31 marzo 2014

Il giusto percorso.

Più che rabbia, c'è rammarico. Un bicchiere più mezzo vuoto che mezzo pieno: questo rappresenta il pareggio di ieri della Samp contro la Fiorentina. Al Ferraris, i viola si sono fatti vedere sopratutto nel finale, mentre i blucerchiati hanno gestito bene la gara e hanno punto più volte la difesa avversaria. Negli ultimi minuti, è arrivata l'espulsione di un esasperato Mihajlovic, poco contento dell'arbitraggio di Russo e soci. Peccato: con una vittoria il sogno Europa League sarebbe stato meno lontano.

Contrasto fra Eder, 27 anni, e Borja Valero, 29: entrambi sottotono ieri.

Dopo il doppio successo contro Hellas e Sassuolo, la Samp si presenta contro la Fiorentina con Maxi Lopez davanti dal 1', Palombo nuovamente in campo, così come Eder e Gabbiadini, tenuti a riposo contro i neroverdi. La vera novità è il ritorno in campo di Gaetano Berardi, che sostituisce lo squalificato Regini e torna a giocare dal primo minuto dopo un intero girone: l'ultima volta era stata proprio a Firenze nella gara d'andata. Dal canto suo, Montella deve fare i conti con turnover e assenze: Tomovic a sinistra, Cuadrado terzino e davanti Matri, sostenuto dal duo Ilicic-Wolski.
Subito Samp aggressiva, con molti recuperi palla ai danni dei palleggiatori della squadra di Montella. E così la squadra di casa si rende subito pericolosa: la caparbietà di De Silvestri lo porta all'assist per Eder, che in area aggancia, ma spara a lato da cinque metri. Il primo tempo vede una serie di tiri dalla distanza da una parte e dall'altra, ma nulla che metta seriamente in pericolo Da Costa e Neto. Almeno fino al 33', quando il portiere viola è costretto al miracolo sulla punizione di Gabbiadini, che aggira la barriera e si piazza all'angolino basso. Stesso volo per Da Costa sul tiro di Mati Fernandez, sul quale però l'estremo difensore blucerchiato non sarebbe mai arrivato: fortunatamente, il tiro del cileno va a lato di poco. Queste le occasioni migliori, in un primo tempo a basso contenuto e con un ritmo un po' blando.
Si va al riposo, ma la ripresa vede una Samp più continua nel mettere pressione ai viola. Maxi Lopez - quasi inesistente nella prima frazione - riesce finalmente a liberarsi un po' dalla marcatura di Diakitè e spara un bel destro che Neto devia in angolo. Passa un minuto e c'è un contatto dubbio in area tra Mati Fernandez e Krsticic; sulla prosecuzione dell'azione, De Silvestri spara alto da buona posizione. La Fiorentina si rende veramente pericolosa al 57': cross in mezzo di Cuadrado e Mustafi rinvia. Purtroppo il tedesco spazza sui piedi di Borja Valero, che va al tiro a botta sicura: ancora il numero 8 blucerchiato salva sulla linea. Al 60', enorme occasione per la Samp: passaggio in mezzo dove Maxi Lopez fa velo e lascia la palla a un Gabbiadini solo. L'attaccante blucerchiato ci mette troppo a tirare e viene recuperato dalla difesa viola. Ancora Doria dalla distanza, quando Palombo ci prova dai 25 metri e il suo tiro finisce a lato di pochissimo; stessa sfortuna per Soriano, che trova Neto pronto. Da lì, la Samp finisce la spinta offensiva e lascia campo a una Fiorentina rinvigorita dagli innesti di Vargas e Ambrosini. Il peruviano colpisce la traversa con una punizione dai 30 metri: un destro potentissimo salvato dal legno, Da Costa non ci sarebbe mai arrivato. Infine, la grande occasione finale: punizione di Borja Valero, spizzata di Matri, non abbastanza precisa da trovare la porta. Finisce 0-0: due punti persi diventano quasi un punto guadagnato, ma la rabbia non passa per quella che è sembrata un'occasione sprecata.

Alessandro Matri, 29 anni, cancellato dal campo da un ottimo Mustafi.

Da Costa 6; De Silvestri 6.5, Mustafi 7, Gastaldello 6.5 (dal 30' s.t. Fornasier 6), Berardi 6.5; Palombo 7, Krsticic 6 (dal 36' s.t. Renan s.v.); Gabbiadini 6.5, Soriano 7, Eder 6; Maxi Lopez 6 (dal 22' s.t. Okaka 5.5) - già pubblicate su SampNews24

Il nervosismo di Mihajlovic, espulso dall'arbitro per proteste, si associa a quello della squadra: l'impressione è che ieri la Samp meritasse più della Fiorentina sul piano del gioco e della continuità. I viola, stanchi e in un periodo difficile, stanno subendo molto l'assenza dei suoi due bomber, Mario Gomez e Pepito Rossi. Matri non segna neanche con la porta spalancata e solo l'inserimento di Ambrosini e Vargas ha dato un po' di spinta agli ospiti. Dal canto suo, il Doria può esser soddisfatto: la strada è quella giusta.
Sì, ma per cosa? Leggo nella rete di sogni per l'Europa League. Innanzitutto, la prossima gara con la Lazio ci dirà qualcosa a riguardo. Detto questo, la classifica è corta e, con sette partite da giocare, è normale che la gente blucerchiata sogni un incredibile ritorno a livello continentale. Da parte mia, rimango realista: la Samp non riesce a vincere tre partite consecutive - è la terza volta che succede in campionato, la quarta se contiamo anche il periodo con Delio Rossi - e serve una striscia come quella dell'Atalanta per sperare nell'Europa.
Il sesto posto è lì. Forse anche il quinto, se l'Inter continua ad andare così piano (vedremo cosa faranno stasera a Livorno). Fatto sta che l'obiettivo giusto potrebbe esser quell'ottavo posto, in modo da evitare qualche turno di Coppa Italia e una preparazione estiva anticipata. Più calma per sistemare il gruppo, concordare con Mihajlovic le strategie di mercato e sperare in una squadra ancora più forte. Perché questo serve alla Samp per tornare veramente in Europa: una squadra più forte (e più matura). Se il condottiero rimarrà il serbo, allora forse si sarà trovato il giusto percorso. Quello che il famoso "progetto" aveva delineato molto tempo fa.

Un nervoso Sinisa Mihajlovic, 45 anni, espulso dal campo nel secondo tempo.

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