06 gennaio 2016

Mai tranquilli.

Eh, niente: tocca soffrire. A tutti i costi. Anche quando hai le gare in mano. Fino al minuto 70, la Samp stava conducendo serenamente per 3-0 un derby dominato nonostante un possesso palla ridicolo nel primo tempo (a volte 30%!). Poi ci si è voluti complicare la vita e per poco non si è rischiato il ridicolo: 3-2 il finale in favore del Doria.

I tifosi della Samp sventolano le bandiere in festa.

Per il derby, Montella sceglie più o meno lo stesso undici visto contro il Palermo. Confermato il tridente, la novità di grido è il rientro di Éder dall'inizio, ripresosi dal suo infortunio. Cassano continua ad agire da falso nueve, mentre il Genoa di Gasperini si presenta con un 4-3-3 atipico: al rientro, Pavoletti agisce al centro dell'attacco accompagnato da Laxalt e Lazovic.
Il primo tempo è tutto strano. Subito i fumogeni lanciati dalla Gradinata Nord interrompono il gioco per tre-quattro minuti: è il Genoa ad avere la prima occasione importante della gara. Pavoletti incorna di testa su corner, ma la sua spizzata non trova la porta di Viviano. Da lì, il Genoa scompare per venti minuti, nonostante un predominante possesso palla.
Se la Samp lascia fare la partita agli avversari, quando riparte fa male. Al 13' Zukanovic costringe Perin a deviare in angolo una sua punizione, mentre quattro minuti dopo arriva il vantaggio blucerchiato: Fernando per Cassano, che trova una linea di passaggio impossibile. Un goffo intervento di Burdisso apre la strada a Soriano, che in area fulmina Perin per l'1-0.
Andata in vantaggio, la Samp lascia sfogare il Genoa: i padroni di casa hanno l'occasione per il pareggio al minuto 34, ma Laxalt - servito da Ntcham - trova Viviano pronto. Tre minuti e la Samp raddoppia: gran recupero palla di Carbonero su Ansaldi e il colombiano vola in area, dove serve Barreto. Il paraguayano viene fermato, ma sulla respinta Éder mette all'angolo il raddoppio.
L'ultimo brivido del primo tempo lo regala Lazovic: su punizione, il serbo trova la deviazione di Zukanovic, che per poco non mette fuori gioco Viviano. Al riposo Gasperini opera due cambi: i neo-arrivati Suso e Rigoni sostituiscono Ntcham e Dzemaili e la musica cambia di poco: lo spagnolo cerca la porta da lontano, ma Viviano è sicuro.
Al 49' arriva persino il tris degli ospiti: bella percussione di Regini che serve Cassano, con il 99 che vede con la coda dell'occhio l'inserimento di Soriano. Servito in piena area, il capitano doriano punisce Perin per il 3-0. Sembra chiusa, ma non è così. Dopo 70 minuti di controllo assoluto, la Samp decide di regalare il finale al Genoa.
Al 68' Pavoletti trova il gol del 3-1: su corner, il centravanti rossoblu scavalca abilmente Moisander e incorna. Proprio il finlandese per poco non si suicida un minuto dopo: spazzare sarebbe la normale soluzione, ma l'ex Ajax cincischia e si fa rubare palla. Pavoletti serve Lazovic solo davanti a Viviano: fortunatamente il serbo sbaglia in modo clamoroso.
L'inerzia passa totalmente al Genoa quando arriva anche il 2-3: è il minuto 80 quando Zukanovic rinvia male un pallone, regalandolo a Rincon. Il venezuelano s'invola e serve Pavoletti al limite dell'area. Il difensore blucerchiato buca l'intervento e Pavoletti trova il gol numero sette in undici gare di A, scavalcando abilmente Viviano.
La partita è riaperta e per poco il Genoa non pareggia: l'occasione più ghiotta è una respinta di Zukanovic su tiro di Suso, con il bosniaco che per poco non beffa Viviano. Nel finale, in campo aperto, Soriano serve Barreto: il numero 8 doriano, però, centra la traversa da otto metri. Finalmente arriva il fischio di Valeri: è finita, ma che sofferenza!

Antonio Cassano, 33 anni, ha giocato un derby splendido.

Viviano 7.5; De Silvestri 6 (dal 35' p.t. Cassani 6), Moisander 5, Zukanovic 5, Regini 6.5; Barreto 6, Fernando 6.5, Soriano 7.5; Carbonero 7, Cassano 8 (dal 30' s.t. Muriel 6), Éder 7.5 (dal 12' s.t. Correa 5.5) - già pubblicate su SampNews24

Ho visto tutti (giustamente) saltare dalla gioia per la vittoria al termine della gara. Tifosi felici, giocatori sollevati, Puggioni che conferma la sua vena di puro tifoso con la sciarpa blucerchiata in mano. Tuttavia, mi chiedo se qualcuno non sia preoccupato dalla vena psicolabile di questa squadra: il Genoa era morto, la Samp degli ultimi 25 minuti l'ha resuscitato dal nulla.
Un plauso va ad Antonio Cassano. Semplicemente divino. Ve lo dice uno che rimane convinto che il suo ritorno sia stato un errore (l'ho scritto tre anni fa e ancora quest'estate), che un giocatore che ha bisogno di sei mesi per raggiungere l'agognata forma fisica e atletica è un peso. Però ieri è stato decisivo: avrà sbagliato due passaggi in totale. L'onestà intellettuale prima di tutto.
E se onesti bisogna essere, allora bisogna ammettere che Éder Citadin Martins sembra tornato quello di inizio campionato. Lo stop sembra esser stato quasi provvidenziale: ieri l'italo-brasiliano correva come ad agosto e settembre, inseguendo Izzo persino vicino all'area di rigore. E il gol è il numero 11 in campionato su 16 gare: fate voi. A me sembra destinato a essere la stella italiana a Euro 2016.
Gli avversari, intanto, hanno qualcosa di cui preoccuparsi. Il Genoa visto nel primo tempo - capace di creare solo due palle-gol con il 70% di possesso palla - è qualcosa di inquietante. Quello visto ieri sera non era il Genoa di Gasperini: difesa a quattro, tutti fermi, zero sovrapposizioni. Si salveranno (perché la concorrenza è organizzata, ma debole), ma soffriranno fino alla fine giocando così.
E ora? Il mercato è iniziato e si spera che la rosa sia sfoltita. Io mi aspetto un terzino sinistro, altrimenti non c'è nulla da festeggiare. Certo è che quest'anno - fino a giugno - non ci sarà una partita in cui si riuscirà a stare tranquilli, se la psiche è questa.

Éder, 29 anni, di nuovo in gol dopo tanto tempo.

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