08 febbraio 2016

Rimpianti romani.

Un cross, una girata stilisticamente difficile e quella traversa: sul legno della porta difesa da Szczesny s'infrangono le speranze della Samp di agguantare il pareggio a Roma. Il 2-1 subito dai giallorossi non dice tutto: se il primo tempo è stato un pianto, la ripresa ha mostrato che la Samp può (e deve) fare meglio delle ultime giornate.

Alessandro Florenzi, 24 anni, a segno ieri per la Roma.

La Samp si presenta all'Olimpico con l'intenzione di schierare il 3-4-2-1, ma Moisander si fa male nel riscaldamento: Montella mette dentro Barreto e passaggio alla difesa a quattro dal primo minuto. Dal canto suo, Spalletti dispone un universale come Perotti alle spalle dell'unica punta Salah, con El Shaarawy e Florenzi a supporto.
Il primo tempo della Samp fa male a guardarlo. L'unico tiro dei blucerchiati è al 39', quando Correa prova un timido destro. Gli ospiti hanno un'altra grande occasione in contropiede al quarto d'ora, ma Muriel - che dovrebbe detronizzare in velocità il vecchio Maicon - si lancia la palla troppo in là e poi spara alto davanti a Szczesny.
Ben diverso il primo tempo della Roma, incisiva nei primi 20' di fronte alla Samp con il 4-3-2-1. Pjanic ha due occasioni di testa, ma nella prima spedisce a lato e poi centra Viviano. Ci provano Rudiger ed El Shaarawy, ma in generale l'estremo difensore blucerchiato non fa un intervento difficile. La svolta arriva poco dopo.
Dopo un quarto d'ora, Montella sacrifica Ivan da cursore destro, rimette Cassani al centro e torna al 3-4-2-1: all'improvviso, la Roma non trova più spazi. Tutto sembra indirizzato verso lo 0-0, ma l'ingenuità è dietro l'angolo: su una punizione battuta male, la Samp viene presa in contropiede. Sul tiro rimpallato di El Shaarawy arriva Florenzi, che insacca l'1-0 di testa. Da solo.
Non c'è momento peggiore per incassare il gol dello svantaggio. E la Samp rientra male in campo nella ripresa, visto che il 2-0 arriva al 49': El Shaarawy approfitta della mollezza della coppia Fernando-Soriano in disimpegno su un pallone vagante e serve Perotti. Silvestre ha mollato l'argentino e Ivan fa la diagonale tardi: l'ex Genoa batte Viviano per il 2-0.
Sembra finita, ma cinque minuti più tardi la gara si riapre inaspettatamente. Dopo che Pjanic ha sfiorato il 3-0, è lo stesso bosniaco a toccare una conclusione senza pretese di Fernando dal limite dell'area. Quanto basta per spiazzare Szczesny e accorciare le distanze. Con l'entrata di Quagliarella per Muriel, l'inerzia della gara cambia.
La Roma sfiora il terzo gol solo al 72', quando El Shaarawy spedisce fuori il pallone toccato da Ranocchia nel tentativo di fermare di Dzeko. Nel frattempo Montella si gioca anche le carte Álvarez e Cassano, dando alla Samp la possibilità di pareggiarla. All'87' gli scambi tra i neo-entrati portano Cassano in porta, con Szczesny però che chiude lo specchio.
Al 91' è Dodô a provarci, ma il suo destro è troppo centrale. La beffa però arriva al minuto 93: su corner battuto da Álvarez, Cassano amministra il pallone e passa a Dodô, che mette in mezzo: Cassani trova una girata stilisticamente difficile che meriterebbe il 2-2, ma la traversa nega il pari alla Samp e Szczesny - come tutta la Roma - può tirare un sospiro di sollievo.

Wojciech Szczesny, 25 anni, decisivo per la vittoria giallorossa.

Viviano 6; - Cassani 6, Silvestre 6, Ranocchia 5.5, Dodô 7; Ivan 5.5, Fernando 5, Barreto 5.5 (dal 25' s.t. Álvarez 6); Soriano 5, Correa 6.5 (dal 31' s.t. Cassano 6.5); Muriel 5 (dal 10' s.t. Quagliarella 6.5) - già pubblicate su SampNews24

A fine gara, cosa si può dire della Roma? Tre vittorie in una settimana e la gestione Spalletti sembra per ora fare il suo. Tant'è vero che il terzo posto è vicinissimo quando sembrava finita. Certo, la Roma rimane una squadra confusa, insicura, ma almeno ha deciso di giocarsela. Forse stavolta la vittoria è sembrata di troppo, come ha confermato anche Spalletti nel post-partita.
Le fasce del 3-4-2-1 hanno avuto esiti alterni. Se Dodô ha giocato un'ottima partita (aiutato dalla pochezza di Maicon e dalla poca brillantezza di Florenzi), Ivan si è disimpegnato bene dal punto di vista tattico, ma non è un cursore. Non è possibile chiedere a un ragazzo classe '95 con dieci gare di A alle spalle di fare quel ruolo quando ci sono quattro interpreti in rosa.
I cambi nella ripresa invece sono stati incoraggianti: Álvarez sta prendendo sempre più confidenza con il campo, migliorando a ogni ingresso in corso. Quagliarella in mezz'ora ha fatto vedere a Muriel come si gioca da prima punta, contrastando Rudiger e Manolas. E Cassano... beh, con la sua classe il suo quarto d'ora è stato illuminante.
Una cosa si è capita: il 3-4-2-1 (o 3-4-1-2 in caso di rimonta forzata) è la via. Con Quagliarella da prima punta, con Correa sempre in campo, con Soriano da sacrificare nel caso non fosse in forma, com'è successo ieri a Roma. Magari rischiando quel Pedro Pereira che sta marcendo in panchina dopo esser quasi passato al Leicester per nove milioni di euro.
Ora domenica prossima ci sarà la gara contro l'Atalanta: importante, ma non fondamentale. In fondo, Carpi e Frosinone non hanno guadagnato punti, mentre l'Hellas è stato fortunatamente ripreso dall'Inter. Domenica gli emiliani ospitano la Roma, i ciociari saranno a Empoli e l'Hellas affronterà la Lazio. Una vittoria cancellerebbe i rimpianti di ieri sera.

Antonio Cassano, 33 anni, brillante nel quarto d'ora giocato.

Nessun commento:

Posta un commento