29 settembre 2015

Mal di trasferta.

Un'altra mazzata. Una sconfitta secca, ancora una volta lontano da Genova. La Samp rimedia il secondo "zero" del suo campionato a Bergamo, dove l'Atalanta batte gli ospiti per 2-1. Una gara dominata dai nerazzurri, che hanno sempre avuto il controllo della partita e hanno accelerato quando dovevano. E la Samp? In trasferta, i blucerchiati latitano più che mai.

Fernando Lucas Martins, 23 anni, non una delle sue migliori prove.

Zenga riparte dopo il successo di mercoledì contro la Roma: pochi cambi, per altro forzati. Dentro Zukanovic dall'inizio al posto dell'infortunato Silvestre, per il resto tutti confermati. Altra chance per Correa dal primo minuto. Reduce dal successo a Empoli, Reja punta ancora sul 4-3-3, modulo che ha svoltato la storia recente dell'Atalanta e l'ha resa squadra temibile.
Il primo tempo è in mano alla squadra di casa, con i blucerchiati che sporadicamente si presentano di fronte alla porta avversaria. Ma gli ospiti si fanno male da soli. Al 6', Atalanta in vantaggio: dopo aver tentato già una svirgolata, Moisander ci riprova e centra la porta di Viviano su cross innocuo di Dramé. Incredibile, ma i nerazzurri sono già in vantaggio.
La Samp ha recuperato lo svantaggio solo a Napoli e stavolta san Éder non può nulla. L'attaccante prova a rispondere subito con un gran destro, ma è centrale per Sportiello. Anche Correa si fa vedere con una bella discesa, ma il tiro è da dimenticare. Di contro, l'Atalanta spinge sopratutto sulla sinistra, dove la catena Dramé-Kurtic-Gomez fa quel che vuole.
El Papu sfiora il raddoppio al 26': l'ex Catania salta Pereira e Barreto e si fa ben 70 metri palla ali piede. Ci fosse qualcuno che lo metta giù: niente. E allora l'argentino calcia, ma il suo pallone sfiora il secondo palo. Tre minuti e la Samp ha la miglior occasione dell'intero match: su cross di Barreto, Éder taglia bene e anticipa Paletta, ma il suo appoggio di destro è impreciso e finisce alto.
Da lì, è solo Atalanta: Moralez è meno pericoloso sulla fascia opposta, ma fa il suo. Ancora Gomez ci prova dalla distanza, quasi invitato a tirare dalla poca pressione blucerchiata, ma Viviano respinge. Poi è Kurtic a colpire di testa, ma l'incornata è centrale. Finisce la prima frazione con la sensazione che la Samp non abbia abbastanza voglia di ribaltare la gara.
Una sensazione ribadita nella ripresa: la Samp non ha una vera trama di gioco, bensì si affida semplicemente a spunti individuali. Ben diverso l'approccio dei nerazzurri, squadra vera e dall'identità finalmente chiara. Il 4-3-3 dà spazio agli spunti degli esterni e agli inserimenti dei centrocampisti. L'Atalanta domina anche senza coinvolgere il suo centravanti di turno.
Moralez spreca l'occasione del 2-0 da buona posizione, spedendo alto. A turno De Roon e Kurtic provano a inquadrare la porta di Viviano, ma senza successo. Denis avrebbe una buona occasione da ottima posizione, ma viene contenuto all'ultimo. La Samp è in uno squillo di Soriano dalla distanza: il tiro è stupendo, ma Sportiello la toglie dal sette.
I minuti finali sono una girandola di sostituzioni e ammonizioni, con i padroni di casa in pieno controllo della gara. Fino a che non arriva il raddoppio al 91': Denis prova l'uno-due, Zukanovic si perde l'argentino e il numero 19 nerazzurro realizza il 2-0. A nulla serve il gol di Soriano nell'ultima azione della gara: è solo un'amara consolazione.

Germán Denis, 34 anni, match-winner della gara.

Viviano 5.5; Pedro Pereira 5 (dal 32' s.t. Carbonero 6), Moisander 5, Zukanovic 5, Mesbah 5.5; Barreto 5, Fernando 5.5, Soriano 6; Correa 5.5 (dal 16' s.t. Rocca 5.5); Éder 5.5, Muriel 4.5 (dal 24' s.t. Cassano 5) - già pubblicate su SampNews24

La Samp esce nuovamente con le ossa rotte da Bergamo, come successo a Torino (seppur lì andò peggio di ieri sera). In una settimana, la Samp ha racimolato tre fortunosi punti con la Roma e perso seccamente nelle due gare in trasferta. Giocare con la stessa formazione - complici gli infortuni, sopratutto per quanto riguarda la retroguardia - ha pesato molto nell'economia di questi risultati.
A sorprendere in negativo ieri è stata la difesa: tenace e raramente colta in fallo contro la Roma, è stata una serata pessima per quasi tutti. Viviano ha sbagliato quasi tutti i rinvii fatti con il suo ottimo mancino, Zukanovic e Moisander hanno regalato un gol a testa. Se Pereira ha avuto la sua prima serata negativa, l'unico a salvarsi parzialmente è stato Mesbah.
L'algerino ha avuto giusto un momento di difficoltà quando le sue discese si sono incrociate con la staticità di Cassano. Già, Fantantonio: Zenga gli ha dato spazio per la terza gara in campionato. Sempre da subentrato, perché la condizione è quella che è. L'idea è che debba giocare da prima punta: forse gli inserimenti dei centrocampisti ne beneficerebbero. Sembra esser l'unico ad avere la prestanza fisica per farcela. Anche lui faticherebbe di meno.
Ora ci sarà l'Inter, reduce dal terribile k.o. interno contro la Fiorentina dello "sconosciuto" (almeno per Ferrero) Paulo Sousa. La squadra di Mancini mi è sembrata brutta da guardare, ma - a differenza di Zenga - il tecnico nerazzurro ha dato un'identità all'Inter. Quella che manca alla Samp: non è un caso se le due sconfitte siano arrivate contro squadre dall'identità ben definita.
La Samp soffre inolte di mal di trasferta: una sola vittoria nelle ultime otto gare giocate lontano dal "Ferraris" a cavallo tra la stagione attuale e quella passata. Un problema da risolvere dopo la sosta, ma prima c'è l'Inter capolista. Una gara che probabilmente sarà brutta e decisa da episodi. Un po' come quella giocata contro la Roma, no?

Antonio Cassano, 33 anni, entrato nella ripresa: terza presenza.

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