23 ottobre 2012

Finalmente.

Nonostante le sue buone doti tecniche, si diceva sempre di lui: "In Serie A non ce la fa. In B è un valore aggiunto, ma nella massima categoria non riesce ad esplodere". Le esperienze con il Brescia ed il Cesena avevano fomentato questo luogo comune su Eder Citadin Martins, attaccante brasiliano ora alla Samp. E se in B ha confermato di essere un grande, finalmente con la maglia blucerchiata Eder sta esplodendo anche in Serie A. Diciamola tutta: era ora. Era ora che un giocatore con queste doti riuscisse a mettersi in luce, anche perché l'età è quella giusta e la stagione è lunga, il suo rendimento potrà solo migliorare ancora.

Eder, 26 anni, qui con la maglia dell'Empoli, la squadra con la quale è esploso in Italia.

Eder Citadin Martins, originario di Lauro Muller, nasce il 19 Novembre 1986 e muove i primi passi calcistici nel Cricuma, squadra allora militante nella Serie B brasiliana. Grazie al fatto di essere in possesso anche del passaporto italiano, l'Empoli - da sempre attenta ai talenti meno conosciuti - lo tessera per appena 500mila euro nel 2005, quando la squadra ha appena completato la risalita verso la massima serie italiana. Esordisce all'Olimpico di Roma contro la Lazio nel 2007, ma in due anni e mezzo in Toscana vede poco il campo, accumulando appena 5 presenze.
Così, il club del presidente Corsi decide di mandarlo a giocare: la meta è Frosinone, dove la squadra ha conquistato la B da poco e ha intenzione di mantenere la categoria. Eder vi arriva con la formula della compartecipazione nel Gennaio del 2008, nell'ambito dell'operazione che permette a Lodi il percorso inverso. Il brasiliano rimane un anno e mezzo nella città laziale, dove fornisce il suo contributo per il mantenimento della categoria: 20 gol in 53 partite permettono ai ciociari di mantenere la categoria.
Eder comincia quindi a farsi conoscere nel panorama del calcio italiano; l'Empoli fiuta l'affare e decide di riprenderselo, riscattando la metà del Frosinone per 2,3 mln. di euro. Sono soldi ben spesi: l'attaccante torna in Toscana e dimostra di valere qualcosa in più della Serie B, diventandone capocannoniere con 27 gol realizzati nel 2009/2010. L'Empoli conclude il campionato solo al decimo posto, ma Eder è ormai pronto per affrontare la sfida della Serie A.
La prima tappa nella massima serie è Brescia. I lombardi, neo-promossi in A, decidono di fare affidamento sul brasiliano, prendendolo con la formula del prestito con obbligo di riscatto; un obbligo che sarà esercitato dalle "rondinelle" solo a salvezza raggiunta. Purtroppo il Brescia, le cose non vanno come previsto ed un campionato tribolato terminerà con la retrocessione; per Eder, sei gol in 35 presenze sembrano poca cosa rispetto a quanto fatto vedere in B. Così, l'attaccante ci riprova la stagione successiva, stavolta a Cesena; i romagnoli hanno allestito una buona squadra e sembrano potersi salvare serenamente. Invece, il film è lo stesso, con la retrocessione ad attendere i romagnoli a fine anno. Eder fa peggio che a Brescia (due reti in 19 partite), ma stavolta non rimane fino ai titoli di coda. Una società ha messo gli occhi su di lui: è la Samp.

Se a Brescia non è andata bene, ancor meno fortunata è stata l'esperienza cesenate.

I blucerchiati, disperati per la sterilità offensiva in Serie B, hanno bisogno del famoso "giocatore di categoria" per tentare l'aggancio ai play-off, lontani 11 punti. Ben altri obiettivi rispetto all'inizio del campionato, ma Eder è l'uomo giusto. Il brasiliano parte piano e ha un primo mese d'adattamento, ma poi esplode in tutta la sua potenza: negli ultimi tre mesi del campionato, quando gioca, è lui a trascinare la squadra alla vittoria. Iachini, che lo ha già allenato a Brescia, lo conosce e sa come utilizzarlo al meglio. Nel momento decisivo per la ricorsa ai play-off, Eder ci mette la firma: assist contro il Brescia, gol a Vicenza, doppietta contro il Bari e rete sblocca-risultato a Modena. Su quei 10 punti che significano l'aggancio al sesto posto, c'è la firma dell'attaccante. Inoltre, l'ex Empoli non ha finito di stupire: nei play-off, il suo contributo è ancora una volta decisivo, sopratutto nella gara d'andata contro il Sassuolo (un gol ed un assist).
Una volta ottenuta la promozione e riscattato il ragazzo dal Cesena, molti si sono chiesti se Eder avrebbe nuovamente sofferto il palcoscenico della Serie A. Le due esperienze precedenti sembravano indicare che il giocatore sentisse la pressione ad alti livelli e che, per questo, avrebbe potuto incontrare le stesse difficoltà di sempre. Sono bastati i primi due mesi di campionato a cancellare tali incertezze: nel 4-3-3 di Ferrara, il brasiliano è probabilmente "l'insostituibile" per eccellenza. Senza di lui, la squadra fatica a carburare e lui è stato molto importante in questo primo scorcio di campionato.
Basta buttare un occhio su un'ipotetica media-voto di queste prime otto partite. Dal mio punto di vista (personalissimo, ma tant'è), dando un'occhiata ai voti assegnati nei primi due mesi di campionato, ci sono solo sufficienze. La media-voto che ho personalmente dato a Eder è di 6,64, la migliora della compagnia blucerchiata di quest'anno.
C'è da considerare poi un dato inconfutabile. La Sampdoria non aveva un giocatore così importante nel proprio sistema di gioco dai tempi di Cassano. Attenzione: ci tengo a frenare la rabbia di chi avesse mal interpretato questa dichiarazione al pc. Eder non è Cassano e probabilmente non lo sarà mai; ma c'è qualcuno che può negare la sua essenzialità in questa squadra? Non credo proprio. Ecco, Eder è fondamentale per questa Samp quanto lo era "Fantantonio" quando ancora gironzolava per Bogliasco. Nessuno di quelli provati fra questi due giocatori - i vari Macheda, Maccarone, Biabiany e Bertani - erano riusciti a fornire una tale continuità nemmeno quando si volava a livelli più bassi, se non addirittura in B. Infine, evidenzio un altro dato: la malleabilità di Eder. Mi spiego meglio: è un ragazzo, anzi un giocatore, che sa adattarsi a qualunque compagno d'attacco e nessuno sembra trovarsi male con lui. Ha fatto segnare Pellé, ha composto la coppia della promozione con Pozzi e adesso sta giocando bene al fianco di Maxi Lopez. Non solo: il brasiliano ha imparato anche a disporsi come prima punta, sacrificando la "cavalcata da lontano", che è un po' il suo cavallo di battaglia.
Cosa manca a questo ragazzo? Poco o nulla. E' già un idolo, forse anche per il suo continuo "cinguettare" su Twitter, ma questo non fa che renderlo più vicino a noi tifosi. Adesso deve solo migliorare sotto porta; speriamo che il gol realizzato contro il Parma sia solo l'inizio di tanti.


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