16 settembre 2013

Vuoto a perdere.

Il derby di Genova è sempre uno spettacolo, specie sulle tribune. Anzi, per chi ha vissuto l'ultimo da tifoso blucerchiato, diciamo che lo spettacolo si è fermato al calcio d'inizio della gara, perché il finale e l'intero svolgimento della partita non hanno dato la possibilità di uno spunto positivo. La stracittadina più precoce dell'intera storia del "Derby della Lanterna" finisce 3-0 per il Genoa: nonostante un punteggio (forse) troppo pesante, il verdetto finale è giusto nella sua essenza principale.

Eder Citadin Martins, 27 anni: decisamente spento nel derby di ieri.

E pensare che la Samp aveva avuto modo di arrivare meglio a questo derby: tra il Rambo genoano (il preparatore dei portieri, Del Prà) ed i risultati dei concittadini, i blucerchiati potevano timidamente sorridere nell'approccio alla sfida. Il silenzio scaramantico della vigilia scombussola un po' le previsioni: la Samp parte con il solito 3-5-2, ma Bjarnason inizia dal 1', nonostante i pochi giorni con il gruppo. Per il resto, tutti confermati. Nessuna grossa sorpresa neanche nel Genoa, che se la gioca con il tandem Calaiò-Gilardino davanti ed una rocciosa, nonché esperta, difesa a proteggere il povero Perin, impallinato sette volte nelle prime due gare di Serie A.
Nonostante la grande attesa, non è il solito derby cruento: sì, cinque gialli vengono sventolati dall'arbitro nel primo tempo, ma non c'è la solita canizza a riscaldare il "Ferraris". Anche perché, dopo 10', l'incontro prende la direzione sbagliata: su un cross di Biondini, De Silvestri e Da Costa collaborano al super-gol di Antonini. L'esterno lo segue, ma gli lascia lo spazio per concludere; il portiere non appare impeccabile sullac respinta. E così il Genoa, dopo appena dieci minuti, è già avanti, nonostante non appaia irresistibile. A quel punto, la Samp preme sull'acceleratore per tutta la prima frazione, ma senza mai tirare in porta: il massimo è un sinistro di Gabbiadini - contrato da Portanova - su bel passaggio filtrante di Bjarnason, apparso in condizioni decenti. Tuttavia, la Samp tira pochissimo in porta ed il primo tempo scorre sereno per Perin.
Il portiere del Genoa dovrà sporcarsi una sola volta le mani in tutta la ripresa: il cambio Soriano-Bjarnason non porta le migliorie sperate da Delio Rossi, che così deve accontentarsi di una Samp sterile come nel primo tempo. In più, le disattenzioni in difesa aumentano ed il Genoa raddoppia subito: gran passaggio filtrante al volo di Gilardino, che apre il campo per la prima discesa in tutta la gara di Vrsaljko. Il croato mette in mezzo e Calaiò, spesso sottovalutato dagli addetti ai lavori, anticipa Gastaldello per il 2-0 rossoblu. Una mazzata forte, perché la Samp fa tiracci da lontano e non crea una seria occasione da gol in grado di spaventare la squadra di Liverani; in più, Rossi non fa grosse modifiche. Insomma, fatta la bara, mancano solo i chiodi per chiuderla: ci pensa Lodi, con una punizione delle sue, che però non scagiona certo l'impreparato Da Costa. Il brasiliano prende gol sul suo palo ed il derby si chiude lì, con Liverani che si sbraccia in una corsa liberatoria.
Che dire: a quel punto, Rossi prova il tutto per tutto. Forse un po' tardi: dentro Sansone e Pozzi, fuori Regini ed Eder, per un 4-3-3 d'attacco, che dovrebbe dare alla Samp quello che non è riuscita a prendersi nei precedenti 75'. Tuttavia, non cambia nulla: il più pericoloso dei blucerchiati è Soriano, mentre il più pimpante è decisamente Sansone. Con la palla ai piedi, l'ex Torino sembra poter cambiare la partita, ma gli altri non lo seguono: nessuno ci crede e si chiude sul 3-0 il derby più incredibile degli ultimi anni. Il Genoa ha avuto un 100% di media realizzativa: tre tiri nella porta, tre gol. Neanche se ci riprovasse in altre cento gare, ci riuscirebbe: tuttavia, seppure di manica larga, il punteggio è giusto e la Samp non può neanche appellarsi alle (poche) aggravanti. La mancanza di carattere, come al solito, sembra essere sempre da questa parte.

Francesco Lodi, 29 anni, segna su punizione il 3-0 definitivo per il Genoa.

Da Costa 5; Gastaldello 5, Palombo 5.5, Costa 5.5; De Silvestri 4.5, Bjarnason 6 (dal 1' s.t. Soriano 5.5), Krsticic 4.5, Obiang 6, Regini 5.5 (dal 19' s.t. G. Sansone 6); Eder 4.5 (dal 30' s.t. Pozzi s.v.), Gabbiadini 5.5 | pagelle già pubblicate su SampNews24

Ed eccoci qua, quindi. Nei bassifondi, abbandonati, ma sopratutto delusi da quel punto in tre gare. Anzi, forse no: ciò che più fa inalberare i tifosi è il gioco. La Samp non solo ha raccolto ciò che meritava, ma non ha mai fatto molto per cambiare il corso delle gare fin qui giocate. Se escludiamo il finale del secondo tempo di Bologna, in cui la Samp per poco non portava a casa l'intera posta (con tanto di rigore negato), la squadra di Delio Rossi ha piuttosto deluso. In questo quadro, il derby non ha fatto eccezione: anzi, semmai è possibile affermare come i blucerchiati abbiano offerto la peggiore prestazione stagionale nella partita che più di tutte era - almeno per ora - obbligatorio non sbagliare. Perché era il derby; perché il Genoa veniva da due risultati netti e demoralizzanti; perché la partita ha mostrato come i rossoblu non hanno impressionato, se non per concretezza, o perché Liverani era e resta un debuttante a questi livelli. Uno qualunque di questi motivi va bene: scegliete voi quali meglio vi garba. Del resto, la Samp doveva vincere questo derby su tre scontri individuali: De Silvestri-Antonini, Lodi-Krsticic e Eder-Gamberini. Non è un caso se, in questa disfatta, i tre sono sembrati i peggiori in campo con la maglia del Doria.
Detto questo, la Samp deve ripartire. Adesso ci sarà un calendario di ferro, in cui il rischio è che il trend negativo prosegua: trasferta (per modo di dire) con il Cagliari, match contro il Milan a "San Siro" e infine la gara contro la Roma al "Ferraris". In ogni caso, sono tre scontri tremendi, considerando anche i precedenti: se con i giallorossi si è fatto bene negli ultimi anni, non si può dire altrettante per le prossime trasferte che attendono i blucerchiati. Mettiamoci anche la latitanza delle rivelazioni dell'anno scorso - Krsticic, Obiang, ma anche De Silvestri - che stanno deludendo sinora ed il quadro sarà più complicato di quanto già si possa aver preventivato.
Insomma, Delio Rossi deve inventarsi qualcosa: non si può accettare una rosa del genere, sapendo eventualmente che non è adatta a raggiungere l'obiettivo per cui è stata costruita. Se Rossi pensa che Bjarnason, Barillà ed Eramo non siano abbastanza per salvarsi, lo dica: questo è il momento migliore. Prima che tutto diventi un vuoto a perdere, una costante ricerca dell'ancora a cui aggrapparsi. Lo dissi già l'anno scorso e non mi piacerebbe ripetermi ora: per favore, niente salvezze sofferte. Ancora ho in mente le nove sconfitte su undici gare tra l'ottobre ed il dicembre del 2012: non vorrei ripetere gli stessi "ups & downs", grazie.

Delio Rossi, 53 anni, avrà di che riflettere dopo questa tremenda sconfitta.

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