18 dicembre 2015

Arrivederci a giugno.

Quant'è difficile esser sampdoriani in quest'ultimo lustro. Molto, molto difficile. Sembra quasi che storicamente la Samp si stia trasformando in una di quelle piazze a cui piace complicarsi la vita. Lo si è visto ancora ieri, quando il Milan è passato per 2-0 al Ferraris negli ottavi di Coppa Italia. Un'occasione clamorosa che non tornerà più.

Vincenzo Montella, 41 anni, aspetta ancora la prima vittoria con la Samp.

Partita decisiva per le sorti di Mihajlovic, il Milan si presenta a Genova con molti titolari: 4-4-2 con Cerci e Bonaventura larghi, mentre Bacca-Niang è la coppia d'attacco. Dal canto suo, Montella opta per un 4-5-1, con Bonazzoli titolare dal primo minuto largo sulla fascia destra e Muriel di nuovo dal primo minuto nel ruolo di unico centravanti.
I primi venti minuti vedono la Samp padrona del campo, ma senza spunti che portino a conclusioni verso lo specchio avversario. Il Milan rimedia diversi ammoniti (ben tre nel primo tempo), ma anche alcune occasioni: Bonaventura impegna Viviano, Niang sfiora due volte il vantaggio. Solo dopo 10' di paura la Samp si riprende il campo.
I blucerchiati chiudono in crescendo la prima frazione: Fernando ci prova dalla distanza, Muriel e Carbonero costringono Abbiati a mettere due volte la palla in corner. Sembrano esserci dei buoni segnali. Si va al riposo convinti che la storia della Samp stia per girare. In realtà, il secondo tempo racconterà un'altra storia.
Al 50', il Milan va in vantaggio: ingenuità di Regini, che si spinge in avanti ma perde la palla con un dribbling di troppo. A quel punto ripartono gli ospiti, con Bacca che trova Niang in profondità: Viviano esce, ma non può impedire l'1-0 dei rossoneri. Per il francese è il terzo gol in qualche settimana contro la Samp.
I padroni di casa vorrebbero rimetterla in piedi, ma Muriel spreca un'ottima chance davanti ad Abbiati. In più ci si mette Zukanovic, espulso al 63' per proteste reiterate contro l'arbitro Celi: è vero che il fallo su Kucka è di dubbia sanzione, ma il bosniaco si avventa contro il direttore di gara e, non contento del giallo, lo insulta ancora. Rosso inevitabile.
La partita finisce sostanzialmente lì. Tanti i cambi, ma è il Milan a sfiorare il raddoppio in un'occasione con Bacca. Cassano ha l'ultima (e seconda) chance al 90', con un destro che sfiora il palo alla destra di Abbiati. Purtroppo non va dentro: anzi, qualche minuto più tardi è Bacca a raddoppiare servito da Honda. Finisce qui la Coppa Italia della Samp, durata appena una partita.

Emiliano Viviano, 30 anni, incassa l'1-0 di M'Baye Niang, 21.

Viviano 5.5; Cassani 5, Zukanovic 4.5, Moisander 6, Regini 5.5; Ivan 5.5, Fernando 6.5, Soriano 6; Bonazzoli 5 (dal 15' s.t. Christodoulopoulos 5), Carbonero 5 (dal 23' s.t. Mesbah 5.5), Muriel 6 (dal 31' s.t. Cassano 6) - già pubblicate su SampNews24

E siamo qui a piangere un'altra occasione persa, stavolta in Coppa Italia. Già, perché il Milan affronterà il Carpi (vincente nella sfida contro la Fiorentina): una di queste due squadre attenderà poi in semifinale la vincente di Spezia-Alessandria (che hanno rispettivamente eliminato Roma e Genoa). Una fetta di finale anticipata.
La Samp perde l'ennesima occasione storica: una caratteristica che sembra ormai contraddistinguerci sin dall'estate del 2010, quando la società buttò la chance di entrare in Champions affidandosi alla sorte nel preliminare contro una squadra più esperta come il Werder di allora. Per gli esempi più recenti, basta vedere la serata di Torino contro il Vojvodina.
Personalmente, invece, non capisco cosa si chieda di più a Mihajlovic. Il Milan è brutto da guardare, non stellare, ma ha gli stessi punti dell'anno scorso. Capisco che pesino i soldi spesi, ma una squadra così strutturata faticherà ad arrivare sesta in campionato. Una finale di Coppa Italia sembra un miracolo rispetto alle gestioni Seedorf e Inzaghi.
E la Samp? Ora c'è il Palermo, l'ultimo avversario di questo 2015 iniziato da terzi in classifica e finito da sedicesimi. Il futuro parla del mercato, di un anno di transizione, della speranza di concludere a cavallo tra la parte sinistra e quella destra della classifica. Una speranza che coltivavo anche a inizio anno, quando qualcuno sognava l'Europa (dove?).
Ho solo un desiderio. Lo rivolgo alla squadra e alla dirigenza (non a Montella, che deve avere il tempo di lavorare). Fate come volete: arrivate a 40 punti (la famosa quota salvezza) e poi smettete di illuderci, che è brutto. Arrivederci a giugno 2016.

Sinisa Mihajlovic, 46 anni, alla prima da ex al Ferraris.

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