15 febbraio 2016

Due feriti e tanti morti (di sonno).

Una volta Gigi Buffon - noto maestro di etica sportiva - ha detto: «Meglio due feriti che un morto». Lo disse a proposito del caso calcio-scommesse, alla vigilia dell'Europeo 2012. Al di là della valutazione sul personaggio, l'impressione è che la paura abbia spinto a questa massima ieri al Ferraris: lo 0-0 tra Samp e Atalanta è stata una gara di paura e noia.

I tifosi della Samp a sostenere la squadra con i cartoncini "Vinci per noi".

La Samp si presenta alla sfida contro la pericolante Atalanta in condizioni migliori rispetto ai bergamaschi, ma comunque difficili: la vittoria manca dal derby del 5 gennaio scorso. Montella conferma il 3-4-2-1 degli ultimi minuti di Roma, mentre Reja punta sul solito 4-3-3 con Pinilla centravanti dal primo minuto.
Il primo tempo è molto blando: un anticipo di quanto offrirà la gara nei 45 minuti seguenti. Tuttavia, nella prima frazione è l'Atalanta a rendersi più pericolosa: prima Gomez tenta di sorprendere Viviano con il sinistro (che però respinge in corner), poi si trova solo su un cross di Diamanti. Fortuna che l'argentino perde il tempo e non stoppa il pallone.
La Samp è tutta in uno squillo di Cassano, un destro da 25 metri respinto da Sportiello. Ci sarà anche un colpo di testa di Correa da buona posizione, ma finirà alto. Gli ospiti andrebbero anche in vantaggio, ma il gol di Pinilla - scattata in posizione irregolare e sfuggito a Ranocchia - viene ingiustamente annullato dal guardalinee.
La ripresa offre un copione ugualmente piatto, ma con la Samp al comando. Grazie alle accelerazioni di Dodô, i padroni di casa creano qualche pericolo. Lo stesso brasiliano costringe Sportiello in corner con un colpo di testa. Il Doria spinge, ma è un'avanzata flebile, mentre Reja decide di coprirsi e aspettare gli avversari.
L'Atalanta della seconda frazione è tutta nel tiro di De Roon al 70', centrale per Viviano. La girandola di cambi permette agli ospiti di abbassare il baricentro, ma non di rendersi pericolosi. I padroni di casa tengono il pallone, ma di occasioni non se ne vedono tante. Qualche mischia con protagonista Ranocchia, ma poco altro.
Al 93' la Samp potrebbe segnare il gol-vittoria con il subentrato Álvarez, ma il colpo di testa dell'argentino su perfetto cross di Dodô è alto, nonostante la porta distasse cinque metri e l'ex Inter avesse preso bene il tempo al suo marcatore. Finisce con l'ennesima gara senza vittoria. Col Frosinone a -2 e con tanta, tantissima noia.

Massimo Ferrero, 64 anni, e i suoi soliti gesti scaramantici.

Viviano 6; Cassani 6, Ranocchia 6, Silvestre 5.5; Ivan 5.5, Fernando 5.5, Soriano 5.5 (dal 40' s.t. Barreto s.v.), Dodò 6.5; Correa 5 (dal 29' s.t. Muriel 5.5), Cassano 5.5 (dal 15' s.t. Alvarez 5.5); Quagliarella 6.

Non so voi, ma guardando la gara di ieri, persino l'Atalanta di Reja mi è sembrata in condizioni peggiori rispetto alla Samp. I bergamaschi non vincono dal 6 dicembre 2015, quando occupavano la parte sinistra della classifica e sembravano avere altre ambizioni. Tutto sembra cambiato adesso, specie dopo le cessioni di Grassi e Denis nel mercato invernale.
Nonostante il Doria abbia incontrato la peggior squadra del campionato per forma e condizione, la partita dei blucerchiati è stata rinunciataria: i tiri in porta sono stati pochi, la pressione quasi inesistente nel primo tempo. Non so quanti (pochi) palloni si sono recuperati, più per imprecisione avversarie che per meriti propri.
Certo è che dopo dodici gare al comando di questa squadra, il quadro di Montella è deludente. Grande tattico (le ha provate tutte), non sembra uno psicologo adatto a far spingere questa Samp. La squadra di ieri - come altre volte - è apparsa poco grintosa, blanda: non una compagine che si sta giocando la categoria, ecco.
E intanto la classifica piange, perché la Samp ha perso quattro punti rispetto al Frosinone terzultimo nelle ultime tre giornate. Mentre i ciociari allenati da Stellone vincevano col Bologna e strappavano il primo successo in trasferta a Empoli (con molta fortuna, ma tant'è...), la Samp continua a non vincere. E soprattutto a non convincere, visto che neanche il 3-4-2-1 ha creato grandi occasioni.
Ora ci sarà la sfida in trasferta contro l'Inter e un Mancini sull'orlo di nervi, specie dopo il recente periodo di vacche magre e il derby perso in malo modo. Tuttavia, la testa dei tifosi (e la mia) va al doppio impegno decisivo per la stagione della Samp: Frosinone in casa, Hellas fuori. Speriamo di evitare qualche sbadiglio e di gioire un pochino di più.

Dodô, 23 anni, a contrasto con Alessandro Diamanti, 32.

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