29 settembre 2014

Concretezza e terzo posto.

Come recita un famoso spot degli anni '90: è stata dura, ma alla fine ce l'hanno fatta. La Samp porta a casa il derby numero 109 con una punizione di Gabbiadini. Voleva essere un cross, ma va bene così. La gara era un pareggio scritto, ma alla fine i blucerchiati hanno trovato l'episodio giusto. Dall'altra parte, Pinilla ci ha provato, ma non è bastato. Ora la Samp vola al terzo posto e sogna l'Europa, mentre Ferrero si gode un primo derby da ricordare (almeno per il risultato).

La gioia dei blucerchiati sotto la Sud al fischio finale.

Intendiamoci: chi si aspetta dal derby di Genova una partita piena di spettacolo è fuori strada. La Samp si presenta con la squadra titolare quasi al completo: l'unica eccezione - di rilievo - è l'esclusione di capitan Gastaldello per far spazio al giovane Romagnoli, in forma contro il Chievo. Il Genoa di Gasperini non si modifica e punta sempre sul 4-3-3: davanti c'è il solito trio formato da Pinilla, Perotti e Kucka. Il primo tempo è una sorta di anti-calcio, che inghiotte ogni buon intento da parte delle due squadre. Giusto il Genoa spaventa un filino Viviano, con un colpo di testa di Pinilla al 19', ben parato dal portiere blucerchiato. Tante botte, la sostituzione dopo 10' di Regini con Mesbah e un quasi-autogol sempre di Pinilla (fa tutto lui per i rossoblu) su cross calibrato di Gabbiadini al 41'. Se fosse uno spot per la Serie A, il derby della Lanterna assomiglia tanto a una pubblicità pregresso (la "e" non è casuale). Di calcio non si è vista la traccia.
La ripresa inizia senza cambi e con un copione leggermente diverso: la Samp comincia a prendere campo, sebbene non tiri effettivamente nella porta avversaria. Dal canto suo, il Genoa è stanco del predominio e comincia a cercare diverse soluzioni da lontano per impensierire Viviano. Senza per altro riuscirci, visto che le conclusioni di Rincon, Kucka e Perotti sono tutte facili per l'estremo difensore del Doria. Tanti i gialli da una parte e dall'altra, mentre a cambiare qualcosa è solo Gasperini: dentro Matri, Bertolacci e Iago Falqué, fuori Kucka, Burdisso e Rincon. Il tecnico rossoblu vorrebbe l'assalto, ma il Genoa non produce nulla.
La Samp, dal canto suo, sfrutta l'unico tiro in porta della gara. Al 75' Gabbiadini centra dalla destra un pallone che nessuno sfiora (anche se la Lega assegna l'autogol a De Maio): la palla entra e Perin non può farci nulla. Esultanza sfrenata: Eder prende possesso della macchina fotografica di qualcuno e la panchina travolge gli undici in campo. Mihajlovic sorride, ma fino ad allora la Samp non era sembrata certo entusiasmante. Basti un dato: Perin ha avuto una media di 5.25 parate nelle prime quattro di campionato. Ieri ne ha dovuta fare una su un rinvio di testa di Palombo al minuto 80. Insomma, si poteva schiacciare il Genoa, ma si è scelta una strada.
Fortuna che è andata bene. Nel finale ci ha provato ancora Pinilla con un'altra incornata, ma Viviano non ha voluto correre rischi e ha salvato in angolo. Gli assalti finali della squadra di Gasperini sono stati inutili, anzi Okaka è stato commovente nel tenere palla con forza e capacità, cercando un paio di volte il raddoppio. Al fischio finale è grande gioia per la Samp, che vince un altro derby dopo quello di febbraio: sempre in casa del Genoa, sempre con Mihajlovic, sempre contro Gasperini. Il gioco latita (già visto contro Sassuolo e Torino), ma i risultati non mancano.

Manolo Gabbiadini, 23 anni, è il match-winner del derby numero 109.

Viviano 6.5 - Risponde ancora presente alle poche chiamate di questa gara. Pinilla lo impegna due volte di testa e lui - sopratutto sulla seconda - c'è.
De Silvestri 6 - Non ha grosse difficoltà con Kucka, ma non spinge moltissimo.
Silvestre 6 - Buona gara per lui, ma non al livello delle altre sontuose prestazioni.
Romagnoli 7 - Spiace dirlo in una gara vinta, ma è il migliore per distacco. Un mostro: qualunque anticipo, intervento, pallone è di sua competenza. Ed è un classe '95.
Regini s.v. - Non fa in tempo a godersi il derby che prima prende una capocciata in uno scontro con Perotti, poi esce per un problema fisico.
Soriano 6.5 - La seconda frazione tiene da solo il centrocampo blucerchiato: ripartenze a gettito continuo e tante difficoltà per il Genoa nel tenerlo.
Palombo 5.5 - Primo tempo difficile, nella ripresa trova qualche spunto. Ma rimane un derby negativo.
Obiang 6 - Si accende all'inizio e alla fine, mentre nel mezzo scompare un po' dalla gara.
Gabbiadini 6 - Mezzo voto per il gol partita, altrimenti la sua gara è un manifesto del nulla. Dice di non star bene fisicamente, ma non si capisce allora perché Mihajlovic lo impieghi dall'inizio.
Okaka 6.5 - Altra partita monstre del centravanti blucerchiato. Manca il gol, ma si porta via gli avversari, specie nella ripresa. Roncaglia tenta di fargli da zainetto: tentativo non riuscito.
Eder 5.5 - Vedi Gabbiadini, anche se nel finale rimedia parzialmente per sacrificio ed esultanza particolare all'1-0.

Mesbah 5.5 - Può fare di meglio. Nel secondo tempo si aggiusta, ma nel primo perde banalmente due palloni senza nessuno che lo pressi.
Sansone s.v. - Sgridato da Mihajlovic in settimana, è bravo a far passare il tempo in campo.
Krsticic s.v. - Entra solo per evitare a Obiang il secondo giallo nel finale.

Si sta bene in alto: undici punti che non si vedevano dai tempi di Ciro Ferrara. Sono passati solo due anni, ma era un'altra Samp, neo-promossa e comunque con poco entusiasmo a circondarla. Le cose che più mi ha impressionato sono due: a) si vincono anche le partite dove si gioca male: un segnalino non da poco; b) questo è un GRUPPO. Lo si è visto prima, durante e dopo la gara. Si partecipa insieme alle sofferenze e alle gioie e questo è un ottimo segnale per il proseguo del campionato. Intanto, godiamoci la concretezza e il terzo posto. In attesa dell'Udinese, ma sopratutto del prossimo impegno: ci attende la pericolosa Atalanta al Ferraris.

Massimo Ferrero, 63 anni, festeggia sotto la Sud con la squadra la vittoria nel derby.

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