17 novembre 2013

Delio o non Delio, questo è il problema.

Alla fine, è accaduto: l'esonero di Delio Rossi non poteva più aspettare. Così, l'ex Lazio, Fiorentina e Palermo è stato sollevato dall'incarico dal presidente Garrone, con il beneplacito del d.s. Osti e dell'a.d. Sagramola. L'uomo da progetto («E' lui il vero fulcro di questo progetto», ci si ripeteva ad agosto-settembre) ora non è più necessario. Anche perché, forse, un progetto vero non c'è e quindi si può fare a meno di Rossi. Con l'arrivo di Mihajlovic, la musica potrebbe cambiare? Cerchiamo di capirlo insieme.

Delio Rossi, 53 anni, saluta Genova: è stato un amore in chiaroscuro.

Delio Rossi, classe 1960, ha fatto molto, se non di tutto per cercare di aggiustare le sorti della squadra. Ha provato una marea di giocatori (tranne forse i redivivi Poulsen e Rodriguez: prima o poi dovranno giocare), cambiato quattro-cinque moduli e combattuto più forte che poteva. Ma non è bastato. E a questo c'è una semplice spiegazione: forse la squadra non ha la qualità necessaria per giungere all'obiettivo prefissato, ovvero la salvezza tranquilla di cui tanto si parla, ma che nessuno ha ancora visto in questo anno e mezzo. Se proprio devo attribuire una colpa a Rossi, è quella di non aver detto nulla sulla qualità della squadra: il tecnico probabilmente sapeva bene che avrebbe fatto fatica. E non ha di certo alzato l'asticella delle aspettative. Ricordate quando ad agosto disse: «Ce la giocheremo con altre dieci squadre per la salvezza»? Purtroppo, siamo noi ad esser rimasti indietro. E il fatto di non aver obiettato sulla qualità della squadra è la sua unica grande colpa: un bel "coup de theatre", come le dimissioni a fine calciomercato, avrebbero potuto dare un segnale all'ambiente. Ma capiamo benissimo come rinunciare ad un'entrata fissa sia complicato e comunque Rossi ha tentato di fare il suo dovere al meglio.
Purtroppo, impegno a parte, ci sono anche i numeri a condannare l'ormai ex tecnico della Samp: da quando è arrivato a gennaio, la percentuale di vittorie durante la sua gestione è del 24,2%, corrispondente a otto successi sulle trentatré partite in cui ha allenato la squadra blucerchiata in Serie A. Veramente troppo poco per sperare di scamparla. Certo, la società ha sbagliato a tenere il tecnico in corsa a Firenze: cosa speravano? Che Delio resuscitasse una squadra sfilacciata e piena di assenze contro la Fiorentina al "Franchi"? Troppa grazia. Ma la colpa più grave di Rossi è quello di non aver dato gioco o un'identità chiara al lato tecnico del club: guarda caso, l'unica volta che ciò si è verificato è quando la Samp ha attraversato un ottimo periodo tra gennaio e marzo scorso. Lì, c'era una formazione chiara, il 3-5-2. In quel caso, c'erano undici titolari fissi. Questo lo starting-eleven consueto: Romero; Gastaldello, Palombo, Costa; De Silvestri, Obiang, Krsticic, Poli, Estigarribia; Eder, Icardi. Poi i vari Rossini, Mustafi, Sansone davano il loro contributo, ma c'era una situazione tecnica chiara. E tale chiarezza non si è più ripetuta né sul finire dello scorso campionato, né in questa prima parte di stagione. 24 giocatori utilizzati e cinque moduli diversi hanno sancito la confusione del tecnico, forse scontento della rosa.

Edoardo Garrone, 51 anni: sarà lui a scegliere il nuovo allenatore.

Detto di Rossi, è partita la caccia al successore sulla panchina blucerchiata. Si sono fatti maree di nomi: Edoardo Reja, che ha tanta esperienza in A; Davide Ballardini, fino a poco tempo fa scomodo avversario dall'altra parte della Lanterna. Fino ad arrivare a Zdenek Zeman, che personalmente avrei considerato di buon occhio, visto che ha il merito di valorizzare veramente i giovani. Inoltre, se finirà come penso, sarebbe stato ottimo per ripartire da lidi meno nobili (così come Fulvio Pea, finito anche lui nella girandola del toto-candidati del post-Rossi). Tuttavia, il candidato principale è Sinisa Mihajlovic, reduce dalla poco elettrizzante esperienza di non esser riuscito a portare la Serbia neache ai play-off mondiali. Ex cuore blucerchiato, come Rossi è stato allenatore della Fiorentina prima di venire qui e la Lazio sarà la prima avversaria al "Ferraris", avendo già avuto qualche flirt con l'ambiente biancoceleste (ne è stato giocatore). E per ironia della sorte, il serbo potrebbe rimpiazzare Delio Rossi, dopo che quest'ultimo aveva rimpiazzato il serbo alla Fiorentina nel novembre 2011. Corsi e ricorsi storici che fanno girare la testa.
Ma il forse il problema risiede altrove: c'è chi, usando un'iperbole, afferma come neanche Guardiola o Mourinho riuscirebbero a salvare questa squadra. Forse, invece, si possono considerare alcuni aspetti più concreti per far capire come la sfiducia sembri grande. Due sopratutto vengono alla mente e riguardano due gare di questa stagione. Dato numero uno: la Samp, nonostante il Milan più scarso che mi venga in mente degli ultimi quindici anni, è riuscita ad andare a Milano per perdere senza fare neanche un tiro nello specchio della porta avversaria. E soffrendo, di fronte ai rossoneri sconquassati di quest'anno, che si presenta ora nella parte destra della classifica. Ma chi volesse una prova più tangibile, prenda la gara contro il Sassuolo. Sei 1-0 e hai giocato un buon primo tempo: è bastata la frittata di Costa per mandare in palla l'intera squadra. Una serie di errori ha portato al 3-1 degli ospiti e all'espulsione del numero 3 blucerchiato. Ciò nonostante, la Samp ha tirato fuori la forza per rimontarla e portarsi sul 3-3. Quando tutto sembrava a posto, De Silvestri - ma poteva essere chiunque altro - ha buttato tutto all'ortiche con un errore stupido, dovuto alla stanchezza. 4-3 per i neroverdi e sconfitta che è costata la panchina a Delio Rossi; già, perché se Delio avesse vinto contro gli emiliani, non lo avrebbero mai cacciato dopo un'eventuale sconfitta a Firenze.
Sopratutto, quella partita dimostra la pecca più grave della Samp di quest'anno: la testa. La squadra, ancor prima che tecnicamente, è debole mentalmente. Non riesce a giocarsela in maniera serena. Quando è in vantaggio, fatica a tenerlo: ho citato la gara contro il Sassuolo, ma potrei parlare di quella con il Bologna, contro il Torino o a Livorno. Insomma, il mix di inesperienza (squadra molto giovane), di mancanze tecniche e della sparizione di alcuni punti fermi dell'anno scorso (cercasi Obiang e Krsticic) sta mandando lentamente la Samp in B. E se queste complicanze rimarranno, non basterà certo un Mihajlovic qualsiasi a tirarci fuori. Delio o non Delio, questo è il problema.

Sinisa Mihajlovic, 44 anni, è vicino al ritorno a Genova, sponda blucerchiata.

2 commenti:

  1. UN'ALLENATORE CHE POTRESTE PRENDERE POTREBBE ESSERE REJA SVINCOLATO E IN CERCA DI UNA PANCHINA

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    1. Lù, credo che alla fine arrivi Mihajlovic. Lo stanno liberando dalla Serbia: mercoledì dovrebbe essere a Genova. Anche se, come ho spiegato nell'articolo, secondo me non risolverà nulla.

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