaggio filtrante dei suoi. E sta tirando di più rispetto all'anno scorso.

Pedro Obiang, 20 anni, il perno del centrocampo blucerchiato.

Se c'è uno che sta centrando la porta più degli altri, quello è sicuramente Maxi Lopez. L'ex Catania veniva da sei mesi così così al Milan, nel quale era stato utile, ma non altrettanto apprezzato. Galliani aveva deciso di non confermarlo, prima di vendere Ibrahimovic e Cassano. Ora l'amministratore delegato del Milan si starà mangiando le mani: per Maxi, tre gol nelle prime tre partite di campionato. E se contro il Milan era entrato a poco dalla fine, l'argentino ha giocato quasi 180' nelle due sfide contro Siena e Pescara. Timbrando il cartellino per tre volte. E a Pescara avrebbe anche potuto portare a casa il pallone, vista la tripletta sfiorata. Insomma, un cecchino. Che rischia di fare la storia.

La storia, intanto, la fa chi segue la Sampdoria. In controtendenza rispetto al resto del paese, la Sampdoria tocca 20.000 abbonati ed è la quinta società nella graduatori degli abbonamenti allo stadio per la stagione 2012/2013. Se poi si conta la percentuale di abbonati rispetto alla capienza dello stadio, il Doria balza al secondo posto (20mila su 36mila che contiene lo stadio Ferraris), dietro solo ai campioni d'Italia della Juventus. Un grande risultato. Inoltre, la Samp ha superato per la decima volta negli ultimi vent'anni, la barriera dei 20mila abbonamenti. Numeri straordinari. Che servono a ribadire un concetto. La spina dorsale è importante. Ma, senza queste energie da tifosi appassionati, non varrebbe nulla.

I tifosi della Samp: in 20mila si sono abbonati. Sempre presenti.

Nessun commento:

Posta un commento