06 gennaio 2015

Mazzata.

Il 2015 non è ricominciato nel migliore dei modi: quella che doveva essere una sfida Champions si è trasformata in un dominio assoluto di una squadra sull'altra. La Lazio detronizza la Samp all'Olimpico nella prima gara di Serie A del nuovo anno. Il 3-0 di questo 5 gennaio non lascia adito a scuse: i blucerchiati si sono presentati scarichi e hanno creato pochissimo. Sarà difficile rimanere in zona Europa se l'attitudine è questa.

La Lazio esulta dopo il 2-0: sarà una serata di gloria.

La Samp si presenta all'Olimpico di Roma dopo una prima parte di stagione esaltante e punta a conquistare il terzo posto in solitaria nella gara contro la Lazio. Tra i blucerchiati, c'è il ritorno di Viviano tra i pali al posto di Romero e l'assenza di De Silvestri, sostituito da Cacciatore. Spazio al 4-3-1-2 per il nuovo corso post-Gabbiadini, con Soriano trequartista e Rizzo terzo di centrocampo. La Lazio non si snatura e conferma il 4-3-3 con Mauri e lo scatenato Felipe Anderson accanto al serbo Djordjevic.
L'inizio di partita non è dei più incoraggianti. La Lazio spinge con il suo solito passo felpato, ma deciso. I padroni di casa lasciano cuocere a fuoco lento gli ospiti, che non spingono affatto. La prima occasione è solo al 20', quando Biglia prova a sorprendere Viviano su punizione, ma il portiere blucerchiato respinge. Un minuto e Cacciatore va incontro a un quasi suicidio: retropassaggio di testa a Viviano troppo corte, Djordjevic s'inserisce e salta l'estremo difensore ospite. Poi è lo stesso Cacciatore a chiudere con un tagliafuori quasi cestistico. Anche De Vrij ci prova al 28' su assist di tacco del serbo, ma l'olandese non centra la porta.
Insomma, è un tiro a segno. La Samp non si vede mai, neanche con un tiro della disperazione; dai 30 metri in poi, diventa tutto difficile. E la Lazio decide di approfittarne. Al 37' il vantaggio: ennesima discesa di Felipe Anderson - in stato di grazia - e palla in mezzo, dove Obiang si è perso Parolo. Il centrocampista biancoceleste batte facilmente per l'1-0. Neanche un paio di minuti e arriva il raddoppio: Felipe Anderson fa partire un gran destro dai 30 metri. Viviano potrebbe esser più esplosivo, ma non c'è una grande responsabilità su quello che è il 2-0 laziale. Un tremendo uno-due, da cui QUESTA Samp non può riprendersi.
Il riposo porta due cambi - Cavanda per Cana, Wszolek (all'esordio in stagione) per Rizzo - ma il copione è lo stesso. La Samp aspetta e non riesce a ripartire. Soriano è schiacciato dalla mediana avversaria, Eder predica nel deserto. E la Lazio sfiora subito il 3-0 quando Viviano esce alla Neuer, mancando però il pallone: Djordjevic tira a porta sguarnita, ma Romagnoli salva tutto. In generale, la Samp attende la terza rete, che alla fine arriva: al 66' per l'ennesima volta Felipe Anderson salta tutti e mette in mezzo, dove Djordjevic deve solo appoggiare in rete. La gara è già finita, ma la Samp si ricorda almeno di tirare in porta: Eder ci prova al 68', ma la botta dai 25 metri è centrale per Marchetti. Così finisce una gara mai iniziata per i blucerchiati, che hanno molto su cui interrogarsi per questo 2015.


Viviano 5; Cacciatore 5, Gastaldello 5, Romagnoli 5.5, Regini 4.5; Obiang 5 (dal 22' s.t. Bergessio 5.5), Palombo 5, Rizzo 4.5 (dal 1' s.t. Wszolek 5.5); Soriano 5; Eder 5.5 (dal 28' s.t. Duncan s.v.), Okaka 4.5 - già pubblicate su SampNews24

Indubbiamente questa è una partita che non smonta quanto fatto in precedenza, ma che dice molto sulle possibilità europee della Samp. Ieri sera si è incrociata una delle 2-3 squadre che gioca il miglior calcio in Serie A (direi insieme all'Empoli di Sarri). E il risultato è stato ben visibile. La Samp ha costruito i suoi successi nella prima parte del campionato sul far giocare male gli altri e colpire. Missione riuscita molte volte, per altro (manca pure qualche punto). Quando però incontri una squadra che sa giocare a pallone, tutto diventa più difficile.
La Samp di ieri è stata praticamente inesistente. La difficoltà più grande va trovata sopratutto nell'assorbimento del 4-3-1-2: un modulo che la Samp ha rigettato spesso e che ha ben interpretato solo nella gara casalinga contro il Napoli. Lì però gli azzurri rinunciarono a giocare, creando pochissimo; con la Lazio non è andata così. Ci si è trovati di fronte una squadra più propositiva, con un'identità molto forte e con un piano di gioco chiaro. Normale che si paghi dazio di fronte a compagini del genere se il modulo non è stato assorbito.
Ci vuole tempo. Ci vuole qualche rinforzo, specie con tutte le uscite che potranno esserci (Cacciatore? Marchionni? Bergessio?). Ci vuole pazienza. E ci vuole un pizzico di realismo: il finale di 2014 è stato bellissimo, ma non è quella la dimensione della Samp. Specie senza Gabbiadini (partito per Napoli) e con un Correa tutto da verificare. Godiamoci quello che verrà, ma non fasciamoci subito la testa: è stata una brutta mazzata, ma ci riprenderemo.

Felipe Anderson, 21 anni, imprendibile nella serata di ieri.

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