05 ottobre 2015

All'ultimo ostacolo.

Quanti rimpianti. La sensazione è di aver perso due punti invece che di averne guadagnato uno. Saranno in molti ad aver condiviso questo vecchio adagio dopo Samp-Inter di ieri pomeriggio: un 1-1 che ti lascia l'amaro in bocca, perché i blucerchiati avrebbero forse meritato di più dalla contesa del "Ferraris", dove i nerazzurri sono apparsi poco ficcanti (checché ne dica Mancini).

Éder Citadin Martins, 28 anni, a contrasto con Davide Santon, 24.

Zenga ripropone il solito 4-3-1-2 con gli stessi effettivi della gara di Bergamo, con Correa titolare per la terza gara di fila. Mancini, dal canto suo, rimedia all'assenza per squalifica di Miranda riproponendo Medel centrale accanto al recuperato Murillo: bocciatura quindi per Ranocchia. Davanti, il trio Perisic-Icardi-Palacio ha il compito di scardinare la difesa blucerchiata.
Pronti, via e la Samp ha subito due occasioni da corner. Sulla prima Soriano viene contrastato da Handanovic, sulla seconda Zukanovic stacca bene di testa, ma non centra la porta. La Samp è arrembante, con Éder e Correa che chiamano ancora all'intervento lo sloveno. I blucerchiati tirano in porta più nei primi 10' di questa gara che nei 90' di Bergamo.
Gli ospiti si fanno vedere dal 20' in poi, con Guarin prima e Palacio poi che chiamano in causa Viviano. Ma è al 29' che l'Inter potrebbe andare in vantaggio: palla dentro di Palacio, Mesbah tiene in gioco Kondogbia e il francese serve Guarin. Solo a centro area, il colombiano stoppa e poi spara la palla in Gradinata Sud.
E allora la Samp riprende l'assalto. Éder si vede contrastato da Telles a cinque metri dalla porta, ma l'occasione più clamorosa ce l'ha Correa: giunto solo in sovrapposizione davanti a Handanovic, l'argentino trova la respinta del portiere, ma è sempre El Tucu il primo a giungere sulla ribattuta. La porta sarebbe spalancata, ma lui manda fuori: errore clamoroso, direi ingiustificabile.
Il primo tempo si conclude già con i tratti del rimpianto, che aumenteranno nella ripresa. La Samp continua a spingere e Muriel prende le misure con un colpo di testa fuori di poco. È solo il preludio al vantaggio al minuto 51: cross straordinario di Pereira, Muriel si stacca sul secondo palo e la coppia Handanovic-Medel può solo guardare. Vantaggio stra-meritato.
Da lì, la Samp sparisce. C'è l'occasione per il raddoppio con Muriel al minuto 63, quando il colombiano scappa ancora ai centrali dell'Inter e il suo mancino lambisce il palo alla sinistra di Handanovic. Con l'uscita di Correa e l'entrata di Palombo, però, il baricentro della Samp si abbassa. L'Inter, forse, non aspettava altro.
Comincia un lungo possesso palla, spesso sterile, a marca ospite, dove le conclusioni arrivano spesso da lontano. Ma alla prima occasione decente in area, i nerazzurri pareggiano: Icardi riesce a liberarsi dall'ottima marcatura di Zukanovic e serve al centro Perisic, lasciato solo dal bosniaco. L'1-1 è amarissimo, ma le distrazioni a questo livello vengono punite.
La Samp rischia persino lo svantaggio tra un intervento al limite di Zukanovic su Manaj (rigore?) e il colpo di testa di Biabiany, perso da Mesbah. In generale, però, l'impressione è che la Samp si sia lasciata sfuggire tre punti facili contro un avversario che è sembrato tutto, tranne che la capolista del nostro campionato.

Mauro Icardi, 22 anni, sempre fischiato al "Ferraris".

Viviano 6; Pereira 7.5, Moisander 6, Zukanovic 6.5, Mesbah 6; Soriano 6.5, Fernando 6.5 (dal 41' s.t. Ivan s.v.), Barreto 6; Correa 5.5 (dal 10' s.t. Palombo 5.5); Éder 6.5, Muriel 6.5 (dal 31' s.t. Cassano 5.5) - già pubblicate su SampNews24

In fase di non-possesso, è stato strano vedere la Samp schierarsi con il 4-1-4-1: un artificio già usato ai tempi di Sinisa Mihajlovic, ma con ben altra formazione. Se in quel caso era Okaka il centravanti e Gabbiadini l'esterno ad arretrare, in questo caso questi ruoli sono stati assegnati rispettivamente Muriel e Correa. Con risultati, per altro, altalenanti.
Già, Correa. El Tucu ha giocato una buona gara. Anzi, azzarderei la migliore tra quelle disputate da titolare, perché contro Roma e Atalanta non aveva brillato. Meglio lasciarlo tranquillo dopo il clamoroso errore sotto porta: non avrebbe dovuto sbagliare, ma è un classe '94 su cui si sono spesi quasi dieci milioni di euro. Proviamo a non bruciarlo, di soldi ne abbiamo già buttati negli anni.
Qualche domanda andrebbe rivolta invece a Walter Zenga, capace di imbrigliare l'Inter in fase di difesa e pungerla in ripartenza. Tuttavia, c'è un cambio che ha fatto capire il poco coraggio del tecnico doriano: Palombo per Correa. Io mi sarei aspettato Carbonero in campo, invece l'ingresso del 17 ha solo schiacciato il baricentro blucerchiato verso la propria porta.
Fortunatamente c'è la sosta, dove si spera ci sarà il recupero di alcuni giocatori e l'aggiustamento di ciò che non va. Mai mi sarei aspettato di commentare un ruolo di marcia immacolato in casa e 11 punti in sette gare. Le cose per ora vanno discretamente, ma le giocate dei singoli nascondono le mancanze di squadra. Peccato per quel gol nerazzurro: per una volta che si meritava senza "se" e senza "ma", siamo caduti all'ultimo ostacolo.

Luis Muriel, 24 anni, e Joaquin Correa, 21: chi ha segnato e chi avrebbe potuto...

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