17 febbraio 2012

Gli intoccabili.

C'era chi, nel calcio, affermava che ci volesse uno che para ed uno che segna, se si vuole arrivare a qualsiasi risultato che ci si prefigge. E' una frase che gira da parecchio nel mondo del calcio, magari è molto esemplificativa, molto riduttiva nella costruzione di una squadra, ma di certo fa capire quanto ci siano dei ruoli fondamentali, in cui bisogna avere delle pedine di prim'ordine; nel calcio, questa frase l'hanno detta in tanti. L'ultimo a pronunciarla dalle nostre parti fu Gianluca Atzori, allenatore della Samp dal Giugno al Novembre 2011, che - nelle prime interviste - affermò che "nel calcio serve uno che para ed uno che segna"
Se Atzori ha fallito in molti dei suoi obiettivi, possiamo segnalare questa come una delle sue massime più azzeccate invece.. l'ex tecnico aveva individuato nel ruolo del portiere e del centravanti quelli più importanti. Non che fosse così difficile da capire, ma forse mai come in questo momento la Samp può beneficiare della massima dell'ex-tecnico: in queste ultime partite, in cui la Samp pare aver ripreso una marcia accettabile, Sergio Romero e Nicola Pozzi sembrano essere fondamentali. Se l'argentino ha avuto un ottimo ruolino di rendimento finora, altrettanto si può dire per il centravanti, che rispetto all'argentino ha vissuto però alcune giornate a vuoto, alternate con infortuni che hanno sempre caratterizzato la sua permanenza alla Samp.
Non so se la promozione (via playoff o diretta) sia possibile, di certo la Samp - con questi due giocatori - si sta finalmente riprendendo una strada che le appartiene: quella di possibile partecipante alla contesa per l'obiettivo principale della stagione.

E' giusto fare una distinzione tra i due: se Romero è il portiere della nazionale argentina, ha giocato in Champions League, vinto un campionato olandese con l'AZ di Alkmaar e visto la ribalta internazionale attraverso la partecipazione ad un mondiale, ad una Coppa America e la vittoria di un oro olimpico (tutte manifestazioni disputate da titolare), Nicola Pozzi è il ragazzo di provincia che doveva fare da "tappabuchi" ai gemelli del gol sampdoriani, Cassano e Pazzini, che, finché c'erano, chiudevano ogni spazio al ragazzo di Santarcangelo. Ma entrambi, in modi diversi, si sono guadagnati l'appellativo di "fondamentali" e farne una piccola cronistoria della loro importanza dentro la Samp non pare sbagliato.

Sergio Romero, nato il 22 Febbraio 1987, è stato sempre una sorta di predestinato. Nel 2006-2007, fa appena 5 presenze nel Racing di Avellaneda, ma l'AZ (squadra olandese, terra ideale per i giovani promettenti) ritiene che il ragazzo abbia le qualità per imporsi e decide di acquistarlo per la cifra di un milione e mezzo di euro. Parte con i galloni di terzo portiere, ma le sue qualità gli permettono di conquistare lo status di titolare durante l'anno, con 12 presenze nella prima stagione e 28 nella seconda, nella quale conquista il campionato, la Supercoppa d'Olanda e stabilisce un record importante, come quello di 957' di imbattibilità della sua porta. Partecipa così alla Champions League ed arriva a 90 presenze con gli olandesi; intanto, le cose vanno ottimamente anche in nazionale, dove vince i Mondiali Under-20 nel 2007 e poi porta a casa anche un oro olimpico a Pechino nel 2008, condividendo la nazionale con Messi, Aguero e tanti altri giovani talenti. 
In seguito, arrivano le convocazioni per la nazionale maggiore e la capacità di conquistare il posto da titolare per le competizioni internazionali; Romero, tutt'ora, è un punto fermo della nazionale.
Il resto è storia nota: la voglia di cambiare, la stanchezza di militare nell'Eredivisie, il desiderio di tentare una nuova esperienza, il legame tra Sabatini (d.s. della Roma) e Sensibile, con i romanisti che si buttano su Stekelenburg e lasciano campo libero alla Samp per la trattativa con l'argentino, l'accordo ed il grande stupore. Sì, perché molti si chiedono: che ci fa il portiere della nazionale argentina in Serie B?
La verità è che neanche io, pur facendomi spesso questa domanda, vi saprei rispondere. Ma una cosa la so: Sergio Romero è stato fondamentale finora, poiché probabilmente la Samp, senza di lui, navigherebbe in acque meno tranquille; Da Costa ha fatto spesso il suo dovere ed è un buon portiere per la B, ma Romero ha 25 anni, notevoli margini di miglioramento e sopratutto una fame innata, una voglia di spaccare il mondo che gli permetterà di arrivare ovunque. Se poi guardiamo il campo, sicuramente la difesa aiuta, ma l'argentino ha preso 14 gol in 17 partite di campionato: pochissimi. Più fondamentale di così, si muore.

Nicola Pozzi, nato invece il 30 Giugno 1986 a Santarcangelo di Romagna, non ha avuto la considerazione di cui ha goduto Romero: come capita ai giovani ragazzi che giocano a calcio in Italia, senza una ribalta affidabile come quella dell'Under 21 (per cui Nick ha 8 presenze e un gol), ha dovuto sgomitare per avere una certa considerazione. Figlio della nidiata cesenate, esordisce in prima squadra a 16 anni, in C1; l'anno dopo colleziona ben 4 gol in 17 presenze, notevole risultato per un minorenne. Così lo nota il Milan, che lo compra. Di lui, si ricorda un'apparizione al Trofeo TIM, in cui segna anche un gol alla Juve; ma nelle squadre dove viene prestato non ha fortuna, non riesce ad imporsi a causa degli infortuni e di una capacità realizzativa che non sembra sbocciare: tra Napoli e Pescara, in due anni fa 7 presenze ed un gol. Poco.
Ma l'Empoli crede nel ragazzo e lo preleva dal Milan in comproprietà: in 4 anni (3 di A ed uno di B), Nick colleziona  71 presenze e 16 reti in A, 5 presenze e 4 reti in Coppa Italia, 2 presenze nella vecchia Coppa UEFA (raggiunta clamorosamente dall'Empoli) e fa 12 gol nelle 32 presenze dell'unico anno in B trascorso con la maglia dei toscani addosso. Insomma, sembra un ragazzo promettente, ma non sembra convincere troppo come centravanti-goleador, nonostante alcuni momenti esaltanti (i 4 gol in una partita contro il Cagliari ed i 3 gol rifilati alla Juve in due turni di Coppa Italia).
Arriva quindi l'approdo alla Samp: prestito con diritto di riscatto a 5 milioni e compito di far rifiatare, quando serve, Pazzini e Cassano. Poi ci furono le conseguenze del caso-Cassano, l'esclusione temporanea del giocatori ed il quasi-trasferimento alla Fiorentina: nel frattempo, Pozzi (causa anche la partenza del grande Claudio Bellucci e la mancanza di seconde punte) viene messo in campo, modificando la sua posizione, non più di centravanti, ma di seconda punta tuttofare, che corre e disturba l'avversario, sullo stile di Marco Delvecchio quando giocava nella Roma. Il risultato è sorprendente: la Samp, dopo una serie negativa, ricomincia a correre, infila quattro vittorie consecutive, nelle quali Pozzi contribuisce con due gol (contro Udinese e Siena) e rende possibile la qualificazione alla Champions League da parte del Doria.
A riscatto avvenuto, il ragazzo viene fatto giocare di più (causa anche la partecipazione all'Europa League, in cui colleziona 2 presenze e l'esclusione definitiva di Cassano), ma fatica a trovare la via del gol, nonostante una doppietta nel Settembre 2010 in casa della Juventus. Cominciano le critiche, anche per i numerosi infortuni che rendono il giocatore raramente disponibile; nel finale di campionato, rientra e prova a salvare la squadra, con 4 gol nelle ultime 7 partite, che gli danno la riconferma per l'anno successivo.
Il seguito è conosciuto: Pozzi decide di restare, seppur sempre al centro del mercato (sia nell'estate 2011 che nell'inverno scorso), continua ad essere ogni tanto infortunato, ma fornisce un buon contributo alla causa con 9 gol in 17 partite. La cosa che colpisce di Nick è lo sbattimento che ci mette, a volte tanto da renderlo antipatico ai tifosi avversari. Un ultimo dato fa riflettere: se Nick segna, la Samp non perde mai. I suoi 9 gol sono distribuiti tra 7 partite, nelle quali la Samp ha portato a casa 15 dei 21 punti realizzati, una media di poco più di due punti a partita.

Insomma, il succo è: qualunque sarà il nostro destino, A o B che sia, ricordiamo di questi due. Che siano parte della squadra del futuro, che siano parte di quello che saremo, visto che sono fondamentali. Anzi, probabilmente intoccabili. 


Sergio Romero, 25 anni, portiere della Samp dall'Agosto 2011: per lui, solo 14 gol subiti in 17 partite.

Nessun commento:

Posta un commento