07 aprile 2014

Gli anti-europei.

E' aprile e le elezioni europee non sono così lontane. Anche nel calcio ci sono delle simili votazioni, ma la Samp ha deciso di ritirarsi dalla corsa: il 2-0 subito all'Olimpico chiude qualsiasi sogno di gloria e ricorda quale è la vera dimensione di questa squadra. La parte sinistra della classifica ora dista qualche punto, ma si spera che i blucerchiati riprendano a correre dalla prossima domenica. Per dimenticare una giornata in cui c'è stato ben poco da salvare.

Antonio Candreva, 27 anni, esulta per l'1-0 e il nono gol in campionato.

La Samp, senza il tecnico Mihajlovic (squalificato, ma in tribuna per seguire la gara), si presenta all'Olimpico con la conferma di Berardi sulla sinistra. Regini è spostato al centro per sopperire all'assenza di capitan Gastaldello, mentre davanti parte dal 1' Maxi Lopez. Con Mihajlovic out per due giornate, è Nenad Sakic a sedersi in panchina. La Lazio conferma il 4-3-3 degli ultimi tempi, con la coppia Keita-Candreva pericolosa sugli esterni d'attacco e la prima da titolare per Helder Postiga, arrivato a gennaio dal Valencia.
I primi minuti, condizionati da una Lazio non brillante, vedono la Samp timida e stranamente poco propositiva nell'Olimpico biancoceleste. Tanti gli schemi su palla inattiva collezionati dalla Samp, ma nessuno va a segno, con Gabbiadini che sfiora la porta con un gran sinistro su corner. I padroni di casa si fanno vedere al 30', quando Onazi libera Candreva al tiro dentro l'area: buon destro, ma Da Costa è attento e respinge. Nonostante un primo tempo che non passerà agli annali della storia del calcio e con la Samp più in palla, è la Lazio a passare al 42': bella iniziativa di Keita sulla destra, cross in mezzo e il numero 87 laziale può incrociare da solo in area. La squadra di Reja rischierebbe anche di raddoppiare, se un ottimo Mustafi non recuperasse in extremis su Keita, che aveva saltato di netto Regini.
Al riposo, nessun cambio, ma il canovaccio non cambia: sembra la Samp la squadra che più vuole la vittoria in questa gara. Eppure, i blucerchiati faticano a costruire occasioni serie. Punizione di Gabbiadini a parte, i tentativi degli ospiti sono un solletico alla difesa dei padroni di casa. L'espulsione per doppio giallo di Biglia - da multa, oserei dire - è ingenua e regala la superiorità numerica alla Samp per 35 minuti. Ciò nonostante, non arriva la zampata: gli ingressi di Sansone e Okaka per Gabbiadini (infortunato, forse salterà l'Inter) e Maxi Lopez regalano vivacità, ma non il gol. Anzi, è la Lazio prima a sfiorare il raddoppio (miracolo di Mustafi) e poi a trovarlo: al 72', Mauri salta il tedesco della Samp e mette in mezzo, dove Palombo lascia andare Lulic alla conclusione, dimenticandosi della marcatura. Due a zero e partita virtualmente chiusa con il gol del bosniaco. Renan crea un po' di scompiglio con il suo sinistro, ma nulla che impensierisca veramente Berisha. Anzi, è l'albanese a regalare un'ottima chance a Soriano, quando il portiere biancoceleste perde il pallone e lo regala al numero 21 blucerchiato. Tuttavia, il suo colpo di testa trova Biava sulla linea. Ci sarebbe il tempo per rammaricarsi su un rigore non concesso per fallo di Onazi su Okaka, ma questa Samp - così molle e lenta - forse non avrebbe meritato di pareggiare, nonostante una Lazio non proprio brillante. Finisce 2-0 e con la soddisfazione di Reja, che può ancora guardare all'Europa. Per la Samp, invece, quel discorso è chiuso.

Maxi Lopez e Abdoulay Konko, 30 anni: il centravanti blucerchiato è stato impalpabile.

Da Costa 6 - Non ha colpe abnormi sui due gol, anche se sul secondo uno sforzo in più si poteva fare.
De Silvestri 5 - Forse emozionato dal ritorno ai ricordi d'infanzia. Non si distingue positivamente, anche perché si dimentica di Candreva sull'1-0 avversario.
Regini 5.5 - Tanti buoni piccoli spunti, ma nulla che si faccia veramente ricordare.
Mustafi 6.5 - Uno dei pochi a meritarsi la sufficienza. Sul secondo gol è leggero in marcatura, ma i problemi arrivano dopo. Helder Postiga non striscia palla e il salvataggio a fine primo su Mauri è essenziale.
Berardi 5.5 - Vorresti dargli la sufficienza: dopo Cuadrado, gli tocca Candreva e non fa malissimo. In fase offensiva, però, è sempre nullo.
Palombo 5 - Sul gol del 2-0 si perde Lulic. E non è che incida granché in fase d'impostazione.
Krsticic 5 - Stessa sintesi di Palombo, ma almeno ha il merito di far espellere Biglia.
Gabbiadini 6 - Tanta abnegazione. E' anche uno dei pochi a cercare seriamente la porta, impegnado Berisha dai 30 metri. Poi parte la spalla e tanti saluti all'Olimpico.
Eder 4.5 - Altra partita spentissima del brasiliano. La mancanza del gol comincia a pesare.
Soriano 5 - Non è il solito Soriano degli ultimi tempi. Corre molto, sfiora il gol, ma Biava lo ferma sulla linea.
Maxi Lopez 4.5 - Impalpabile. Mi chiedo cosa dovrebbe portare al suo riscatto a fine anno. Se la risposta è "il gol nel derby", è un po' poco per il milione e mezzo da spenderci sopra.

Sansone 6 - Entra per Gabbiadini e prova a impegnare Berisha. Quando entra in corso, è quasi sempre pericoloso.
Okaka 5.5 - A giochi fatti, Sakic lo manda in campo. Può far poco, ma in teoria s'era guadagnato un rigore...
Renan 6 - Porta un po' di grinta a centrocampo e le sue parabole creano più di un'occasione.

Come detto, l'Europa è ormai fuori portata. Mi vien da dire "finalmente", perché l'ossessione di continuare a scalare la classifica stava facendo dimenticare la vera dimensione di questa squadra. Una compagine che in superiorità numerica per 40 minuti non solo non crea grossi pericoli agli avversari, ma gli lascia persino fare il 2-0, è da Europa? Non credo. Basti guardare il Parma di ieri, che ha giocato una partita passiva ma ordinata contro il Napoli ed è riuscito a vincere. Ecco la differenza: la cattiveria e l'ordine. Quelli che ogni tanto mancano alla Samp di Mihajlovic. Manca quel quid per fare il salto di qualità; poco da farci, siamo gli anti-europei nella numerosa corsa all'Europa. Che è finita. Godiamoci quel che rimane di questo campionato, a partire dal duplice ritorno di Mazzarri e Icardi la prossima settimana al Ferraris. L'Inter sembra in difficoltà: sarebbe il caso di approfittarne.

Sinisa Mihajlovic, 45 anni, in tribuna all'Olimpico per la gara di ieri.

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