07 ottobre 2013

I Gervasoni ed i Mustafi.

Siamo al tragicomico. Anzi, forse al telefilm. Un episodio non può giustificare una partita, ma forse può aiutare a spiegare il corso della stagione che è stata sin qui e di quello che verrà. Minuto 47 del primo tempo di Sampdoria-Torino, con i blucerchiati in vantaggio di un gol. Palombo è pronto a battere la punizione dal limite che sarà l'ultima palla giocata della prima frazione; tiro respinto in mala maniera da Padelli e Pozzi la butta dentro di rapina. Tutto valido? Macché, fermi tutti. Ora arriva Gervasoni e vi spiega come si può rovinare un pomeriggio.

L'arbitro Gervasoni annulla la rete del 2-0 di Pozzi: sarà protagonista.

Un pomeriggio che poteva essere di gioia, che avrebbe potuto portare la prima vittoria blucerchiata dell'anno e che, invece, si è rivelato l'ennesima delusione. Che sarebbe potuta essere più pesante, se un altro errore di Gervasoni non avesse fatto arrabbiare anche il Torino, con il contatto Glik-Eder che ha portato l'assegnazione alla Samp di un rigore perlomeno generoso. Ognuno può valutare questo episodio a proprio modo, ma diciamo che mi sentirei arrabbiato se mi fischiassero contro un penalty del genere. E pensare che la Samp ha tirato fuori una delle migliori prestazioni stagionali, specie nei primi 45'. Nonostante le assenze di Costa e Krsticic per squalifica, Delio Rossi ci è andato pesante con un 3-4-3 offensivo e la prima presenza di Gentsoglou a centrocampo. Il greco non è dispiaciuto in cabina di regia, mentre il tridente Sansone-Gabbiadini-Pozzi ha retto per un'ora, salvo poi collassare dal punto di vista tattico e delle forze. Il Torino di Ventura, invece, si è rivelato il solito problema per la Samp, che trova quest'avversario molto ostico e non lo batte da quattro anni: evidentemente, affrontare colui che fu il tecnico blucerchiato all'inizio degli anni 2000 non è facile per il Doria.
E pensare che la Samp era anche riuscita ad andare in vantaggio, quando al 42' del primo tempo Sansone aveva battuto dai 25 metri l'ex blucerchiato Padelli. Gli ospiti sono sembrati impacciati nei primi 45', tanto che la Samp aveva già avuto una buona occasione sempre con Sansone; poi, il pata-trac con Gervasoni e l'incredibile epilogo del primo tempo, con i blucerchiati che avrebbero potuto chiudere la gara con quell'episodio. Quando poi Immobile ha riaperto la partita su assist involontario di Obiang da corner granata, il Torino si è ripreso e ha ricominciato a giocare. Specie con il suo giocatore più pericoloso: quell'Alessio Cerci che ha prima sprecato incredibilmente il 2-1 (grande parata di Da Costa) e poi ha trovato il raddoppio degli ospiti su calcio di rigore. Sull'assegnazione del penalty per i granata, c'era poco da contestare: l'intervento scoordinato di Palombo su D'Ambrosio dimostra due punti. Il primo: l'invenzione di Rossi di reinventarlo come libero sta pian piano affievolendo nei suoi effetti positivi. Il secondo: il filtro a centrocampo continua ad essere poco, altrimenti un terzino destro non si sarebbe presentato diverse volte nell'area blucerchiata durante il secondo tempo. Nel finale, poi, un altro strafalcione di Gervasoni ha portato la Samp al pareggio: il contatto tra Glik ed il neo-entrato Eder c'era, ma è sembrato come il brasiliano stesse cercando il fallo a tutti i costi. Ne è venuto fuori un contrasto debole, che però l'arbitro ha giudicato falloso. 2-2 e tutti a casa, con la consapevolezza di aver segnato i primi gol stagionali al "Ferraris", ma di essere sempre penultimi e senza alcuna vittoria in tasca.

Alessio Cerci, 26 anni, punta Shkodran Mustafi, 21: ancora in gol il granata.

Al di là delle valutazioni sulle prove dei singoli, quel che tiene banco su molti dei giornali e delle tv nazionali è lo svarione dell'arbitro di ieri pomeriggio. Un errore di buonsenso, una valutazione inutilmente rigida, che farebbe infuriare qualunque squadra, ma che forse avrebbe tenuto tutti attaccanti allo schermo se avesse riguardato una qualche compagine a strisce. Del resto, Galliani tiene sullo sfondo del telefonino il gol del Muntari; non mi risulta che i tifosi blucerchiati avranno come wallpaper del proprio cellulare l'esultanza strozzata di Pozzi. C'è chi poi, come Ventura, parla di «gol non esistito»: un gol che forse si trova sulla stessa isola dov'è sepolto il «giaguaro» che avrebbe dovuto smacchiare Bersani alle ultime elezioni o le anime di Elvis Presley e Marilyn Monroe. Leggende metropolitane. Peccato che il gol ci sia eccome e si aggiunge alla lista di angherie arbitrali subite dalla Samp in quest'inizio di stagione: il rigore negato a Sansone a Bologna, il gol annullato a Wszolek a Trieste ed ora anche questo. Francamente, in sette giornate, comincia ad essere un po' troppo da digerire.
Per carità, però, a far di questi errori i motivi per cui il Doria naviga in acque tempestose: la squadra non ha molta qualità ed i miracoli non riescono neanche ad un vecchio volpone come Delio Rossi, che comunque ha commesso qualche errore da agosto. Tuttavia, se sbagliare è umano, perseverare è diabolico ed il tecnico blucerchiato lo sa, tanto da aver cambiato molti uomini e diverse formazioni. Ieri, alla canna del gas, si è presentato con un offensivo 3-4-3, con De Silvestri e Gavazzi sulle fasce. Un chiaro segnale di voler smuovere le acque. C'è bisogno di qualche rinforzo nella prossima sessione di calciomercato. Gli obiettivi sono i soliti: un esterno sinistro vero (solo Gavazzi si è salvato sinora), un "10" e lo sfoltimento di un centrocampo che è quantitativamente strapieno. Sul portiere si vedrà: Da Costa ha fatto più bene che male sinora, sebbene le critiche siano sempre dietro l'angolo e l'ipotesi di vedere un giocatore-tifoso in porta - Fiorillo, uscito dalle giovanili Samp - stuzzica in più di un tifoso.
La verità è che i Gervasoni possono rovinare una battaglia, ma per vincere la guerra serve la grinta dei Mustafi. Già, proprio Shkodran: in una Samp disastrata come questa, senza qualità e assetata di punti come acqua nel deserto, l'esempio del tedesco dev'essere la stella maestra per chiunque vesta una maglia blucerchiata in questo momento. I Gervasoni possono sbagliare decisioni, ma se hai «undici Mustafi» in campo, difficilmente perdi. Lo si è visto l'anno scorso, quando tra gennaio e febbraio è arrivata la salvezza in anticipo; lo si può rivedere ancora. Il cuoco è lo stesso, basta metterci più cattiveria e concentrazione. Ieri, il giovane difensore si è improvvisato centrale di sinistra e l'ha fatto anche bene; in più, ha tirato fuori una serpentina degna del miglior Maradona, salvo perdersi nel finale. Se lui fa queste cose, anche gli altri devono dare il massimo. E solo così se ne uscirà, nonostante i Gervasoni del caso.

Gianluca Sansone, 26 anni, autore del primo gol casalingo della Samp di quest'anno.

Nessun commento:

Posta un commento