25 febbraio 2015

The greater good.

Un pareggio che sa di vittoria: così potremmo definire l'1-1 maturato nel derby di ieri tra Genoa e Samp. Un punto che sa di pericolo scampato. Perché se sul campo i rossoblu non sono sembrati aver una manovra più fluida di quella blucerchiata, sulle occasioni la squadra di Gasperini ha molto da recriminare. Intanto la Samp assomiglia sempre a meno a quella che correva fino a fine dicembre e sempre più a una compagine in difficoltà.

Sinisa Mihajlovic, 45 anni, furioso con Regini dopo il finale.

La Samp si presenta a questo derby dopo la sconfitta per 2-1 a Verona contro il Chievo. Una sconfitta che ha fatto male, specie se si pensa che la settimana dopo i clivensi sono andati a prenderne tre a Empoli. Mihajlovic decide di puntare sulla stessa formazione che avrebbe schierato sabato sera: Regini e De Silvestri si riprendono le corsie di difesa, Acquah confermato dal 1', Soriano dietro a Eder e Okaka. Il Genoa non si snatura e continua con il 3-4-3 che lo sta facendo volare alto: Gasperini punta sul trio tutto mobile e con falso nueve - composto da Niang, Perotti e Iago Falqué - per scardinare la difesa blucerchiata.
Pronti, via e la Samp rischia subito di prender gol: su cross di Edenilson al 1', Obiang si dimentica Bertolacci e il numero 91 del Genoa stacca da solo in area, fortunatamente spedendo il pallone alto. Romagnoli risponde cinque minuti dopo, ma la sua incornata non produce la stessa paura. La partita sta sulle sue, finché il Genoa non passa in vantaggio al 16': palla di Perotti per Niang (in leggero fuorigioco) e cross del francese sull'altro palo, dove De Silvestri si dimentica di Iago Falqué. Per lo spagnolo ex Juve è la quinta rete in campionato; il genoano tenterebbe anche di provocare la Sud, ma Viviano lo taccia e si può riprendere a giocare.
Neanche due minuti che la Samp pareggia subito. Roncaglia gestisce male un pallone e il suo passaggio arretrato verso Perin è troppo corto. Sulla palla subentra Eder, che in area buca il portiere per l'1-1 immediato. Un pareggio provvidenziale per una Samp che appare troppo imbrigliata per l'intero primo tempo. Il Genoa ha due discrete occasioni con Niang: sopratutto in una di esse, il francese si ritrova solo davanti a Viviano. Fortunatamente per il Doria, il portiere blucerchiato è pronto e respinge. Diverso lo scenario in casa Samp, dove l'unica - ma grandissima - occasione è quella capitata a Okaka al 26': gran numero di Acquah sulla destra, cross di esterno e il numero 9 doriano è solo, ma spara alto a cinque metri dalla porta.
La ripresa porta meno emozioni, ma il Genoa almeno si calma un po'. Ciò favorisce la Samp, che può giocare la palla con maggior attenzione a centrocampo e tentare di creare qualche pericolo a Perin. Silvestre e Acquah ci provano dalla distanza, così come Roncaglia, ma non sono occasioni nitide da gol. Neanche i vari cambi portano qualche novità nell'andamento della gara. Tanto più che Muriel entra a 20' dalla fine ed Eto'o a 10' dal termine.
Poi il finale lascia l'amaro in bocca a entrambe le squadre. All'86' Obiang vorrebbe l'uno-due con Muriel, ma Kucka - nell'intercettare il pallone - serve un assist involontario per lo spagnolo della Samp. Ritrovatosi di fronte a Perin, Obiang tenta lo scavetto ma spara alto. Va ancora peggio al Genoa, che nell'ultima azione della partita (viziata da un fallo ingenuo di Regini) potrebbe vincere la gara. Punizione in mezzo, Kucka sovrasta di testa De Silvestri e coglie la traversa. Sulla ribattuta, Bertolacci batte ancora Obiang e trova un miracolo di Viviano. Il sinistro finale di Kucka - finito altissimo - chiude una gara che sarebbe potuta finire anche peggio.

Iago Falqué, 25 anni, al quinto gol in A e il primo nel derby.

Viviano 7; De Silvestri 5, Silvestre 6, Romagnoli 6.5, Regini 5.5; Acquah 6.5, Palombo 5.5 (dal 21' s.t. Duncan 6), Obiang 5; Soriano 5.5 (dal 26' s.t. Muriel 5.5); Eder 6.5 (dal 38' s.t. Eto'o s.v.), Okaka 5 - già pubblicate su SampNews24

Una piccola postilla la devo fare subito sul tempo: il rinvio di sabato sera - unito alle telefonate di Lotito e alla gravissima situazione a Parma - dimostra la pochezza del calcio italiano. Non che ci fosse bisogno di conferme, ma è utile ogni tanto mettere i puntini sulle "i". Ferrero e Preziosi fanno a gara a smarcarsi, chiedendo la gestione totale del campo. La richiesta verrà soddisfatta dopo questa figuraccia, ma intanto prendiamo nota dell'ennesimo pasticcio all'italiana, con buona pace di alcuni tifosi che si erano fatti chilometri per assistere alla gara. E che non potevano certo tornare alle 18:30 di un feriale.
Mihajlovic ieri era molto nervoso: lo dimostra nel post-gara, quando per poco non mette le mani addosso a Regini per rimproverarlo del fallo che ha portato alla quasi capitolazione nel finale. L'impressione è che il giocattolo blucerchiato non sia ormai più il suo e che stia facendo il possibile per finire questa stagione e salutare Genova. Poco importa dove sia il futuro. Per una persona così fermamente convinta dei propri progetti, subire la cessione di Gabbiadini e l'acquisto di Eto'o forse è stata una botta troppo forte da digerire. Mihajlovic non è un uomo da show-biz come Ferrero, è uno concreto. E forse questa concretezza se non la vede lui, non la vedremo neanche noi in campo a breve.
Lo conoscete il principio del greater good? È una teoria usata sopratutto in guerra, specie dagli americani durante il Novecento. Essa racconta di come bisogna sacrificare qualcosa (o qualcuno) nel corso di una battaglia per arrivare a vincere la guerra. Che i sacrifici fatti ora serviranno per star meglio in futuro. Un po' la stessa dottrina abbracciata da Mihajlovic per il derby di Genova: risparmiare i più forti - molti di loro diffidati - per cercare di averli nella stracittadina. Risultato? Il derby per poco non è stato una catastrofe. Alcuni dei diffidati - leggasi Soriano e De Silvestri - sono stati praticamente nulli, se non dannosi (Lollo, ricordati di Iago Falqué sul gol, eh...). E ora per Bergamo mancheranno proprio Soriano, Eder e Obiang. Fate voi. Dov'è il bene superiore in tutto questo?

Eder, 28 anni, quarto gol consecutivo al Ferraris, il secondo in un derby.

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