31 agosto 2015

Da non crEDERci.

Pazzesca, incredibile Samp. Gioca in maniera ignobile per 55 minuti, poi trova un guizzo e la partita si capovolge. Anzi, per poco non la vince. Questo l'incredibile scenario dipinto al San Paolo di Napoli, dove la Samp continua a non vincere (nel 1998 l'ultima gioia in A), ma fa vedere un buon carattere. E oggi si soffre con l'ultima giornata di calciomercato.

Massimo Ferrero, 64 anni, in giro sul terreno del San Paolo.

La Samp riparte da 10/11 della squadra che ha battuto il Carpi alla prima di campionato: con Ivan squalificato, gli subentra a centrocampo Palombo, che si riprende anche la fascia di capitano. Ben diversa la situazione per il Napoli, che fa più di un cambio rispetto alla sconfitta contro il Sassuolo, mantenendo però il 4-3-1-2 di Sarri.
Pronti, via e la Samp non sembra esserci in campo. Interessante l'esperimento di Palombo trequartista, che dovrebbe ostacolare il regista avversario Valdifiori. Esperimento lasciato dopo 10', quando il Napoli va in vantaggio: Insigne in profondità per Higuaín, che scavalca Viviano con un cucchiaio. Malissimo Regini, che tiene tutti in gioco.
La Samp non farà neanche un tiro in porta per tutto il primo tempo. Éder è isolato nel ruolo di prima punta, mentre Muriel fa il terzino aggiunto. In questo, Lorenzo Insigne cerca a tutti i costi il gol: il palo glielo nega al 10', mentre i suoi successivi tentativi vanno larghi. Problemi in difesa per la Samp: Coda si fa male e deve uscire, al suo posto Zukanovic.
Peccato che al 31' arrivi il raddoppio dei padroni di casa. Stessa galleria degli orrori per la difesa blucerchiata: palla in profondità di Allan e Higuaín sfugge a Zukanovic, mettendo dentro il 2-0 con un bel diagonale. Anche qui malissimo gli esterni difensivi: stavolta è Cassani a tenere tutti in gioco per la doppietta dell'argentino.
Se il primo tempo è un pianto, la ripresa non sembra inizialmente cambiare copione. Insigne cerca subito il gol che ammazzerebbe la gara, ma Silvestre e Viviano gli negano la gioia della rete. E al 57' arriva l'episodio che cambia la partita: Albiol atterra Fernando in area, mentre Éder è letale dal dischetto per il 2-1.
La partita gira in quel momento. Il Napoli si spaventa e non è più cattivo sulle seconde palle. Lo dimostra appena 60 secondi più tardi, quando Éder - lanciato da Soriano - si beve mezza difesa azzurra e realizza il 2-2. Siamo a quattro gol in due gare e al San Paolo si comincia ad avere paura per quella che sembrava una vittoria certa.
I tentativi dei padroni di casa ci sono, ma sono confusi. Palombo ferma Higuaín su una conclusione a botta sicura, mentre David Lopez è poco efficace dai 25 metri. Ci prova sempre Insigne, con altre tre conclusioni, che però vengono contrastate o salvate dai difensori ospiti. A sorpresa, è la Samp a rischiare di vincere la gara.
Il protagonista è Muriel, che negli spazi aperti della difesa del Napoli ci va a nozze. Prima impensierisce Reina con un bel mancino, poi all'81' sfiora il colpaccio: partito in velocità, immobilizza Koulibaly e scaglia un gran destro. La manona di Reina mette la palla sulla traversa e la Samp si trova quasi a piangere una quasi-incredibile rimonta.

Gonzalo Higuaín, 27 anni, ai primi due gol di quest'anno.

Viviano 6; Cassani 5, Coda s.v. (dal 21' p.t. Zukanovic 5.5), Silvestre 6, Regini 5.5; Barreto 5, Fernando 7, Palombo 6; Soriano 6 (dal 42' s.t. Wszolek s.v.); Muriel 6.5, Éder 7.5 (dal 43' s.t. Moisander s.v.) - già pubblicate su SampNews24

Qualche giorno fa, dopo la vittoria per 5-2 sul Carpi, avevo detto di non illudersi. Mi sento di ribadirlo: la Sampdoria vista nel primo tempo ha spaventato per mancanza di personalità. Senza il rigore guadagnato da Fernando, staremmo parlando di un altro risultato. Fortunatamente per noi, la storia non si fa con i "se" e con i "ma".
Mi hanno spaventato in particolare due cose. La prima è la prestazione degli esterni difensivi: discreti contro il Carpi, pessimi a Napoli. I due gol sono sulle loro spalle, incapaci di fare un fuorigioco come si deve. La seconda riguarda il centrocampo: se escludiamo Fernando super-star e un Soriano in discreta forma, nessuno ha la minima idea di come far ripartire il gioco.
In questo, il brasiliano è stato fondamentale. Credevo che gli ci volesse un minimo di ambientamento in Italia. Parliamo sempre di un ragazzo che giocava in un paese in piena guerra e che stava passando un periodo difficile con gli infortuni. Invece, eccolo brillare al San Paolo: è stato fondamentale per risalire la china. Godiamocelo finché possiamo.
Lo stesso vale per Éder: credo (e spero) che non partirà al 31 di agosto, con quattro gol e il titolo provvisorio di capocannoniere della Serie A 2015-16. L'offerta dell'Inter non è congrua: nove milioni sono una presa in giro nel mercato in cui la stessa società nerazzurra ha sborsato 35 milioni per il mediano Kondogbia.
La soluzione è sotto gli occhi di tutti: rinnovo fino al giugno 2018 per Éder, con adeguamento al milione di euro. Clausola da 12 milioni, che diventa da 15 se l'attaccante andasse all'Europeo. Mi spaventa quando Ferrero afferma che «Éder è già adeguato». No, non lo è: 600-700 mila euro sono una presa in giro per chi ha lavorato duramente.
Per questo, spero che Éder rimanga e venga ricompensato come si deve. Del resto, il punto di Napoli è quasi tutto suo. Ora ci sarà la pausa e poi il Bologna arriverà al "Ferraris" per la terza di campionato. Speriamo che il filotto prosegua e che Éder sia sempre con la maglia blucerchiata. Per un inizio di Serie A da non crEDERci.

Éder, 28 anni, capocannoniere del campionato 2015-16.

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