26 settembre 2013

In un'altra dimensione.

Avete presente quel momento in cui da giovani ragazzi diventate adulti? E' una sorta di passaggio, di rito della vita. La Samp, più o meno, ne ha compiuto uno con la partita di ieri: la partita contro la Roma ha visto - almeno per 45' - una delle migliori prove stagionali sinora. Tuttavia, non si è quasi mai tirato in porta e alla fine i giallorossi hanno firmato la quinta vittoria consecutiva. Invece, i blucerchiati salgono a tre sconfitte consecutive in casa: strisce uguali a quelle dell'anno in cui si scese in cadetteria.

Mehdi Benatia, 26 anni, esulta dopo il gol del vantaggio giallorosso.

La Samp, reduce dall'incredibile pareggio di Cagliari, cambia ulteriormente pelle per ospitare la capolista del campionato, seppur in coabitazione con il Napoli di Benitez. Il 4-4-2 con il quale i blucerchiati si presentano al "Ferraris" è un chiaro segnale: i successi della Roma derivano da un ottimo lavoro dei tre attaccanti all'esterno dell'area; in più, il lavoro di Balzaretti e Maicon è prezioso. Con otto giocatori molto schiacciati alla porta di Da Costa, l'obiettivo è sporcare il gioco del prestigioso avversario il più possibile. Dal canto suo, l'unica mossa di Garcia è di portarsi Totti in panchina, lasciando spazio a Borriello dall'inizio. Un turno di riposo per il capitano giallorosso, sempre pericoloso quando vede blucerchiato.
Il primo tempo risulta una faticaccia per la Roma, che non fa registrare grossi pericoli dalle parti di Da Costa. Un bene, ma c'è un "ma": l'eccessivo sforzo in fase difensiva non consente alla Samp di creare a sua volta occasioni verso la porta giallorossa. La migliore di tutto il primo tempo deriva dai piedi di Gabbiadini, lesto a raccogliere un eccessivo retropassaggio della difesa romanista e a presentarsi davanti a De Sanctis. Tuttavia, il preciso sinistro del centravanti viene respinto in angolo dal portiere della Roma. Un peccato, specie se si pensa che la squadra della capitale perde Maicon per infortunio, costringendo Balzaretti a snaturarsi a destra, con l'ingresso di Dodò sulla fascia sinistra.
La ripresa, come ha suggerito quest'inizio di campionato, propone lo stesso copione di sempre: la Roma gioca attentamente e, alla fine, trova lo spiraglio necessario per passare lo svantaggio. Benatia, ispiratissimo, parte con una bella progressione palla al piede: peccato che la retroguardia blucerchiata gli si pari davanti in maniera flebile. Solo Gastaldello stende il difensore giallorosso, rischiando il rosso; quando sembra tutto pronto per il calcio di punizione, il marocchino calcia comunque e trova l'angolo alla destra di Da Costa. 1-0 per gli ospiti ed il 4-4-2 difensivo deve improvvisamente trasformarsi in uno strumento di recupero dello svantaggio.
Nessuno rimprovera l'impegno alla Samp, ma le occasioni faticano ad arrivare: quando Pozzi e Bjarnason si scontrano nel tentativo di colpire di testa un cross di Sansone, capisce che non è la giornata giusta per fermare la capolista. Un colpo di testa di Pozzi sfiora la traversa della porta difesa da De Sanctis, ma la Samp è confusionaria e sopratutto lenta: non si possono creare problemi giocando a tre, quattro tocchi contro una squadra del genere. Così, nel finale, arriva anche il raddoppio degli ospiti: fuga di Totti palla al piede e Gervinho firma il 2-0 conclusivo all'88'. L'espulsione di Barillà per doppio giallo, forse eccessiva, serve comunque a fotografare quello che è l'attuale momento blucerchiato: una squadra che s'impegna, che ha forse trovato anche il modulo più giusto per esprimersi, ma che fa una fatica boia a creare occasioni da gol. Non è un caso se è arrivata la terza sconfitta consecutiva in casa, senza neanche segnare un gol al "Ferraris".

Nenad Krsticic e Miralem Pjanic, 23 anni per entrambi, si affrontano.

Onestamente, non mi sento di fare delle pagelle. Certo, alcune annotazioni si potrebbero fare: Wszolek e Gavazzi, in posizioni adatte, si stanno rivelando dei giocatori utili, nonostante siano partiti a fare spenti. Krsticic ed Obiang, dopo un ottimo primo anno di A, stanno mancando clamorosamente a livello di rendimento, facendo salire più di un dubbio sulla loro reale consistenza. Gastaldello non è più il baluardo osservato l'anno scorso, ma un centrale che sta avendo molte difficoltà. Allo stesso modo, Sansone non è riuscito a convincere a pieno partendo dal 1', dando l'impressione di essere più ficcante quando entra a partita in corso. Gabbiadini è il solito faro nella notte, ma solo, lì davanti, rischia di non creare molto se non ben supportato.
A questo punto, mi piacerebbe fare un discorso più ampio, in senso generale. C'è chi è rimasto convinto dalla prestazione della Samp nei primi 45'. Ammetto di aver guardato solo diretta gol, ma non capisco il sollievo: osservando i blucerchiati, se questo è il massimo livello raggiungibile, c'è da preoccuparsi. Va bene l'impegno, va bene un 4-4-2 più adatto ai giocatori, ma ieri si è raramente tirato in porta. E a farlo è il solito Gabbiadini, finora salvatore della patria da quando è arrivato. Ma non ci si salva così: basta guardare l'inizio di Livorno e Verona, che stanno facendo del collettivo la vera forza nella strada al mantenimento della categoria.
A dir la verità, io rimango convinto che neanche il 4-4-2 possa dar una svolta alla Samp. Io credo che - giocatori alla mano - sia il 3-4-3 il modulo più adatto. Magari con questa formazione: Fiorillo - Mustafi, Salamon, Costa (Regini); De Silvestri, Obiang, Renan, Gavazzi; Wszolek, Gabbiadini, Sansone. In tal modo, ci sarebbero molte novità: Da Costa non va bocciato, ma rimandato sì. Perché non si possono prendere gol sul proprio palo, come nell'occasione del 2-0 di Gervinho. Dietro il capitano e Palombo sembrano troppo lenti per confrontarsi con questi avversari, mentre Costa pare l'unico che ci stia capendo qualcosa. Krsticic va fatto riposare, anche e sopratutto a causa del suo pessimo rendimento; Renan garantirebbe maggior filtro ed un tiratore di punizioni. Il trio d'attacco produrrebbe maggior pericolosità ed avrebbe spazio anche Mati Rodriguez, magari intercambiandosi con quel Pawel Wszolek che sta convincendo (almeno per ora). C'è urla al ritorno di Maresca: dal punto di vista atletico e di filtro a centrocampo, sarebbe un suicidio bello buono.
Sopratutto, c'è un punto che va evidenziato: siamo in un'altra dimensione. Non è più tempo d'Europa, Pazzini, Cassano, Bellucci e Montella, stadi europei e grandi colpi; è tempo di Bergamo, Brescia e Verona; tempo di Wszolek, Gavazzi e Mustafi (cioè quelli che danno il massimo, pur senza avendo grande nome); tempo di concretezza e sofferenza. Fateci l'abitudine o abbandonate la nave, prima che sia troppo tardi.

Shkodran Mustafi, 21 anni, lotta gomito a gomito con Marco Borriello, 31.

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