25 maggio 2015

Tecnicismi senz'anima.

Sono anche stanco di ripetermi. Comincio a pensare che ci sia un fraintendimento sul concetto di "gara della vita". Già, perché chi gioca una partita come quella del Castellani non può aver mai sentito quelle parole: la Samp acciuffa in extremis un pareggio nell'ultima trasferta della stagione contro un Empoli tutt'altro che in vacanza. E Sarri si prende i suoi meritati applausi.

Massimo Ferrero, 63 anni, in festa prima della gara del Castellani.

Per l'ultima uscita in trasferta del campionato, Sinisa Mihajlovic si affida come al solito al 4-3-1-2, ma stavolta cambia un uomo davanti. La condizione di Samuel Eto'o è pessima, perciò il tecnico punta sulla sorpresa: dentro dal 1' Luka Djordjevic, montenegrino classe '94. Una mossa che personalmente ho approvato. Con il centrocampo statico di questi tempi, mettere un attaccante mobile è un'alternativa migliore di Okaka o Bergessio. L'Empoli fa qualche cambio negli uomini, ma conferma il 4-3-1-2 marchio di fabbrica.
Il primo tempo della Samp è inesistente. Non si può dire che non sia mai capitato che gli uomini di Mihajlovic abbiano regalato 45 minuti agli avversari, ma così brutti non era ancora capitato. L'Empoli ha l'occasione subito per passare in vantaggio: un indisturbato Rugani stacca di testa su corner, ma fortunatamente becca Pucciarelli. Un minuto dopo, è Vecino a centrare la traversa con un bel piatto dal limite dell'area. La Samp osserva, mentre la squadra di Sarri mantiene il pallino del gioco e avanza a fiammate. Viviano interviene su Saponara e Maccarone, poi Romagnoli e Regini spazzano due situazioni pericolose. Nel finale, Maccarone ha una palla d'oro al centro dell'area, ma spara clamorosamente alto.
Se il primo tempo è stato una tragedia greca, il secondo - almeno all'inizio - non cambia lo scenario. L'Empoli è sempre padrone del campo, seppur con meno intensità rispetto alla prima frazione. Al 57' arriva il vantaggio dei padroni di casa: Maccarone lancia in velocità Pucciarelli, che supera in corsa Romagnoli e batte Viviano per l'1-0. Da lì l'Empoli finisce la benzina e molla l'intensità avuta fin lì. La Samp effettua tre cambi, ma non accade nulla fino ai 20' finali: comincia un vero e proprio assalto alla porta empolese.
La prima occasione arriva al 76', quando Correa (abbastanza ispirato) centra Bassi su un "rigore in movimento" creato da Duncan. Poi è De Silvestri di testa su corner a impensierire il portiere dell'Empoli, così come fa Soriano qualche minuto dopo. Eto'o avrebbe la palla del pareggio su un ottimo assist di Correa, ma il camerunense manca l'appuntamento di qualche centimetro. Solo al 91' arriva la zampata vincente: Muriel serve Eto'o al limite dell'area e il numero 99 blucerchiato si gira dal limite. Barba è ancora inesperto e Bassi non vede la palla: sfera in rete per l'1-1 definitivo. Il punto è importante, ma non cancella una prestazione sconcertante al Castellani.

Sinisa Mihajlovic, 46 anni, e Maurizio Sarri, 56: pareggio tra i due.

Viviano 6; De Silvestri 5.5, Romagnoli 5.5, Silvestre 6, Regini 5.5; Acquah 5 (dal 30' s.t. Correa 6.5), Palombo 5.5 (dal 20' s.t. Duncan 6.5), Obiang 5.5; Soriano 5.5; Muriel 5, Djordjevic 5 (dal 10' s.t. Eto'o 6).

Al fischio finale del Castellani, mi rendo conto che il pensiero di molti tifosi blucerchiati è corso al Genoa: sorpasso definitivo, -4 dai rossoblu ormai imprendibili. Vero che la licenza Uefa non arriverà mai, però il cruccio rimane. Rimane sopratutto il paragone di due situazioni simili ma con risultati diversi. Mihajlovic ha visto partire Gabbiadini, Sansone e Fedato a gennaio, lamentandosi molto e ricevendo Muriel ed Eto'o. Gasperini ha visto partire Matri e Pinilla, ma si è rimboccato le maniche e ha lavorato su Niang e Borriello. Non credo di esser stato l'unico ad aver avuto questa sensazione dopo la gara di ieri.
Ora la corsa per l'Europa League è praticamente segnata: il Torino non può raggiungere più la Samp dopo la sconfitta per 3-0 contro il Milan a San Siro. Questo vuol dire che i blucerchiati arriveranno almeno ottavi ed eviteranno un turno di Coppa Italia in più. Se mi avessero pronosticato quest'arrivo a fine anno, avrei messo la firma con il sangue. L'Inter ha ancora una possibilità di agganciare la Samp: se il Parma vince al Ferraris e l'Inter batte l'Empoli, ci sarà il sorpasso per differenza reti. Tuttavia, la possibilità è ridotta al lumicino: più facile che Sarri fermi Mancini, perché il Parma ha fatto sei punti quest'anno in trasferta.
La cosa incredibile è questa: la Samp - dopo la vittoria con l'Inter a metà marzo - aveva 11 punti sui nerazzurri e il quarto posto in mano. Oggi piangiamo per un settimo e per la sola vittoria con l'Udinese ottenuta in nove gare. Non meritiamo l'Europa sul campo: è stata una buonissima stagione, ma gli ultimi due mesi l'hanno rovinata. Forse molti dei ragazzi erano poco pronti per questi obiettivi. Forse l'allenatore ha pensato più al futuro lontano che a quello prossimo. Forse si è puntato al sole per cadere inesorabilmente (ricordo Mihajlovic nel pre-Cesena: «La Samp non ha una rosa da Champions, ma battendo il Cesena possiamo provarci»). Chissà.
Ora c'è il Parma. Forse poco importa a molti, ma serve un punto per confermare il settimo posto. Mi aspetto una gara decente - non straordinaria - per l'ultima di campionato. Sarà probabilmente Europa League, ma da esultare ci sarà fino a un certo punto. Il futuro? Spero si chiami Maurizio Sarri, applaudito ieri da un intero stadio con il quale ha vissuto una quasi retrocessione in Lega Pro, la promozione dalla B e poi un anno straordinario in A. Ieri persino Samuel Eto'o si è fermato a complimentarsi: chissà che non l'abbia scambiato per il nostro allenatore dal 1° luglio.

Samuel Eto'o, 34 anni, al secondo gol in blucerchiato.

Nessun commento:

Posta un commento