24 novembre 2013

Ci vuole testa.

C'è chi se la prenderà con l'arbitro per i troppi minuti di recupero. Chi con Petagna, che ha cercato di recuperare a tutti i costi quel pallone. Chi con Da Costa e la sua incapacità di coprire bene il primo palo e chi con Costa e Mustafi, colpevoli di mancanze nell'occasione. Ma il gol al 94' di Cana è un altro spartiacque psicologico nella stagione blucerchiata: alla prima partita sotto Mihajlovic, stava arrivando la vittoria, ma la Samp l'ha letteralmente buttata contro una Lazio inguardabile. Ed i timori continuano.

Pawel Wszolek, 21 anni, e Abdoulay Konko, 29, si contendono il pallone.

La Samp, al ritorno dalla pausa per le nazionali, torna con parecchie novità. Un nuovo tecnico, Sinisa Mihajlovic, che torna a Genova dopo 15 anni. Un nuovo modulo, il 4-2-3-1, con più copertura. Palombo torna a centrocampo, Wszolek è titolare, mentre Pozzi diventa il cardine dell'attacco, con Gabbiadini spostato a destra. La Lazio, dal canto suo, si presenta con la formazione degli ultimi tempi: senza Klose, 4-4-2 con il giovane Keita accanto a Floccari. E la Lazio conferma il profilo basso durante la prima frazione, nella quale non fa che mantenere un certo possesso palla, che però rimane sterile. La Samp, dal canto suo, pressa come mai aveva fatto in questa prima parte di stagione e prova a fermare sul nascere l'estro di Candreva e Keita, apparsi in forma recentemente. Se Obiang manca la porta dalla distanza, la centra bene Pozzi al 35', su assist di Gabbiadini. Peccato che il potente destro del numero 9 blucerchiato trovi la respinta di Konko. Allo stesso modo, Marchetti bloccherà una punizione insidiosa di Gabbadini. Gli ospiti trovano il risultato massimo con un destro alto di Konko da buona posizione.
Nella ripresa, nessun cambio, ma la partita subisce subito un cambio di direzione. Krsticic, già ammonito, va con il piede a martello per contrastare Ledesma, prendendo la caviglia del capitano laziale. Risultato: rosso diretto e spogliatoi per il serbo. Forse l'espulsione diretta è una sanzione eccessiva, ma anche con il doppio giallo non sarebbe andata diversamente per il centrocampista della Samp. Da quel momento in poi, nonostante la girandola di cambi (fuori Candreva nella Lazio!), la musica non cambia. Anzi, è la Samp - in inferiorità numerica - a spingere di più. I capitolini potrebbero passare, ma Perea centra il palo da pochi passi (e in fuorigioco clamoroso), con Da Costa battuto.
Dieci minuti dopo, la Samp passa con una delle poche azioni pericolose della partita: Soriano centra la traversa con un rimpallo, ma sul rimbalzo è sempre l'italo-tedesco a metterla dentro. Primo gol in Serie A per il numero 21 blucerchiato, nonostante ci fosse un rigore netto per trattenuta di Konko su Pozzi nell'azione del vantaggio. La partita scorre lentamente fino alla fine, quando ormai Mihajlovic sembra aver colto la prima vittoria sulla panchina blucerchiata. Invece, su un lungo rinvio di Marchetti, Floccari piazza una bella sponda e lancia Cana in profondità. In proiezione offensiva, il centrale salta Costa e batte Da Costa sul primo palo: è una doccia fredda ed immeritata per i padroni di casa, che vedono altri punti sfuggire via. Ora, con le vittorie di Sassuolo e Chievo, si fa tutto più difficile.

Vladimir Petkovic, 50 anni, e Sinisa Mihajlovic, 44, a colloquio al "Ferraris".

Da Costa 6; De Silvestri 6.5; Gastaldello 6.5, Mustafi 6, Costa 6.5; Obiang 6, Palombo 6.5 (dal 47' s.t. Maresca s.v.); Gabbiadini 6.5, Krsticic 4.5, Wszolek 5.5 (dal 13' s.t. Soriano 7); Pozzi 6.5 (dal 37' s.t. Petagna s.v.) - già pubblicate su SampNews24

La partita di oggi ha ben illuminato ciò di cui parlavo nell'ultima articolo prima della gara contro la Lazio. L'addio e l'esonero forzato di Delio Rossi è una condizione necessaria, ma non sufficiente alla risalita: la verità è che questa squadra, come ha dimostrato anche oggi, è un manipolo di ragazzi dalla fragilità psicologica impressionante. Semmai ce ne fosse stato bisogno, questa gara - insieme a quella contro il Sassuolo - illumina perfettamente l'attuale dimensione blucerchiata. Una squadra che si deve salvare, con un tecnico non eccezionale e che lo deve fare con delle qualità non certo sopra alla media dei suoi avversari. Tanto per dirne una, il vituperato Sassuolo si è portato a casa sette punti nelle ultime tre gare, di cui due di queste giocate in trasferta. La Samp, queste dimostrazioni di forza, non le ha ancora portate a casa, ahimè: su questo c'è poco da dire.
Se poi si torna alla gara di oggi, direi che il suo andamento fotografa benissimo l'attuale momento blucerchiato. Contro una squadra che è sembrata più in crisi che mai, la Samp ha gestito bene il primo tempo, giocando leggermente meglio dell'avversario, ma difettando nelle conclusioni a rete. Poi, dopo l'espulsione di Krsticic, i ragazzi c'hanno messo il massimo impegno. Sembrava che quasi la Lazio non avesse l'uomo di vantaggio; tanto è vero che Soriano ha portato in vantaggio il Doria. Proprio lui, l'uomo che più di tutti aveva bisogno di un parziale riscatto. A partita ormai messa in cassaforte, con la Lazio sulle gambe e poco pericolosa, è arrivato l'ennesimo pata-trac stagionale. E' bastato un pallone casuale per mettere in ginocchio la Samp. Ed è proprio questo a preoccuparmi: psicologicamente, questi ragazzi sono debolissimi. E' come se la retrocessione in B non avesse fortificato molti di loro, anzi: molti sembrano tali e quali a quelli che soffrirono i primi mesi in cadetteria. I più giovani, quelli che potevano aprire la strada ad una nuova stagione, deludono o comunque non sono tra i migliori. Obiang e Krsticic su tutti sono l'esempio massimo in tal senso.
Insomma, ci sarà da pedalare. Oggi, per come è andata la gara, dovevano esser tre punti senza se e senza ma. Invece, siamo di nuovo a piangere sul latte versato, come al solito. Ora si andrà a "San Siro", con Mazzarri che non vede l'ora di proseguire la sua marcia verso un posto in Europa. Per la Samp, non sarà sufficiente giocare una buona gara, ma tenere la concentrazione per 90' e più sarà il vero traguardo. Altrimenti, qualunque apporto di Mihajlovic sarà pressoché nullo. Come quello di molti altri sin qui. Ci vuole testa, altrimenti sarà difficile salvarsi.

Il pareggio di Lorik Cana, 30 anni, arriva solo al 94': 1-1 il finale.

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